GRATITÙDINE s.f.

0.1 gratitudine, gratitudini.

0.2 Lat. tardo gratitudo (DEI s.v. gratitudine); DELI 2 s.v. grato dichiara non att. *gratitudine(m), che è postulato dal lat. tardo ingratitudine(m).

0.3 Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.); Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.); S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

0.7 1 Sentimento o atteggiamento di riconoscenza verso i benefattori per ciò che si è ricevuto.

0.8 Elisabetta Tonello 24.01.2012.

1 Sentimento o atteggiamento di riconoscenza verso i benefattori per ciò che si è ricevuto.

[1] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 4, pag. 7r.10: Tertio gratitudine de' beneficii ricevuti con virtuoso odio di sé medesimo.

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 573.22: elli avrebbe fatto contra la giustizia di Dio, per lo cui dono elli andava visitando questi dannati; sì che fu cortesia, cioè gratitudine e conoscenza ad essere villano, cioè non cortese a colui, che fu villano reo e malvagio alli suoi osti, rompendo fede e confidanza.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 119, vol. 3, pag. 238.9: ffu gran male a recare in città molti rei uomini e mafattori. Ma altro rimedio ci voleva per apaciare Iddio, a llui la gratitudine...

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 43, vol. 2, pag. 346.4: Fu cosa notabile e bella in segno di gratitudine del nostro Comune, il quale volentieri onora chi onora lui...

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, X, 8, pag. 685.18: Santissima cosa adunque è l'amistà, e non solamente di singular reverenzia degna ma d'essere con perpetua laude commendata, sì come discretissima madre di magnificenzia e d'onestà, sorella di gratitudine e di carità, e d'odio e d'avarizia nemica.

[6] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 84, pag. 341.23: vedendo che per lo peccato noi perdiamo la gratia e la purità, la quale riceve l' anima nel santo battesmo, si dovarebe el cuore nostro disolvare, per consideratione e gratitudine di tanto benefitio, el quale è di tanta eccellentia che non si può prendare altro che una volta.

[7] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 32, 16-24, pag. 809.15: O elli si commette contra l'amico benefattore; et allora è lo quarto grado piggior che il terzo: con ciò sia cosa che sia obbligato a gratitudine e carità...

- [Come personificazione].

[8] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 11 Proemio.1, vol. 3, pag. 337: Gratitudine à nome / la donna che voi depinta vedete / e viene a voi che sete / finiti ne lo stato d'innocença.

[u.r. 16.05.2014]