0.1 lappole, lappule.
0.2 Da nappa (DEI s.v. lappole).
0.3 Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.): 1.
0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.).
N Att. nel corpus solo pis.
0.5 Solo plur.
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 [Anat.] Lo stesso che palpebra.
0.8 Elena Artale 23.12.2011.
1 [Anat.] Lo stesso che palpebra.
[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 19: isveglia l'amico tuo (et) no(n) lo lassare do(r)mire, (et) no(n) dormano le suoi lappule, escene come bellula di mano (et) come ucello d'aguaiti d'ucellatore.
[2] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 13, 67-78, pag. 309.17: Chè a tutti; cioè quelli peccatori, un fil di ferro il cillio fora: cillio propiamente si chiama quive dove sono le lappule, che quello dove sono li peli si chiama sopracillio
[3] F Maestro Bartolomeo, Chirurgia di Ruggero da Parma volg., XIV (tosc.): Gli occhi alcuna volta arrossischono, alcuna volta lagrimano; e peli fuor di natura sono nele lappule, li quali fan(n)o mordificatione negli occhi, et p(er) questo sono costrecti a lagrimare. || Artale-Panichella, p. 247.
- [Rif. alla balena].
[4] ? Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 31, 46-57, pag. 790.16: La balena è uno pesce grandissimo in mare e di grandissima forza [[...]]; e farebbe pericolare molti legni, se non che à sopra li occhi come falcie grandissime, appiccate l'una all'altra, digradando incominciando dal lato men grandi, e poi più infino al mezzo dell'occhio, sicché come cava lo capo, queste lappole caggiono in giù e non può vedere lume, e nell'acqua, sì che l'acqua le galleggia come uno tetto levatoio.
[u.r. 06.05.2014]