VOLGARE agg./s.m.

0.1 volgar, volgara, volgare, volgari, volgaro, volghare, vorgà , vulgar, vulgara, vulgare, vulgari, vulgaro, vulgaru, vvolgar.

0.2 Lat. vulgaris (DELI 2 s.v. volgo).

0.3 Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.): 3.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Stat. sen., 1305; Doc. prat., 1293-1306; Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); a Stat. lucch., 1376.

In testi sett.: Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Cronaca di Venezia, 1350-61 (venez.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.); Stat. castell., XIV pm; Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. con nuovi volgari 3.2.2; esposizione volgare 2; femmina volgare 1.2; idioma volgare 2; in volgare 3.2; libertina volgare 1.2; lingua volgare 2; locuzione volgare 2; mettere in volgare 3; modo volgare 2; motto volgare 1.2.3; parlare volgare 2; per piano volgare 3.2.1; per volgare 1.2.2; poesia volgare 2; porre in volgare 3; proverbio dei volgari 1.1.1; proverbio volgare 1.2.3; recare in sermone volgare 2; recare in volgare 3; ridurre in volgare 3; ritrarre in volgare 3; scrittura volgare 2; sermone volgare 2; tradurre in volgare 3; trasformare in volgare 3; traslatare in volgare 3; trasmutare in volgare 3; volgare castellano 3.1; volgare di sì 3.1.3; volgare fiorentino 3.1; volgare francesco 3.1; volgare italico 3.1; volgare latino 3.1.2; volgare lucchese 3.1; volgare materno 3.1.4; volgare messinese 3.1; volgare toscano 3.1.

0.7 1 Che fa parte della massa delle persone; che non se ne distingue per le proprie qualità. 1.1 Proprio della gran massa delle persone; condiviso dai più; di qualità o d'uso normale. 1.2 Accessibile o disponibile a tutti, pubblico. 1.3 Che appartiene al popolo (in opp. alla classe sociale superiore). 2 [Detto della lingua:] del popolo, della gente comune. Lingua, idioma, locuzione, parlare, esposizione, modo, poesia, sermone, scrittura volgare; recare in sermone volgare. 2.1 Che appartiene alla lingua popolare. 2.2 Che si esprime o scrive in lingua popolare; espresso o scritto nella lingua popolare. 2.3 [Con valore avv.:] in lingua popolare. 3 Sost. Lingua popolare, dell'uso (primariamente in opp. al latino). Mettere, porre, recare, ridurre, ritrarre, tradurre, trasformare, traslatare, trasmutare in volgare. 3.1 Volgare castellano, fiorentino, francesco, italico, lucchese, messinese, toscano. 3.2 In volgare: in parole correnti. 3.3 [Rif. a espressioni sentenziose o proverbiali]. 3.4 Opera scritta in lingua popolare (anziché in latino). 3.5 Plur. Parole che si dicono, discorsi che si fanno. 4 [Per errore di trad., o da testo corrotto].

0.8 Pietro G. Beltrami 19.01.2012.

1 Che fa parte della massa delle persone; che non se ne distingue per le proprie qualità.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 41, pag. 137.6: perciò che disse Seneca: che errano coloro che credono, che la ventura non dà alcun bene o alcun male. E di questa intendono gli uomini volgari.

[2] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 10, pag. 112.11: E non è pietade quella che crede la volgare gente, cioè dolersi dell'altrui male...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 2.105, vol. 1, pag. 33: Beatrice, loda di Dio vera, / ché non soccorri quei che t'amò tanto, / ch'uscì per te de la volgare schiera? || Interpretabile anche come 'la schiera di coloro che scrivono in volgare'.

[4] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, 5.31, pag. 159: La volgar gente nel vero non sicura, / Si maraviglia di ciò che di raro / E subitanamente fa natura.

[5] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 24.1: Egli, costumato, quante volte la volgar turba gli rincresceva, di ritrarsi in alcuna solitaria parte...

1.1 Proprio della gran massa delle persone; condiviso dai più; di qualità o d'uso normale.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 201, vol. 1, pag. 477.14: se per volgareoppinione, o vero fama dicesse alcuno di coloro essere, o vero essere essuto podestà...

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 441.19: 103. Quai Barbare ec. Questo dice in infamia e vituperio delle dette donne; dicendo, che il primo atto e il più popolesco e volgare della onestade della femina, è il tenere coperte quelle membra, che la natura richiede che sieno chiuse...

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 12, vol. 2, pag. 229.10: 12. Eciandeu segundu si ricunta non fu vulgara morti quilla di Homeru, lu quali standu ad una ysula, però que issu non puttia solgiri una questiuni la quali li fichiru certi piscaturi, cridisi que issu muriu di duluri.

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 12, pag. 665.2: Dicesi altressìe, che la cagione de la morte di Omero non fue vulgare, il quale in una isola, perchè solvere non poteo una quistione a lui proposta da pescatori, credesi che per dolore sia morto.

[5] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 41.36, pag. 178: Dopo essa, attenta al suon similemente, / veniva quella Lia che trasse Ameto / dal volgar uso dell'umana gente...

[6] Stat. fior., 1356/57 (Lancia, Ordinamenti), cap. 22, pag. 194.14: et allora non possa la bara avere alcuno fornimento alixisato e maximamente drappo d'oro, sciamito o drappelloni, ma solamente guernimenti volgari e che comunemente sono avuti in tutti coloro che si soppelliscono nella [cittade] di Firenze, cioè una coltra, uno materasso, uno guanciale.

[7] Boccaccio, Trattatello (Chig.), 1359/62, pag. 134.10: e questo non in volgar forma o usitata, come dicemmo, ma con artificiosa e esquisita di modi e di vocaboli, convenne che si facesse.

[8] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV, 1, pag. 272.11: Di che egli pare, oltre all'amorosamente aver peccato, che tu, più la volgareopinione che la verità seguitando, con più amaritudine mi riprenda...

[9] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 7, pag. 98.11: A la fine la vulgarefama, che sparge puro nante la novella, foy portata a l'aurechy de la regina Helena de la venuta de Paris...

[10] F S. Agostino volg., XIV (tosc.), L. 17, cap. 14: Ed era David dotto nelli cantici, il quale amò l'armonia musica non per vulgare diletto, ma per fedele volontà... || Gigli, Della città di Dio, vol. VII, p. 72.

1.1.1 Sost. Plur. I più, la gente comune. || L'allusione alla lingua, per cui cfr. 2, è implicita nell'idea che la gente comune non sia istruita.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 10, pag. 113.6: E non siano li miseri volgari anche di questo vocabulo ingannati, che credono che cortesia non sia altro che larghezza...

[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 7, pag. 188.11: Il quale fu mal consiglio per loro, secondo i volgari; perchè gran danno venne sopra loro e le lor case, di fuoco e d'altre cose, come innanzi si dirà.

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), Prologo, pag. 5.17: el quale [[libro]], io [[...]] ho redutto di gramatica in volgare, a utolitade de' volgari che sanza lettera hanno intrinseco abito virtuoso.

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 1.72, pag. 339: «Guarda ne la fronte quelle / le quai da' savi Pliade son dette / e che i volgari chiaman Gallinelle.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 9, pag. 155.11: - Suolsi tra' volgari spesse volte dire un cotal proverbio: che lo 'ngannatore rimane a piè dello 'ngannato...

- Proverbio dei volgari. || Cfr. 3.3.

[6] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 16, pag. 77.24: Perçò lo comun proverbio d'i volgar se dixe: «L'ovra loa 'l maistre».

1.1.2 Sost. Condizione e qualità della gente comune.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 27, pag. 393.25: E posponendo dall'una delle parti molti cercatori di tale amore, de' quali alcuno di ricchezze avanza Mida, altri di bellezza trapassa Ansalon, e tali di gentilezza, secondo il corrotto volgare, più che altri sono splendenti, ho scelti tre...

1.1.2.1 Della gente.

[1] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 2, pag. 122.23: Questo intendi che D. amò tanto questo studio de teologia, quando esso fo iovene, che esso lassò ogni vulgare consortio, e tuto 'l dì e la nocte studiava.

1.1.3 Corrispondente alla normalità.

[1] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. V [Phars., V, 141-236], pag. 82.12: E quando da la sagrata luce per la quale vide i fati ella fu recata allo sprendore volgare, le tenebre vennoro in lei...

1.2 Accessibile o disponibile a tutti, pubblico.

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. I, pag. 230.2: In questo luogo domanderai cominciamento di compagnevole parlare, e paroli volgari e comuni muovano le prime boci. || Cfr. Ov., Ars. am., I, 143-4: «Hic tibi quaeratur socii sermonis origo, / Et moveant primos publica verba sonos».

[2] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 447.14: Oh quanti uomini recò ad morte l'andare e llo redire [e] lo facile discurrimento ch'essi fa a luoghi vulgari!

- Femmina, libertina volgare.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 3, vol. 2, pag. 75.17: 15. Nì altramenti sentiu Quintu Antistiu lu vechu, cachandu da sì sua mulyeri. Ca issu l'avia vista parlandu secretamenti a lu publicu con una libertina vulgara. || Cfr. Val. Max., VI, 3, 11: «quod illam in publico cum quadam libertina uulgari secreto loquentem uiderat».

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 3, pag. 495.10: Però ch'elli li chiese, che anzi ch'elli andasse a quella ch'elli amava, ch'elli usasse con una femina volgare, et il cui usare fosse licito. || Cfr. Val. Max., VII, 3, 10: «petiit enim ut prius quam ad eam, quam diligebat, iret uulgari et permissa uenere uteretur».

1.2.1 Noto a tutti, divulgato.

[1] Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.), ch. 73, pag. 857.12: Provato è per quattro asempri che per nuovo amore il vec[c]hio si parte e questa è materia grossa e volgare, però più con esempri che con sottili ragioni si sforza il poeta di mostrarlo...

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 215.25: Poichè 'l superbo Ilion fu combusto. E per sè ad ogni uomo è assai nota questa istoria; sì è volgare.

1.2.2 Locuz. avv. Per volgare: generalmente, presso tutti.

[1] A. Pucci, Novello serm., p. 1333 (fior.), 11, pag. 16: Ché voi sapete che di qua da mare / non si poteva una città trovare / che fra la gente avesse per volgare / maggior nomanza...

1.2.3 Motto volgare: espressione sentenziosa o proverbio. || Rif. al tempo stesso alla lingua e alla divulgazione. Cfr. 3.3.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 31, pag. 549.21: 61. Nuovo augelletto ec. Questo motto volgare, lo quale introduce l'Autore, è assai chiaro; quasi dica Beatrice: tu eri di tanta conoscenza, che indarno ti dovea essere mostrato l'esca mortale, la quale tu cognoscevi.

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 10, pag. 255.4: Poi l'una all'altra per la città ridicendolo, vi ridussono in volgar motto che il più piacevol servigio che a Dio si facesse era rimettere il diavolo in inferno...

- Proverbio volgare.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 48, pag. 430.26: Appresso ne dice un volgare proverbio: «Egli è meglio ben desiare che mal tenere».

[4] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 3, ch., pag. 216.24: ed è uno proverbio volgare, che quando la nebbia discende in giù e càggionne alquante gocciole d'acqua, che alotta significa serenità...

[5] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 441-50, pag. 121.3: né è per ciò esento, come egli stesso si crede, dal volgar proverbio il quale usate, dicendo: «Quale asino dà in parete, cotal riceve».

1.3 Che appartiene al popolo (in opp. alla classe sociale superiore).

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 10 argomento, pag. 317.7: nella quale battaglia il re Turno uccise Pallante figliuolo del re Evandro, e molti signori vi furo morti, e gente vulgare...

[2] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 5, parr. 2-7, pag. 134.5: Onde, li marigali se debbonno compillare con parole vulgare e grosse ma lo sòno, osia lo canto, deli dicti marigali, secondo l'uso moderno, dée essere belletissimo.

1.3.1 [Con connotazione neg.:] di qualità, valore, livello degni del basso popolo.

[1] Sette arti liberali di Seneca volg., a. 1325? (fior.), pag. XXIX.23: Disse Possidonio, che quattro maniere d'arti sono; arti volgari, e vili; arti di giuochi, e di trastulli; arti fanciullesche; e l'arti liberali. Le volgari sono quelle degli artefici, che stanno nelle mani, e sono ordinate a fornire la vita, nelle quali non è alcuno rappresentamento di bellezza, nè d'onore, nè d'onestade.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 5, pag. 67.8: Non bastava a costui fare de' fatti contra li amici del Marchese, ma continovo usava villanie vulgari di lui...

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 15, pag. 142.6: Adunque, se io giovinetto contra così generale cosa non ho potuto resistere, certo non ne sono io sì gravosamente da riprendere, come voi fate, ma emmi da rimettere, pensando che il mio spirito è stato sì volgare, che per rigidezza non ha rifiutato quello che ciascuno altro gentile ha sostenuto.

2 [Detto della lingua:] del popolo, della gente comune. Lingua, idioma, locuzione, parlare, esposizione, modo, poesia, sermone, scrittura volgare; recare in sermone volgare. || Per latino volgare v. 3.1.2 volgare latino.

[1] Sommetta (ed. Hijmans-Tromp), 1284-87 (fior.>tosc. occ.), pag. 202.1: ad utilità de' non litterati alcuna sommetta ordinerò in volgare modo ad amaestramento di ben saper componere volgarmente lettere...

[2] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 25 parr. 1-10, pag. 112.10: anticamente non erano dicitori d'amore in lingua volgare, anzi erano dicitori d'amore certi poete in lingua latina...

[3] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 242.6, pag. 270: E «mor» si pone morte a difinire: / lo nome en volgara locuzione / è con una «te»; l'«a» ven da lang[u]ire, / e 'n latin si scrive entergezione.

[4] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 585, vol. 1, pag. 364.26: una petitione [[...]] la quale cotale è, cioè in sermone volgare: A voi, signori Nove governatori et difenditori del comune et del popolo di Siena...

[5] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), Prologo, pag. 166.20: Il quale libro [[...]] io poscia, ad istanzia di te, non molto lievemente, di grammatica in lingua volgare traslatai.

[6] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 12, 28-45, pag. 336, col. 1.3: Spesso movíensi sotto i miei piedi. Altro non vole dire se no che n'andò col corpo: e questa si è alegoría: ch'el face poesi in lingua vulgare.

[7] Stat. sen., c. 1331, cap. 51, pag. 51.18: Anco è statuto et ordinato, che 'n fine d'ogne sei mesi si debbano leggere overo fare leggere tutti Statuti et Ordinamenti e Provisioni de la detta Casa nel Capitolo de la detta Casa, dinanzi a' frati e 'l Rettore de la detta Casa, distintamente et ordinatamente et in parlare volgare...

[8] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 175.19: 25. La tua loquela ec. Secondo la parola del Guagnelo quivi: nam loquela tua manifestum te facit; ma qui parla [de]ll'idioma volgar fiorentino...

[9] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 18, proemio, pag. 327.16: Roffiano in lingua volgare si è una vile cosa, e abietta, e dispetta persona...

[10] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 24, pag. 449.16: 34. Ma come fa ec. Per una sua comperazione mostra l'affezione, che avea a Bonagiunta, più che agli altri, però che ssi dilettòe in una medesima poesia vulgare.

[11] Stat. fior., 1334, L. I, cap. 39, pag. 220.13: Acciò che ne' piati a modo mercatantile brevemente si proceda, proveduto e ordinato è [[...]] che le petizione e tutto il processo si scriva e faccia in volgaresermone...

[12] Stat. fior., 1334, L. III, cap. 37, pag. 367.8: E recato il detto Statuto in volgare sermone per li detti officiali, come detto è, abbia e avere debbia il detto Statuto intelletto mercatantile...

[13] Stat. sen., 1343 (2), L. 4, pag. 159.34: Lette en volgaresermone et exposte fuorono le provisioni e gli ordinamenti predetti per me Mino da quinci adrietro di Sozzo Luttieri notaio enfrascritto...

[14] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 11.28: Per costui la chiarezza del fiorentino idioma è dimostrata; per costui ogni bellezza di volgarparlare sotto debiti numeri è regolata...

[15] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), Prologo, pag. 6.16: Provocòmmi l'affettuoso priego di molte persone spirituali e divote, che mi pregorono che queste cose della vera penitenzia [[...]] le riducessi a certo ordine per iscrittura volgare, sì come nella nostra fiorentina lingua volgarmente l'avea predicate.

[16] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), Prologo, pag. 3.9: ego, frater Simon de Lentino [[...]] mi misi in cori incominczari la 'Conquesta di Sichilia fatta per li Normandi', la quali era in gramatica obscura et grossa et mali si potia intendiri. Secundu lu meu pocu sapiri la volsi translatari in nostra lingua vulgari...

[17] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 21, par. 5, vol. 2, pag. 75.15: tamen kistu titulu dichi: «In finem psalmo David», et veni a diri, sicundu exposicioni vulgara pura: kistu salmu fichi David a cantari ad alta vuchi quantu si poti.

2.1 Che appartiene alla lingua popolare.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 12 parr. 1-9, pag. 43.10: E quelli mi dicea in parole volgari: «Non dimandare più che utile ti sia».

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 76, pag. 369.4: Mansuetudine non è nome volgare, ma litterale, e questo nome non si trova volgare in queste parti.

2.2 Che si esprime o scrive in lingua popolare; espresso o scritto nella lingua popolare.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 25 parr. 1-10, pag. 113.2: avvegna forse che tra altra gente addivenisse, e addivegna ancora, sì come in Grecia, non volgari ma litterati poete queste cose trattavano.

[2] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 8, pag. 30.17: Quando è mostrato per le sufficienti ragioni come per cessare disconvenevoli disordinamenti converrebbe, [alle] nominate canzoni aprire e mostrare, comento volgare e non latino, mostrare intendo come ancora pronta liberalitate mi fece questo eleggere e l'altro lasciare.

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), vol. 1, pag. 3.15: che li detti camarlèngo et IIIJ proveditori sieno tenuti fare volgarizare et scrivere uno constoduto volgare, et che esso constoduto debia stare legato ne la Biccherna...

[4] Stat. sen., 1343 (2), L. 1, pag. 92.40: Et quando sta al bancho sempre sopra esso tengha lo statuto volgare, al quale bancho de la corte sempre stare debba et sedere mentre che per li detti consoli la corte si terrà.

2.3 [Con valore avv.:] in lingua popolare.

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 30 parr. 1-3, pag. 125.15: E simile intenzione so ch'ebbe questo mio primo amico a cui io ciò scrivo, cioè ch'io li scrivessi solamente volgare.

3 Sost. Lingua popolare, dell'uso (primariamente in opp. al latino). Mettere, porre, recare, ridurre, ritrarre, tradurre, trasformare, traslatare, trasmutare in volgare. || Oltre che al latino, il volgare può essere opposto ad altre lingue dotte, cfr. [5], [29]. Tradurre in volgare, prima della fine del Trecento, solo in un es. sospetto, cfr. [33].

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 6, pag. 560: Sì con' se trova scrito en Proverbi per letre, / Girard Pateg l'esplana e 'n volgar lo vol metre...

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 8.3: Qui comincia lo 'nsegnamento di rettorica, il quale è ritratto in volgare de' libri di Tulio e di molti filosofi.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 8.6: ché sanza fallo recato è in volgare il libro di Tulio e messo avanti in grossa lettera...

[4] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 406, pag. 41: Cum el vene in lo mundo, eo vel volio cuintare / Segondo lo vangelio e lo tracto in vulgare.

[5] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 4, pag. 190.2: Adonqua per magiure operazione e per magiure diversità de rascione deano èssare e·llo mondo diverse lingue e diverse operazioni de voci e de parlare per lèttara e per vulgare; e emperciò trovamo lettera greca e lèttara latina e lèttara ebraica e molte altre; e de le genti avere vulgare e parlare che non entende l'uno l'altro, come so' Greci, e Ermini, e Tedeschi, e Latini, e Saracini e molti altri.

[6] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, incipit, pag. 1.3: Incominciasi lo libro primo di Paulo Orosio, raccontatore di Storie, translatato della grammatica in volgare per Bono Giamboni, giudice, ad istanza di messer Lamberto degli Abati di Firenze...

[7] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 3, pag. 5.23: Della dottrina e delli amaestramenti che in sul favellare sono dati da' savi vogliendo certi utili e belli fiori recare in volgare...

[8] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 72, pag. 83.6: Non sono sì matto che bene non conosca che cose io imprese di voler fare, quando le boci che diversamente si voglion dire in sul profferere, e anche i movimenti del corpo che diversamente si voglion fare, mi penai di dire a parole e ritrarre in volgare.

[9] Fiore di rett., red. gamma, a. 1292 (tosc.), cap. 58, pag. 143.14: E perché dire come si vogliono trovare i detti luoghi [[...]] è materia di tanta sottigliezza che traslatare in volgare non si potrebe che se n'avesse per li laice perfetto intendimento, sì mi tacerò in traslatare più di questa materia.

[10] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 25 parr. 1-10, pag. 113.4: chè dire per rima in volgare tanto è quanto dire per versi in latino, secondo alcuna proporzione.

[11] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 1, pag. 50.12: E de questa opinione fue el maestro ke fece el libro el quale presi ad esponere in vulgare...

[12] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 19, pag. 563: Per loro amore fácçonde in vulgare lo decto, / che cascheduno áyande plenario intellecto...

[13] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.115, pag. 387: Se buon pregio vole aver Notaro [[...]] Saver dittare / E buon volgare, / Leger, volgarizar, grande i' dan pregio...

[14] Stat. sen., 1305, cap. 61, pag. 85.9: Anco stanziamo e voleno fermando, che tutti li sopradetti Ordinamenti e Statuti e Constituzioni e Provisioni debbiano èssare scritte in uno libro di carte di capretto, o vero di pecora, per gramatica; e in uno altro libro de semelliante carte debbia èssare scritto per volgare.

[15] Doc. prat., 1293-1306, pag. 219.8: Ancho demo a Iachopo Pangnati, p(er) iscrivere lo libro memoriale delgli afitti i(n) volghare, s. X dr. VIIJ.

[16] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 10, pag. 43.3: Onde, pensando che lo desiderio d'intendere queste canzoni [a] alcuno illitterato averebbe fatto lo comento latino transmutare in volgare...

[17] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 165.1: E perzò voluntera e con deletevol talent e' inclin l'anim mè a redur in plan volgar le scriture dey sant homeng e dey phylosoph...

[18] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 68.3, pag. 30: L'ottavo loco è termàs chiamato / secondo lo latin de li Romani, / e per volgare si è stufa appellato...

[19] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 134, vol. 1, pag. 126.32: Et che li signori camarlèngo et IIIJ proveditori del comune di Siena, sieno tenuti et debiano, sotto pena di X libre di denari per ciascuno di loro, fare scrivere, a l'expese del comune di Siena, uno statuto del comune, di nuovo in volgare di buona lettera grossa, bene legibile et bene formata, in buone carte pecorine...

[20] Stat. fior., 1310/13, cap. 83, pag. 55.31: Anch'è statuto e ordinato che ' rettori di questa arte siano tenuti e debiano fare asemplare questo statuto in volgare, sì che quelli che ignorano e non sanno gramatica possino tutti capitoli di questo constituto leggere e [int]endere per volgare.

[21] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 1, pag. 81.17: Et imperciò ch'altri die sempre inprendare e insegnare, mi voglio io tramettare d'una storia mettare in volgare, perciò ke coloro che gramatica non sanno ci si possano dilectare.

[22] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 9, 67-81, pag. 215, col. 2.17: S'eo m'entuassi come tu t'immii, eo non aspettaravi per mia cortisía toa dimanda. 'Intuare' si è verbo informativo, e descende da questo averbio; in vulgare 'meo' ch'è per littera 'eo', sí che 'immiare' tant'è a dire 'cum'un altro diventasse eo'.

[23] Stat. pis., 1330 (2), Esordio, pag. 443.3: Questo Breve del populo et delle Compagne del Comuno di Pisa fue translatato et assemprato di gramatica in volgaro del Breve del populo, al tempo delli infrascripti discreti et savi homini honorabili Ansiani del populo di Pisa.

[24] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), Prologo, pag. 5.16: spezialmente col pulito specchio del verace e sovran libro, che infra molti [[Boezio]] compuose, della Filosofica Consolazione; el quale, io [[...]] ho redutto di gramatica in volgare, a utolitade de' volgari che sanza lettera hanno intrinseco abito virtuoso.

[25] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 62, pag. 187.7: E cumplutu esti lu libru de sanctu Gregoriu lu quali si intitula 'Lib[ru] [de] lu diala[gu] de sanctu Gregoriu', lu quali si esti traslatatu da gra[m]at[ica] in vulgaru pir Frati Iohanni Campulu de Missina...

[26] Simintendi, a. 1333 (prat.), incipit, vol. 1, pag. 3.2: Qui cumincia l'Ovidio maggiore translatato di latino in volgare per ser Arrigo Simintendi da Prato.

[27] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), Prologo 1, pag. 3.10: avevami pensato, aciò che nel cospetto di Dio non fossi al tutto presentato inutile, per utilitade almeno d'alquanti idioti e non sapienti di scrittura, recare in volgare il Dialogo di santo Gregorio...

[28] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), Prologo 1, pag. 3.15: però che tal cosa pare ben detta per grammatica, che ridotta in volgare secondo l'ordine delle parole non pare niente, e meno utile.

[29] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 14, pag. 69.11: Siché de questi pueri comandò quel segnor ch'el se n'avesse singular cura e dè-ghe maestro chi ghe mostrasse le lor letre e lo lor lenguagio chi era molto strannio da quel d'i Çue', siché l'un no pò intende' l'altro né per letra e per vvolgar anchor peço, e chusì mal intende lo Çue' lo Calde' e quel de Caldea quel de Iudea chomo un Lain lo Greo e quel de Grecia quel de Lombardia.

[30] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 309, pag. 36: E po' che semmo a parlar lo vero / dirove per vulgar senza latino...

[31] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 1, cap. 1, vol. 1, pag. 4.10: E però io fedelmente narrerò per questo libro in piano volgare, a ciò che li laici siccome gli aletterati ne possano ritrarre frutto e diletto...

[32] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), Antiprologo, pag. 4.15: io per utilità di questi cotali ed ancora per non vivere ozioso intendo di translatare di latino in volgare alquanti memorabili fatti e detti degli antichi e spezialemente de' romani, i quali tutto il mondo di maravigliosi esempli ànno illuminato.

[33] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), pt. I Prologo, pag. 7.3: Incomincia il libro chiamato Fiore di Italia, il quale il re Constantino lo fece tradurre di latino in vulgare... || In mancanza di un'edizione critica, tradurre è sospetto per la data.

[34] Stat. castell., XIV pm., pag. 208.9: Questa ene la regola de li frati et sore de l'ordine de penetemça per volgare.

[35] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 287.26: per difetto de' volgarizzatori, i quali i passi forti della Scrittura e' detti de' Santi sottili e oscuri non intendendo, non gli spongono secondo l'intimo e spirituale intendimento, ma solamente la scorza di fuori della lettera, secondo la gramatica, recano in volgare.

[36] Stat. fior., 1357, Proemio del volg., pag. 335.10: Il quale statuto fu fatto, ordinato e ridotto in volgare nelli anni domini MCCCLVII, indictione XI.a del mese di dicembre al tempo delli infrascritti honorevoli et savi huomini Consoli della detta arte.

[37] Cronaca di Venezia, 1350-61 (venez.), Intr., pag. 234.11: La qual cronicha tuta in volgar io scriverò considerando le tre parte del mondo tute chosse volgarmente scrite trarne plui diletto e chonsolaçion e plu volontiera leçere.

[38] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 27, pag. 593.8: Et alcuni fiati aveni quandu lu pedi darretu si inpastura cun li retini cun killi dinanti: lu quali si dichi sculmatu accidentalimenti in vulgari.

[39] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis III.39, pag. 211: e poi v'era un drappello / Di portamenti e di volgari strani...

[40] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, Accessus, par. 77, pag. 18.15: Di che gli parve dovere il suo poema fare conforme, almeno nella corteccia di fuori, agl'ingegni de' presenti signori, de' quali se alcuno n'è che alcuno libro voglia vedere e esso sia in latino, tantosto il fanno trasformare in volgare...

[41] a Stat. lucch., 1376, L. II, cap. 2, pag. 80.2: Et le petitioni, risposte, dicti de testimoni et tucti li altri acti et scripture della corte si possano dare et scrivere in vulgare et per lettera segondo che piaccia a colui che le darà.

[42] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 138, pag. 189.14: Quisti virtuti l'omu non po nominari propriamenti in volgaru comu è lu intendimentu di lu muttu in latinu: magnanimitati, ki est lu primu gradu, est nobliça, altiça et grandiça di coragi, per ki l'omu est arditu comu lioni et di grandi imprisa.

[43] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 56, pag. 66.29: Dixe Diascoride che la radise de questa herba vene chiamà rubea, e in nostro volgare ven chiamà ruba.

[44] a Giorgio Gucci, Viaggio, a. 1393 (fior.), Cap. XXVII, pag. 307.27: Qui apresso scriverrò tutte spese che facemo d'Alesandra in Domasco, le quali spese, secondo il volgare di là, si chiamano mangerie, cioè ruberie; e pure si convengono pagare, posto che sieno come danari tolti.

[45] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 11, pag. 249.11: imperò che prima l'autore pone de verbo ad verbum in vulgare l'orazione del Pater nostro...

[46] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 1, pag. 6.6: Anche questa cronica scrivo in vulgare, perché de essa pozza trare utilitate onne iente la quale simplicemente leiere sao, como soco vulgari mercatanti e aitra moita bona iente la quale per lettera non intenne.

[47] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 188.28: Et dintorno al dicto castello erano scripte le lectere, le quali così sonavano in vulgare: «Qui son l'ossa, el carni, el nerbi delli imperaturi romani et le vitorie che ciascuno de loro hando facte mentre vissero allo mundo».

3.1 Sost. Volgare castellano ('castigliano'), fiorentino, francesco ('francese'), italico, lucchese, messinese, toscano.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 12, pag. 223.18: E Tullio disse: la ragion dei cini[ci] è tutta di gittar via: et è a· ddire cinos in lingua greca quanto che in volgare italico è a· ddire cane; et indi sono detti cini[ci], cioè cani.

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. IV, cap. 45, pag. 256.11: [4] Et vedi ke l'arte è detta da «arcendo», ke vale i(n) latino qua(n)to «costri(n)go» i(n) volgareytalico, inp(er)ciò ke p(er) l'arte seco(n)do ke p(er) cosa certa l'uomo si costri(n)gne.

[3] Zucchero, Fisonomia, 1310 (fior.), pag. 23.6: Qui finisce il libro della Fisonomia che il maestro Aldobrandino medico e doctore compuose in lingua francesca, traslatato in fiorentino vulgare...

[3] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), Proemio, cap. 5.40, pag. 15: E parlerai sol nel volgar toscano; / E porrai mescidare alchuni volgari / Consonanti con esso, / Di que' paesi dov'ài più usato, / Pilgliando i belli, e' non belli lasciando.

[4] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), Prologo, pag. 4.3: E llo maestro Riccardo predetto, a priego e a comandamento del detto imperadore, sì llo recò in volgare francesco.

[5] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Fedra, prol., pag. 30.18: io il quale sono chiamato in lingua ebrea Bocca di lanpana e nella lingua greca Guardia d'Amore e che questo libro recai di gramatica in volgare fiorentino a vostra stanza e per vostro amore, siccome puro servidore, non sanza gran fatica, vi conforto che sicuramente leggiate.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), Dedica, vol. 1, pag. 9.36: Considerandu eu adonca, o Rigi et signur benignissimu, que lu libru lu quali se chama Valeriu Maximu [[...]]; a chò que vuy et tucti li vostri vasalli lu pussati intendiri plù claramenti però ca lu so latinu è troppu scuru dictatu, eu ad hunuri et a placimentu vostru vi lu ayu translatatu in vulgarmessinisi.

[7] Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.), Inf. c. 1, pag. 339.24: La prima à nome in volgar fiorentino lonça, la seconda è uno leone, la terça è una lupa magrissima.

[8] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, Prologo, pag. 7.3: Il quale libro fece traslatare di caldeo e de arabicho in volgarecastellano lo Re don Alfonso...

[9] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 87, vol. 2, pag. 627.21: Questo Castruccio [[...]] poco innanzi a la sua morte conoscendosi morire, disse a più de' suoi distretti amici: «Io mi veggo morire, e morto me, vedrete disasseroncato», in suo volgare lucchese, che viene a dire in più aperto volgare: «Vedrete revoluzione», overo in sentenzia lucchese: «Vedrai mondo andare».

[10] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 89.12: [[Dante]] Compuose ancora uno commento in prosa in fiorentino volgare sopra tre delle sue canzoni distese...

[11] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XV, par. 18, pag. 669.10: [[Brunetto Latini]] se n'andò a Parigi e quivi dimorò lungo tempo e composevi un libro, il quale è in volgar francesco, nel quale esso tratta di molte materie spettanti alle liberali arti e alla filosofia morale e naturale e alla metafisica, il quale egli chiamò il Tesoro...

[12] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 7, 85-96, pag. 239.17: Nè ricovrar poteansi; cioè le dette dignitadi, cioè in quella perfezione che fusse bastevile, se tu badi; cioè se tu ragguardi; et è vulgarelucchese, Ben sottilmente, per alcuna via...

3.1.1 [Rif. al toscano, in opp. al francese].

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Expl., pag. 183.7: Qui finiscie lo libro dela fisicha, che -l mastro Aldobrandino conpuose i· lingua franciescha, dela santà del corpo e di ciasqun menbro per sé, traslatato di franciesco in volghare nel MCCCX di Magio, per ser Zuchero Bencivenni notaio, e scritto per me Lapo di Neri Corsini, popolo Sa· Folicie.

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), Colophon, pag. 594.20: Questo libro scripse Andrea di Deio degli Ugrugieri da Siena, el quale traslatò Binduccio de lo Scelto di francescho in nostro volgare, acciò che coloro che non sanno lo francescho ci si possano dilectare...

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, parr. 130-131, pag. 91.7: èe da vedere deli soneti bilingui, çoè li quali sono de due lengue in rime consonante, videlicet in lengua volgara osia toscana et in lengua francescha osia oltramontana.

3.1.2 Volgare latino: lingua popolare d'Italia (quella dello scrivente).

[1] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), Proemio, 6, pag. 117: Lu Cato ch'è de gran doctrina plino / translateraiu p(er) vulgar(e) latino.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.15, pag. 641: Donde, per mejo deszhairar / de questo faito lo tenor / en lo nostro latin volgar, / ò chi notao li nomi lor: / frai Venardí e Carlevar...

[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), Dedica, pag. 246.30: trovata una antichissima istoria e alle più delle genti non manifesta [[...], in latino volgare e per rima [[...]] ho ridotta.

[4] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Preambolo, pag. 1.18: e perchè così il laico come il litterato di ciò possa prendere frutto in volgarelatino scriveremo.

3.1.3 Volgare di sì: lingua (letteraria) d'Italia. || Att. unica nel corpus.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 10, pag. 43.12: Ché per questo comento la gran bontade del volgare di sì [si vedrà]; però che si vedrà la sua vertù...

3.1.4 Volgare materno.

[1] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 159.8: E pognamo che con volgarematerno facto, non perciò sia spregiato, ché latino mai mia lingua non apprese...

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XV, par. 97, pag. 685.25: Non il presente nostro autore, la luce del cui valore è per alquanto tempo stata nascosa sotto la caligine del volgar materno, è cominciato da grandissimi litterati ad essere disiderato e ad aver caro?

3.2 Sost. In volgare: in parole correnti.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 40.19: Onde questa parola, cioè «uomo», è generale, per ciò che comprende molti, cioè Piero e Joanni etc. , ma questa parola, cioè «Piero», è una parte. A questa somiglianza, per dire più in volgare, si puote intendere genere cioè la schiatta; ché chi dice «i Tosinghi» comprende tutti coloro di quella schiatta, ma chi dice «Davizzo» non comprende se no una parte, cioè un uomo di quella schiatta.

3.2.1 Per piano volgare: in prosa.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 911, pag. 207: Ma non sarà pe· rima, / com'è scritto di prima, / ma per piano volgare / ti fie detto l'affare / e mostrato in aperto, / che ne sarai ben certo.

3.2.2 Con nuovi volgari: con parole diverse dalle originali.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 114 rubr., pag. 254.2: Dante Allighieri fa conoscente uno fabbro e uno asinaio del loro errore, perché con nuovi volgari cantavano il libro suo.

3.3 Sost. [Rif. a espressioni sentenziose o proverbiali]. || Cfr. 1.2.3.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 27, pag. 286.8: Et anche in volgar si suol dire: chi è lungi [dagl'occhi, è lungi] da· lume del cuore.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 1: [56] Diliberare l[e] cose utile è sigura dimoransa; in volgare si dice: melio è iudici lento che iudici che s'afrecta a iudicare, con ciò sia cosa che D(omi)nedio, [quando] volse iudicare sopra la fe(m)mina ch'era presa in dell'avolterio, scrivendo in te(r)ra due volte diliberò.

3.3.1 Espressione sentenziosa o proverbio.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 37, pag. 126.1: Unde dicie 'l volgare: che chi vuole murire, lo re può uccidere.

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. IV, pt. 1, cap. 3, pag. 81.1: Lo terzo chapitolo adimanda che, sechondo che 'l volghare dicie che «ogni fiume entra in mare», che è ciò che di ciò il mare non chrescie.

[3] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 48.11, pag. 178: Molto piacemi lo volgar del nibio...

[4] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 43, pag. 122.17: E dicese in uno vulgare: meglor è iudice lente ka iudice freçoso a iudicare.

[5] Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.), pag. 379, col. 3.33: Vocabele per esso era de questuy in Roma, lo quale dicea: «Zascauno se guarde da lo vallecto male cento». Et questo mocto procedecte da li dovinj romanj. Questo vulgare sì vende in tanto usanza che li taley insemmora lo dicea.

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 17, vol. 3, pag. 341.15: Il quale n'andò con molta sua onta e vergogna, ma con molti danari tratti da nnoi Fiorentini, detti orbi e inn antico volgare e proverbio per li nostri difetti e discordie, e lasciandoci di male sequele.

[7] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 51, pag. 119.3: E però è uno volgare che dice: «Or va' tu, e non fare dell'impronto».

3.3.2 Modo di dire.

[1] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81 (fior.), Sp. 26, pag. 197.2: La donna rispondea: - E che si vede di quello che tu di'? Tu gli mandi a uno corpo morto. - E tanto avea preso il volgare che sempre il nominava corpo morto.

3.3.3 Parola o espressione.

[1] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 2, 43-57, pag. 65.9: e benché questo volgare sospeso s'intende 'a tempo' comunemente, propriamente qui si dee intendere 'per sempre'. || Per chiarezza si sono aggiunti all'ed. corsivo e apici.

3.4 Sost. Opera scritta in lingua popolare (anziché in latino).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 393, pag. 210: Ki quest vulgar acata, lo preg per grand amor / K'el prega la Regina e preg lo Salvator / Per mi fra Bonvesin, ke sont molt peccaor, / Ke componí quest'ovra a lox del Crëator.

3.5 Sost. Plur. Parole che si dicono, discorsi che si fanno.

[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 11, pag. 193.5: Molte volte i tenpi sono paragone degli uomini, i quali non per virtù, ma per loro volgari, sono grandi.

4 [Per errore di trad., o da testo corrotto].

[1] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 100.21: Qual maladetto costume creve in certe cose lo volgare? E le gran cose sagrete [trovate] da l'omo di Tracia e di Samo? || Cfr. Ov. Ars. am., II, 601-2: «Quis Cereris ritus ausit vulgare profanis, / Magnaque Threicia sacra reperta Samo?».

[u.r. 03.03.2016]