GELOSÌA s.f.

0.1 çejosia, celosia, çelosia, çelosie, celoxia, celusia, cilosia, çilosia, çojosia, cylosia, gellosia, gelosïa, gelosia, gelosìa, gelosie, gelozia, gielosia, gielosía, gilosia, gilusia, gilusya, giroxia, zilosia.

0.2 Da geloso 1.

0.3 Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Lett. volt., 1348-53; Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi sett.: Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.); Memoriali bologn., 1279-1300, (1286); Poes. an. padov., XIII sm.; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

In testi sic.:Senisio, Declarus, 1348 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. avere in gelosia 1.3; dare gelosia 3.1; entrare in gelosia 1.4, 3.2; essere in gelosia 1.4; prendere gelosia 1.5, 3.3; stare in gelosia 3.3; tenere in gelosia 1.3, 1.6.

0.7 1 Timore ansioso della mancanza di affetto o di fedeltà da parte della persona amata (anche unito ad un comportamento sospettoso e diffidente, o, secondo l'ideologia cortese, a zelo e sollecitudine nel servizio amoroso). 1.1 [Personificata]. 1.2 [In testi religiosi, rif. alla prova fisica imposta alla donna sospettata di adulterio, come giudizio di Dio]. 1.3 Locuz. verb. Avere, tenere in gelosia qno: assumere un atteggiamento sospettoso; essere geloso (di qno). 1.4 Locuz. verb. Entrare, essere in gelosia: diventare o essere geloso; ingelosirsi. 1.5 Locuz. verb. Prendere gelosia: essere o diventare geloso (della persona amata o dell'antagonista amoroso). 1.6 Tenere in gelosia qno: tenere qno nella condizione d'essere geloso. 1.7 [Per indicare un sentimento di timoroso rispetto nei confronti della persona amata]. 1.8 [Rif. all'amore per Dio]. 2 Sentimento di rancore, di rammarico per i vantaggi, i risultati conseguiti da altri; rivalità, invidia, livore. 3 Timore o sospetto (in relazione a un avvenimento o nei confronti di qno). 3.1 Fras. Dare gelosia: suscitare timore, preoccupazione o sospetto. 3.2 Locuz. verb. Entrare in gelosia: mettersi in sospetto o in uno stato di apprensione. 3.3 Locuz. verb. Prendere gelosia, stare in gelosia: sospettare o stare in apprensione, temere. 3.4 [Detto di un territorio, di una città il cui ordine interno risulta turbato:] disordine, scompiglio. 4 Pensiero angoscioso, preoccupazione di difendere, di salvaguardare ciò che si ha o che si considera importante. 4.1 Riservatezza, pudicizia (di chi desidera salvaguardare il proprio onore). 4.2 Vivo e premuroso interesse, sollecitudine nei confronti di qno.

0.8 Maria Fortunato 27.09.2011.

1 Timore ansioso della mancanza di affetto o di fedeltà da parte della persona amata (anche unito ad un comportamento sospettoso e diffidente, o, secondo l'ideologia cortese, a zelo e sollecitudine nel servizio amoroso).

[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 2.46, pag. 590: An' me noia om[o] qe desdegna / l'autra çent per onor en q'el sia; / [e] muier qe sospeto me tegna; / çugar con om[o] [q'] à segnoria; / d'inverno aver luitan la femna; / om[o] qe de quela à çelosia...

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 10.24, pag. 132: E se la mia temenza penserete, / più m'amerete, / [per]ché le mie paure / non son se non d'amore: / chi ciò non teme, male amar poria, / e tutta mia paura è gelosia.

[3] Jacopo da Leona, a. 1277 (tosc.), 4.9, pag. 212: Madonna, tutto avvèn per gelosia, / per fin amare, ché ciascuno ha doglia, / che teme di perder ciò c'ha 'n balìa.

[4] Memoriali bologn., 1279-1300, (1286) 13.16, pag. 28: siché per speso usato / nostra zoglia renovi, / nostro stato non trovi / la mala celosia.

[5] Sommetta, 1284-87 (fior.), pag. 198.20: nè mai ama chi non è geloso, chè gelosia nasce da troppo amare: quando huomo ama una cosa che tene, sì ne vive in pene e dotta, non la perda per viltà.

[6] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 1: Unde la Regula dell'amore dice: chi no(n) àe gelozia amar no(n) può, et p(er) vera gelozia si prende e cresce lo desiderio del'amore.

[7] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 42.57, pag. 151: Quando penso meo languire, / l'ira e la maninconia, / sì m'asale gilosia / ch'io vorei quasi morire, / rimembrando che ver sia / tut[t]o ciò ch'i' audo dire...

[8] Neri de' Visdomini (ed. Contini), XIII sm. (fior.), 29, pag. 368: Questo è gelosia, / malvascio pensamento / nato di mal talento - e da vil core...

[9] Poes. an. padov., XIII sm., 73, pag. 808: Questa fo bona çilosia, / ke 'l fin amor la guarda e guia...

[10] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 17, pag. 131.9: È dunque la gelosia veragie pena dell'animo, per la quale sanza modo temiamo che lla sustanzia dell'amore non menomi per non potere sodisfare al volere dell'amante, e temere che ll'amore non sia iguale e avere sospecione dell'amante sanza reo pensiero.

[11] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 322r, pag. 68.6: Zelotipia... quod vulgo dicitur gilusya.

[12] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 3.5, pag. 20: Gli amanti morti per carnale amore / un vento mena sempre percotendo, / a dimostrar che nel mondo vivendo / son dal voler menati con rancore, / con gelosie che trafigono el core, / senza fermezza, sospetti vedendo, / la stimolata volontà seguendo, / andando come piace al suo errore.

[13] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 2, pag. 281.26: Ancora, cresce amore, quando vera gelosia tiene alcuno delli amanti: quella che è vera nutricatrice d'amore.

1.1 [Personificata].

[1] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 77, pag. 326: Con queste arme sanctisscime ç'è un'arma pretïosa / ke à nom la Oratïone: / lu sanctu Dessideriu, la Activa obsequïosa / e la Contemplatione, / ferma Perseveranç[i]a, Gelosia gratïosa, / Confessu de raione, / santa Mansüetudine e vita luminosa / de bona Conversione, / discreta Adflictïone / con Çel de veritate / e Longanimitate, / tucte stay inn- un conventu.

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 7, ott. 59.8, pag. 474: questo gli altari tutti alluminava / di nuove fiamme nate di Martiri, / de' quai ciascun di lagrime grondava / mosse da una donna cruda e ria, / che vide lì, chiamata Gelosia.

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 105.69, pag. 140: Amor et Gelosia m'ànno il cor tolto, / e i segni del bel volto / che mi conducon per più piana via / a la speranza mia, al fin degli affanni.

1.2 [In testi religiosi, rif. alla prova fisica imposta alla donna sospettata di adulterio, come giudizio di Dio].

[1] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 17, vol. 1, pag. 133.24: Item, comu lu sacrificiu di la gilusia avia efficacia per tuctu lu tempu ki cursi la ligi, tantu per bonu previti quantu per mali, cussì lu sacrificiu di la santa caritati et di la santa gracia avi efficacia et viritati per la virtuti di Cristu, per la fidi di la ecclesia.

[2] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Nm 5, vol. 2, pag. 32.5: se ella avrà fatto adulterio, l' acqua entra in lei; ed enfieralle il ventre, e le natiche le si guasteranno; e sarà maledetta in esempio a tutto il popolo. [28] E se non avrà fatto fornicazione, sarà libera, e farà figliuoli. [29] Questa si è la legge della gelosia.

1.3 Locuz. verb. Avere, tenere in gelosia qno: assumere un atteggiamento sospettoso; essere geloso (di qno).

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 9.23, pag. 92: Lagna puoie e fèrete, tènete en gelosia, / vuol sapere le luocora e quingn' hai compagnia; / porràte puoi le 'nsidie, sì t' ha sospetta e ria: / non iova deceria che facci en tuoi scusate.

[2] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), IV, 47.2, pag. 468: Se ày bona muller(e), q(u)antu(n)q(u)a bona sia, / no li dar(e) a vider(e) chi la agi i(n) gelosia, / ma tòyli troppo arbitrio e mala co(m)pania, / no menar(e) homo a casata chi disp(re)iu li dia.

1.4 Locuz. verb. Entrare, essere in gelosia: diventare o essere geloso; ingelosirsi.

[1] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 550, pag. 802.17: Cioè se io non sono in gelosia che un altro sia amato da te, o femina.

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV, 3, pag. 287.16: la Ninetta [[...]] entrò di lui in tanta gelosia, che egli non poteva andare un passo che ella nol risapesse e appresso con parole e con crocci lui e sé non ne tribolasse.

1.5 Locuz. verb. Prendere gelosia: essere o diventare geloso (della persona amata o dell'antagonista amoroso).

[1] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 38.3, pag. 111: Com' più diletto di voi, donna, prendo, / o più vi tegno ed aggio a voglia mia, / più par ch' eo n' aggia e prenda gelosia / e più di voi voler la voglia accendo...

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 169.10, pag. 116: quando à lo fine di ço chi dimanda, / d'onni persona prende çilosia, / sì ch'el non pò pyù peçorar vivanda...

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 7, pag. 537.22: La donna, avendosi quella sera fattosi venire il suo amante [[...]] ciò che fare quella notte intendeva gli ragionò aggiugnendo: «E potrai vedere quanto e quale sia l'amore il quale io ho portato e porto a colui del quale scioccamente hai gelosia presa

1.6 Tenere in gelosia qno: tenere qno nella condizione d'essere geloso.

[1] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 276, pag. 307.19: Due cose potranno avenire nella buona femina per gelosia: che se tu la tieni in gelosia, ella si potrà tanto istare in gelosia, ch'ella potrà venire in grande infermitade; o ella sarà per lo tuo dispetto ria femina.

1.7 [Per indicare un sentimento di timoroso rispetto nei confronti della persona amata].

[1] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 48.2, pag. 117: Io non auso rizzar, chiarita spera, / inver' voi gli occhi, tant'ho gelosia, / e feremi nel viso vostra spera, / e gli occhi abasso e non so là ove sia.

1.8 [Rif. all'amore per Dio].

[1] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 92, pag. 135.20: Molte maniere sono di gelosia; che l'uomo à in Dio e nella sua fede.

2 Sentimento di rancore, di rammarico per i vantaggi, i risultati conseguiti da altri; rivalità, invidia, livore.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 10, pag. 42.15: La gelosia dell'amico fa l'uomo sollicito a lunga provedenza.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 91.48, pag. 427: ma pur la sora voluntae / chi regna in lor per le peccae, / noriga questa marotia / semejamte a la giroxia.

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 6, pag. 28.28: Et no vençan apè de sì altro cha cosse sanguenente, pinne de gran perigoli de morte e de ruine, e trovan-ghe de torno pessime conpagnesse, çoè onte vergogne desenor velanie insidie çelosie invidie ingani frò falcitae accuxe falce traitorie e cure mortalissime...

3 Timore o sospetto (in relazione a un avvenimento o nei confronti di qno).

[1] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 68.14: Messer Corso Donati, ch'era allora in bando di Firenze, et era con lui ito a Corte, et accompagnatolo ancora, tornava con lui, de la qual cosa la parte Bianca, che reggea, ebbero gelosia et gran pavento...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 206, vol. 2, pag. 771.16: il legato ch'era in Romagna per andare nella Marca tornò con sua gente a Bologna in grande fretta, e con grande gelosia e paura di perdere Bologna.

[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 896, pag. 204: Fólli messa per alcuni una granne gelosìa, / Che, se llo conte annava, may non revenìa...

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 194.9: I Fiorentini avendo per gelosia presa la guardia del castello di Prato e della città di Pistoia, usciti della paura di quelle si stavano in pace...

[5] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 46, terz. 91, vol. 3, pag. 21: Quando lo 'mperador vide i Romani / Ambasciadori [[...]] domandò: Dove son que' di Fiorenza? / Rispose un degli usciti al primo tratto: / Egli han di Voi gelosia, e temenza.

3.1 Fras. Dare gelosia: suscitare timore, preoccupazione o sospetto.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 67, terz. 2, vol. 3, pag. 243: Per non mostrar, ch'e' fosse addormentato, / nel detto anno di Luglio, con grand'oste / mandò il Duca il suo Conte pregiato. / Di là da Signa fur le prime poste, / e per dare a Castruccio gelosia / di Lucca, e di Pistoi', tre dì fe soste.

3.2 Locuz. verb. Entrare in gelosia: mettersi in sospetto o in uno stato di apprensione.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 14, vol. 1, pag. 435.18: il conte entrato in gelosia e in paura del popolo più che non gli bisognava, non si volle attendere, ma volle pur le chiavi delle porti, e ciò mostrò che fosse più opera di Dio che altra cagione...

3.3 Locuz. verb. Prendere gelosia, stare in gelosia: sospettare o stare in apprensione, temere.

[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1, cap. 12, pag. 141.18: Onde alcuni, che gli udirono, rapportorono a' popolani; i quali cominciorono a inacerbire, e per paura e sdegno innasprirono le leggi; sì che ciascuno stava in gelosia.

[2] Doc. fior., 1311-50, 10 [1341], pag. 633.2: E non però di meno dello stato di quella Terra stiamo in continua gelosia, temendo che quivi non si commecta cosa che ssia detractione dell'onore della Real Maiestà e turbatione di noi devoti suoi...

[3] Lett. volt., 1348-53, pag. 176.39: E ' Pisani di questo mostrano avere preso grande sospecto e gelosia, e con assai divisione e poca fermecça di loro stato pare altrui che vivano.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 104, vol. 2, pag. 269.24: Partito il legato di Firenze, a dì XVI di dicembre [del] detto anno, cavalcò dalla Scarperia, e poi traversò per l'alpe, per non apressarsi a Bologna, acciò che 'l signore di Bologna non prendesse gelosia, e andò a Castello Sanpiero...

3.4 [Detto di un territorio, di una città il cui ordine interno risulta turbato:] disordine, scompiglio.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 26, vol. 2, pag. 45.20: Nel detto anno MCCLXXXXVIII si cominciò a fondare il palagio de' priori per lo Comune e popolo di Firenze, per le novità cominciate tra 'l popolo e' grandi, che ispesso era la terra in gelosia e in commozione, a la riformazione del priorato di due in due mesi, per le sette già cominciate, e i priori che reggeano il popolo e tutta la repubblica non parea loro essere sicuri ove abitavano innanzi, ch'era ne la casa de' Cerchi bianchi dietro a la chiesa di San Brocolo.

4 Pensiero angoscioso, preoccupazione di difendere, di salvaguardare ciò che si ha o che si considera importante.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 27, pag. 74.34: l'uomo si die corrucciare e far vendetta e punire ei mali per l'amore e per la gelosia de la giustizia e di drittura, e per guardare il comune bene del popolo, che non può durare senza drittura e giustizia.

[2] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 34, pag. 45.6: Ancora è da saver ke çejos[i]a en un modo ven lauda[da] et en l' altro vitupera[da]. Vituperada vien quando ello adeven per cose corporale, en le qual l'omo no po soffrir d' aver algun compagnon, açò ke ello eba solo consolacion...

[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 4.2161, pag. 259: Ma per vaghezza della stella lassa, / Scordandosene, l'ovo ch'egli ha in branca, / Che mai per gelosia da sé non scassa.

[4] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 15.18, pag. 42: Quest' è sì dolorosa compagnia, / Che le cose da dare e da tenere / Ritien con animosa gelosia.

4.1 Riservatezza, pudicizia (di chi desidera salvaguardare il proprio onore).

[1] Guido Orlandi, 1290/1304 (fior.), 2.36, pag. 99: Nëun mistero è maggio / di gelosia ben vera / che fa guardar l'onore e schivar doglia...

4.2 Vivo e premuroso interesse, sollecitudine nei confronti di qno.

[1] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 9, pag. 98.8: Ora dice lo conto che Coragino e sua dama aveno grande gelosia de Vivante e stavano de luie en pensiere.

[2] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1373/74?] lett. 19, pag. 80.11: Io, carissimo padre, cordialmente vi ringratio del santo zelo e gelosia che avete all' anima mia, in ciò che mi pare che siate molto sospeso, udendo la vita mia.

[3] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 92, pag. 136.4: Anche dee l'uomo essere geloso per lo suo buon amico: questa gelosia è buona e leale, e di buono amore, puro e netto, sanza niuna bruttura.