GRATICCIO s.m.

0.1 graticci, graticcia, graticce, graticcio, graticcj.

0.2 Lat. craticius (DELI 2 s.v. graticcio).

0.3 Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.); Doc. fior., 1277-96; Stat. pis., 1304; Stat. sen., 1309-10; Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.5 Anche s.f. (graticce).

0.7 1 Telaio composto di vimini o legni intrecciati utilizzato per diversi scopi. 1.1 [Rif. all'architettura militare:] grata impiegata nella fortificazione e nella costruzione di ripari, ponti provvisori. 1.2 [Agr.] Stuoia impiegata per far seccare, affumicare, disporre per la conservazione i prodotti agricoli. 1.3 Copertura atta a chiudere, celare una fossa. 1.4 Strumento adoperato per separare la parte liquida (del vino) dalle scorie. 2 Rete atta a intrappolare gli animali. 3 Telaio sul quale viene disposta la lana grezza per essere ripulita (?). 4 Fig. Giaciglio scomodo assimilato alla graticola (del martirio).

0.8 Elisabetta Tonello 24.01.2012.

1 Telaio composto di vimini o legni intrecciati utilizzato per diversi scopi.

[1] Doc. fior., 1277-96, pag. 400.6: rende'li uno bolongnino grosso ch' avea paghato per me nel graticcio.

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 11, pag. 18.8: uno scudo ritondo, tessuto a modo di graticci intorno di vimi, che pesava doppiamente più che quello che comunemente si portava.

[3] Fioretti S. Francesco, 1370/90 (tosc.), cap. 18, pag. 113.16: Ed erano in quel campo tetti di graticci e di stuoie, distinti per turme, secondo i frati di diverse Provincie.

1.1 [Milit.] grata impiegata nella fortificazione e nella costruzione di ripari, ponti provvisori.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 7, pag. 95.14: E se fosse fiume maggiore ficchino grandi colonne, e ponganvi grandi travi, ed assi, e graticcj, e terra di sopra.

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 6, pag. 152.13: Ed ancora è rimedio trovato che si facciano graticcj di legno, i quali tra due bertesche si pongano...

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 54, vol. 3, pag. 122.9: E di là si partirono con grande affanno, faccendo fare più ponti di graticci, e dove di legname, sopra più riviere e canali salvamente passarono.

[4] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 3, pag. 195.14: aveva loro medesimi costretti a edificarsi abitacoli militarmente, de' quali i più erano di graticci e di tavole fatti, e altri di canne tessute e di stramento coperti tutti.

1.2 Stuoia impiegata per far seccare, affumicare, disporre per la conservazione i prodotti agricoli.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 32, pag. 125.3: Le silique si serban lungo tempo, se si spandono sulle grati, o graticci.

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 12, cap. 7, pag. 280.17: Serbansi le castagne ovver su le graticcia disposte; ovver nel sabbione attuffate, sicchè non si tocchino; ovvero in vasi di terra nuovi.

[3] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 5, cap. 6, vol. 2, pag. 128.26: Conservansi verdi nel sabbione, come detto è, o poste al fummo in graticci quasi per due mesi, acciocchè poi che saranno secche, si mondino e lungamente si serbino.

1.3 Copertura atta a occultare una trappola.

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 1, cap. 8, vol. 1, pag. 109.21: E ancora questi sono i segnali da trovar l'acque [[...]]. E presso al tramontar del Sole si prenda un vasello puro di rame ovvero di piombo unto dentro, ed ivi si metta boccone nel fondo del detto cavato, e sopra la fossa si faccia un graticcio di verghe e di fronde: sopra postavi la terra, si chiuda e cuoprasi tutto lo spazio e 'l seguente giorno si scuopra il detto luogo, e se 'l vasel si truova sudato, non dubitar che acqua non v'abbia.

[2] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 10, cap. 33, vol. 3, pag. 240.2: e 'l lupo venente, volendo pigliar l'oca o l'agnello, cade nella fossa col graticcio subitamente rivolto. Anche alla fossa si prendono moltitudine di porci salvatichi, in questo modo.

1.4 Strumento adoperato per separare la parte liquida (del vino) dalle scorie.

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 23, pag. 393.21: E inperò meglio è sopra il vaso si ponga un graticcio overo istormento d'assi forat[o] a questo disposto, sopra il quale stea uno cal[c]atore, il quale, calcando, conpia quello che nella corba conpiere non potéo.

[2] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 40, pag. 410.13: Il quale raffreddato, l'allume molto polverezato e zuchero dissoluto in quello si mischi, e con uno graticcio overo secchia da vino in questo conmischiato, tutto si ponga nel vaso e ottimamente chon fessa maza si meni.

2 Rete atta a intrappolare gli animali.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 85, vol. 2, pag. 269.13: Et che neuno tenda o vero tenga o vero teso tenga alcuno graticcio acconcio ad ucellare o vero alcuno acciuolo in alcuna terra o vero vigna.

[2] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 68, vol. 3, pag. 113.23: portano i pastori con seco i graticci ovvero le reti, e tutte l'altre masserizie, con le quali dividono i pecugli...

[3] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 10, cap. 36, vol. 3, pag. 247.2: pesci, i quali per li luoghi spaziosi notando, speravan poter passare. Fannosi ancora di queste graticce ravvolte, sì che i pesci che v'entran, non sanno uscire.

3 Telaio sul quale viene disposta la lana grezza per essere ripulita.

[1] Stat. pis., 1304, cap. 50, pag. 686.7: nè debbia vendere lappule, nè canolli, nè pessame di boldroni, nè alcuno polveraccio di sotto graticcio: pena et bando per ciascuna volta di livre venticinque, ad uopo del Comuno di Pisa.

4 Fig. Giaciglio scomodo assimilato alla graticola (del martirio).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 3.35, pag. 10: nulla ce trovo posa, tanto dura me pare». / «Ecco lo letto: pòsate, iace en esto graticcio; / lo capezal aguardace, ch'è un poco de pagliccio.

[2] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 16.11, pag. 436: bretto castagniccio, / 'nanzi ch'altrove pan di gran calvello; / 'nanzi ch'altrove piume, qui il graticcio. / Ch'i' ho provato sì amaro morsello...