CHIUSO agg./avv./s.m.

0.1 cchiuso, chiose, chioso, chiosso, chius', chiusa, chiuse, chiusi, chiuso, chiussa, chlusa, chlusi, chusa, chuse, chusi, chusu, chyuso, clusa, cluse, clusi, cluso, clusu, cluxa, 'hiuse, josa, jose, jossa, juso, kiuse, kiusi, kiuso, pjosa, pjose, pjosi, pjoso.

0.2 V. chiudere.

0.3 Doc. sang., 1236 (3): 9.

0.4 In testi tosc.: Doc. sang., 1236 (3); Doc. fior., 1279; Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Lett. pist., 1320-22; Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Doc. ven., 1327; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Lucidario ver., XIV; Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).

In testi mediani e merid.: Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Stat. castell., XIV pm.; Stat. eugub., Aggiunte 1368-a. 1378 (2); Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. a chiusi occhi 2.1; a chiusi orecchi 3.1.1.1; a occhi chiusi 2.1.1; a porta chiusa 1.1.2; a pugno chiuso 2.2.2; a usci chiusi 1.1.3; a uscio chiuso 1.1.3; avere la bocca chiusa 2.1.2; chiuso a porte 9.2; chiuso chiuso 5.3, 5.4, 6.1; chiuso di fuori 7; con gli occhi chiusi 2.1.1; monastero chiuso 1.1.1; orto chiuso 4.1; tenere il viso chiuso 2.1.1.1; tenere la bocca chiusa 2.1.2; tenere la vista chiusa 2.1.1.1; tenere le porte chiuse 1.1.4.

0.7 1 [Rif. alla porta di un edificio, di una città, a una finestra, o a un altro tipo di infisso:] che è fatto combaciare nelle sue parti, eliminando ogni spazio vuoto o apertura, in modo da impedire il transito tra di esse (anche in contesto fig.). 1.1 [Rif. a un edificio o a un suo ambiente:] che ha le porte, le finestre serrate in modo tale da impedire l'entrata o l'uscita. [Rif. in partic. a un esercizio commerciale, a un laboratorio:] che serra le porte quando la sua attività è interrotta per una solennità. 1.2 [Rif. un indumento o a una sua parte:] privo di aperture o di spacchi; tenuto serrato con bottoni o fermagli. 1.3 [Rif. a un libro:] che presenta tutte le carte ripiegate lungo la cucitura centrale e la coperta combaciante con le pagine più esterne. 1.4 [Rif. a una lettera, a un documento di un solo foglio:] ripiegato su se stesso e sigillato; [rif. a un documento di più pagine:] che ha le carte piegate lungo la cucitura in modo che combacino l'una con l'altra, e fermate con un sigillo. 1.5 Fig. [Rif. a una persona:] che non esprime i propri sentimenti; ripiegato in se stesso; schivo. 2 [Rif. a parti del corpo di un essere umano o di un animale (anche in contesto fig.)]: tale che i singoli elementi che lo compongono siano serrati, stretti tra loro; che è tenuto piegato su di sé o accostato al corpo. 2.1 Locuz. avv. A occhi chiusi: con gli occhi chiusi, senza guardare. 2.3 Fig. [Rif. agli organi di senso:] inattivi, insensibili. 2.4 [Rif. ai pori della pelle:] contratti, serrati. 2.5 [Rif. a una ferita, una piaga:] accostata nei lembi. 2.6 [Rif. a un fiore:] che ha i petali radunati e ripiegati verso l'interno. 3 [Rif. a un oggetto:] privo di aperture, di varchi, di spiragli; perfettamente serrato su tutti i lati. 3.1 [Rif. a un oggetto:] che ha l'imboccatura o l'apertura coperta o otturata mediante un oggetto adatto (un tappo, un coperchio talvolta assicurato con particolari congegni, ad es. una serratura), o serrata con legacci, in modo da proteggere il contenuto (anche in contesto fig.). 3.2 [Rif. a un luogo, una via di transito]: che è reso non percorribile da una barriera, un'ostruzione, dalla mancanza di varchi (anche in contesto fig.). 4 [Rif. a un oggetto:] delimitato tutt'intorno da una barriera (anche mobile o apribile). 4.1 [Rif. a un terreno, un giardino, un'area:] circondato e delimitato da una recinzione per controllarne l'accesso. 4.2 [Rif. a un luogo, a un territorio:] delimitato (da una barriera naturale). 4.3 [Rif. a una città, a un castello, a un luogo:] circondato di opere difensive, munito. 5 [Rif. a un oggetto:] posto in un ambiente che lo contiene interamente, privo di aperture o i cui accessi sono serrati (anche in contesto fig.). 5.1 [Rif. al cielo:] oscurato dalle nubi o dalle tenebre. 5.2 [Rif. a una persona:] limitata, circoscritta all'interno di uno spazio, di un ambiente, volontariamente o per costrizione (anche in contesto fig.). 5.3 Posto all'interno di un oggetto avvolgente; [in partic.:] ravvolto in un indumento per proteggersi dal freddo o per celare la propria identità (per sicurezza, per pudore o per vergogna) (anche in contesto fig.). 5.4 Fig. Avvolto, totalmente circondato da un mezzo fisico immateriale (dalle tenebre, dalla luce). 6 Fig. Che non può essere fruito; non disponibile, precluso; proibito. 6.1 Ignoto ai sensi o all'intelletto; tenuto nascosto, celato; reso o mantenuto segreto. 6.2 [Rif. a un discorso, a una parola:] di difficile interpretazione perché formulato in modo ambiguo o figurato, oscuro. 7 Che è lasciato fuori, che è escluso da un luogo. 7.1 Che è impedito nel compiere un'azione, un movimento, a causa di un ostacolo o di una proibizione. 8 Avv. In modo segreto e nascosto; celatamente; in incognito (anche in contesto fig.). 8.1 [Rif. a un discorso:] in modo coperto e figurato; in modo oscuro, ambiguo. 9 Sost. Terreno cinto da una siepe, uno steccato, un muro. 9.1 Recinto per tenere raccolto e protetto il bestiame. 9.2 Fras. Chiuso a porte: recinzione muraria dotata di una o più porte per controllare l'accesso a un edificio. 9.3 Vano ricavato dividendo un ambiente con un tramezzo di assi. 9.4 [Rif. a una botte:] il fondo, serrato da un coperchio privo di aperture. 10 Sezione di un testo, paragrafo.

0.8 Zeno Verlato 26.07.2011.

1 [Rif. alla porta di un edificio, di una città, a una finestra, o a un altro tipo di infisso:] che è fatto combaciare nelle sue parti, eliminando ogni spazio vuoto o apertura, in modo da impedire il transito tra di esse (anche in contesto fig.).

[1] Itinerario luoghi santi, XIII u.q. (fior.>lucch.), pag. 166.44: Quine apresso si è lo luogo là ove 'l Nostro Singnore introe, essendo le porte chiuse, e dimostrossi alli apostoli e disse loro: - Pax vobis...

[2] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 291.6: La porta, la quale t'era promessa, di notte tu la troverai chiusa: soffera e patisci di porre il tuo corpo su l'umida terra.

[3] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 576, pag. 590.18: elli comanda le porte a guardare a tali in cui molto si fidava: sì lo' comanda che le tenessero chiuse di dì e di nocte e che non vi lassassero nullo intrare senza sua licentia.

[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 256.3, pag. 165: Senno e valor vediam da nuy diviso, / e le vertù morali sono scorte; / a cortesia stanno cluse le porte, / e 'l pover vergognoso mane asiso...

[5] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 82, pag. 88.5: E quand'e' riguardò verso l'uscio, sì vidde uno picolo fanciullo entrare dentro [[...]], e sì v'intrava in tale maniera che l'uscio no s'apria né tanto né quanto, anzi rimase altresì chiuso e altresì fermato com'egli avea istato dinazi che 'l fanciullo v'intrasse.

[6] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 38.22: la chiusa porta della morte distende i miei pianti in perpetuale secolo.

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 70.10: Eciandeu issa la citati di Marsilya teni li porti chusi a tutti quilli li quali per alcuna simulaciuni di religiuni circanu nutricamenti di pigrizia et di ripusu...

[8] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 12, pag. 243.3: a molti è chiusa la porta del paradiso dalli loro padri se male li nutricano.

[9] Stat. prat., 1347, cap. 23, pag. 22.24: E se in quello die e' trovassono alcuna bottega coll' uscio chiuso, e dentro fosse alcuna persona [[...]]; puniscano il signore, overo maestro di quella cotale bottega, in soldi cinque di denari.

[10] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 363.28: E guardati da non tenerlo [[scil. il pane di zucchero]] in terreno nè in luogo umido nè all'aria, ma vuolsi tenere in solaio cioè in palco colle finestre bene chiuse...

[11] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV, 1, pag. 269.23: Ghismonda [[...]], trovando le finestre della camera chiuse e le cortine del letto abbattute, a piè di quello in un canto sopra un carello si pose a sedere...

[12] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 41, pag. 229.13: Non mi dare briga, ché l' uscio è già chiuso, e li miei fanciulli sono meco nel letto; e inperò non mi posso levare a darteli.

[13] Matteo Corsini, 1373 (fior.), cap. 61, pag. 74.18: Però si conviene essere molto cauto [[...]] nelle dette prosperità, acciò ch' el diavolo non abbia entrata al nostro cuore per veruna via [[...]]: come abbiamo esemplo delle città; che, posto che sieno ben chiusele porte, pure una piccola entrata basta a perdere tutta la città.

[14] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 158.4, pag. 444: Galdete omai, e non vi paia acerbo, / l'ascendar del dolce vostro Maestro, / c' oggi è sconfitto Satana superbo: / chius' è la porta dell'inferno alpestro...

[15] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 20, pag. 108.27: Quando venne sabato matina, sì se stano cum le porte chiuse e la donna nostra cum la Magdalena e cum le sorelle soe e Çoanne cum loro, segondo come orfane e vedoe e piene de paura e de dolore...

1.1 [Rif. a un edificio o a un suo ambiente:] che ha le porte, le finestre serrate in modo tale da impedire l'entrata o l'uscita. [Rif. in partic. a un esercizio commerciale, a un laboratorio:] che serra le porte quando la sua attività è interrotta per una solennità.

[1] Stat. sen., 1305, cap. 26, pag. 41.4: E la detta infermaría debbia èssar chiusa; l'uscio di chella sempre debbia èssare serrato com chiave, mentre non sarà ine alcuno infermo.

[2] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 16.154, pag. 757: Pu me deleto in veritae / quando e' vego per citae / buteg[h]e averte con soe cose, / che quando e' le vego pjose; / e 'n domenega e in festa, / se la fose cosa honesta, / mai no jose le vorea, / ché vêr dentro ò gran covea.

[3] Stat. fior., 1310/13, cap. 49, pag. 43.22: ordinato è [[...]] che ' rettori sieno tenuti sotto la detta pena comandare [[...]] a tutti e ciascuno artefice de la detta arte che tenghino le botteghe chiuse e serrate, sì come tenghono il die de la domenica, il die che alcuno de la detta arte e compagnia morisse.

[4] Stat. pis., c. 1321, cap. 78, pag. 259.19: nulla bottega, in quelli die di pasque, di domeniche et solenni feste, aperte essere u stare permecterò; e similimente de li autri die festivi et non festivi dei quali fie bandito guardare doversi, u le botteghe chiuse tenere, da parte dei signori Podestà et Capitanio...

[5] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ermione, pag. 76.8: Veramente quando alcuno togliesse gli armenti delle tue chiuse stalle, tu prenderesti l' armi per acquistarli.

[6] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 30, pag. 190.9: Nella contrada di questa città, che si chiama Subura, era una chiesa che già per altri tempi era stata al servizio degli ariani e da loro abitata e consecrata, e però ora a' nostri tempi stava chiusa.

[7] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 31, par. 11, vol. 2, pag. 374.24: Siano tenute etaindio glie macellatore de nocte tenere chiuso el macello, sì ke niuno huomo de nocte entrare possa enn esso po' 'l primo suono de la campana...

[8] Stat. eugub., Aggiunte 1368-a. 1378 (2), pag. 284.14: Che tucti e ciascuno dela dicta arte deggano guardare tucte le fesste le quale comanda sancta chiesa colle camore chiuse.

1.1.1 Locuz. nom. Monastero chiuso: monastero di clausura.

[1] Doc. fior., 1279, pag. 239.2: Item ala Bice f. del detto messer Bastardo, se viene ad etade ke compia legittimo matrimonio, overo si rinkiuda in monisterio kiuso, libre CC.

1.1.2 Locuz. avv. A porta chiusa: con la porta chiusa, senza aprirla (in contesto fig.).

[1] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 126, pag. 119.6: lo Fiolo de Deo intrà in la chamera del so ventre, El conionzé a si la humana natura, a porta clusa El nasé del so ventro [como] «spoxo exe de la camera soa».

1.1.3 Fras. A uscio chiuso, a usci chiusi: a bottega chiusa (per una solennità in corso).

[1] Stat. sen., 1298, dist. 1, cap. 67, pag. 180.15: Et qualunque de' decti sottoposti non guardasse le feste così comandate, paghi per ogne volta al Comune dell'Arte X soldi di denari. Eccetto tegnitori, cardatori di panni e tessitori, o tenditori di lana o di stame, et gignori, e lavorenti ad uscia chiuse [[...]], e' quali non sieno tenuti di guardare le feste predecte.

[2] Stat. sen., 1298, dist. 8, cap. 31, pag. 278.12: Item statuimo et ordinamo, che neuno sottoposto dell' Arte de la Lana debbia comparare coiame legato a uscio chiuso. Et che neuno debbia comparare neuna pelle nel dì di venardì santo, nè in alcuno dì di domenica.

1.1.4 Fig. Fras. Tenere le porte chiuse a qno: escludere, non ammettere; non ricevere qno.

[1] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 533, pag. 798.36: E avegna che tu venissi da diversa gente, la nostra reale casa non ti tenne le porte chiuse, acciò che le tue merzé fossero ingiuria di sì grande servigio.

[2] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 1.20, pag. 39: E quella mi tien chiusele sue porte / e sdegnosa vèr me par che mi dica: / «Tu perdi la fatica, / ché i' non son per dare a' tuo' par posa.

1.1.5 Fig. [Rif. alla mente, all'intelletto].

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 46.2, pag. 268: Monto me par utel cossa / tener sì la mente jossa / che no ge possa aproximar, / ni far demora ni intrar / alcuna cogitation / vanna, ni tentacion, / chi fan falir e fan errar / e lo bon cor prevaricar.

1.2 [Rif. un indumento o a una sua parte:] privo di aperture o di spacchi; tenuto serrato con bottoni o fermagli.

[1] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 10, pag. 85.1: e, senza neuno riposo, fece tanto, che gionse a Felice, che sedeva latesso uno fossato; e pareva ch' elli uscisse d' uno forno, tanto era salavo e afamato, e magro e palido, e una gonnella tutta chiusainanzi di burello, et era scalzo e cento d' una corda...

[2] Stat. sen., c. 1318, cap. 42, pag. 53.10: li frati del detto Ospitale sieno tenuti e deggano portare onesta tonditura de' capelli, e guarnacca chiusa senza garoni de dietro e dinanzi, e col segno del detto Ospitale nel mantello...

[3] Stat. castell., XIV pm., pag. 209.42: li mantelli et le pelli dei frati sieno facti semça scolatura; partiti uvero emtieri affibiati e 'mpertanto non aperti inonestamente, sì commo ad onestà se convene, et le manice chiuse avere debiano li frati sopradecti.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 74, vol. 1, pag. 581.3: Secondo che noi comprendiamo da coloro che conversavano intorno allo 'mperadore, la sua persona era di mezzana statura [[...]]. Vestiva panni onesti e chiusi continovamente, sanza niuno adornamento, ma corti apresso al ginocchio...

1.2.1 [Rif. a una calzatura:] priva di aperture sulla tomaia.

[1] Doc. fior., 1277-96, pag. 395.17: Ànne dato s. VJ per uno paio di sscharpette chiuse per lo Bene. Ànne dato s. IIIJ e d. VJ per uno paio di sscharpete ischavate.

1.3 [Rif. a un libro:] che presenta tutte le carte ripiegate lungo la cucitura centrale e la coperta combaciante con le pagine più esterne.

[1] <Tesoro volg.(ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 9, cap. 5, vol. 4, pag. 299.7: Allora immantinente che voi intrerete [[...]], voi farete il sacramento di vostro ufficio sopra il libro delle constituzioni chiuso e suggellato, ed anzi ch'egli sia aperto...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 72, pag. 175.5: I' sento, che m'avviene come a' libri, che stanno chiusilungo tempo, ch'hanno appiccate la carte insieme.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 4, pag. 127.27: E così stando in questi ragionamenti co' libri serrati avanti, Racheio [[...]] cominciò a dire: - Questa che novità è, che io veggio i vostri libri davanti a voi chiusi? Ov' è fuggita la sollecitudine del vostro studio? -.

1.4 [Rif. a una lettera, a un documento di un solo foglio:] ripiegato su se stesso e sigillato; [rif. a un documento di più pagine:] che ha le carte piegate lungo la cucitura in modo che combacino l'una con l'altra, e fermate con un sigillo.

[1] Doc. fior., 1279, pag. 242.32: Io contessa Bietrice supradetta questo mio testamento inn iscritti sì apresentai chiusocon otto corde ali 'nfrascritti testimoni...

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 518, vol. 1, pag. 323.34: Et facciansi tanti brevi quanti saranno li uomini del consèllio de la Campana [[...]], e' quali brevi sieno insieme posti ad uno ad uno, et chiusi; sì che non si conoscano li scritti da li non scritti anzi l'apertura...

[3] Doc. fior., 1311-13, pag. 95.12: De' detti da[na]ri ci fecie a' suoi conpangni delli Scali di Firenze una karta chiusache fossono pagati a Totto Tedaldi 15 veduta la lettera...

[4] Stat. fior., 1334, L. I, cap. 16, pag. 202.29: E poi che lo Statuto serà corretto, emendato e fatto, suggellisi chiuso e dipongasi in diligente guardia infine al Consiglio che si farà per la elezione e chiamata de' nuovi Consoli...

[5] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 27, pag. 150.27: lu monacu ki era malatu rispusi a lu piscupu e dissili: 'Patri sanctu, lu fini meu è vinutu, ca unu juvini mi apparsi e purtaumi una lictera chusa, e dissimj: 'Apri et legi!'...

[6] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 14, par. 4, vol. 1, pag. 63.29: la podestade e 'l capetanio siano tenute e deggano [[...]] restituire e reasegnare tucte e ciascune livra e scriture dei processe [[...]], sì che le carte dei livra êlgle quagle fossero scricte ei nome dei testemonie recevute restituisca sì chiuse, chuscite e sogelate che non se possano vedere...

[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 63, vol. 3, pag. 444.18: E llo re veggendo sua gente ben disposti alla guerra, dando sue lettere chiuse alli amiragli delle navi [[...]], per le qua' lettere contava dove volea arrivare, e comandò non l'aprissono, se non quando s'apressassono a terra.

1.5 Fig. [Rif. a una persona:] che non esprime i propri sentimenti; ripiegato in se stesso; schivo.

[1] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 23, pag. 71.21: e s'elli è intra cavalieri, elli è sì ombruto e sì pensoso e sì chiuso e sì mutulo e sì tacente, che giammai non dice neente...

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VII (ii), par. 135, pag. 440.27: E questi cotali malinconici son sempre nell'aspetto chiusi, dubbi e oscuri, per che assai paion conformarsi al colore del padule.

2 [Rif. a parti del corpo di un essere umano o di un animale (anche in contesto fig.)]: tale che i singoli elementi che lo compongono siano serrati, stretti tra loro; che è tenuto piegato su di sé o accostato al corpo.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 8, pag. 15.22: E vedemo vultur volanstenere aperte l'ale quasi a volare e vultur cadens tenere l'ali sù alte, quasi chiuse, come a cadere, e fa uno triangulo collo corpo e coll'ale.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 8: Et s(e)c(on)do che lo variame(n)to dele cose [[...]], così t'aco(n)cia al te(m)po; [12] (et) no(n) ti mutare in alcune cose, mai t'acco(n)cia, sì come la mano, che è una medesma cosa (et) quando è ap(er)ta (et) qua(n)do est chiusa.

[3] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, pag. 87.17: quando l'occhio è chiusolo spirto visivo non remane de fuore...

[4] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 4.124, pag. 498: La fronte avea colore / como de livedore; / le çilla eran cadute, / de lo lor modo essute. / E ll' ocli latïusi / vedemo stare clusi, / molto serrati e stricti, / per gran dolore afflicti.

[5] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), App., pag. 403.2: E elli teneva la sua mano sinistra dinanzi suo petto tutta chiusa, altre come s'elli tenesse afibbiato suo mantello...

[6] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 3, pag. 43.25: [Q]uando Breus ebbe riguardato una grande pessa lo cavalieri in tal maniera, elli vide ch'elli avea la mano diritta quasi come chiussa; e, a la verità dire, elli la tenea né ben chiusa né bene aperta.

[7] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 312, vol. 1, pag. 233.2: Et qualunque de li detti consèllieri non andarà con le mani chiuse a mettere la pallocta nel bossolo, la podestà sia tenuto allui incontenente tollere XX soldi di denari per pena anzi che esca del detto consèllio...

[8] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 13, cap. 2.54, pag. 324: Invezzalo [[scil. il bambino]] a ddormir colgli occhi chiusi [[...]]; / Così ancora colla bocca chiusa: / Che rangniolo o grillo / O altro non v' entrasse.

[9] Dante, Rime, a. 1321, 49.50, pag. 186: questo servo signor tant'è protervo / che gli occhi ch'a la mente lume fanno, / chiusi per lui si stanno...

[10] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 2, pag. 26r.26: El corpo debba stare diricto con la boccha chiusaritenendo quanto più si può ritenere la spiratione de l' alito.

[11] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 113.25: lli avari surgeranno col pugno chiuso, a ddimostrare che sempre serraro...

[12] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 3, pag. 61.22: Ma veramenti Ulixes non sustinni tali peni: et poy ki [[...]] illu [[scil. il Ciclope]] si curcava a durmiri, et adurmintatu, prisi eu una sagicta et ficcayncila intru l' ochu, ki sucta lu frunti tinia clusu...

[13] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 13, pag. 377.5: E picciolo spazio stette ch' egli ne cominciò a scendere un' acqua pistolenziosa con una grandine grossa [[...]]. E tutta questa pistolenzia parea che sopra il dolente uccello cadesse: la quale dolendosi con l' alie chiusetutta la sostenea.

[14] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 16, pag. 77.27: Or chomo gran peccao è doncha veçer tuto 'l dì tante ovre del Segnor chusì meravegliose e tegnir chiosa la musa?

[15] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 95, par. 1, vol. 1, pag. 317.21: E i volente el no, ma volente che 'l partito sé perda, diano e ponano secretamente en mano del dicto notario una fava nera, le quagle fave ei dicte notarie secretamente colla mano chiusa, non resguardando le fave, mectano enn una medesema bossola...

[16] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 738, pag. 48: chossì aldando menzonar Maria, / a pocho a pocho el mio fiol revene, / e li ochi averse che chlusi tegnia.

[17] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 35, pag. 310.17: Onde Telagono [[...]] assaglio uno de li dicti guardie et collo puyno chyusosì potentemente lo percosse che [[...]] mantenente spirao.

2.1 Locuz. avv. A chiusi occhi: con gli occhi chiusi, senza guardare.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 12, pag. 102.15: (Et) io dico ke questo ène sengno ke non è spirto, ke se questo fusse vedaria così a chiusiocchi come aperti essendo informato lo spirto visivo da la cosa visibile.

2.1.1 Fig. Locuz. avv. A occhi chiusi, con occhi gli chiusi: senza la dovuta attenzione e considerazione.

[1] Doc. ven., 1327, pag. 242.15: Altramente non potremo passare, così a occhi chiusi, che nui non provediamo de remedio opportuno sovra la indepnitate de nostri fideli ed a vendetta de nostri fideli, secondo che a nui parà iusto.

[2] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 470, pag. 787.20: Tu, lettore, sai chi costei fue, e però non ne dico altro se non questo, acciò che tu non credessi ch' io me ne passasse con gli occhi chiusi.

2.1.1.1 [Sinedd.] Fras. Tenere il viso chiuso: tenere gli occhi chiusi, coprirsi la vista (per evitare di vedere).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 9.55, vol. 1, pag. 149: «Volgiti 'n dietro e tien lo viso chiuso; / ché se 'l Gorgón si mostra e tu 'l vedessi, / nulla sarebbe di tornar mai suso».

[2] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 9, pag. 46.10: E perciò Virgilio [[...]] gridò verso Dante: tiene el viso chiuso, cioè turati el viso...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (i), par. 37, pag. 480.2: volendo Virgilio che egli si chiudesse gli occhi, disse: - Tieni chiusoil viso; - e dicegli la cagione per che...

- Fras. Tenere la vista chiusa a qno: porre le mani sugli occhi a qno perché non veda.

[4] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [FraLan] madr. 4.4, pag. 129: Fortuna gli tenea la vista chiusa / contra la quale usava ogni arte e ingegno / sol per drizarsi a l'onorato segno.

2.1.2 Fras. Avere, tenere la bocca chiusa: restare in silenzio, stare zitto, tacere (per discrezione, per prudenza).

[1] Lett. lucch., 1298 (2), pag. 74.30: Isperiamo i(n) Deo (e) i(n) della Vergine che breveme(n)te aremo stato di rendere cha(n)bio a ciascheduno secho(n)do che s(er)vito ci àe: ora ci cho(n)vene tenere la boccha chiusa.

[2] Poes. an. urbin., XIII, 39.39, pag. 621: Ki ad Te vol servire cun tucta veretate, / dé la sua conscïentia servare in puretate, / e nnei soi portamenti aver plen' onestate / e ssempre conversare molto umelemente. / La boccaaver clusa e la lengua affrenata...

2.2.2 Fras. A pugno chiuso: a scrutinio segreto (rif. a una votazione fatta inserendo biglie di diverso colore in un contenitore).

[1] Stat. sen., 1298, dist. 1, cap. 6, pag. 144.19: quello che 'l detto consellio ne ordinarà e fermarà, essendo le due parti del consellio in concordia a scruptinio a pallocte a pugno chiuso, cum due bossoli, dei quali l'uno sia di fare la spesa et l'altro del none, quello sia fermo.

2.2.2.1 [Rif. alle due mani:] giunte, nel gesto di chi prega.

[1] Stat. fior., 1280-98, par. 23, pag. 59.30: fue ordinato [[...]] che fosse fatta una ymagine di nostra Donna sopra l' avello dela Compangnia; e la ymagine stea in cotale modo, che abbia appiede figure le quali steano ginocchioni co le mani chiuse.

[2] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 57, pag. 112.5: E se pure mi vuogli togliere la vita, rendimi a' miei poi ch' io sono morto. Tu hai vinto, e dinanzi a tutti gl' Italiani mi chiamo vinto, e colli loro occhi veggono ch' io ti porgo chiuse le mani.

2.3 Fig. [Rif. agli organi di senso:] inattivi, insensibili.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 92, pag. 430.8: Ecco che Cristo viene a nnoi colle porte serrate, cioè a dire che non entra Cristo, e non viene a l'anima, se non co le porte serrate, cioè co' senni chiusi.

2.4 [Rif. ai pori della pelle:] contratti, serrati.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 4, cap. 2, pag. 124.15: l'omo quanto più ène virile (et) callido più ène peloso, però ke 'l caldo più resolve, (et) àe più le pori aperti, la femena per la frigideçça àne li pori chiusi...

2.4.1 [Rif. agli organi interni, in partic. alla gola].

[1] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 272, pag. 20: Et io aldando dir chotanto erore / voleva dir chontra zaschuna achusa; / ma io non potea: tanto era el gran chlamore. / Io era tanto rocha e dentro chlusa, / che la mia voze aldir non se potea; / sì ch'io non potea far alguna schusa.

2.5 [Rif. a una ferita, una piaga:] accostata nei lembi.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 135.9: Ed Epaminonda gravemente fedito, veggendo la vittoria de' suoi, basciato lo scudo, e dalla fedita levata la mano, colla quale chiusala tenea, uscitone il sangue, alla morte aperse la via.

[2] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 53, pag. 56.1: A 'periri la piaga chusa. [1] Pigla merda di porcu e miscala cum achitu et meli et fandi implastu et mictilu supra lu mali, ki esti bonu.

2.6 [Rif. a un fiore:] che ha i petali radunati e ripiegati verso l'interno.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 27, pag. 435.8: convienesi aprire l'uomo quasi com'una rosa che più chiusastare non puote, e l'odore che dentro generato è spande...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 2.128, vol. 1, pag. 36: Quali fioretti dal notturno gelo / chinati e chiusi, poi che 'l sol li 'mbianca, / si drizzan tutti aperti in loro stelo, / tal mi fec' io di mia virtude stanca...

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 27, pag. 585.28: Tu in essiguo corpo e debile a ciascuno offenditore, ti muterai, e nella sommità di quello partorirai un fiore, il quale, chiuso, in cinque frondette verdi mostrerà le tre età varie de' miei sudditi, e, aperto, paleserà i mal tolti tesori...

3 [Rif. a un oggetto:] privo di aperture, di varchi, di spiragli; perfettamente serrato su tutti i lati.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 7.7: Ma le acque del lago sì entrano sotterra, e corrono per vie chiuse, e per fori privati dentro dalla terra...

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 92, pag. 433.5: La quarta cosa ch'avemo a considerare di questa nave si è la clausura [[...]]: vedi che questa arca si era tutta chiusa; però era detta arca, non nave, ché la nave si è aperta di sopra, ma quella avea tetto e era chiusa. Le porte di sotto erano chiuse, e la finestra di sopra era anche chiusa...

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 145.215, pag. 631: D'ognuncana nave è certa cosa / che, se da le atre parte è pjosa, / de sovra dé esser averta, / manifesta e descoverta.

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 39, pag. 48.21: e farai alla bocca della fornace commettere di sopra una caldaia di rame tutta sì chiusa, che solamente dall'uno lato vi metta entro una cannella di piombo, per la quale vi si metta l'acqua fredda per condotto di fuori...

[5] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 7, vol. 2, pag. 168.17: Unde Cristu resussitau da lu sepulcru clusu, comu Cristu intrau a li disscipuli cum li porti clusi et exiu da lu ventri di la virgini.

3.1 [Rif. a un oggetto:] che ha l'imboccatura o l'apertura coperta o otturata mediante un oggetto adatto (un tappo, un coperchio talvolta assicurato con particolari congegni, ad es. una serratura), o serrata con legacci, in modo da proteggere il contenuto (anche in contesto fig.).

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. IV, pt. 1, cap. 8, pag. 83.9: dunque chiusa e turata l'entrata del succiedente, cioè dell'aire, non puote essére il recedente, cioè l'acqua, chon ciò sie cosa che 'l loco che llasciasse l'acqua non si puote riempiere d'aire, che no(n)n à donde entri... || Rif. all'imboccatura di un vaso.

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 92, pag. 434.5: Odi che piove non solamente di sotto, ma di sopra? Così l'acque di sotto sono i peccati del mondo, ai quali sii chiuso e turato; il diluvio di sopra si sono le tribulazioni e i mali che Idio rivescia al mondo, per li quali anche ti tura...

[3] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 20, cap. 3.111, pag. 426: La quinta Donna si è Temperanza [[...]]. / Costei seguon quelle due che vedi, / Cioè Modesta, e lla Conte[ne]nza. / La prima porta la falcie per lei, / [[...]] / E lla siconda lo bossolo chiuso...

[4] Lett. pist., 1320-22, 13, pag. 54.18: Noi ti mandiamo con questa lectera insieme in una bossila nuova cinque lectere sugellate del sugello del comune e de' priori di Firenze [[...]]. La bosila è chiusa e sugellata del mio sugello.

[5] Stat. pis., 1330 (2), cap. 145, pag. 609.12: et quella tascha così suggellata si pogna in una cascia, la quale si chiuda con due chiave [[...]]: et quella cascia così chiusa, sia et stia in uno soppediano con serrame, in del palagio del populo di Pisa...

[6] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 30, pag. 121.25: E altri sono, che mettono i vasi pieni di mele, e ben chiusi e impeciati a serbar ne'pozzi, o citerne.

[7] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), II, cap. 4, pag. 43.18: Ricorditi, Cavaliere, che mentre che avrai la borsa chiusa non potrai avere vittoria veruna...

[8] Stat. fior., 1356/57 (Lancia, Ordinamenti), cap. 50, pag. 249.31: Item che neuno delli beccari [[...]] presumisca [[...]] avere o tenere alcuno desco chiuso o con alcuno serrame o ripostoio o artificio nel quale si possano ritenere carni nascosamente.

[9] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 47.7: E ricevuta loro offerta Cristo donò loro uno bossolo chiuso, onde gli tre re si partiro...

[10] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 55, pag. 176.5: fa' unu p(er)tuso i(n) l'ovo p(er) lu quale ne tra' ciò cch(e) s'è de(n)t(r)o et rempilo de pipe et mictilu i(n) una pingnacta nova, la quale chiudi ch(e) no(n) ne possa intrare cosa veruna; et questa pingnacta cusì chiusa micti in uno furno callidissimo...

- [Rif. alle vie che collegano una città con il territorio esterno:] isolato, bloccato.

[11] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 214, vol. 2, pag. 780.13: al continovo erano nella detta oste i due quartieri del popolo di Bologna e tutta la loro cavalleria; e aveano compreso e quasi chiusa la città di Ferrara e di qua e di là da Po, sì che sanza grande pericolo non vi potea entrare né uscire persona.

3.1.1 [Rif. agli orecchi:] tappati, per evitare di udire (anche in contesto fig.).

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 5, vol. 2, pag. 84.19: Ma la justicia vinsi lu odiu: ca incontinenti, et li soy aurichi clusi et eciandeu la bucca di lu servu inserata, cumandau que issu fussi mannatu dananti Scauru.

[2] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 21.12: li suoi parenti [[...]] rincominciarono a sollecitare lo sconsolato; il quale, come che infino a quella ora avesse a tutte ostinatamente tenute le orecchie chiuse, alquanto le cominciò non solamente ad aprire, ma ad ascoltare volentieri ciò che intorno al suo conforto gli fosse detto.

[3] Boccaccio, Epist., 1361, pag. 1112.12: Le quali cose [[...]] di scrivervi mi sono astenuto, avvisando nella novità del vostro infortunio, non che a' miei conforti, ma a quelli di qualunque altro voi avere chiusi gli orecchi dell'intelletto.

3.1.1.1 Fig. Locuz. avv. A chiusi orecchi: in modo tale da non ascoltare critiche o giudizi altrui.

[1] Sennuccio dal Bene, a. 1349 (fior.), 10.33, pag. 51: Deh, chi mi scuserà, quando palese / sarà che 'l giovinetto vecchierello / arda vie più che mai 'n foco d'amore? / Non so, ma metterommi alle difese, / a chiusiorecchi: e dica questo o quello / ciò che lor piace, e io con fermo core / lo tuo comando osserverò...

3.2 [Rif. a un luogo, una via di transito]: che è reso non percorribile da una barriera, un'ostruzione, dalla mancanza di varchi (anche in contesto fig.).

[1] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 44, pag. 581.29: porta Lavicana, la quale se dice maiure, et inperzò [[...]], ka sonno doi porte conionte et vicine [[...]], et zaskeduna abe la via soa, et l'altra ene clusa, là dov'è la ecclesia de santo Barnaba...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 24.6, pag. 83: Mentre sì stetti en ventre a mia mate, / presi l'arrate a deverme morire: / como ce stetti en quelle contrate / chiuse, serrate, nol so reverire...

[3] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 104, pag. 164.8: E lungi a questa colonna un passo, n'à un'altra né più né meno fatta, con due leoni; e dall'una colonna a l'altra è chiuso di tavole di marmore, perciò che neuno potesse cadere nell'acqua.

[4] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 3, cap. 75, vol. 2, pag. 42.30: Anco, statuimo et ordiniamo che la podestà sia tenuto et debia, per tutto el mese di gennaio, fare aprire la via et aperta tenere per lo comune, la quale è soprapresa et chiusa per li filliuoli di Barballione...

[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 108, pag. 493.28: Dedalo per la sua salute, essendogli chiuso il mare e la terra, con maestrevoli ali fuggì per l' aere.

[6] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 40, vol. 1, pag. 115.9: Nella piazza, allato alla porta della santa chiesa grande, si è una scala di pietra, che andava a monte Calvario; ma ora si è chiusa, che altri non ci potrebbe andare.

[7] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 2, vol. 2, pag. 291.26: Quando li Romani furo entrati in questo campo, elli se n'andaro tutto bellamente per uscire incontanente all'altro passo; ma elli il trovaro chiuso ed abbarrato d'arbori abbattuti e di grandissime pietre.

3.2.1 Fig.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 36, vol. 3, pag. 358.18: Paura dice: Ho perduti gli occhi. Sicurtà risponde: Ciò è per tuo bene, chè la via ti è chiusa a molte voluttà.

[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), Proemio, pag. 20.16: ma pur vinto dal volere il vostro onore più che la mia salute guardare gli raffreno, e non avendo altro ricorso, sentendomi la via chiusadel rivedervi per la cagione mostrata, alle lacrime intralasciate ritorno.

[3] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 6, par. 15, pag. 191.5: più alle indigenti sono chiuse le vie a' loro piaceri, che a coloro che con le ricchezze le possono trovare per l' ozio loro...

[4] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 4, cap. 25, vol. 1, pag. 397.14: Gli altri scusavano la plebe, e davano la colpa a' Padri, i quali per loro baratteria e per loro ingegno aveano alla plebe chiusa la via d'aver onore.

[5] Ricciardo d. Albizzi (ed. Carducci), XIV m. (fior.), Io veggo, lasso.93, pag. 141: Onde chiuso il cammino / mi veggio di sperar mai alcun bene: / e già non si convene / ch'i' segua omai con l'amorosa greggia / perché mi sento già increspar la faccia...

[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 130.1, pag. 182: Poi che 'l camin m'è chiuso di Mercede, / per desperata via son dilungato / dagli occhi ov'era, i' non so per qual fato, / riposto il guidardon d'ogni mia fede.

4 [Rif. a un oggetto:] delimitato tutt'intorno da una barriera (anche mobile o apribile).

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 85, pag. 472.13: In mezzo di questa camera sopra quattro leoni d' oro, una lettiera d' osso d' indiani elefanti dimora, guarnita con letto chente a sì fatta lettiera si richiede, chiuso intorno da cortine, le quali io non crederei mai poter divisare quanto siano belle e ricche.

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 10, cap. 38, vol. 2, pag. 425.16: Quivi nel mezzo delle tende fecero uno tabernacolo, chiuso d'assi e di stuoie, coperto di bianche tovaglie di lino, ed era largo per ogni lato dugento piedi...

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, introduzione, pag. 445.29: Quindi, essendo in più luoghi per la piccola valle fatti letti e tutti dal discreto siniscalco di sarge francesche e di capoletti intorniati e chiusi, con licenzia del re, a cui piacque, si poté andare a dormire...

4.1 [Rif. a un terreno, un giardino, un'area:] circondato e delimitato da una recinzione per controllarne l'accesso.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.343, pag. 164: Lo terzo [[peccato]] è vergem comrumpir, / chi lonzi fa da De' partir; / che la verginitae compia / de De' è stalo e segrestia: / semejante è de jardim pjoso / pim d'ogni ben e de reposo...

[2] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. [121], pag. 54.19: Anco statuto e ordinato si è, che qualunque persona àne o tiene alcuno orto piantato o seminato di camengiari o cauli o d' altre erbe da mangiare, sia tenuto esso orto di chiudarlo, e chiuso tenerlo intorno intorno, sì che bestie intrare non ci possa...

[3] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 148, pag. 133.11: E in quel piano ove l'aqua cadea sì era l'abeveratoio de' cavagli di que' del castello, sì era tutto lastricato di marmo ed era chiuso intorno di muro di marmo alto bene due passa e mezo sopra i· lastrico.

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 55, pag. 119.41: E' vi sono due gran fossi, e dinanzi ha una gran corte chiusad'un alto muro, e nell'uno di questi fossi non fiede mai il sole...

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 27, pag. 132.18: Or que serà de quî chi son metui dal Segnor a guardar la vigna o l'orto o 'l giardin ben chiosso e no lo guardan né hin curan [[...]]?

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 92, vol. 2, pag. 182.28: di fuori di Parigi da Santo Antonio, e parte a San Luis in Francia, in uno grande parco chiusodi legname, LVI de' detti Tempieri fece legare ciascuno a uno palo, e cominciare a mettere loro il fuoco da' piè e a le gambe a poco a poco...

- Fig. Orto chiuso: epiteto riferito alla Vergine.

[7] Laude tosc., XIII ex., 2.21, pag. 47: Orto chiuso chomo se' ornato / di fiori aulenti più che giamai sia, / da la Trinitade consecrato, / thalamo di Cristo amor messya...

[8] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 15, vol. 2, pag. 262.12: E però nella Cantica la vergine è detta orto chiuso due volte, perchè dee essere chiuso lo corpo in certo luogo segreto, e lo cuore nel corpo, sicchè non esca vanamente per li sentimenti.

4.2 [Rif. a un luogo, a un territorio:] delimitato (da una barriera naturale).

[1] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 83.11: E quello luogo era erboso e chiusointorno d'alberi di selva...

[2] Dante, Rime, a. 1321, 44.30, pag. 159: ond'io l'ho chesta in un bel prato d'erba, / innamorata com'anco fu donna, / e chiuso intorno d'altissimi colli.

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 55, pag. 119.3: i' mi feci portare più innanzi, invitandomi a ciò il rivaggio posto tra Cuma, e la villa di Vacca da l'un lato chiuso da un lago, e dall'altro dal mare, siccome una via stretta...

[4] Bindo di Cione, 1355 (sen.), 12.173, pag. 113: Canzon mia, cierca il talïan giardino, / chiuso d' intorno dal suo propio mare, / e più là non passare, / che più non disse chi ti fe' la 'nposta.

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 8.91, pag. 26: Poi questa Media, da levante, è chiusa / da' Caspii monti e prende l'Erminia / di vèr settentrione ne la musa.

[6] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. X, par. 21, pag. 517.26: È adunque Toscana una non delle meno nobili province d'Italia, dal levante terminata dal Tevero fiume, il qual nasce in Appennino, e mette in mare poco sotto la città di Roma; e di verso tramontana e di ponente è chiusatutta dal monte Appennino...

4.2.1 Fig. Riparato, protetto (a causa della sua particolare conformazione o a causa di particolari condizioni geografiche).

[1] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 8.139, pag. 732: In Portovener congregàm, / porto grande per reposo, / contra ogni fortuna pjoso: / lì unsem e s' aparejàm.

4.3 [Rif. a una città, a un castello, a un luogo:] circondato di opere difensive, munito.

[1] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 161.10: La grandezza della cittade fue di venti milglia per lo lungho e altrettanto per lo largo, e ffue chiusa in tre cierchi di fortissimi e alte mura chon larghissimi e profondi fossi.

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 12, pag. 90.11: Ine presso avea una città bella e riccha e bene stante, di forti mura e d'alti torri chiusa e intorneata, ed era chiamata Iacocutes.

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 17, vol. 1, pag. 220.16: quelli dell'oste per soducimento de' traditori del castello, e per conforto de' soldati ch'erano stati in quella cavalcata, si pensarono vincere la fortezza, che non era chiusadi mura, ma da uno vile steccato...

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 123.2: Questo attorniamento era fatto alla rotonna, a muodo de uno fierro de cavallo, da onne parte chiuso, salvo che denanti li lassao uno granne guado, a muodo de porta, per fare l'entrate e lle iessute.

4.3.1 [Rif. a una via:] riparata da barriere.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 82, vol. 3, pag. 482.27: E ordinossi di raforzare la rocca e fare via chiusa di mura larga braccia XVI dalla rocca alle mura di fuori, con una porta, alle spese comuni del Comune di Firenze e di Sa· Miniato, acciò che 'l Comune di Firenze avesse spedita l'entrata ella guardia della detta rocca.

[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 63.10: E per tutti que' paesi sono chiuse le vie d'alberi da ogni parte, acciò che' messaggi non possano errare il cammino per alcuno accidente.

4.3.2 [Rif. a un edificio o a un suo ambiente:] riparato sui lati da muri o da barriere.

[1] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 68.14: E quando i suo' parenti vidono ch' ella non si voleva mutare di suo proposito per loro parole, eglino la lasciaron ivi tutta sola, ma le feciono una loggia ben coperta e chiusa e andaronsene...

[2] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 25, pag. 44.7: Ordiniamo [[...]] che alcuno ombraco non sia chiusodi legname, nè di dove, nè di taule, overo di pietre, o d' alcuna altra cosa, a pena di soldi XX d' alfonsini minuti...

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 20, pag. 28.3: Il fattoio e cella da olio vuole essere al tutto chiusa, ed armata dal settentrione, e volta al meriggio, e quindi per finestre riceva lume, sicchè neuna freddura impedimentisca, nè stringa il fare l' olio quando si ripreme.

5 [Rif. a un oggetto:] posto in un ambiente che lo contiene interamente, privo di aperture o i cui accessi sono serrati (anche in contesto fig.).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 18, pag. 337.27: E se tu celerai le cose utili la tua scienza non farà prode nè a te nè altrui, onde si suole dire: nel mondo due cose sono ke non fanno prode, avere sotterra posto et senno in petto kiuso.

[2] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 40.49, vol. 1, pag. 277: Cristo lo represe et feli resposo: / «Falso pensiero è in te nascoso; / ben cognosco et so ke in lei è kiuso / volontà di bene adoparare.

[3] Tomaso da Faenza (ed. Zaccagnini), XIII sm. (tosc./faent.), 9.11, pag. 237: Or non trovo pensier che mi conforte / conquiso per soperchio d'umiltade, / ch'io trovo nella più alta belleçça, / lo cui fresco color sembra corallo / che lucie chiuso sotto un bel cristallo.

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 1, pag. 271.18: Non in corpo mortale, ma in una rocca celestiale tu penseresti che l' animo suo [[scil. di Platone]] armato avesse compiuto [il corso della vita], scacciando da sè con battaglia vittoriosa li assalti de' vizii umani, e guardando nel seno della sua altezza chiusitutti li numeri de la virtude.

[5] Poes. an. (ed. Panvini), XIV pm. (tosc.), 132.7, pag. 635: ben è celestial cosa, ciò m'è aviso, / veder sua dolce bocca colorita, / la qual porto chiusa nel cor con riso, / stringendola com'auro margherita.

[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 326.4, pag. 405: Or ài fatto l'extremo di tua possa, / o crudel Morte; or ài 'l regno d'Amore / impoverito; or di bellezza il fiore / e 'l lume ài spento, et chiusoin poca fossa...

[7] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 17.11, pag. 43: ben sai che chiusasempre soto chiave / anichilata è tosto ogni vertute, / e l'ocio longo fa l'opra più grave...

- [Rif. a una gemma:] incastonato.

[8] Libro pietre preziose, XIV in. (fior.), pag. 312.23: [[il diamante]] scaccia i dimonj, e de'si portare chiusoin oro o in argento nel braccio sinistro.

- [Rif. a un feto:] contenuto nel grembo materno.

[9] Lucidario ver., XIV, I, pag. 65.3: D. Perqué steto cluso nove misi Cristo intel so corpo? M. Per due conse: l'una sì è per demostrança ch'el era verasiamente homo [[...]]; l'altra sì è perch'el volse remenare l'omo ala compagna deli nove ordeni deli angeli che erano clusi in le miserie de questo mondo.

5.1 [Rif. al cielo:] oscurato dalle nubi o dalle tenebre.

[1] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 3, pag. 18.27: Allora il cielo di somme tenebre chiuso vidi, e quasi partitosi il sole, e la notte tornata pensai, quale a' Greci tornò nel peccato d' Atreo...

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. III (i), par. 15, pag. 142.36: Risonavan per l'aere senza stelle, cioè oscuro e al cospetto del cielo chiuso...

5.2 [Rif. a una persona:] limitata, circoscritta all'interno di uno spazio, di un ambiente, volontariamente o per costrizione (anche in contesto fig.).

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 22, pag. 415.10: o tu Vergilio, che hai levato il coperchio, sotto il quale io stava chiuso [[...]]; infino che il salire ci avanza, dimmi dov' è Terenzio...

[2] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 16.75, pag. 80: Alquanto appresso ancora questo iddio / com'una gotta d'oro risplendente / trasformato e cadendo, lui vid'io / gittarsi in una torre prestamente / a una giovinetta ch'entro v'era, / per ben guardarla, chiusa strettamente...

[3] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 156.22: Ad Odrosio tiranno serè piaciuta la forma de la moglie, ma la forma de la chiusasuore era migliore.

[4] Novelle Panciatich., XIV m. (fior.), 153, pag. 189.24: Questo suo padre amava tanto questo suo primo figliuolo, che 'l facea nodrire a X grandi maestri, li quali il teneano sì celato et chiusoin uno grande palazzo...

[5] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 11, cap. 26, vol. 2, pag. 624.12: Li cardinali essendo chiusiin conclavi i· numero XXI a dì XXVIII di settembre, si trovò che dato avieno XV boci al cardinale di [...] che ffu vescovo di [...] monaco nero, e di nazione limogino...

[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 72.20, pag. 99: Io penso: se là suso, / onde 'l motor eterno de le stelle / degnò mostrar del suo lavoro in terra, / son l'altr'opre sì belle, / aprasi la pregione, ov'io son chiuso, / et che 'l camino a tal vita mi serra.

5.2.1 [Rif. a una donna:] che sta in casa, senza uscirne, per modestia di costumi.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 92, pag. 434.16: Cristo intrò a la Vergine ch'era rinchiusa e serrata; non la trovò alle piazze né a balli, e però è detta «alma», cioè donzella vergine, rinchiusa. Questa è la maggiore bellezza che la donna possa avere: di stare chiusa e onesta.

5.3 Posto all'interno di un oggetto avvolgente; [in partic.:] ravvolto in un indumento per proteggersi dal freddo o per celare la propria identità (per sicurezza, per pudore o per vergogna) (anche in contesto fig.).

[1] Contr. Croce e Vergine, XIII ex. (tosc.or.), 410, pag. 324: Alor Iovanni, a cui era lassata, / e le Marie altrosì con ello / sì l' abraciaro cusì fatigosa, / et era tucta quasi sanguinosa. / Menarl' a casa così dolorosa, / de la vergogna chiusa nel mantello.

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 11, pag. 748.7: Metabo [[...]] per mezo le battaglie trasse la piccola fanciulla e per lo nome della madre la chiamò Cammilla [[...]]; e lungamente dubitando per amore della infante, alla perfine alla forte asta, la quale portava in mano, la fanciulla, chiusa sotto il salvatico mantello e sotto la corteccia, appicca...

[3] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 1, cap. 8.25, pag. 34: E s' alchun cavaliere / O balio è diputato a llei portare / O poi raddurre a corte, e tal fiata / A metterla a cavallo, / E tal fiata in gabia overo cariera: / Stia a llui in braccio onesta e vergogniosa, / E de' suoi panni chiusa, / Colgli occhi bassi ed umile senbianza.

[4] Dante, Rime, a. 1321, 49.154, pag. 191: Canzone, presso di qui è una donna / ch'è del nostro paese; / bella, saggia e cortese / la chiaman tutti, e neun se n'accorge / quando suo nome porge, / Bianca, Giovanna, Contessa chiamando: / a costei te ne va' chiusa ed onesta; / prima con lei t'arresta, / prima a lei manifesta / quel che tu se' e quel per ch'io ti mando...

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 18.34, pag. 53: Chiusanel manto e 'l vel sopra la fronte, / nascosa Egeria a la selva sen gio, / dove Diana la converse in fonte...

[6] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 7, 4.8, pag. 445.11: e elena, anzi che fosse moglie di Menelao, essendo ancora pulcella, intrata in questo giuoco, come che molto chiusa fosse, pur fu conosciuta da Teseo e rapita da lui...

- Chiuso chiuso: stretto ben bene nelle vesti, per non farsi riconoscere (in contesto fig.).

[7] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 118.57, pag. 705: Canzone, vanne così chiusachiusa / entro 'n Pistoia, a quel di Pietramala...

5.3.1 [Rif. a un guerriero:] che ha il corpo rivestito dell'armatura.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 2, ott. 59.2, pag. 314: Corsorsi adosso li due cavalieri, / chiusinell' armi, e valorosamente / si cominciaro a ferire i guerrieri, / com' uomin che s' odiavan mortalmente...

5.4 Fig. Avvolto, totalmente circondato da un mezzo fisico immateriale (dalle tenebre, dalla luce).

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 306.12: li corrotti e gravi e terreni corpi e li terreni e moritoj membri fanno l'anima grave e pigra: di questo temono e disiderano, allegransi e doglionsi, e chiuse in tenebre e in cieca carcere, non guatano il cielo...

- Chiuso chiuso: avvolto molto strettamente.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 5.138, vol. 3, pag. 82: Sì come il sol che si cela elli stessi / per troppa luce, come 'l caldo ha róse / le temperanze d'i vapori spessi, / per più letizia sì mi si nascose / dentro al suo raggio la figura santa; / e così chiusachiusa mi rispuose / nel modo che 'l seguente canto canta.

6 Fig. Che non può essere fruito; non disponibile, precluso; proibito.

[1] Arrigo di Castiglia, 1267/68 (tosc.), 36, pag. 208: Pensati in cor che t'è rimaso in parte / e com t'è chiusociò che t'era aperto; / raquista in tutto il podere ercolano; / non prender parte se puoi aver tutto, / e membriti com' face male frutto / chi mal coltiva terra c'ae a sua mano.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 49, vol. 3, pag. 407.9: Virtude non è chiusa a nullo uomo; ella è tutta aperta: ella non chiede magione, nè campi, ella si tiene per pagata dell'uomo nudo.

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 102, pag. 336.1: Neun secolo è chiuso a' grand'ingegni, neuno è sì profondo, che 'l pensiero non passi.

[4] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 8, vol. 2, pag. 131.2: Tornarò io nella patria mia? Non, ch'ella giace vinta. Ma poniamo ch'ella sia ferma; ell'è chiusa a me per lo tradimento della bocca del mio padre...

[5] Poes. an. tosc. or., XIV, [57].31, pag. 78: «Che è quel che tu dici, / che non m'ami quaigiuso? / Dunque me sirà chiuso, / oimè, el paradiso.

6.1 Ignoto ai sensi o all'intelletto; tenuto nascosto, celato; reso o mantenuto segreto.

[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 4.33, vol. 1, pag. 59: Àcci un viço più fello, / che molti credon impune peccare, / se posson pur trovare / falsa ragion ne la sua mente a scusa. / Non pensan che non chiusa / è ogni ymaginatione a llui, / e come convien nui / d' ogni cosa ragion redder ad esso.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 22.90, vol. 2, pag. 379: E pria ch'io conducessi i Greci a' fiumi / di Tebe poetando, ebb' io battesmo; / ma per paura chiuso cristian fu'mi, / lungamente mostrando paganesmo...

[3] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 8, pag. 118.4: Qui la chiusa voglia de' maliziosi principalmente si dimostra, acciò che di loro non si palesino li orribili peccati, ne' quali per sé sola la ragione umana per notizia non puote intrare sanza la sperienzia dell'animo...

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 55, pag. 120.35: Noi viveremmo in luogo stretto, s'alcuna cosa fosse chiusaal pensiero.

[5] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 40.10, pag. 65: e s'El fa prosperar alcun perverso / [[...]], / e dà contrario ai suoi servi e adverso, / questo da pura iustitia procede, / la qual è chiusa nel divin consiglio, / che sa far e desfar secondo el meglio.

[6] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 62.9, pag. 173: Riso talor mi vien, e dico: forsi / Temo di questo? e non so che mi dire. / Ancor per questo mi penso morire; / Tocar non voglio, nè dir quel ch' è chiuso.

[7] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 16, pag. 650.34: fatti fervente, casto, ovvero che in queste cose ti dea aiutorio, in verità sappia ogni anima, che sono secondo Iddio. E se ciò non fanno, ovvero non aiutano, abbiano ogni cosa per sospetto; di qual sospetto, quanto io intendo, non parlo per non volere mostrare certe cose chiuse e celate.

[8] Lucidario ver., XIV, III, pag. 250.6: se tu avisi tute queste conse che nuy avemo dite, de supraçonta lo seno che avo Salamone, ch'el ge fo tuto aperto çò che a nuy fo cluso?

- Locuz. agg. Chiuso chiuso: perfettamente celato.

[9] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 22.67, pag. 247: La fonte, ch'io ti dico, chiusachiusa, / cacciata per Alfeo, per gran caverne / va sotto il mare e sorge a Siracusa.

6.1.1 Che non ha disponibilità di qsa, che ne è privo.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 7, ott. 68.1, pag. 476: Stettesi adunque, mentre il mondo chiuso / tenne Appollo di luce, Palemone / dentro dal tempio sagrato rinchiuso / continuo in divota orazione...

6.2 [Rif. a un discorso, a una parola:] di difficile interpretazione perché formulato in modo ambiguo o figurato, oscuro.

[1] Rinuccino, Rime, XIII sm. (fior.), 8g.7, pag. 86: lo vostro dir novello si travaglia / di quel ch'usaste a lo 'nconinciamento: / menaste il gioco chiuso a la sbaraglia / poi v'è piaciuto aprì llo 'ntendimento, / e discovrir novella riprensione / di ciò che chiuse lo primer messag[g]io / in divisato modo di parlare.

[2] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 3.50, pag. 98: Del meo disir non novo / chiuso parlare spargo, / ca chiusamente doglio sopra cima...

[3] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 13, pag. 53.2: dico che sol per quello che di', chiuso inganno e non veritade, sì mostri che cciò sia in te, che una cosa ài in cuore e un'altra di' co· la lingua.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 11.73, vol. 3, pag. 181: Ma perch' io non proceda troppo chiuso, / Francesco e Povertà per questi amanti / prendi oramai nel mio parlar diffuso.

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 16, pag. 283.10: Ed acciòe che chiuso non paresse quello vocabolo, è buono a essere detto, sponendo quello che porta.

[6] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 15, pag. 80.28: Qui risponde Dante a ser Brunetto, che la sciença e bontà sua farà sapere a Biatrice, se a llei arrivarà. E allora chiosarà el testo, che ora pone chiuso.

[7] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 11.78, pag. 35: Or t'ho risposto a quel che mi chiedesti, / forse con versi troppo chiusi e bui».

[8] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 90, pag. 207.34: Questo calzolaio, continuando le sue domande, e messer Ridolfo facendo risposte strane e chiuse, e gli omeni che qui erano pareano come smemorati a udire il calzolaio domandare le forme e le risposte che 'l signor facea.

7 Che è lasciato fuori, che è escluso da un luogo.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 95.24: Onde le folli vergini, perciocch'elle non empiero bene lor lampane di quello olio, furo chiuse dalle nozze, e le savie che empierono lor lampane di questo olio, entrarono con esso lo sposo alle nozze.

- Chiuso di fuori.

[2] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 336.12: Chiudi le porti e il portinaio li dica con duro viso: - Tu non ci puoti entrare !- e certo l'amore tocca te, che se' chiusodi fuori.

7.1 Che è impedito nel compiere un'azione, un movimento, a causa di un ostacolo o di una proibizione.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 10, pag. 627.29: non ci ha luogo di fuga; noi siamo chiusidal mare.

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 144.33: Ma poi che Catellina si vide chiuso da' monti e da' nemici [[...]] ordinòe di tentare la fortuna della battaglia...

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 9, pag. 427.26: Guido, da lor veggendosi chiuso, prestamente disse: «Signori, voi mi potete dire a casa vostra ciò che vi piace»...

8 Avv. In modo segreto e nascosto; celatamente; in incognito (anche in contesto fig.).

[1] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 46.31: et stette tutto il dì predetto in sul campo astettando quello Piero da Raona, ma e' non vi si mostrò palese, ma bensì disse, che chiusoet nascostamente si presentò elli dinanzi al Siniscalco di Guascogna...

[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2, cap. 13, pag. 165.3: Venne a noi un santo uomo, un giorno, celatamente e chiuso, e pregocci che di suo nome non parlassimo, e disse: «Signori, voi venite in gran tribulazione e la vostra città.

[3] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 133.2, pag. 754: Amor che vien per le più dolci porte, / sì chiusoche nol vede omo passando, / riposa ne la mente e là tiene corte, / come vuol, de la vita giudicando.

8.1 [Rif. a un discorso:] in modo coperto e figurato; in modo oscuro, ambiguo.

[1] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 15.61, pag. 100: Lo meo dir parlo chiuso, / perché quello in lui chiuso / vi si si' quazi fiore, / se ddi pregio onne fiore / in lui contesi e conta / sovra ciascuna conta.

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 15, pag. 356.30: ora a contrario sensu dice [de]ll'astinenzia dalli lisci ed affazzonamenti, ed altre viltadi corporali; e dice, che non v'era ancora giunto Sardanapalo: figuratamente e chiuso parla, però che disonesta materia si vole coprire almeno con figurative parole.

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 20, pag. 99.5: unde questi indivini studiano, che quello che non possono fare per arte, falsare con parole, e ciò vuole dire con parole sì chiuso e doppio, che ciò che può avvenire si possa comprendare e interpretare, che egli abbia vero parlato...

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 64, pag. 241.3: E allora lo re domanda il folle com'egli era appellato, ed egli disse: - Io ò nome Tantri; e se quel tri fosse davanti al tan, io arei nome Tritan - . Allora di ciò non si addàe, perchè Tristano parlò molto molto chiuso.

9 Sost. Terreno cinto da una siepe, uno steccato, un muro.

[1] Doc. sang., 1236 (3), pag. 154.7: Ite d' una casa (e) d' uno chiuso posta al Cerreto: dall' uno lato sì è el santo, dal' altro lato sì è Bonamicho, dal' altro lato sì è -l Fede, dal' altro lato sì è Dietiguardi maestro.

[2] Doc. fior., 1277-96, pag. 396.2: Ànne dato Churrado s. XL dies tre ussciente aghosto di sua mano a Petriuolo. Ànne dato s. VIJ, che lli paghò per meie per la guardia del chiuso del vingnazzo.

9.1 Recinto per tenere raccolto e protetto il bestiame.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 3.79, vol. 2, pag. 46: Come le pecorelle escon del chiuso / a una, a due, a tre, e l'altre stanno / timidette atterrando l'occhio e 'l muso; / [[...]] / sì vid' io muovere a venir la testa / di quella mandra fortunata allotta, / pudica in faccia e ne l'andare onesta.

9.2 Locuz. nom. Chiuso a porte: recinzione muraria dotata di una o più porte per controllare l'accesso a un edificio.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 73, vol. 3, pag. 469.25: Feciono gli uficiali del Comune fare in su i casolari de' Tedaldini di porta San Piero, ch'è uno grande compreso, X forni con palchi e chiusoa porte per lo Comune, ove per uomini e femmine di dì e di notte si facea pane della farina del grano del Comune sanza aburattare o trarne crusca, ch'era molto grosso e crudele a vedere e a mangiare...

9.3 Vano ricavato dividendo un ambiente con un tramezzo di assi.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 10, pag. 394.28: levatosi da tavola, [[Ercolano]] andò verso una scala la quale assai vicina n'era, sotto la quale era un chiuso di tavole vicino al piè della scala, da riporvi, chi avesse voluto, alcuna cosa, come tutto dì veggiamo che fanno far coloro che le lor case acconciano.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 161, pag. 397.26: Buonamico trovati gli alberelli e' colori, con l' altre masserizie, entrò nella chiusa dove dovea dipignere; e quivi tutto per contrario cominciò a dipignere quello che 'l vescovo gli avea imposto [[...]]; e compiuto che l' ebbe, serrato tenendo quel chiuso dove l' avea dipinto, disse al vescovo, gli mancavano alcuni colori e che avea bisogno alcuni serrami serrassino il chiuso dove dipignea...

9.4 [Rif. a una botte:] il fondo, serrato da un coperchio privo di aperture.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 4, pag. 60.9: Diogenes [[...]] abitòe in una botte, la quale elli volgeva; la state il chiuso contra il sole, e il verno sì 'l volgea contro il meriggie, e sollazzevolmente diceva ch'avea casa volubile...

10 Sezione di un testo, paragrafo.

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 15.28: Dazio a Vinegia. Gabella per tutta Toscana [[...]]. Mangona e talaoch in Ispagna. Tutti questi nomi vogliono dire diritto che si paga di mercatantia e di merce e altre cose che l'uomo mette e trae o passa per li luoghi, paesi, e terre nominatamente detto in questo chiuso.

[u.r. 26.03.2024]