TAGLIATURA s.f.

0.1 tagiature, taglatura, taglaturi, taglaura, tagliadura, tagliatura, tagliature, taiadura, taiatura, taiaùre, talgatura, talgiadura, talgiature, talgliatura, taliature, tallatura, talliatura.

0.2 Da tagliare.

0.3 Doc. pis., XII pm.: 1.

0.4 In testi tosc.: Doc. pis., XII pm.; a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.); Doc. prat., 1293-1306; Ottimo, Par., a. 1334 (fior.).

In testi sett.: Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. tagliatura di vene 1.1.

0.7 1 Atto o effetto del tagliare (un materiale, un tessuto, una parte del corpo umano); incisione. 1.1 [In partic.:] lo stesso che ferita (inferta da un taglio); [in contesto med.:] lesione (di un organo o di un tessuto). 1.2 Taglio chirurgico. 1.3 [Rif. alla vite:] potatura. 1.4 [Agr.] Tipo di innesto. 1.5 Estens. Pezzo (di cibo) tagliato. 2 Il punto o la superficie in cui è stato effettuato un taglio. 2.1 [Geom.] [In una circonferenza:] lo stesso che corda. 3 [Per errore di trad. o fraintendimento dell'originale].

0.8 Elena Artale 14.12.2011.

1 Atto o effetto del tagliare (un materiale, un tessuto, una parte del corpo umano); incisione.

[1] Doc. pis., XII pm., pag. 5.7: Ad Amico sol. v. Nelo lecio sol. x. Talliatura, dolatura e aducitura dr. xxi. Inn aguti dr. iii. Anrigo fece dare alo restaiolo sol. xx.

[2] Doc. prat., 1293-1306, pag. 220.10: Ancho demo, talgliatura e chuscitura XVJ sacha, s. V d. IIIJ.

[3] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 47, pag. 247.19: Costava questo uno sfolgore: veniano de la Grecia que' sassi, overo de la Sardigna quind'oltre, che costava cavatura quel sasso, e tagliatura, e recare, e rizzare, e quelle grandi cose.

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 134.23: Mirra è albero d'Arabia, d'altezza di V cubiti, simile a bianco spino, la cui goccia è verde ed amara; la goccia che da sè discorre, è migliore che quella, ch'esce per la tagliatura fatta nella scorza; e più vile è la calda e secca; quanto disolve, tanto consuma...

[5] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 13, pag. 90.15: trovaru lu corpu de killu infante tuctu corructu e plenu de vermi; lu corpu de lu episcupu trovaru soldu e friscu comu killu iornu avissi statu mortu, e la testa era cussì cuniunta cum lu corpu, ki nullu signo de tallatura che paria...

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 8, vol. 3, pag. 316.24: gli fece cavare la lingua infino allo strozzule e con essa inanzi in su una lancia per diligione mandandolo per la terra, e poi pintone fuori a' confini a Pesero, ove poco apresso per quella tagliatura della lingua morì.

[7] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 50r, pag. 132.31: Cesura re... incisura, taglatura lapidum vel aliarum rerum.

[8] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 160, pag. 390.14: Vanno nelle botteghe dove i panni sono, e truovanli assai male in ordine e alcuni ne truovano rotti; cominciano a dire: - Che diavolo è questo? queste sono state tagliature di coltellacci...

[9] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 13, pag. 174.19: trovàm la testa così unia a lo corpo como se mai non fuse stâ taglâ, sì che nixum segno g'era de taglaura...

1.1 [In partic.:] lo stesso che ferita (inferta da un taglio); [in contesto med.:] lesione (di un organo o di un tessuto).

[1] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 163, pag. 57.3: [II.] Confici in questo modo: le cose ke si possono pestare pesta, e l'olio sia posto sopra 'l fuoco, e quando bolle metti tutte l'altre cose a lento fuoco sempre mestando e quando sono strutte collale e tanto mesta ke sia rafreddo. Vale molto ad ogne taglatura.

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 82, pag. 399.19: ch'egli era sì temperato e ordinato ne la vita sua, che non potea infermare, né di fuori non potea avere impedimento di tagliatura o di percosse se non quelle che volle, ch'egli era Idio...

[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 184, pag. 188.29: E quando l[a] se pesta e mesease cum el miele, l[a] cura le taiaùre dei nervi, le torsiom e le contorsiom de quilli, absterçe le ulceratiom humide e le paiuole de la testa, e fa le altre operatiom dite.

[4] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 46, S. Gregorio, vol. 1, pag. 372.15: E con tanto distruggimento afflisse il corpo suo che, infermato lo stomaco, appena potea stare ritto; e patendo la tagliatura de' membri vitali, la quale i Greci chiamano sincopim, con ispesseggiante angoscie per diversi punti de l'ore s'appressimava a la morte. || Cfr. Legenda aurea, XLVI, 14: « et incisionem vitalium, quam Greci syncopim vocant...».

[5] Itinerarium volg., XIV sm. (tosc. occ.), cap. 23, pag. 157.32: Unde vengono li uomini e pigliano i fanciulli loro, e taglia·li alquanto nel braccio e pongono una di quelle pietre su quella tagliatura; e pongo[n]vi uno pogo d'una generazione di pesce ch'è in questa contrada, e incontenente quella fedita è sanata e solidata.

- Tagliatura di vene.

[6] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 191.19: In l'anno del Segnor CCCVII Florian imparà anni II. Questo ven dito che morisse per talgiadurade vene. Questo niente fe' che sia degno de memoria.

[7] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 84, S. Pietro ap., vol. 2, pag. 729.23: l'altro [[scil fratello]] fue Mela padre di Lucano poeta, il quale Lucano per tagliatura di vene, a comandamento di Nerone, si legge ch'elli morì.

- [Rif. ad animali].

[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 65, pag. 181.15: LXV. Alcuna fiata adeve' ch(e) nasce i(n) nellu palato dellu cavallu una infe(r)metate, ch(e) i(n)gualm(en)te se chiama palatina: appare alcuni sulci et nellu palatu dellu cavallu cavati et p(ro)fundi et sa(n)guine(n)ti et una talgatura manifesta, ch(e) adeve' p(er) llo manecare di la p(ro)benda ristiusa... || Cfr. Lorenzo Rusio, De cura equor., LXV: «et quaedam scissio, vel incisio, manifesta».

1.2 Taglio chirurgico.

[1] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 185, pag. 217.22: ma per ciò fu cognominato Cesare, per ciò che ad un de' suoi passati quello adivenne che molti credono che a lui adivenisse: e da quel cotale cognominato Cesare a cesura, cioè dalla tagliatura stata fatta della madre, quello lato de' Giuli, che di lui discesero, tutti furono cognominati Cesari.

- [Rif. alla circoncisione (di Cristo)].

[2] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 13, Circonc. G. Cristo, vol. 1, pag. 166.16: Ché secondamente che si taglia un membro, acciò che tutto il corpo sia sanato, così Cristo volle portare la tagliatura de la circuncisione, acciò che in questo modo fosse salvato tutto il corpo figurativo.

- [Rif. alla castrazione di animali].

[3] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 63, vol. 3, pag. 105.25: Castransi, secondo il modo di Palladio, in questa maniera, cioè: che poichè 'l vitello sarà legato e in terra gittato, i suo' granelli nella stretta pelle s'inchiudano [[...]]: e secondo questo modo, il taglio del ferro ardente si calca e aggrava al regolo, e con un colpo il lungo dolore, per beneficio della prestezza, s'abbrevia. Ed incotte le veni, e ristrette le pelli, la cicatrice nata in un certo modo con la medesima tagliatura, difende la piaga dal flusso del sangue.

1.2.1 [Med.] Lo stesso che cauterio.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 45: [10] Un(de), in deli pericul[i] ch(e) vè(n)gnano, è da seguire l'uzato deli medici, li quali quelli c'àno lieve malitìa lieveme(n)te curano, et quelli che àno li gravi morbi (et) infermità curano (con) cure periculose et co(n) tagliature.

[2] F Maestro Bartolomeo, Chirurgia di Ruggero da Parma volg., XIV (tosc.): Et p(er)ché al collo, alla cervice et al ghozo, che sono intreghati et pieni di nervi et di vene, non osiamo fare tagliature o incendimenti, p(er)ò soccorriamo con tale cura... || Artale-Panichella, p. 263.

- [Vet.] [Masc.].

[3] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 41, pag. 601.29: In pirzò ki, in kisti loki, è da timiri farinchi taglaturi oi cutturi in alcunu modu; ma, in li loki carnusi, cochi sicuramenti senza pagura; et inpirzò maiurmenti si pò curari lu cancru, e plui legiamenti e plui tostu in loki carnusi, e cun taglaturi e cun cocturi, ki cun li pulviri oi cun li dicti medicamenti.

[4] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 167, pag. 303.18: El canc(r)o ch(e) è i(n) de le locora carnose pose curar(e) più cetto co le tagliature et cotture ch(e) co le pulvi, (con)ciosciacosa ch(e) se possa ste(r)pare da fundo co le tagliature et co le cocture.

1.3 [Rif. alla vite:] potatura.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 6, pag. 15.3: Ogni tagliatura di sermenti si faccia sì, che non tocchi la gemma, sicchè non si spegna quella gocciola, che suole di lei uscire. Per conservare la saldezza e magrezza della vite, il potatore sotterri i sermenti più a terra.

[2] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 169, S. Jacopo int., vol. 3, pag. 1507.11: E sa' Jacopo gli rispuose: "Non hai tu veduto il pedalo de la vite? Ché quando si tagliano i sermenti, quel nodo che rimane, nel suo tempo, quando la terra comincia a riscaldare, ad ogne tagliatura rimette; con ciò dunque sia cosa che la vite si poti al suo tempo acciò che rimetta...

1.4 [Agr.] Tipo di innesto.

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 2, cap. 23, vol. 1, pag. 201.8: E incontanente, saldata la piaga, la parte di sopra producerà frutto emendato in sapore per cagione della digestion del sugo fatta nel nodo: e propriamente questo innestamento si chiama tagliatura ovvero tagliare, il quale non muta la pianta in altra spezie ovvero generazione, ma falla di salvatica in dimestica trasmutare.

[2] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 11, pag. 366.14: [13] Alchuni anche nella vite overo i· ramo di due anni o di più tenpo innestano il sorcolo lungo, un pocho del vecchio abbiente, e del troncho grossitudine abiente [o] ancora inniguali; e 'nsieme catuni giunti a schisa, overo, chome di sopra è detto, la tagliatura aparechiata, e per la leggie delle propagini servata. || Cfr. Cresc., Liber rur., IV, De insitione vitium: «vel supradicto modo insitione p(ar)ata (et) lege propaginu(m) observata».

1.5 Estens. Pezzo (di cibo) tagliato.

[1] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 19, pag. 34.24: prendi d'orpimento due denari peso bene minuto, e nove granella di pepe ancho bene menuto çoè bene pestati, e quella polvere meschia con lo pasto bene caldo; anco prendi tre tagiature di lardo, tali quali elli li possa travorre, e tocholas clamel...

2 Il punto o la superficie in cui è stato effettuato un taglio.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 11, ott. 24.3, pag. 611: Tagliato fuvvi l'audace abete, / e 'l pin similemente, che odore / dà dalle tagliature, com sapete...

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 41, pag. 131.11: Le viti che per lo troppo lagrimare perdono il frutto, dicono i Greci, che nello stipite si vuol fare un seno, cavando in lei, e lacerandola. E se questo non giova, vuolsi ricidere la sua grossa radice, e colla morchia cotta a mezzo e raffreddata si vuole la tagliatura inungere, e sotto gitterai aceto forte.

[3] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 754, pag. 148: Se tu voi coprare e fare / La proporcion de lo invischiare / Le tagliature della vite, / Quando tu l'ài insedita / Vischio libra una e tanta cira, / E olio onçe una la fa vera...

[4] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 2, pag. 108.42: E più, la figura di Tauro è di molto gran vertude e di grande força [[...]]. E figurarollo chome se fosse tagliato che avesse meno da la cinta in giuso. E questo fecero per che tutte le stelle sue sono da quella tagliatura in suso inverso il capo.

[5] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 361.2: Or nondimeno tutte ragione di gengiovi a volerli avere buoni, e quanto più sono grosse e grandi barbe tanto è più bello, e oltre a ciò vogliono essere netti di terra e con bella scorza piana piana e non crespa, e vogliono essere saldi e none intarlati, e quando lo tagli col coltello che 'l coltello v'entri agevolmente, e che dentro alla sua tagliatura sia bianco e non nera nè bruna.

[6] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 1, 4, pag. 14.19: E parlando elo così, s'adormençà; e, dormando, li aparete una clarissima dona, la qual levementre menava la sua man suso per la taiadura de la gamba, redugando lo pè ad essa.

[7] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 246, pag. 258.31: El fi cavò cercha la raìxe. In questa fossa fi metù de le foie su, possa fi forà e taià la radixe e el fusto in molti lugi. E da queste taiaùre esse una lagrema, la quale caçe suxo le foie.

2.1 [Geom.] [In una circonferenza:] lo stesso che corda.

[1] Paolo dell'Abbaco, Trattato, a. 1374 (fior.), 138, pag. 112.14: Ora tj voglo insegnare una simjglante ragione molto bella; e voglo dire chosj`. E' gl'è uno tondo a sesta che è per lo xuo diamjtro 10 braccia, e io vo' sapere lo diamjtro, e ttaglo a rritta linea, per lo traverso, sichome vedi disengnato qui di sotto, e ttruovo quella taglatura 9 braccia, adomando quanto sarae quella saetta di quella corda la quale àj fatto che ttj rimane a modo d'archo, vo' xapere quanto sarà a dentro per lo diamjtro. Fa' choxj` che ttu piglj la metà di tutto il diamjtro, cioè di 10 che è 5, e ora multjpricha 5 per se medeximo, fae 25; e ora pigla la metà di 9, cioè di quella taglatura, che è 4 1/2, e ora multjpricha 4 1/2 per xe medeximo, che fae 20 1/4, e ora traj 20 1/4 di 25, resta 4 3/4.

3 [Per errore di trad. o fraintendimento dell'originale].

[1] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 1, pag. 578.28: Di lu vermi volatili. Capitulu I. Aveni alcuni fiati ki pir la taglatura di lu vermi, ki aiu dictu, aveninu in lu corpu di lu cavallu multi cochi, zò è carbunchi diversi, e specialimenti in la testa di lu cavallu. || Cfr. Giordano Ruffo, De med. equor., 2: «Quandoque tamen accidit quod occasione vermis praedicti efficiuntur in corpore equi vulnera plurima et diversa».

[u.r. 22.12.2014]