ÈSPERO s.m.

0.1 espero, espro.

0.2 DELI 2 s.v. espero (lat. hesperum).

0.3 Manfredino, a. 1328 (perug.): 2.1.

0.4 In testi tosc.: Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.).

In testi mediani e merid.: Manfredino, a. 1328 (perug.).

0.7 1 Il pianeta Venere (quando appare dopo il tramonto del sole). 2 Vento di ponente. 2.1 Fig. Aura fresca.

0.8 Rossella Mosti 27.09.2011.

1 Il pianeta Venere (quando appare dopo il tramonto del sole).

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, 5.13, pag. 33: E ch'Espero che, poi che sotto 'l fiume / D'occeano il sol nasconde il viso, / Raggia, per cui vigore il freddo tume, / Muti l'usanza da Febo conquiso, / Levandosi con lui in oriente, / E palido ci cela il vago riso.

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 8, proemio, pag. 195.11: Sempre acompagna [[scil. Venus]] il Sole; quando gli va innanzi, è chiamata Lucifer, cioè portante luce; quando il segue, è detta Espero.

[3] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 7, par. 2, pag. 217.11: Prima torneranno li fiumi alle fonti, ed Espero recherà il chiaro giorno, e Febea co' raggi del suo fratello darà luce la notte, che torni lo 'ngrato amante.

2 Vento di ponente.

[1] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 213.93, pag. 272: Come non son io veglio / Oggi più ch'ieri al vespro? / Et anco ha lasciat'Espro - i monti Schiavi. / Ch'or volasser le navi - in un dì a Roma!

2.1 Fig. Aura fresca.

[1] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.2.13, pag. 168: Ed aggio presa per cara sorocchia / contrezïon, qual vuol l'alto Gioseppo, / a ciò ch'om possa fug[g]ir l'altro leppo / d'inferno, dove l'alma si conocchia / del gran martiro, senza sentire espro / de l'alta gloria e del beato vespro.