PUBBLICANO s.m.

0.1 piubicano, plubicani, pubblicani, pubblicano, pubicani, publican, publicani, publicanj, publicano, publicanu, publichani, pubricani, pubricano, pulicham, puplicani, puplicano.

0.2 Lat. publicanus (DEI s.v. publicano).

0.3 Poes. an. urbin., XIII: 1.

0.4 In testi tosc.: Guido Orlandi, 1290/1304 (fior.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Teologia Mistica, 1356/67 (sen.).

In testi sett.: Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; a Vang. venez., XIV pm.

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 [Nell'antica Roma:] chi aveva l'appalto della riscossione delle gabelle e delle imposte pubbliche (soprattutto in ambito giudaico, genericam. malvisto e disprezzato come pubblico peccatore). 1.1 Esattore delle imposte. 2 Estens. Chi vive nel peccato.

0.8 Giulio Vaccaro 27.09.2011.

1 [Nell'antica Roma:] chi aveva l'appalto della riscossione delle gabelle e delle imposte pubbliche (soprattutto in ambito giudaico, genericam. malvisto e disprezzato come pubblico peccatore).

[1] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 49, pag. 144.6: Çacheo fo principo de li publicani, e fo gran peccatore...

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 9, vol. 2, pag. 97.3: 9. Ma Publiu Rutiliu non fu publicanu in Sicilia, ma dedi li soy operi a li publicani.

[3] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 6, pag. 46.28: già non cacciasti Matteo publicano, non Zaccheo, non la femmina Cananea, non l' adultera, non la peccatrice Maddalena, non il discepolo, che ti negoe, non il ladrone della croce.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 21, pag. 97.8: [2] Domandò Mathe' chi era pin d'avaricia e a torto e a rebuffo amassava roba e tuto 'l dì tegneva fera e bancho e era publican e peccaor palexe...

[5] a Vang. venez., XIV pm., Marc., cap. 2, pag. 124.16: [15] Et quando Iesù Cristo sedeva a lo mançar en la soa chasa, molti publicani e molti pechadori sedevano a la tola...

[6] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 13, par. 34, pag. 263.23: «Ed erano più che sseguivano delli scribi e ffarisei vegiendo che mangiava co' publichani e pecchatori».

[7] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1372/73] lett. 5, pag. 26.13: e 'l Figliuolo corre e dassi all' obrobrio della croce, e a conversare co' peccatori e publicani e scomunicati, e con ogni maniera di gente...

[8] Gl Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81 (fior.), Sp. 3, pag. 124.17: Publicani etc. Questo nome 'publicani' non fu che fosse nome di terra donde fossono, ma pare che si chiamasse 'publicano' ciascuno publico peccatore. E questo nome pare che discendesse da uno imperadore romano che ebbe nome Publio. Questo Publio fu colui che prima puose le gabelle, e per questo è disceso questo nome...

[9] Epist. a Quinto volg., XIV (tosc.), Prosa, pag. 25.9: Il nome de' publicani non debbono spregiare né avere a schifo, non potendo essi pagare il vettigale se non avessero i publicani, quel vettigale eziandio il quale Silla egualmente aveva loro imposto, e avere i publicani greci non esser meglio né quelli esser più cortesi a riscuotere i vettigali che i nostri...

- [Con rif. al protagonista umile e perdonato da Dio della parabola evangelica (Lc 18, 10-14), contrapposto al fariseo superbo].

[10] Poes. an. urbin., XIII, 3.32, pag. 543: Amor, sim facti iudei, / pubblicani e ffarisei, / ka per To male a li rei / dàimo lo preço e ll'accat[t]o.

[11] Guido Orlandi, 1290/1304 (fior.), 15b.17, pag. 176: le tue parti diclina / e prendine dottrina / dal publican che dolse i suo' dolori.

[12] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 13, pag. 112.16: Ripreso fu del publicano quel phariseo, lo quale riprendea lui in sé et reputavasi giusto et colui peccatore, et elli era lo contrario.

[13] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 23, 85-96, pag. 482, col. 2.9: Tant'è a Dio: çoè che Deo exode le devote orazioni e humele tropo più che lle altre, sí com'è scritto in lo Evangelio del Fariseo e del Publicano.

[14] Gl a Vang. venez., XIV pm., Luc., cap. 18, pag. 276.15: [10] «Doi homeni sì montàno in lo templo per adorar: l'un era fariseo (ço è a dir religioso), l'oltro era publicano (ço è pechadore).

[15] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 3, pag. 73, col. 1.45: Nondimeno nel meditare e nel piangere de' peccati non puote essere quivi altra disposizione corporale; siccome il pubblicano che guardava in terra...

[16] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 144, pag. 200.15: Tali era lu phariseu di lu Evangeliu ki ricordava li soi beni et dispreciava lu publicanu lu quali humilimenti dichia sua culpa in lu templu et iudicavasi dinanti di Deu ...

[17] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 25 rubr., pag. 170.11: Poi fece la simiglia(n)ça del fariseo et del publicano...

1.1 Esattore delle imposte.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 8, vol. 3, pag. 317.3: ma la persona di Bettone era degna di quello, e di peggio, ch'egli era publicano e villano gabelliere...

2 Estens. Chi vive nel peccato.

[1] Piero Alighieri, 1364 (fior.), Non si può dir, 87, pag. 53: Guarda quas' ongni terra già venduta / piú chara ongni anno a' nuovi publicanj, / i qua' po', come chani, / rodon la gente ongnior con peggior morso...

[2] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 15, pag. 59.29: Io vi dico che, con uno religioso e spirituale non posso parlare, che del mio bene non mi tolla tutto o parte; e piazzesi, peccatori, pubricani mi aitano a riscaldare e confortare, udendo e parlando il sagrato e santo nome di Jesù Cristo...

- [Con rif. al corpo, inteso come strumento di peccato].

[3] F Cavalca, Vite SS. Padri (ed. Delcorno), a. 1342 (tosc.occ.), p. I, cap. 62, S. Macario d'Alexandria: [5] E brevemente sempre pogo e mal volentieri mangiava, lamentandosi del suo corpo e chiamandolo publicano, e dicendo: - Questo publicano non mi lassa star sensa mangiare com'io desidero -. || Delcorno, Cavalca. Vite, p. 753.

[u.r. 21.11.2019]