FORAME s.m.

0.1 forame, foramen, forami.

0.2 Lat. foramen (DEI s.v. forame).

0.3 Pamphilus volg., c. 1250 (venez.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.); Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.).

In testi sett.: Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

0.5 Locuz. e fras. bisogne di forame 1.5.2.

0.7 1 Spazio vuoto entro un corpo solido, aperto da una parte o che permette il passaggio da parte a parte; lo stesso che foro. 1.1 Cruna (di un ago). 1.2 Buco o strappo (delle vesti). 1.3 Apertura nella grata (della finestra). 1.4 Castone (di una gemma). 1.5 Orifizio del corpo (di un uomo, di un animale). 1.6 Fig. Via di passaggio o d'uscita. 2 Luogo cavo di forma tondeggiante. [Specif.:] spazio vuoto dentro il terreno, aperto da una parte (gen. che offre rifugio agli animali, tana, cunicolo). 2.1 [Con rif. alle api:] celletta. 2.2 Buca (dell'inferno dantesco). 2.3 Sommità, bocca (di un condotto sotterraneo, qui una cloaca). Estens. Cloaca. 3 Lesione cutanea (provocata da un trauma, specif. con un'arma da taglio, o di natura infiammatoria), ferita.

0.8 Rossella Mosti 11.01.2012.

1 Spazio vuoto entro un corpo solido, aperto da una parte o che permette il passaggio da parte a parte; lo stesso che foro.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 79.1: Mo' varda», dise la vetrana a Galatea, la qual ela avea soduta e menàa en casa soa, «el è uno omo lo qual ne varda per un forame!

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 4, pag. 151.9: E sopra la porta si dee il muro ordinare che di sopra si facciano forami, per li quali, gittata l'acqua, s'ammortifichi il fuoco.

[3] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 83, pag. 342.4: Mai poi da indi inançi non entrano per quello luogo dove sono istati posti li detti spiritelli, ançi fanno altrove altri forami unde elle possono entrare et uscire.

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 189.7: Fece una cassa con uno forame de sopre...

[5] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 68, Pentecoste, vol. 2, pag. 639.2: A nutricare i pippioni miei; "Ne' forami de la pietra"…

1.1 Cruna (di un ago).

[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 21, vol. 1, pag. 166.1: Anzi che più leggiermente passerebbe il camello per lo forame dell' ago, che non intrerebbe lo ricco in Cielo.

[2] Bibbia (09), XIV-XV (tosc.), Mt 19, vol. 9, pag. 110.18: [24] E ancora vi dico: più facile cosa è che il cammello passi per il forame dell'ago, che il ricco entri nel regno delli cieli.

1.2 Buco o strappo (delle vesti).

[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 18, S. Macario, vol. 1, pag. 200.16: e aveva uno vestimento di panno lino tutto stracciato e foracchiato, e per li forami pendevano ampolle…

1.3 Apertura nella grata (della finestra).

[1] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 7, vol. 5, pag. 626.15: [6] Per che dalla fenestra della mia casa, per i forami, io vidi uno giovane. || Cfr. Pr 7, 6: «de fenestra enim domus meae per cancellos prospexi».

1.4 Castone (di una gemma).

[1] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Ez 28, vol. 7, pag. 500.10: [13] E fusti nelle dilettanze del paradiso di Dio; ogni pietra preziosa era tuo coprimento, cioè sardio, topazio, iaspide, crisolito, onice, berillo, saffiro, carboncolo e smaragdo, e oro l'operazione della tua bellezza; e li tuoi forami sono apparecchiati nel dì che tu se' composta.

1.5 Orifizio del corpo (di un uomo, di un animale).

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 5, pag. 93.10: La bocca e 'l naso non sono principali membra del corpo, sono forami necessarii a servire le due membra principali: la bocca serve a lo stomaco e 'l naso al cerebro…

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 27, pag. 459.2: Uno solo forame era in questo bue, che corrispondea per tutto il ventre, e uscìa per la bocca.

1.5.1 Orbita (dell'occhio).

[1] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 71, col. 1.9: et fa' un colorio di fieli di capretti e di fieli di grua e poni di questo dentro nelli occhi, e sì ssi chostringa l'occhio, cioè il forame della uvea delle cose che riduce la complesione dello occhio ecc..

[2] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), Zc 14, vol. 8, pag. 362.14: [12] e la carne di chiunque istarà sopra li suoi piedi, languirà; e li suoi occhi diventeranno mucidi nelli suoi forami, e la loro lingua ammutolirà nella loro bocca.

1.5.2 Estens. [Per errore di trad. del fr. forainnes:] corpo. Fras. Bisogne di forame: faccende terrene.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 39.5: e tutti quelli che 'l mondo amano troppo c'hanno i cuori allacciati nelle reti del diavolo, come disse Iob, cioè ne' piati, e nelle questioni, e nelle bisogne di forame, che in lor cuore elli non possono entrare, nè lor vita ordinare, niuno pensa, nè studia. || Cfr. Somme, p. 265 (cap. 55, par. 91): «es quereles et es besoignes forainnes».

1.6 Fig. Via di passaggio o d'uscita.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 167, pag. 106: Le doie e li tormenti e mort e sedhe e fame, / Tut queste coss avemo per lo peccao de Adame: / La nostra vita fragele orzem per quel forame / Ke plaza a De, ke certo de nu firá levame.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 27.13, vol. 1, pag. 454: così, per non aver via né forame / dal principio nel foco, in suo linguaggio / si convertïan le parole grame.

[3] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 27, pag. 402.26: [13-15] / Qui dice D. che, non avendo le parole via né forame, idest pertuso da uscire, se convertian a modo del boe suprascripto.

2 Luogo cavo di forma tondeggiante. [Specif.:] spazio vuoto dentro il terreno, aperto da una parte (gen. che offre rifugio agli animali, tana, cunicolo).

[1] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 35, pag. 202.15: e se alcuna volta in alcun forame lo serpente fuggisse inanzi che fosse segnato, fa lo segno della croce alla bocca del forame, ed incontanente lo serpente se ne trae morto.

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 37, pag. 43.19: E se vuoli spegnere le formiche, tolli origano, e solfo, e pestali insieme, e gitta sul forame delle formiche.

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 37, pag. 43.30: E alcuni chiudono i forami de' topi con foglie d'ebbio…

[5] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 35, pag. 209.6: E se lo serpente fucise alcuna volta in alcun foramen avanti ch' elo fose segnao de la croxe, fa lo segno de la croxe a lo forame e incontenente lo serpente se ne trà morto.

2.1 [Con rif. alle api:] celletta.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 7, cap. 7, pag. 207.17: In prima, se elle son piene, udiamo sottil mormorio dell'api; perocchè i forami voti de'fiari rendono il mormorio dell'api rimbombevole, e grosso.

2.2 Buca (dell'inferno dantesco).

[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 19, 10-30, pag. 474, col. 2.2: Non mi parean ... Vole exemplificare li forami là dov'erano li peccaduri piantadi, e dize che sono tutti a simele a quilli ch'èno in la pilla del baptesimo de San Zovanne da Fiorenza, in li quai sta 'l prete che baptiza.

2.3 Sommità, bocca (di un condotto sotterraneo, qui una cloaca). Estens. Cloaca.

[1] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 40, par. 7, vol. 2, pag. 380.33: glie dicte privagie overo forame e fenestre, chiocane e entercaselle fare remurare e rechiudere sì e en tal modo ke de lì maie non esca overo mectase sucçura, acqua overo putredine...

[2] Gl Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 44, par. 2, vol. 2, pag. 387.12: Statuimo ancoraké per glie presente segnore priore de l'arte s'aleggano doie buone e experte soprestante, glie quaglie aconcieno e aconciare facciano la chiocana e 'l forame overo la bocca de la chiocana de pieie de la piacça...

3 Lesione cutanea (provocata da un trauma, specif. con un'arma da taglio, o di natura infiammatoria), ferita.

[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 28, 22-27, pag. 665, col. 2.9: cussí vid'ello un forado per ogual forame dal mento fino a le nadeghe infra le gambe pendea l'interiori.

[2] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 179, pag. 364.28: Ed egli disse a loro: Se io non veggio nelle mani sue i forami de' chiavelli, e metta il dito mio ne' luoghi de' chiavelli, e metta la mano mia nel lato suo, io non crederò.

[3] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 82, pag. 334.13: Però che nel sangue l' uomo vede Idio umiliato a sé, prendendo la nostra umanità, la quale umanità è uperta e confitta e chiavellata in croce, sì che per li forami del corpo di Cristo crocifisso esce e versa il sangue…

[4] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 141, pag. 278.22: Ma se per lle d(ic)te cose se n(on) pò strengne(re) et d(e)seccare li humu(r)i, ca se d(e)scengnesse a le ga(m)me, facente forame voi plaghe, così como piccole vescich(e) inco(n)tene(n)te c'unu fe(r)ro rotundo i(n) capo se coca q(ue)lle plaghe voi vessich(e) a ffondo...

[5] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 143, pag. 280.22: la q(ua)le fa(r)cina la chiama v(er)me, p(er)ciò cch(e) puturoso humore et sup(er)fla fa i(n) de la ca(r)ne forami acuti como fa e(n) t(er)ra lu v(er)me te(r)renu...