IMAGE s.f./s.m.

0.1 image, inmage, mage, magi, magij.

0.2 Fr. image.

0.3 Contempl. morte, 1265 (crem.>sen.): 2.

0.4 In testi tosc.: Fiore, XIII u.q. (fior.).

In testi sett.: Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

0.5 Si registrano qui anche le forme aferetiche (mage, magi).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 L'apparenza esteriore di qsa o qno (in quanto percepibile dalla vista, in quanto frutto di una rappresentazione mentale). 1.1 L'apparenza di qno o qsa in partic. quando si produca per riflessione. 1.2 [In contesto relig., con rif. al rapporto di affinità che lega a Dio le sue creature]. 1.3 Ciò che è percepibile, esperibile o rappresentabile (di un concetto astratto, di una qualità). 2 Figura artificialmente creata su un supporto fisico (tipicamente scolpita o dipinta). Specif. Icona. 2.1 Fig. Figura simbolica.

0.8 Elisa Guadagnini 14.12.2011.

1 L'apparenza esteriore di qsa o qno (in quanto percepibile dalla vista, in quanto frutto di una rappresentazione mentale).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 13.2, vol. 3, pag. 205: Imagini, chi bene intender cupe / quel ch'i' or vidi - e ritegna l'image, / mentre ch'io dico, come ferma rupe...

[2] Tommaso di Giunta, Conc. Am., XIV pm. (tosc.), son. 15.7, pag. 56: Donna dell'amicitia néd ancella / esser non vuole a tucto suo podere, / sì che tuo mage mecte al non-calere / come la nebbia scura chiara stella.

[3] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 13, 1-21, pag. 388.2: e ritenga; cioè lo lettore, l'image; cioè l'imaginazione, ch'elli arà fatto ne la sua fantasia al modo ch'io l'insegnerò...

1.1 L'apparenza di qno o qsa in partic. quando si produca per riflessione.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 25.26, vol. 2, pag. 427: se pensassi come, al vostro guizzo, / guizza dentro a lo specchio vostra image, / ciò che par duro ti parrebbe vizzo.

1.2 [In contesto relig., con rif. al rapporto di affinità che lega a Dio le sue creature].

[1] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De amare Dio, vol. 1, pag. 130.33: E quando no à inter ello [[scil. lo Spirito Sancto]] e Deo so no una volu(n)tae mesma, e lantor à yllo lo soa somegiança e inmage.

1.3 Ciò che è percepibile, esperibile o rappresentabile (di un concetto astratto, di una qualità).

[1] ? Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 213.14, pag. 274: Gratie ch'a pochi il ciel largo destina: / rara vertù, non già d'umana gente, / sotto biondi capei canuta mente, / e 'n humil donna alta beltà divina; / leggiadria singulare et pellegrina, / e 'l cantar che ne l'anima si sente, / l'andar celeste, e 'l vago spirto ardente, / ch'ogni dur rompe et ogni altezza inchina; / et que' belli occhi che i cor' fanno smalti, / possenti a rischiarar abisso et notti, / et tôrre l'alme a' corpi, et darle altrui; / col dir pien d'intellecti dolci et alti, / coi sospiri soave-mente rotti: / da questi magi transformato fui. || Cfr. contra Ponchiroli: «incantatori»; Santagata: «maghi incantatori».

2 Figura artificialmente creata su un supporto fisico (tipicamente scolpita o dipinta). Specif. Icona.

[1] Contempl. morte, 1265 (crem.>sen.), 484, pag. 88: Ov'ài <tu> le torri et <l>i gran palaçi / E ll'oro he li ricchi magij, / Belli vase<ll>i d'oro e d'ariento...

[2] Fiore, XIII u.q. (fior.), 223.9, pag. 448: In su' pilastri una image avea asisa; / D'argento fin sembiava, sì lucea...

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 12, par. 38, comp. 70a.2, pag. 170: Io vidi già donne de' Thesaloni, / caste, prudente e simile agli magi [[ed.: Magi]] / nele lor viste, e sciender da propagi / ne l'alto poste. || Che si tratti di mage s.m. (o, se si scioglie «agl'imagi», di image s.m.) è garantito dal prosieguo del dettato, par. 41: «Quivi se pone la forma delo sopraditto soneto, remanendo sdruçolo duodenario: Io vidi già donne de Thesalonica, / caste, prudente e simile ale imagine / nele lor viste; e sciender da propagine / ne l'alto poste».

2.1 Fig. Figura simbolica.

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 206.2, pag. 136: Si come de Treviso el nome porta, / cusì fu edificato cum tri magi, / çoè Amor [[...]] e Pïetà, [[...]] po' Cortesia... || L'ed. non commenta. Cfr. contra Brugnolo, N. de' Rossi, p. 296, che s.v. magi glossa «numi tutelari»: Si intende qui che l'interpretatio nominis di "Treviso" coinvolga entrambi i membri, vale a dire "tre" e "viso", rimandando a tre immagini o figure simboliche.