GIORNATA s.f.

0.1 çornà , çornada, çornade, çornadha, çornae, çornata, çornate, giornata, giornate, iornada, iornade, iornae, iornata, iornate, iurnata, iurnati, jornaa, jornae, jornata, jornate, jornati, zornada, zornade, zornadha, zornadhe, zornata.

0.2 Da giorno, ma è sicuro il tramite del fr. journée per i prestiti semantici, in partic. per 5 e 6 (cfr. Godefroy s.v. jornee).

0.3 Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.): 5.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Abate di Tivoli, c. 1230/50 (tosc.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Stat. pis., 1304; Lett. sen., 1311; Lett. pist., 1331.

In testi sett.: Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.); Lett. venez., 1355 (2); Contr. Cristo e diavolo, XIV (ver.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Stat. casert., XIV pm.; Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.); Lett. napol., 1356; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. a buone giornate 5.4; a giornata 1.4.1.1, 1.7.1, 1.7.2, 1.8, 3.1; a giornate 1.8.1, 1.9, 1.10, 3.1; a grandi giornate 5.5; a grandissime giornate 5.5.1; alla giornata 1.7.1; a piccole giornate 5.6; compiere la propria giornata 5.3.2; con grandi giornate 5.5; con le maggiori giornate 5.5.2; continua giornata 1.12 ; di giornata in giornata 1.11; estreme giornate 1.4; fallire la giornata 6; fare la propria giornata 5.3.3; final giornata 1.4; guadagnare le proprie giornate 3.2.1; lavorare a giornata 3.1.1; nella strema giornata 1.13 ; per giornata 3.3.1; stare a giornata 3.1.1; venire alla giornata 1.2.2.

0.7 1 Periodo di tempo che va dall'alba al tramonto, cui si associa gen. lo svolgimento di una det. attività. Estens. L'attività stessa. 1.1 Ciascuno dei periodi di tempo distribuiti in un det. arco temporale in cui sia stabilita un'attività che preveda un avvicendamento con altre persone; turno. 1.2 Giorno in cui si svolge un incontro prefissato. Estens. Appuntamento. 1.3 [In partic. con opp. al tramonto:] alba. 1.4 [Generic.:] giorno. 1.5 Estens. L'operare, l'attivarsi di ogni giorno con impegno (in partic. contro la fortuna). 1.6 Estens. Parlamento, discorso (?). 1.7 La giornata: per ogni giorno. 1.8 Locuz. avv. A giornata: giorno dopo giorno; progressivamente. 1.9 Locuz. avv. A giornate: in breve tempo. 1.10 Locuz. avv. A giornate: poco tempo prima. 1.11 Locuz. avv. Di giornata in giornata: giorno dopo giorno, continuamente. 1.12 Continua giornata: continuamente. 1.13 Nella strema giornata: all'ultimo momento. 2 Estens. Fig. L'intero corso della vita umana (gen. con focalizzazione sul momento finale della morte). Estens. L'esistenza di un individuo. 3 [Econ./comm.] Unità di tempo legata allo svolgimento di un'attività lavorativa priva di continuità, con retribuzione fissata sulla base del numero dei giorni impiegati in quel det. lavoro. Estens. L'attività lavorativa stessa. 3.1 Locuz. avv. A giornata, a giornate: in modo da offrire o retribuire un lavoro occasionale per ogni giorno impiegato. 3.2 Estens. Salario corrispondente ad un giorno di lavoro; paga giornaliera. 3.3 Estens. Prestazione lavorativa gratuita della durata di un giorno, dovuta a qno; corvée. 4 [Mis.] [Gen. in corrispondenza del lat. iugerum:] unità di misura di superficie pari all'area che due buoi aggiogati possono arare in un giorno. 5 Cammino che si copre in un giorno spostandosi da un luogo ad un altro (gen. a piedi o con animali). [In partic. detto di un esercito:] marcia. Estens. Viaggio (di durata non definita). 5.1 Missione affidata a qno da un'autorità o concordata con essa. 5.2 [Mis.] Unità di misura lineare largamente approssimativa corrispondente alla distanza che si percorre in un giorno in un qualche modo o con un qualche mezzo. 5.3 Fig. 5.4 Fras. A buone giornate: a marce forzate. 5.5 Fras. A / con grandi giornate: a grandi tappe, a marce forzate (gen. rif. allo spostamento più rapido del normale di un esercito). 5.6 Fras. A piccole giornate: a marce leggere. 6 Giorno della battaglia. Estens. Battaglia, scontro armato tra due schiere o due persone (anche fig.). 7 Partizione interna del Decameron comprendente le novelle riportate dai personaggi nell'arco di un giorno e il racconto della loro occasione narrativa.

0.8 Diego Dotto 13.10.2011.

1 Periodo di tempo che va dall'alba al tramonto, cui si associa gen. lo svolgimento di una det. attività. Estens. L'attività stessa.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 168.8, pag. 231: Provasi per esempro d'ucellare, / o d'altra cosa molto disiata, / che fa lo core tanto confortare, / che disiando compie la giornata.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 140.40, pag. 574: No seí peigro ni fantin / a levárete la matin, / ché la bonna maitinaa / fa compir bonna jornaa.

[3] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 20, pag. 161.13: E però poniamo, che l' uomo molto possa, e molto adoperi, tuttavia non fa in un più d' una giornata; e così il tempo male speso è pur perduto.

- [Prov.].

[4] a Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 116.9: Giornata è da fare e non da riposare.

1.1 Ciascuno dei periodi di tempo distribuiti in un det. arco temporale in cui sia stabilita un'attività che preveda un avvicendamento con altre persone; turno.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de passione sancti Iob, 65, pag. 279: Li soi fii entre lor havevan tal usanza: / Zascun il so di certo, andand pos inguaranza, / Sí feva 'l so convivio a tuta la fraellanza [[...]]. Quand i havevan fagio zascun la soa zornadha, / San Iob mandaa per tugi e sí i sanctificava...

[2] Fiore, XIII u.q. (fior.), 168.4, pag. 338: E s'ella ne prendesse gran funata, / Di que' che ciaschedun la vuol brocciare, / Sì si dé ben la femina avisare / D'assegnar a ciascun la sua giornata...

1.2 Giorno in cui si svolge un incontro prefissato. Estens. Appuntamento.

[1] Lett. sen., 1311, pag. 83.21: Io mi partii di Parigi el giuvedì apresso pasqua, per venire a Bari per la gio[rna]ta ch' aveva contra a loro, de la presa che aveva fatta a Langnino, di Ranieri Renaldi.

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 50, vol. 1, pag. 88.28: Se voi mi volete credere, ciascuno se n'andrà al suo albergo; e più non guarderà la giornata, che la guardi colui che la comandò». || Cfr. Liv., I, 50, 6: «obseruaturos diem concilii».

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 53, vol. 1, pag. 550.13: e festeggiando con tutti allegramente, domandarono giornata per sporre la loro ambasciata, e fu data loro per lo seguente giorno.

1.2.1 Estens. Termine prefissato (da un'autorità).

[1] Lett. pist., 1331, pag. 250.15: Quando fui a Torso, lo balìo volse piagi da me fiorini 500, che io mi rapresentrei dedens certana giornata a Parigi.

[2] Doc. fior., 1374 (2), pag. 242.31: E sendo oggi la giornata di dovere esere a l'uficio vi fumo e simile l'altra parte...

1.2.2 Locuz. verb. Venire alla giornata: presentarsi nel giorno stabilito.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 50, vol. 1, pag. 88.4: Elli vi si ragunarono, sì com'egli avea comandato: ed egli medesimo vi venne alla giornata; ma egli tardò infino al basso vespero. || Cfr. Liv., I, 50, 2: «ipse Tarquinius diem quidem seruavit».

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 35, vol. 1, pag. 178.10: Il popolo perseverò nell'ira sua; e però che Coriolano non venne alla giornata, egli fu condannato in assenza, e andossene in esilio a' Volsci minacciando Roma... || Cfr. Liv., II, 35, 6: «Ipse cum die dicta non adesset».

1.3 [In partic. con opp. al tramonto:] alba.

[1] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 4, pag. 5.17: allora [[il gallo]] canta più forçatamente e più isforça sua voce et ingrossa alla vesperata et a la giornata, che ànno nature di giorno e di nocte mischiate insieme.

1.4 [Generic.:] giorno.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 449, pag. 191: Al quarto presente / fece compiutamente / tutte le luminare, / stelle diverse e vare. / Nella quinta giornata / sì fu da Lui crëata / ciascuna crëatura / che nota in acqua pura.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 48, vol. 1, pag. 371.17: Ed in quel dì che la Luna non era ancora veduta, santa Chiesa non la mette in conto, sì come avete udito, e le giornate sono significate solo in quell'anno nel quale le patte sono nulle.

- [Con rif. al Giorno del Giudizio universale].

[3] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 7, par. 5, pag. 197.19: Ma di tale giudichamento giudicherà il nostro singnore i vivi e ' morti in quella giornata della quale dicie l'appostolo 2 ad Thim. ultimo...

- [Con rif. all'ultimo giorno o agli ultimi giorni della vita:] estreme giornate, final giornata.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 16.6, pag. 18: indi trahendo poi l'antiquo fianco / per l'extreme giornate di sua vita, / quanto più pò, col buon voler s'aita, / rotto dagli anni, et dal camino stanco...

[5] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 191.89, pag. 209: Canzon, a quella adulterata seggia / ne va', e di' a colui che l'aombra, / vitupera, consuma, affligge e guasta, / ch'anzi che sua final giornata veggia / Italia ponga in pace...

- [Al plur. rif. a ciascuno dei giorni in cui il sole percorre una det. costellazione dello zodiaco].

[6] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 50.6, pag. 595: Nel tempo che la luce tanto è smónta / che molto li soperchia oscuritate, / quel che tèn le doi teste entossicate / e la coda retorta in su la pónta, / forte me pónse el cor nella sua giónta / sì che con pena fatte ho soi giornate...

1.4.1 Estens. Volta.

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 479, pag. 112: Bonajonta se stette tucta quella vernata / Et tucta la primavera fi ad Pasqua rosata, / Ché in Aquila non tornò pure una jornata... || Cfr. De Matteis, Buccio di Ranallo, p. 146: «che in Aquila no poctero ritornar nulla fiata».

1.4.1.1 Locuz. avv. A giornata: di volta in volta (secondo il caso che si presenta).

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 286.11, pag. 186: Come farrò dunque alcuna fïata? / se per canpo di me verrò pregarti, / el me converà laldarti a çornata / dil ben bene, del contraro blasmarti...

1.5 Estens. L'operare, l'attivarsi di ogni giorno con impegno (in partic. contro la fortuna).

[1] Lamberto di Francesco, XIV pm. (tosc.), App. II, 7.4, vol. 1, pag. 218: Quel cerchio che se gira per lo mondo, / qual è ridutto al mezzo de le scale, / per me si scende e per altrui si sale: / la mia giornata al cerchio non dà pondo.

1.6 Estens. Parlamento, discorso (?).

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 365.14, pag. 226: «Misero, io t'acuso / açò che tu conossi le tue penne: / la donna che fin qui stretto ti tenne, / che novamente ti à morto e confuso; / però ch'ella volse, per suo deletto, / tôr lo dono ch'Amor plu caro prende, / mutando honesta vista en vago effetto». / Alor l'alma pensosa, che l'entende, / resposi: «Vuy parlate vilania, / ché lunga çornata fa gran busia».

1.7 La giornata: per ogni giorno.

[1] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 2.54, pag. 125: ca s'eo fosse oltra mare, / converriami tornare - a esta contrata, / ben faria cento millia la giornata.

1.7.1 Locuz. avv. A / alla giornata: ogni giorno; quotidianamente.

[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 51.3, pag. 842: La mosca è creatura despreça[ta], / e uno delicato modo tene: / ke va ciercando lo giorno a giornata / per aver cosa ke lli piacia bene...

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 33, 1-9, pag. 767, col. 2.21: li quai feno metere in una torre, la quale è appellada «torre della muda», e tenneli multi dí, diandoli cibo a zornata.

[3] Lett. venez., 1355 (2), 1, pag. 31.20: Volemo che vuj debiè far vuj tre la capetanaria a zornada domentre che per nuj oltro se ordenarà.

[4] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 125.11, pag. 190: Quando poi penso al frutto ch'io raccoglio / Di tanto amor, e quanto dura e fiera / Vi trovo a la giornata, ben mi doglio...

1.7.2 Locuz. avv. A giornata: continuamente.

[1] Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 434.20: come dirivati sono del colmo della ruota inn- abisso! Et quanti, quanti sono gli autri dela ritondità dela terra rei e baroni, e digradatamente tutto umano lignagio, ciò provano a giornata!

1.8 Locuz. avv. A giornata: giorno dopo giorno; progressivamente.

[1] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 29, pag. 149.8: Ed è appellato l' uomo viandante, perché va ognindì a giornata incontro alla Morte...

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 66, pag. 325.1: Or vedete dunque il valore e la preziosità del tempo presente! Non si conosce questo tempo, e è questo de' maggior mali che ssia, e hannolo le genti per nulla, e tuttodie lo scialacquano a giornata.

[3] Fr. da Barberino, Rime, a. 1314 (tosc.), 1.32, pag. 234: tutti miei amici a trista testa vanno, / ch'e' ben veggion e sanno / ch'io a giornata vo vita perdendo.

1.8.1 Locuz. avv. A giornate: di giorno in giorno. || Att. solo in Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.).

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 6, vol. 2, pag. 290.11: La compagna vedendosi fuori del verno, e rincalzata de' danari ricevuti dal cardinale, e nella speranza d'averne da' Comuni di Toscana, stava baldanzosa, e a giornate fortemente crescea sì di gente a ccavallo e di gente tedesca che cassare si facea, e ssì di gente a ppiè...

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 65, vol. 2, pag. 381.17: Ma in questi dì, la cosa tanto dubbiosa e aviluppata, che no· ssi vedea dove la cosa ragionevolemente potesse passare, la guerra rinforzava a giornate.

1.9 Locuz. avv. A giornate: in breve tempo.

[1] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 101, pag. 744.21: le promesse fur larghe e lunghe, ma llo atendere stretto e corto, che di cosa che promettesse niente osservò, ma pigliando la signoria a giornate come tiranno, lasciato il titolo del doge, si facea chiamare signore.

1.10 Locuz. avv. A giornate: poco tempo prima.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 19, vol. 2, pag. 308.4: Seguendo le discordie e tribulazioni di Cristiani, che a giornate per li loro peccati rovesciano li due re, quello d'Araona e quello di Spagna intra li altri di nome cristiano...

1.11 Locuz. avv. Di giornata in giornata: giorno dopo giorno, continuamente.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 44, vol. 3, pag. 97.7: i detti de la Scala con belle parole e false promesse menando per lunga di giornata in giornata i detti nostri ambasciadori...

1.12 Continua giornata: continuamente. || (Ageno).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 24.116, pag. 88: Battaglia continua del manecare, / pranzo, cenare, e mai non ha pusa; / si no è apparecchiato co a me pare, / scandalizare sì fa la sua usa: / o vita penusa, ed o' m'hai menato / cusì tribulato contina iornata!

1.13 Nella strema giornata: all'ultimo momento.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 69, vol. 1, pag. 572.18: che in tutto dimenticano la provisione salutevole al nostro Comune: e nonn è chi per lui pensi, né per la sua libertà, né per lo suo esaltamento, né onore, né per riparare al pericolo che sopravenire li può, se non nella strema giornata o in sul fatto...

2 Estens. Fig. L'intero corso della vita umana (gen. con focalizzazione sul momento finale della morte). Estens. L'esistenza di un individuo.

[1] Bonvesin, De Cruce, XIII tu.d. (mil.), 70, pag. 22: Apreso lo so maridho Eva fi soterradha, / Adam et Eva insema fagio han la soa zornadha.

[2] Paolo Lanfranchi (ed. Zacc.-Pard.), XIII ui.di. (tosc.), 8.14, pag. 31: Or son caggiuto d'ogni ben in bando, / nel finimento de la mia giornata.

[3] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1164, pag. 70: sapendo Ihesù k'er'adampita / la giornata de la sua vita, / su nel monte sì se afisse...

[4] Dom. Scolari (ed. Grion), 1355 (perug.), II.54, pag. 342: Così ingannata per cotale insegna / Olimpiade fu gravida e pregna. / Diedissi la raina nel suo petto / posia che Venus l'ebbe sì occupata, / e sì parlava con molto sospetto: / Io conceputo ho questa fiata / colui che de' defendere mio oggetto / e dominar lo mondo a sua giornata.

[5] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 32.24, pag. 72: Quinci vedrai che 'l fin de la giornata / è tornato onde venne...

[6] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 45.57, pag. 101: denanço da Deo sia nostra advocata, / quando el ge piaxerà complire nostra çornata.

[7] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [FraLan] ball.24.5, pag. 150: Mostrale, Amor, com'esto tempo vola / e' dì son presti a fornir la giornata...

3 [Econ./comm.] Unità di tempo legata allo svolgimento di un'attività lavorativa priva di continuità, con retribuzione fissata sulla base del numero dei giorni impiegati in quel det. lavoro. Estens. L'attività lavorativa stessa.

[1] Doc. fior., 1286-90, [1289], pag. 304.9: It. a Guiglielmo, dì xij di febraio, ebbegli Puccio per saldamento de le giornate, s. ....

[2] Doc. sen., 1294-1375, [1325], pag. 186.19: i quali ducentocinquanta e cinque libr. dicessette sol., spese nella detta fonte, nel bottino, in mattoni et in calcina et per giornate di manovali et di maestri in aconciare la detta fonte et bottino.

[3] Stat. pis., 1322-51, [1335] Agg., cap. 4, pag. 602.31: et le puntature et giornate fallite de' dicti marinari, le quali aran facto sensa licentia del padrone o del gomito o de lo scrivano della galea, scrivere in del suo quaderno: sì veramente che quando la galea arà bizogno di lavoro o exercitio de' marinari, li marinari absenti, o ver per altra cagione che si debbino puntare, si possino puntare una volta il dì et una volta la nocte tanto.

[4] Doc. pist., 1354, pag. 60.19: Item per uno manovale tene con secho giornata una soldi diecie L. 0 s. 10.

[5] Senisio, Caternu, 1371-81 (sic.), vol. 2, pag. 410.2: Item laburaru in la sicunda simana iorni v 1/2 tamen l'unu manuali per dui iurnata 1/2...

- Fig.

[6] Poes. an. tosc.>ven., 1267, 22, pag. 198: lo mondo fa renverdire / nol lasarà ma' perire / tant'è soa fina posanza, / çascun [cive] en alegranza / aspeti çoia d'amore. / Çoia d'amore se vene, / facendo compluta çornata / tanta posanza mantene!

[7] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 12.22: Questo pane noi richeggiamo al nostro buon padre, e preghiallo ch'elli lo ci doni oggi in questo giorno, cioè in questa vita mortale, sicchè noi possiamo buona giornata fare ed attendere più lietamente nostro guiderdone. E questo è il danaio che elli dona a' suoi lavoratori ed operai quando viene al vespero, cioè alla fine della vita.

[8] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 98, pag. 130.26: Quistu pani nui riquidimu a lu nostru bonu Patri et pregamulu ki illu ni lu duni omni iornu et ogi in quistu iornu, ço est in quista vita mortali, sì ki nui possamu fari bona iornata...

- [Prov.].

[9] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 183, pag. 302: 84. Giornata fa compiuta / chi dal folle si muta.

[10] Rime Mem. bologn., 1301-24, [1321] 91.1, pag. 117: Zornada fa conpleda / chi dal mato se stramuda.

3.1 Locuz. avv. A giornata, a giornate: in modo da offrire o retribuire un lavoro occasionale per ogni giorno impiegato.

[1] Stat. pis., 1304, cap. 69, pag. 715.29: Et siano tenuti li conciatori di non tenere lavoranti per conciare panni, se non a giornata; salvo che incotonare...

[2] Senisio, Caternu, 1371-81 (sic.), vol. 2, pag. 417.25: Poi lu locamu ad iurnata ad gr. xv per iornu da li xvj di augustu Innanti, zo esti fiche per tucta killa simana iorni v...

- [Con opp. al lavoro a cottimo].

[3] Doc. fior., 1353-58, [1353], pag. 77.26: Del dare in sommo più che a giornate.

3.1.1 Fras. Lavorare, stare a giornata: esercitare un'attività lavorativa occasionale retribuita per ogni giorno di lavoro.

[1] Stat. pis., 1304, cap. 43, pag. 680.7: Et ciascuno homo de la dicta arte, che fa lavorare a giornata alcuno lavoro de la dicta arte, sia tenuto di non dare ad alcuno lavorante che a giornata lavori, più pregio che per giornata per alcuno che più vi facesse.

[2] Doc. sen., 1362-74 (2), [1362], pag. 330.12: e l'uopara sancte Marie debba dare al detto maestro Franciescho o chi lavora cho' lui, del vino, chome a' maestri che murano, che stano a giornata nell'uopera.

[3] Doc. sen., 1362-74 (2), [1362], pag. 330.15: Ancho l'uopera die pagare a detto maestro Franciescho e ferri, sichome si paga a maestri che lavorano a giornata nell' uopera.

3.2 Estens. Salario corrispondente ad un giorno di lavoro; paga giornaliera.

[1] Doc. fior., XIV sm., pag. 56.7: e che ciascheduno debba lasciare la prima giornata all' arte, cioè s' intenda di libre sei o d' oro, o d' ariento, o di piccioli.

3.2.1 Fras. Guadagnare le proprie giornate: guadagnarsi di che vivere.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 9, vol. 2, pag. 97.11: Ca quillu medemmi, lu quali issi aviannu vistu guadagnandu li soy jornati, da poy lu vittiru, dandu ligi et regendu navilij et exerciti. || Cfr. Val. Max., VI, 9, 8: «diurnas capturas exigentem».

3.3 Estens. Prestazione lavorativa gratuita della durata di un giorno, dovuta a qno; corvée.

[1] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De eodem, vol. 1, pag. 98.7: La sete(n)pna si è in quillj chi metem li lor poveri vixim in li soy s(er)vixi e besogne, abiandoli p(re)stao o dinar o biava o vim, o abiandoli faito alcu(m) s(er)vixio, e qua(n)do li ve(m) bexognoxi, lantor si li fam mercao cu(m) elli, fazandili far tre iornae p(er) una.

3.3.1 Fras. Per giornata: gratuitamente.

[1] a Vang. venez., XIV pm., Matt., cap. 5, pag. 20.2: [41] Et quelui el qual te recontradirà che tu vadis con lui per çornada çença pagamento M passi, con lui và II migla, se tanto vole. || Come calco di corvée: «que tu voises o lui par corvee (c'est sanz loier)» (Gambino); cfr. Mt., 5.41: «et quicumque te angariaverit mille passus vade cum illo alia duo».

4 [Mis.] [Gen. in corrispondenza del lat. iugerum:] unità di misura di superficie pari all'area che due buoi aggiogati possono arare in un giorno.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 5, cap. 24, vol. 2, pag. 34.17: tre compagni a ciò ordinati condussero la colonia, e divisero loro i campi, a ciascuno tre giornate e mezzo.

[2] Gl Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 6, cap. 35, vol. 2, pag. 132.9: l'altra [[legge]] della misura de' campi, che alcuno non dovesse avere più di cinquecento giornate di terra (per ogni giornata intende una misura di terra, quanto un lavoratore potesse un giorno lavorare di terra)...

[3] ? Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 11, pag. 70.19: Sei iornate de terreno occuparo de Cristiani con cavalli, asini, muli, camielli, femine infinite, siervi, arme, fodero de pane e aitro arnese da guerra.

5 Cammino che si copre in un giorno spostandosi da un luogo ad un altro (gen. a piedi o con animali). [In partic. detto di un esercito:] marcia. Estens. Viaggio (di durata non definita).

[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 2.40, pag. 590: gran çornadha e tard albregar. / An' me noia om[o] qe desdegna / l'autra çent per onor en q'el sia...

[2] Abate di Tivoli, c. 1230/50 (tosc.), 18a.7, pag. 250: Oi deo d'Amore, a te faccio preghera / ca mi 'ntendiate s'io chero razone: / [[...]]; / per l'ali gran giornata m'è leggera...

[3] Bonvesin, De Cruce, XIII tu.d. (mil.), 53, pag. 21: e illora a tuta fiadha / Entrambi e Seth et Eva finin la soa zornadha: / A le porte del paradiso vennen a tuta fiadha.

[4] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 9, pag. 32.6: ke plaça de mandare vostre littere a quello nostro e vostro capitaneo, k'elo de queste graveçe e simiglanti nui dibia reguardare, ka sì cummo l'omo per lo trop grand peso ne po' ben complere liçeramente soa çornata, nui, se fossemo agravati de quello peso ke no potessemo sustenire, ben potrebo esser puniti et asai, ke nui lo portassemo sì cummo serebe vostro placere.

[5] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 75, pag. 133.29: Al mattino si partì Febus da li suoi compagni, e cavalca solo sensa compagnia quella giornata [...] molto leggiermente d'arme per potere fare grande giornate...

[6] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 123, pag. 411.6: Io andai l'altrieri nella mia villa d'Albana, ed essendo arrivatovi tutto mi trovai stanco, non perché la giornata fosse troppo lunga, ma perché la via è aspra, e nojosa...

[7] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 10, cap. 25, vol. 2, pag. 406.3: Elli faceano cotali giornate, come il verno lasciava loro fare.

[8] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 79, vol. 2, pag. 235.21: La cagione di così lunga giornata fu perché Ghisello no· volea s'arestassono nell'alpe, per tema non facessono danno a' suoi fedeli...

[9] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 23, pag. 217.2: Lo sequente dìe mossese da Santo Iermano, fece piccola iornata.

- [Prov.].

[10] Poes. an. bologn., 1321, 6, pag. 213: Fa gran çorna[ta] breve un bel sentero.

- [Retto da un verbo di moto e introdotto dalle prep. a o per con un poss., anche in contesto fig.].

[11] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 5, pag. 18.30: E a ttanto cavalcano per loro giornate, sì che pervennerono ala corte der ree Ferramonte di Gaules.

[12] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 549, pag. 566.17: Ellino cavalcaro poi tanto per lor giornate, che vennero a la città d'Arthefion, che molto era riccha e grande.

[13] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 54, pag. 61.23: E quando il popolo ebe fatto loro orazione dinazi a l'arca, sì si partiro del bosco e tanto andaro per lor giornate che venero a una città ch'avea nome Saras, ch'era in tra Bambilonia e Salavandre.

[14] Matteo Frescobaldi, Rime, a. 1348 (fior.), D. 25.101, pag. 112: Canzon, pellegrinando a ttua giornata, / veloce va', ch'elli è ben tempo omai, / infin che tu sarai / nel degno loco ove tu se' mandata...

[15] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 32, pag. 129.4: e quando fo presso a quille parte per suoie giornate, se puse a uno grande colle, sì che esso podea vedere tutto l'oste de Carlo...

[16] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 177.2: et chosì se ne va per sue giornate verso la città di Roma per essere chol sancto padre.

[17] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 35, pag. 310.9: et ademandando licentia a la matre se mese a lo camino, pregandolo Circe che tosto devesse tornare. E tanto se affannao per soy iornate, che ipso pervenne ad Acaya...

[18] Tristano Cors., XIV ex. (ven.), pag. 52.20: Quando elli fono mesi al chamin, elli chavalchono puo tanto per soe çornade ch'elli çonseno alla Çoioxa Guarda.

- [In contesto fig.].

[19] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, 4.9, pag. 156: Se con l' orgoglio fiero e disumano / La vostra morte o d' altrui domandate, / O genti sciocche col folleggiar vano, / Ella s' appressa, ma voi nol pensate, / Con l' ali alzate spontaneamente, / Nè i suoi cavalli perdon mai giornate.

5.1 Missione affidata a qno da un'autorità o concordata con essa.

[1] Libro Gallerani di Parigi, 1306-1308 (sen.), pag. 172.11: Item die dare 1 s. 9 d. par. buoni martedi vintenove d'agosto tre C sette dati a Raulletto, sergente dell'off. di Parigi, per suo salaro d'una giornata quando andò sopra a Gianni Astivello detto per arrestare li suoi beni.

[2] Lett. napol., 1356, 4, pag. 128.9: p(ar)tirimo da Napole, (et) continua(n)do le jornate sencza fare nulla demorancza in nulla citate né i(n) t(er)ra venirimo in chisse p(ar)te (et) farimo o la via de Troya o chilla de Melfe...

- Fig. [Rif. alla missione redentrice di Cristo].

[3] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 15.384, pag. 201: Lo vencimento facto fu in ciascuno / del fillio e de la madre in quello stato, / et di presente Cristo mise 'l suono, / compìo giornata là ov' era mandato.

5.2 [Mis.] Unità di misura lineare largamente approssimativa corrispondente alla distanza che si percorre in un giorno in un qualche modo o con un qualche mezzo.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 6.25: Lo primo marito fo filio de Belli, lo quale Nino primo marito fece una citade ke li puse nome Ninneuen e ffo grande per longo tre iornate...

[2] Novellino, XIII u.v. (fior.), 17b, pag. 165.16: et i· Navarra lo ritrovarono, lo corpo tutto freddo, in uno pietreto, presso a tre leghe del mare et a quattro giornate di Baiona...

[3] Legg. S. Margherita, XIII ex. (piac.>ver.), 81, pag. 5: Ma si stava quindex çornae / Fora lonçi da la citae, / Per ço ch' ella era Cristïana...

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.649, pag. 150: Che quelo so corpo biao / fo da monti angeri portao / in monte de Sinaì, / vinti jornae provo de lì.

[5] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 3674, pag. 146: Ch'el venne men de una çornada / Avexin de Roma in una contrada.

[6] Gl Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 163, vol. 2, pag. 39.14: e volea andare in terra de Egitto, alla città d' Allesandria, che si tiene per lo Soldano, la quale è presso a Babillonia a trecento miglia; e da santa Caterina sono trenta giornate, cioè un mese di camino, come udirete.

[7] Stat. casert., XIV pm., pag. 61.17: Omne co(n)frate che volesse andare de fore t(er)ra p(er) tre iornate darasso...

[8] Contr. Cristo e diavolo, XIV (ver.), pag. 27.2: [10] Lo primo enperatore sì fo li Lasiriani e li Caldero, e fo loro enperadore Bellino enperadore, lo qual feso Ninive, la quala citae girava çornae tree, entro la quala era altri enperatori.

[9] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 5, pag. 78.29: E questa secunda citate de Troya fo sì grande che durava per longheze tre iornate et altretanta per largheze...

[10] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 126.21: «Mandao Dio Iona ne la grande citade de Ninive, la qual tre iornate era lontana, ne la quale più che cento milia XX homini allora habitavano».

- [Con equivalenza in miglia].

[11] Gl Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 188, vol. 2, pag. 84.1: E anche la detta torre si fa, di lungi il suo meriggio, tre giornate, cioè cento miglia...

[12] a Giorgio Gucci, Viaggio, a. 1393 (fior.), Cap. VI, pag. 265.39: Ragionasi che il terreno del soldano e la sua signoria sia bene tre mesi di giornate di circa a XX miglia per giornata, come essi fanno...

- [Con specificazione ed eventualmente confronto tra i diversi animali o mezzi usati per lo spostamento].

[13] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 47.17: Ancoli Io ve faço asaver che Ancholli nonn è çitade, ma è un borgo e Constantina li è luntan(a) J çornada da chavallo e 2 da soma e sì è J de li boni luogi de Barbaria...

[14] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 21.3: Primieramente, dalla Tana in Gintarcan si à 25 giornate di carro di buoi, e con carro di cavallo pure da 10 in 12 giornate.

[15] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 21.15: E di Oltrarre in Armalecco si à 45 giornate di some d'asino, e ogni dìe truovi moccoli.

[16] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 21.17: E d'Armalecco insino in Camesu si à 70 giornate d'asino, e di Camesu insino che vieni a una fiumana che si chiama [...] si à 45 giornate di cavallo.

[17] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 29.35: E da Torisi in Trabisonda si à per terra da 12 in 13 giornate di mercatante a cavallo e da 30 in 32 giornate di soma di carovana.

5.3 Fig.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 15, pag. 32.1: Ammaestrato finemente dalla Filosofia di tutti li articuli de la fede, laonde sapea che sarei domandato, montammo a cavallo per compiere nostra giornata, e cavalcammo tanto ch'a ora di vespero fummo giunti a l'albergo della Fede.

[2] Monte Andrea (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), canz. 61a.50, pag. 210: Da poi ch', amico, di me la sentenza / mi credo a te facesse sua giornata...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 88.134, pag. 355: La seconna ierarchia, co a me pare, / che en tre destenzione è ordenata: / che ne la prima non pòi demorare / si con questa non fai tua iornata...

[4] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 20.5, pag. 469: Moviti, Pietate, e va incarnata, / e de la veste tua mena vestiti / questi miei messi, che paian nodriti / e pien' de la vertù che Dio t' ha data; / e 'nnanzi che cominci tua giornata, / s' a l' Amor piace, fa che tu inviti / e chiami li miei spiriti smarriti...

5.3.1 [Rif. metaf. alla vita umana o a ciascuna delle sue tappe, presentate come un viaggio].

[1] Poes. an. sett., XIII (2), 171, pag. 50: Zascun aiba en si pensamento / Ch'ogna dì fina una iornada / Per la strada - que va enver la morte...

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.207, pag. 313: Or, se tu vòi ben penssar <e> como / è vir cossa e fragee l'omo, / guarda como tu e' nao, / nuo, povero, desconsejao: / semper vai corrando forte / jornaa fazando enver' la morte...

[3] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 80.3, pag. 96: «L' arco degli anni tuoi trapassat' hai, / cambiato il pelo e la virtù mancata, / di questa tüo picciola giornata / già verso 'l vespro camminando vai...

5.3.1.1 [In partic. con metafora centrata sulla vita terrena come pellegrinaggio verso la salvezza cristiana].

[1] Garzo, S. Chiara, XIII sm. (fior.>pis.), 282, pag. 27: La sua vita fu perfecta / per la vïa molto strecta; / a la fine fu ellecta: / fece buona la giornata.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 42.13, pag. 148: «La via per entrare 'n vilanza, è molto stretta l'entrata: / ma puoi che dentro serai, lebbe t'è puoi la iornata; / seraine assai consolata, si ce 'ntrarai en quello stato».

[3] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 108.41: Pellegrini sono che non pensano se non di compiere lor giornate infin' a tanto ch'elli vengano al loro retaggio, cioè nella città di paradiso, che i buoni pellegrini cheggiono, siccome dice san Paulo, che vanno, nè non vogliono avere retaggio in questo mondo.

[4] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 48, pag. 231.1: nientedimeno se egli è buon peregrino pur si passa e si dimentica gli diletti, ed inghiottisce l' ingiurie, e sempre continua le giornate sue per giungere avaccio al suo termine.

5.3.2 Fig. Fras. Compiere la propria giornata: esaurire il proprio cammino, toccare l'apice. || (Menichetti).

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 56.42, pag. 191: Dolze riviera gaia ed amorosa, / diletto sovra tut[t]e la sovrana, / porto di gioie e di valore orata, / d'adornamento e di grazze abondosa, / gentil terra sovr'ogne altra pisana, / ove lo pregio compie sua giornata...

5.3.3 Fig. Fras. Fare la propria giornata: cessare di fare qsa. || (Menichetti).

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 116.6, pag. 359: Certo io vi dico in pura veritate / ch'io feci impiutamente la 'mbasciata / la qual mi deste, e dissigli in bontate / di quella chesta de l'altra fïata. / Mostrò talento di vostra amistate, / ma di risponder fatt'ha sua giornata...

5.4 Fras. A buone giornate: a marce forzate.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 27, vol. 1, pag. 512.14: e cavalcando a buone giornate giunsono in Padova a dì III di novembre...

5.5 Fras. A / con grandi giornate: a grandi tappe, a marce forzate (gen. rif. allo spostamento più rapido del normale di un esercito).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 10, pag. 376.10: E poscia Cesare, il quale con grandi giornate per la provincia di Nerbona nascostamente era nell' oste tornato, il castello chiamato Cenapo intorno assediò...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 8 rubr., pag. 52.12: Egli, lasciato il comando dell'esercito a Tito Labieno, se ne venne a grandi giornate in Italia...

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 144.21: li rimanenti Catellina per li aspri monti a grande giornate nel campo di Pistoia menòe...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 23, vol. 1, pag. 447.27: sì si partì incontanente di Toscana, e a grandi giornate n'andò in Puglia...

[5] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 8, cap. 30, vol. 2, pag. 267.29: Egli si partì pieno di minaccie e d'ira, e tornossi all'oste a grandi giornate...

- Fig. Senza concedersi pause, in maniera febbrile.

[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 272.2, pag. 346: La vita fugge, et non s'arresta una hora, / et la morte vien dietro a gran giornate, / et le cose presenti et le passate / mi dànno guerra, et le future anchora...

5.5.1 A grandissime giornate.

[1] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 6, cap. 25, pag. 138.20: Nè Filippo, avvegna che a grandissime giornate andato fosse, acciò che oppressi non fossero gli Acarnani, poi più avanti passò.

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 17, pag. 315.25: lasciato L. Marcio a Tarragona, e Marco Silano alla nuova Cartagine, alla quale per terra da Tarracona a grandissime giornate era andato...

5.5.2 Con le maggiori giornate.

[1] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 1, pag. 285.16: Scipione incontro a lui M. Silano con diecimila pedoni e con cinquecento cavalieri mandò. Silano, quanto potè colle maggiori giornate, n' andò.

5.6 Fras. A piccole giornate: a marce leggere.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 102, vol. 3, pag. 517.7: In questa stanza il re del Garbo con sua oste a piccole giornate ne venne verso Tunisi.

6 Giorno della battaglia. Estens. Battaglia, scontro armato tra due schiere o due persone (anche fig.).

[1] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 88, pag. 153.33: da poi che fu quella bataglia, non fu persona che mai la vedese fare allegressa, ciò diceno bene quelli che inanti lei stanno, per cagione di quella mala giornata.

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 5, ott. 71.6, pag. 406: S' io questa donna non avessi amata, / com' io faceva, di tutto mio core, / questa battaglia non sarebbe stata; / ma per difendere il leale amore / che io porto ad Emilia, è incontrata / l' aspra giornata piena di dolore...

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 86, vol. 1, pag. 544.13: e invitarsi a llui de' migliori cavalieri del mondo d'arme per essere alla detta battaglia [[...]]. E partissi di Cicilia, e lasciòvi don Giacomo suo secondo figliuolo per re, e egli n'andò in Catalogna per essere a Bordello alla detta giornata.

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 97, pag. 383.32: - Se domane Tristano fae due battaglie, e l'una mi dia vinta e l'altra perduta, egli non mi saràe onore; imperò che lo re Amoroldo diràe che quella giornata sia stata comunale a vincita e a perdita - .

[5] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 20, vol. 2, pag. 159.1: Avendo l'altra parte della compagna ch'era in Vercelli sentito il pericolo de' loro compagni, mandarono ad avisarli della giornata che verrebbono col loro sforzo per levarli di là...

[6] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 29, pag. 107.9: Cristo vi guardi e vi dia lume e fortezza, acciò che possiate compire la presa giornata. Carissima, combattete forte... || In margine al ms.: «battaglia spirituale».

- Fras. Fallire la giornata: non presentarsi ad una battaglia o ad uno scontro stabilito precedentemente. || Att. solo in Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.).

[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 87 rubr., vol. 1, pag. 545.3: Come lo re Piero d'Araona fallì la giornata promessa a Bordello, onde per lo papa fu scomunicato e privato.

[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 72, vol. 3, pag. 157.24: venne a Colonia, che vi dovea esere il re d'Inghilterra, il quale per molto affare dell'isola e per la guerra ch'avea di Guascogna fallì la giornata.

7 Partizione interna del Decameron comprendente le novelle riportate dai personaggi nell'arco di un giorno e il racconto della loro occasione narrativa.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, introduzione, pag. 7.1: Comincia la prima giornata del Decameron, nella quale, dopo la dimostrazione fatta dall'autore per che cagione avvenisse di doversi quelle persone, che appresso si mostrano, ragunare a ragionare insieme, sotto il reggimento di Pampinea si ragiona di quello che più aggrada a ciascheduno.

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, introduzione, pag. 71.1: Finisce la prima giornata del Decameron: e incomincia la seconda, nella quale, sotto il reggimento di Filomena, si ragiona di chi, da diverse cose infestato, sia oltre alla sua speranza riuscito a lieto fine.

[u.r. 26.03.2024]