GENERARE v.

0.1 çenera, çenerado, çenerò, genera, generaci, generada, generade, generai, generala, gènerale, generan, generando, generandosi, generanno, géneranno, generano, gènerano, generansi, generante, generanti, generanu, generao, generar, generare, generarese, generari, generarlo, generaro, generarono, generarsi, generase, generasene, generasi, generasse, génerasse, generassi, generassiru, generassono, generasti, generata, generate, generati, generato, generatu, generau, generava, generavale, generavano, generavanvi, generavasi, genere, generè, generebbe, genererà , genererá, genererae, genereràe, genererai, genereranno, genererassi, genererebbe, generi, generino, generò, generoe, generòe, generóe, generògli, generonno, generono, generotti, generrà , generrai, generravi, generrebbe, generrò, gennera, gennerano, gennerare, gènnerasi, gennerati, genneri, génnerranno, gienera, gienerando, gienerano, gienerar, gienerare, gienerata, gienerati, gienerato, gienerò, gieneroe, zenera, zenerà , zenerá, zenerao; a: gennerando.

0.2 Lat. generare (DEI s.v. generare).

0.3 Formula di confessione umbra, 1065 (norc.): 5.1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Formula di confessione umbra, 1065 (norc.); Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Stat. perug., 1342; Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. generare con peccato 1.2.3.1; generare nei peccati 1.2.3.1; generare pregiudizio 5.2.

0.7 1 Dare la vita a qno, fare nascere un essere vivente, animale o vegetale (anche assol.). [Filos.] [Nell'ambito scient., con rif. alla teoria di matrice aristotelico-scolastica della generazione:] fare derivare un essere da un altro essere, con l'eduzione di una forma dalla materia (come passaggio dalla potenza all'atto). 1.1 Pron. Nascere, riprodursi. 1.2 [Detto dell'uomo e della donna, o di esseri antropomorfi:] procreare, mettere al mondo un figlio o dei figli (con rif. alla fecondazione o più generic. all'atto sessuale che l'ha provocata). 1.3 [Detto di animali]. 1.4 [Detto di organismi vegetali o del terreno da cui si sviluppano:] produrre piante, fiori, frutti; germogliare. 1.5 [Filos.] [Detto dei cieli e in partic. del loro movimento considerato la causa seconda della generazione secondo la fisica aristotelico-scolastica:] concorrere con la propria influenza al divenire della materia nel mondo sublunare (con focalizzazione sul momento iniziale del ciclo vitale). 1.6 [Detto della natura, anche personificata:] mettere al mondo, dare la vita. Estens. Dare origine a qno con det. caratteristiche (anche etiche). 2 [Relig.] Estens. [Con rif. al dogma della Trinità e all'atto di Dio Padre di farsi uomo e manifestarsi in quanto Figlio]. 2.1 [Rif. alla Sapienza:] procedere eternamente da Dio. 3 Produrre, suscitare un det. effetto nel mondo della natura attraverso un processo naturale o anche artificiale. 3.1 Pron. Formarsi. 3.2 Originare, causare un fenomeno atmosferico (anche fig.). 3.3 Dare origine a un ambiente fisico (di terra o di acqua); [rif. a un corso d'acqua:] fare scaturire, sgorgare. 3.4 Formare, produrre una sostanza organica o inorganica, o un liquido naturale. 3.5 Estens. Fare crescere, fare sviluppare o favorire lo sviluppo. 3.6 Provocare, produrre o solo favorire l'insorgere di una sensazione fisica pos. o neg., di uno stato fisiologico o di una malattia (anche fig.). 4 Fig. Suscitare, provocare, causare un sentimento, uno stato o una disposizione d'animo, un pensiero o un'idea in qno. 4.1 Pron. Fig. Nascere, insorgere, manifestarsi. 4.2 Fig. Originare, determinare una qualità o un valore morale. 4.3 Fig. Formare, costituire un sapere, una conoscenza. 5 Fig. Produrre, causare un det. effetto o favorire il suo verificarsi; avere come conseguenza qsa. 5.1 Pron. Avere origine, derivare da qsa. 5.2 [Dir.] Fras. Generare pregiudizio: recare danno. 5.3 Estens. Formare, costituire (da un assemblaggio).

0.8 Diego Dotto 26.01.2012.

1 Dare la vita a qno, fare nascere un essere vivente, animale o vegetale (anche assol.). [Filos.] [Nell'ambito scient., con rif. alla teoria di matrice aristotelico-scolastica della generazione:] fare derivare un essere da un altro essere, con l'eduzione di una forma dalla materia (come passaggio dalla potenza all'atto).

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 9, pag. 200.18: La prima ragione si è, che le cose della natura generano l'una l'altra, e monteplicano fra loro medesime, quando elle vivono insieme...

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 4, cap. 3, pag. 125.4: però ke ongne cosa ke genera secondo natura studia de generare suo simile...

[3] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 71, pag. 346.18: ora l'erbe, gli arbori, tutti incominciano, e i pesci, e uccelli, a generare...

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 10, proemio, pag. 240.11: [[il sole]] Apre li poli della terra, produce germugli, semente e frutti, e per virtù del suo calore dà alli elementi potenzia di generare e di producere spezie vegetabili e sensitive...

[5] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (ii), par. 25, pag. 331.8: e ciò fa la natura avvedutamente, acciò che per l'atto del coito ciascuno animale generi simile a sé e così si continui la spezie di quello...

- Sost.

[6] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 74, pag. 183.16: le bestie hanno più pienamente alcune di queste cose, che pajon buone agli uomini, che non ha l'uomo, perocch'elle mangiano con maggior desiderio, e l'opera di natura, che s'appartiene al generare, non le grava tanto, quanto l'uomo, perocch'hanno maggior forza di lui.

- [Con opp. alla natura incorruttibile ed eterna di Dio o dello Spirito Santo].

[7] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 43.7, pag. 120: La tua inestimabile figura, / Immensa maestà da noi chiamata, / Fu e sarà eternalmente pura. / Quella non fu da nïun generata / In Te; ma' fine non si de' vedere: / Quella non fu nè fattacreata.

[8] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 43.34, pag. 121: Questo Spirito Santo generato / Da nïun fu, ma da vo' procedette / Eternalmente...

[9] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 4, pag. 82, col. 1.17: Imperciocchè questo asemplo non si trova nelle creature, cioè che alcuna persona generi alcuna altra persona ingenerata [che] sia in sustanzia quella medesima che ingenera, delle quali ciascaduna sia vera sustanzia.

1.1 Pron. Nascere, riprodursi.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 10, pag. 325.2: onde dice nel settimo della Metafisica: «Quando una cosa si genera da un'altra, generasi di quella essendo in quello essere».

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 7, proemio, pag. 178.23: Li immedianti sono etterni e incorruttibili; li altri si corrompono e generano, e sono generati.

1.2 [Detto dell'uomo e della donna, o di esseri antropomorfi:] procreare, mettere al mondo un figlio o dei figli (con rif. alla fecondazione o più generic. all'atto sessuale che l'ha provocata).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 428, pag. 71: L'anima benedegia del iusto strapassao / Sí ven a visitar lo corp abandonao, / E dis invers lo corpo: «Oi companion amao, / Quel di sia benedegio quand tu fuss generao.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 14, pag. 147.25: Li uomini savi, che sanno di medicina e che sanno della natura, dicono che di verno, quando il tempo freddo è vento, è migliore intèndare a generare figliuoli, che quando il tempo è caldo in istate...

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 10, pag. 628.38: Per te e per quel padre e per quella madre che ti generarono cotale, o uomo trojano, abbie misericordia del pregante.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 27.4: o quale padre e madre di tanta vertù generaro te cotale?

[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 14, vol. 1, pag. 105.4: E certa cosa è, che il padre e la madre non hanno da sè, che possano generare figliuoli; conciossiacosachè tutto dì veggiamo, ch' elli non generano, quando vorrebbero, e spesse volte vorrebbero generare figliuolo maschio, ed essi generano figliuola femmina.

[6] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Nm 25, vol. 2, pag. 136.10: [8] andò di dietro a quello uomo d' Israel nel bordello; e trapassogli amendue insieme, l' uomo e la donna, nel luogo dove si genera. || Cfr. Nm., 25.8: «in locis genitalibus».

- Sost.

[7] Meo Abbracc., Rime (ed. Contini), XIII sm. (pist.>pis.), 2, 1.11, pag. 342: Ché, per mangiare e ber pur dilicato, / nel corpo abonda molto nodrimento / che per natura serve al gennerare.

[8] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 25, proemio, pag. 464.1: la IIIJ al toccamento sozzo di quelli membri, li quali non servono allo ingenerare: la quinta pertiene alle membra diputate al generare.

[9] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 8, vol. 1, pag. 28.27: Principaliter, eu dimandu perkì l' actu di la nostra generatiuni esti virgugnusu, kì homu non si virgogna naturalmenti currucharissi contra raxuni in puplicu contra lu proximu, et omni homu naturalmenti si virgogna iustamenti habitari cum sua mugleri in puplicu. Et plui, omni homu senza virgogna poti diri 'homicidiu', 'furtu', 'tradimentu', 'periuriu', et nullu homu senza virgogna poti diri lu propriu nomu di lu so generari.

1.2.1 Pron. Nascere, formarsi (in rif. al primo sviluppo del feto nell'utero materno).

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 8, pag. 216.4: Dice, che quello che lla circulare natura non fa, però che non è sua arte, fa la natura generata, cioè l'uomo e lla femmina, del cui seme si genera la creatura...

[2] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 7, pag. 226.24: Viene l' uomo in questo mondo conceputo e generato, nascendo; e come sia vile e brutta la materia seminale, e del padre e della madre, di che l' uomo si genera, non è bisogno di dire, ch' egli è manifesto.

[3] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 27, 67-84, pag. 698.30: del quale corpo l'ossa e le polpe sono materia, Che la madre mi diè; questo dice, perché l'uomo benché si generi del seme virile quanto all'ossa et a' nervi et alle cose d'entro, e le cose d'entro di quel della madre; niente di meno si può dire che la madre le dia, in quanto in lei crescono e nutricansi; e poi così cresciute e nutrite, si producono di fuori nel parto, sì che ben si può dire per questo rispetto che la madre dia l'ossa e le polpe...

1.2.2 [Detto specif. dell'uomo con rif. alla sua facoltà di riprodursi o al suo ruolo di agente nella generazione attraverso il seme maschile che porta con sé le virtù che presiedono alla formazione del feto].

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 186, pag. 202: Lo patre á blastemar lo so fio desformao, / Digand: «Mal habia l'ora ke tu fus zenerao.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 3, pag. 131.31: sì come l'uomo è perfetto quand'elli può generare e fare uomo somigliante a sè; e sed elli nol può fare o per sua difalta o per la difalta della femmina, o per la difalta d'ambedue, cotale assembramento d'uomo e di femmina non è perfetto...

[3] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 93, pag. 110.7: In quela contrada de Ebron tornà, là o' el era creado; e quel logo zenerà fiolli.

[4] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 14, vol. 2, pag. 254.34: uno, che avea nome Onan, si corrompea spargendo lo seme in terra per non generare figliuoli...

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 6, cap. 17, vol. 1, pag. 248.7: e 'l detto Guiglielmo fece accecare degli occhi e castrare, acciò che mai non potesse generare figliuoli...

[6] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 8, vol. 1, pag. 31.26: comu, si meu patri contra Deu lucxuriandu mi generau, eu divia nacxiri legitimu et nacxu bastardu...

[7] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 231, pag. 267.1: E uno uomo luxurioso che spesso giace con femina carnalmente, si perde la forza delle reni e de' nervi e de' menbri; e quello ispermo che egli fae è sì frale e sì vano, che non à niuna sustanza di generare.

- Sost.

[8] F Giordano da Pisa, Prediche sulla Genesi, 1305 (pis.>fior.): In questo creare sono dua rispetti, uno quanto a Dio, e uno quanto alle creature, siccome nel generare che fa il padre il figliuolo... || Moreni, Genesi, p. 2.

- Generare con qno.

[9] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 9, vol. 2, pag. 182.16: Mictimu ki unu sia nutricatu di carni di homini et facza sementa di lu cibu nutricamentu so, di carni di homini, et generi cum una fimina similimenti nutricata, et naxa unu di tali semini, et nutrikisi di carni di homini...

- Generare di o da qno.

[10] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 11, pag. 147.17: il quale ebbe per moglie Olimpiade, serocchia di questo Alessandro Epirota, della quale generò il grande Alessandro.

[11] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 170.23: Quella chiamoe le tre serocchie generatedi notte, grave deità, e da non potere essere raumiliata. || 'Generate dalla Notte'.

[12] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 9, vol. 2, pag. 201.13: lo padre generò me d'altra femina...

[13] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 9, proemio, pag. 149.18: In uno ne chiama le tre serocchie gene[rate] [dalla] notte, deitade grave e crudele...

[14] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 1, pag. 5.12: Et di quista donna, secunda mugleri, misser Tranchida sindi generau et fichi septi figloli masculi, belli et honorati et valenti, comu li primi di l'autra.

[15] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 19, par. 4, vol. 2, pag. 58.20: comu supra scrissi ki Naason generau Booz de Raab...

[16] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 36, pag. 297.6: et Acchille aveva procreato e generato lo decto Pirro de la figliola de lo re Lycomede, chamata per nome Dyadarida, soa mollere.

- Generare in qno.

[17] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 421.6, pag. 254: De custuy naque el conte Actothoro / che çenerò Tealdo en la Schursia...

[18] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 5, pag. 8.9: [5] In questa notte lo demonio fornì lo 'ntendimento suo, ciò è di fare generare Merlino in questa donzella...

[19] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 62, pag. 185.25: avuto Ismaèl, generò in Sarra già vecchia...

1.2.2.1 Sost. Discendenza, stirpe.

[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 2.81, pag. 12: et gionto essere parme innela parte / del generar dove Iexù dissexe.

1.2.2.2 Pron. [Detto del figlio rispetto al padre].

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 36, cap. 1, par. 5, pag. 501.2: Interviene talora che si genera figliuolo dissimigliante al padre; ma il parlare diverso da' costumi malagevole si può trovare.

1.2.2.3 [Relig.] Fig. [Con rif. alla funzione evangelizzatrice dei sacerdoti:] convertire alla fede cristiana qno.

[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 13, vol. 2, pag. 247.13: La terza ragione si è, perchè essi intendono a spirituale generazione, la quale è monda, e santa, cioè di generare figliuoli a Dio in Fede, predicando, e battezzando, e però non denno intendere alla generazione immonda carnale...

1.2.2.4 [Relig.] Fig. Condurre alla fede e alla salvezza (come atto di amore di Dio verso l'uomo).

[1] Ugo Panziera, Epist., 1312 (tosc.occ.), pag. 71r.2: Hai come e quanto si puote di noi l' amoroso Iesu degnamente turbare, essendosi facto per nostro amore a tutti e nostri sentimenti palpabile e sé nel nostro intellecto non trovando, onde si seguita che non ci puote d' ordinata potentia come desidera promovere, ciascuno di noi quasi Idio faccendo e suoi altissimi figliuoli generando, come promuove coloro che lui secondo la loro possibilitade come è degno ricevano...

[2] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 2, 3, pag. 53, col. 1.19: Pater, tu se' colui il quale generi i figliuoli spirituali mediante il vivificativo seme dell' amore, allora sarò veramente tuo figliuolo, quando io col vero amore ti stringerò.

1.2.3 [Detto specif. della donna con rif. ai diversi momenti della gravidanza, da quello iniziale del concepimento a quello finale del parto].

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 12, pag. 145.17: E perciò che la cosa è troppo bene ordinata, quand'ella è ordinata a una opera e a uno officio, essendo la femmina ordinata a generare e portare figliuoli...

[2] Legg. S. Torpè, XIII/XIV (pis.), cap. 24, pag. 70.15: Etd esendo state per lungo tenpo co loro mariti senza avere filgliuoli, ricorreano a l' aiuto di messer santo Torpè humilmente, e per li suoi meriti generavano poi filgliuoli, ai quali inponevano nome Torpè...

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 5, pag. 244.19: il quale la madre Troja conceputo in sul fiume di Crimisso generóe e partoríe. || Cfr. Aen., V, 38-39: «Troia Criniso conceptum flumine mater / quem genuit».

[4] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 6, cap. 130, vol. 2, pag. 339.2: Anche dice, che il cardo è utilissimo alla matrice, e ajuta le femmine, acciocchè generino figliuol maschio.

- Sost.

[5] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 542.7: Come al tempo del dicto Federigho fu una donna in Aquilea la quale mirabilmente fu faconda in generare.

- [In contesto fig.].

[6] Dante, Rime, a. 1321, 47.50, pag. 176: sovra la vergin onda / generai io costei che m'è da lato / e che s'asciuga con la treccia bionda.

[7] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 68.19: La matri terra generau tal Fama, la quali poy fu fortificata per la ira di li dei, et plui forti vola ka pirnichi.

- Generare a qno.

[8] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 8, par. 9, pag. 239.9: e del non conosciuto figliuolo divenne sposa, e generògli quattro figliuoli...

[9] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen 30, vol. 1, pag. 154.3: [20] E disse: arricchito me ha Iddio di buona dote; ancora questa volta sarà meco lo marito mio, perciò ch' io gli hoe generati sei figliuoli.

[10] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Nm 26, vol. 2, pag. 146.10: costei generoe al marito suo Amram figliuoli, Aaron e Moisè...

- Generare di o da qno.

[11] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 22.50, vol. 1, pag. 368: Mia madre a servo d'un segnor mi puose, / che m'avea generato d'un ribaldo, / distruggitor di sé e di sue cose.

[12] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 33, pag. 686.7: «Non se' tu quello Enea, lo quale la santa Venus generoe d' Anchise di Dardano in sul fiume Symois troiano?»...

- [Con sogg. il ventre]. || Att. solo come trad. di Lc., 23.29: «beatae steriles et ventres qui non genuerunt».

[13] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 165.4, pag. 350: beati ' ventri che non generaro, / tanto sarete d'amarezza piene! / Beate le poppe che non lattaro!

[14] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 170, pag. 354.16: Beate le sterili e i ventri che non ànno generato, e le mamelle che non ànno lattato.

- [Da fraintendimento del testo]. || La forma fu di Inf. 13.34 interpretata come prima pers. sing. ha generato una punteggiatura mentale erronea.

[15] Gl Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 243.12: Quivi introduce l'Autore la boce uscente del tronco che rimase, levandone un piccolo ramo, e gridò contro a l'Autore, perchè li fae quella molestia, dicendo: io fui fatto, cioè generato di sangue bruno, della quale generazione si tratta pienamente infra, capitolo XXV Purgatorii...

1.2.3.1 [Relig.] [Con rif. al peccato originale che secondo la dottrina cattolica non caratterizza il concepimento della Madonna].

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 184.17: Rendendo attento l'uditore dice, che questa natura umana sunta per Cristo della Vergine Maria, quale ella fu creata (non dice generata) fue sincera (cioè salda, sanza alcuno sapore od odore reo) e buona.

- Fras. Generare con peccato, nei peccati.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 6.40, pag. 112: En peccai son conzeuo, / ch' î lo mundo vegní nuo / e la maire chi me portá / en li peccai me zenerá.

[3] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 3, pag. 401.9: Adunque, se quella femmina, che fu dalla divina mano sanza peccato creata, non poté costrignere lo vizio della gola, che serà dell'altre le quali sono con peccato generate, e sanza peccato non stanno giammai? || Cfr. De amore, III: «in peccatis mater concipit».

[4] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 2, pag. 83.19: «Però che io sono stato conceputo nelle iniquitá, e mia madre m' ha generato ne' peccati».

1.2.3.2 [Relig.] Estens. [Con rif. al concepimento di Gesù da parte della vergine Maria].

[1] Poes. an. cort./tosc.occ., XIII/XIV, 107, pag. 411: oi lassa me! non è tal maravelglia, / ch' io ò perduto lo sposo giocondo / di me, tu padre, dolorosa figlia: / generato fo del corpo e del sangue / fue de me taupina che si langue.

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 32, vol. 1, pag. 302.32: Ella senza operazione di uomo germinò, e generò Cristo fiore odorifero, e frutto sufficiente a refezione degli eletti.

[3] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 17, pag. 56.15: di quello lignaggio sarà eletta la Vergine, che sarà netta e pura, sanza peccato, florente, e di tutte degnità; sì generrà lo figliuolo di Dio salvatore...

[4] Fioretti S. Francesco, 1370/90 (tosc.), cap. 44, pag. 188.11: venne desiderio di sapere quale di que' tre avea avuto maggior dolore della passione di Cristo, o la Madre la quale l'avea generato, o il discepolo il quale avea dormito sopra il petto suo...

1.3 [Detto di animali].

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 14, pag. 148.6: E per ciò dice il filosofo che, quando il tempo è freddo, le pecore generano troppo più maschi che femmine, e somigliantemente le femmine sono più acconcie a generare per lo caldo ch'elle ànno in loro...

[2] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di lu creamentu..., pag. 570.9: Di lu creamentu e di la natura di li cavalli. In primamenti dicu ki lu cavallu si divi generari da lu stalluni suavimenti da unu cavalcaturi cavalcandu...

[3] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 69, vol. 3, pag. 117.1: Anche pe' figliuoli si conosce il montone se genera begli agnelli...

- Sost.

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 4, cap. 27 rubr., pag. 170.4: Del generare li muli.

1.3.1 Pron. Nascere. [In partic.:] svilupparsi nell'utero.

[1] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 12, pag. 132.18: alcuno uomo, nominato Ixión, per alcun tempo sforzandosi di congiungersi carnalmente con Iunone, moglie di Giove, e non possendo perché era iddea, tra' nuvoli sua corruzione sparta trascorse, della quale diversi animali in due nature formati si gene[ra]rono, cioè di natura umana dal petto in su e da indi in giú di cavallo.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 33, 58-72, pag. 726, col. 2.39: Or a proposito quella acqua ove se genera li coragli, sí ha nome «acqua di Elsa», ch'hae simel vertude.

[3] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 2, vol. 3, pag. 41.23: E nel ventre della magra madre si genera maggior puledro.

[4] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 17, pag. 146.13: XVII. Ca consuetudene è secundo la natura et secundo la custuma(n)ça, la quale da lu nascime(n)to aduce l'animale generarese et vive... || Cfr. Lorenzo Rusio, De cura equor., XVII: «quam ab origine ducit, animal gubernatur et vivit».

1.3.2 [Detto di ovipari].

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 4, pag. 193.25: vedemo che la natura à ordinata nell'uovo il bianco e 'l rosso, cioè il tuorlo e l'albume, e dell'albume è generato l'ucciello, e del torlo è nodrito, dund'esso vive e si mantiene.

[2] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 54.8: E de la generatione de quisti aucielli narra uno altro poeta, che si clama Ysidoro, inde li libri suoy fabulosamente, ca nde foro generate multi altri aucelli...

1.3.2.1 Pron. Nascere, formarsi.

[1] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 2, vol. 1, pag. 105.8: Tu sai comu dintra di l' ovu si genera lu pullichinu?

[2] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 6, 25.4, pag. 425.8: Giove, trasformato in cecero o cigno che vogliàn dire, le venne innanzi cantando dolcemente: laonde ella, invaghita di lui, il prese e se nel menò in casa. Quivi Giove ebbe a fare di lei, di che si generarono due vuova; delle quali due vuova, dell'uno nacque Castore e Polluce...

1.4 [Detto di organismi vegetali o del terreno da cui si sviluppano:] produrre piante, fiori, frutti; germogliare.

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 30, 109-123, pag. 655, col. 1.2: tanto come lo terreno è più vigoroso e più fresco, è più atto a generare: se li è messo mala semente o no cultivado, per rason tanto più fa reo fruto.

[2] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 27, 124-142, pag. 658.21: la terra sol da sè; cioè solamente da sè, sensa seme, produce; cioè genera e mette fuora...

[3] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 2, cap. 4, vol. 1, pag. 139.3: Allora l'arbore genera frutti verminosi, e che incominciano tosto a 'nfracidare...

[4] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 6, pag. 353.26: e che la virgulta che produce lena sia, netta e fruttevole e con assai figliuoli mettente sia, sì come pero salvaticho overo pruno rosso e simili di questa natura; [né] ratorta né deboli né scabbiose né magre di sottiglieza inferme piante generi.

- Sost.

[5] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 2, cap. 3, vol. 1, pag. 135.25: Gli operamenti ovvero operazion della pianta, secondo che pianta è, son tre, cioè: usare il nudrimento, crescere e generare.

1.4.1 Pron. Nascere, prodursi.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 9, cap. 8, pag. 227.14: là ove vedi nascere giunco, salce salvatico, alno, vite, canna, ellera, o cota' cose, che si generan d'omore.

[2] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 133.24: imperciocchè conosciuta la diversità delle generazioni delle piante, sarà conosciuta quasi tutta la lor natura, e di queste diversitadi non si trova altro che quello che ne disse Aristotile, cioè che degli arbori e delle piante, alcune si generano piantate, alcuni di seme, e alcuni si generano per sè medesimi di mischiamento degli elementi, e per la virtù del cielo, la quale infonde vita vegetabile a tal mistura.

1.4.2 [Detto di materia organica:] produrre det. animali (secondo la teoria per cui alcuni esseri viventi possono originarsi da materia inerte).

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 6, pag. 46.3: Chè l'uomo dee ischifare mala acqua e paduli, e stagni medesimamente, se sono contro a occidente, o contro mezzodì, e se elli hanno in costume di seccarsi la state, però che hanno pestilenze e generano malvagi animali.

[2] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 5, pag. 158.33: E l'acierbe [[susine]] generano vermi, e sono più frede e meno umide del'altre...

[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Ilarione, cap. 7, pag. 176.22: e venne grandissima piova, per la quale quella terra secca e arenosa, poiché fu ben bagnata e inrigata, generò e produsse tanti serpenti velenosi, che parea incredibil cosa...

[4] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 15, vol. 3, pag. 224.5: Lo letame ha i semi che ingenerano le verdi rane; e gènerale sanza piedi...

[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 3, 52-69, pag. 93.29: Questi vermi si può dire che fossono serpi, botte, et altri fastidiosi vermi, reptanti come sono quelli che genera la terra...

1.4.2.1 Pron. Nascere, svilupparsi.

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 28, pag. 397.17: [4] E poi che messo vi sarà il mosto per cinque dì, e con mani e con bicchieri la schiuma o qualunque altra bruttura di sopra sarà trarne, e quella schiuma fuori del cellaio gittare, inperò che, se presso vi si gitterà, i conopi se ne generano, e pessimo odore ne viene; che amendue queste cose il vino ravolgere fanno.

1.4.2.2 Fig. Produrre naturalmente det. alimenti; [in partic. nell'es.:] fare sgorgare.

[1] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Nm 14, vol. 2, pag. 78.4: [8] E se Dio ci sarà in aiuto, egli ci menerà in essa, e daracci la terra che latte e mele genera. || Cfr. Nm., 14.8: «humum lacte et melle manantem».

1.4.2.2.1 Pron. Prodursi naturalmente.

[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 9, S. Giovanni ap., vol. 1, pag. 122.20: E, partendosi il lume, la fossa fu trovata piena di manna, e infino al die d'oggi vi si genera in quel luogo in tal modo che nel fondo de la fossa pare che rampolli al modo di rena minuta, come suole avvenire ne le fontane.

1.4.2.3 [In partic. detto della terra].

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 36, vol. 3, pag. 355.8: La terra che tutto genera, tutto riceve...

[2] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 33, 46-57, pag. 814.18: Ne la quale risposta volse che s'intendesse che gittasseno le pietre (che sono l'ossa de la terra, la quale è la grande madre: però che ogni cosa genera) di po' le spalle loro, e cusì fenno.

1.4.3 Fig. Sviluppare (un effetto neg.).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 37, pag. 498.17: quella radice delle nostre miserie abbondevole frutto insieme generò, perchè la gente degli Unni in luogo, ove andare non si potea, stata rinchiusa di montagne, con repentina rabbia uscìo contra i Goti, e spartamente conturbatili e vinti, delle antiche loro sedie li trassero e cacciaro. || Cfr. Orosio, Hist., VII, 33, 9: «radix illa miseriarum nostrarum copiosissimas simul frutices germinavit».

1.4.4 Fig. [Detto di un luogo:] dare i natali a qno (gen. stirpi o gruppi umani accomunati da det. caratteristiche fisiche o morali).

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 28, pag. 36.15: E non sono ancora venute meno le terre che generaro quegli di Lacedemonia, e quegli d' Atena...

[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Medea, pag. 112.7: Ed anche ti converrae seminare denti con la tua larga mano per li maladetti campi, li quali genereranno battaglieri, li quali ti vorranno uccidere.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 2, cap. 10, vol. 1, pag. 76.12: E di certo ancora si dice che 'l sito e l'aria d'Arezzo genera sottilissimi uomini.

[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 24, pag. 373.11: e Pistoia mi fu degna tana, ché essa è terra da recevere e da generare omini de la conditione che esso era.

1.4.4.1 Fig. Dare nutrimento, avere nel proprio territorio.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 14, pag. 271.2: [[l'isola di Creta]] copiosa di campi, difettiva di cervi, mai non genera lupi, volpi, nè altre fiere nocevoli...

1.5 [Filos.] [Detto dei cieli e in partic. del loro movimento considerato la causa seconda della generazione secondo la fisica aristotelico-scolastica:] concorrere con la propria influenza al divenire della materia nel mondo sublunare (con focalizzazione sul momento iniziale del ciclo vitale).

[1] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 15, pag. 250.1: lo movimento del cielo, lo quale tutte le cose genera e dal quale ogni movimento è principiato e mosso...

[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 32, pag. 235.24: sì come lo cielo di sopra ke non tocca le cose del mondo et si muove ad generare per tacto invisibile, per la virtù sua, ché s'elli non toccasse queste cose in quel modo non operrebbe in loro.

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (ii), par. 12, pag. 56.12: E' non pare che alcun dubbio sia li cieli, i pianeti e le stelle essere ministri della divina potenza e, secondo la virtù loro attribuita, i corpi inferiori generare, mediante quelle cagioni che dalla natura sono ordinate...

- Sost.

[4] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 122.7: Da vedere, e da sapere è, che Dio, ch'è la prima causa della quale tutte le cose hanno a causarsi per le influenzie e delle spere, e circuli del Cielo, sì come per cause secundarie, in queste cose di sotto adopera, e fa influenzie alcuna volta per necessità, alcuna volta per disposizione e qualitade; per necessitade adopera la celestiale spera nel generare, e producere qualunque nascente...

1.5.1 [In partic.:] dare forma a un metallo attraverso l'influenza che i pianeti esercitano sulla terra (anche in contesto fig.).

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 6.3936, pag. 357: Devi saper che li sette metalli / Son generati dalli sette cieli, / Io dico nelli monti, e in piano, e in valli. / Dove un pianeta regna, per sua vista, / Con li suoi raggi acuti come teli, / Forma il metallo dalla terra mista.

[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 2, pag. 4.8: Ella [[scil. la Luna]] fa crescere e mancare l'acque e condomina e genera l'ariento morto...

[3] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 5, 30.3, pag. 392.2: perciò che la luna è quel pianeto il quale genera l'ariento.

[4] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 17, pag. 112.17: Saglie lo primo cielo, ch'è de la Luna, la quale è sprendore de la scura notte e con sua fredda infruensia l'ariento genera in de la terra...

- Sost.

[5] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 2, pag. 8.2: E mastro Ceco sopra il generare che fa dell'ariento, com'è detto, disse così: La Luna fa l'argento, dico morto...

1.6 [Detto della natura, anche personificata:] mettere al mondo, dare la vita. Estens. Dare origine a qno con det. caratteristiche (anche etiche).

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 275, pag. 185: ma lingua né scrittura / non seria soficente / a dir compiutamente / le bellezze ch'avea, / né quant' ella potea / in aria e in terra e in mare / e 'n fare e in disfare / e 'n generar di nuovo, / o di congetto o d'ovo / o d'altra incomincianza...

[2] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 59, pag. 167.6: la natura tuti l'omini genera equali, ma variando l'ordine di meriti, la culpa mise denanti un ad uno altro...

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 22, pag. 48.9: Ma ella [[natura]] si dee dolere di noi, e può dire: io vi generai sanza cupidigia, sanza paura, sanza malvagia religione, sanza dislealtà, e sanza gli altri vizj, partitevi di questa vita, come voi c'entraste.

[4] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 15, par. 5, pag. 85.10: Però che nnatura in gienerando à stabolito in quella vertù e istrumento, per li quali l'altre parti della bestia sono formate di matera convenevole e ssono disscieverate e distinte e insieme ordinate e in loro disposizione conservate e da nnocimento tanto come natura soffera sono proservate per quelle...

[5] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 6, vol. 2, pag. 166.16: Et si l' apa morta resussitassi, lu philosophu dirria: Kista non esti killa la quali muriu, ma la natura si ndi generau un' altra simili a quella.

- Sost.

[6] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, cap. 11, pag. 122.6: e in contrario, quella cosa per che la diuturnità delle cose mortali perdura - cioè il modo del generare, il quale la natura sempre desidera - la volontà alcuna volta costrigne.

2 [Relig.] Estens. [Con rif. al dogma della Trinità e all'atto di Dio Padre di farsi uomo e manifestarsi in quanto Figlio].

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 36, cap. 4, par. 14, pag. 507.18: Siccome Dio padre generò il figliuolo, che è verità, così il dimonio caduto generò, quasi figliuolo, la bugia.

[2] F Giordano da Pisa, Prediche, 1303-1309 (pis.>fior.): chè siccome nella Trinitade hae Padre e Figliuolo e Spirito Santo, e come il Padre ingenera il Figliuolo, e 'l Figliuolo è generato dal Padre... || Moreni, vol. II, p. 302.

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 26, vol. 1, pag. 219.22: chè, come veggiamo, che la fonte genera il rivo: e la fonte, e lo rivo insieme fanno lago, e stagno; così Dio Padre genera il Figliuolo, e da ambidue insieme procede lo Spirito santo.

[4] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 64, pag. 269.22: per amore el padre e la madre gli dié della sua sustantia, concependo e generando el figliuolo.

[5] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 10, 49-63, pag. 316.34: e come figlia; cioè come lo Padre ab eterno genera lo suo Figliuolo.

[6] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 28, pag. 176.22: Raguardate la mente divina, che, reflettendosi in se stessa e sé pensando, genera lo Figliuolo...

2.1 [Rif. alla Sapienza:] procedere eternamente da Dio. || Cfr. Pr., 8.22-23: «Dominus possedit me initium viarum suarum antequam quicquam faceret a principio. ab aeterno ordita sum et ex antiquis antequam terra fieret».

[1] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 8, vol. 5, pag. 632.10: [22] Il Signore ha posseduto me sapienza, cioè generato in lo principio delle sue creature, avanti fusse fatto alcuna cosa.

[2] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 8, vol. 5, pag. 632.12: [23] Ab eterno son ordinata cioè generata inanzi ogni tempo, inanzi fusse fatta la terra.

3 Produrre, suscitare un det. effetto nel mondo della natura attraverso un processo naturale o anche artificiale.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 3, pag. 6.15: veggendo la detta figura così bella e lucente, avegna che avesse dal cominciamento paura, m'asicurai tostamente, pensando che cosa ria non potea così chiara luce generare...

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 7, pag. 96.7: come la petra gettata in una fonte, ke innell'acqua genera un cierchio (et) quello genera l'altro (et) così molti se ne generano secondo la percussione grande (et) picciola...

[3] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 25, pag. 467.23: Ed è da sapere che l' imagine, che appare nello specchio, sì è generata per refrezione...

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 11, cap. 14, pag. 260.7: L'uve nere generano vin forte, e potente: le rosse vin soave...

[5] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), I, ott. 69.2, pag. 20: Qual paradiso o armonia celeste / generrò mai sí dolce e vago canto...

[6] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 8, pag. 170.4: E rispondiamo a la quistione ch'è mossa disopra, cioè quale è la cagione che i corpi celestiali, che non sono caldi, hanno a generare caldo in questi corpi che sono disotto.

[7] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di la guardia..., pag. 572.21: E sachi ki quantu plui si ferra lu cavallu iuvini tantu plui li soi unghi diventanu debili e molli, kí lu usu di andari sferatu genera da la sua iuvintuti li soi unghi duri e grandi.

[8] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 3, vol. 1, pag. 108.14: Et di acqua si fa focu, corrupta la forma di l' acqua et generata la forma di lu focu.

3.1 Pron. Formarsi.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 7, pag. 96.8: come la petra gettata in una fonte, ke innell'acqua genera un cierchio (et) quello genera l'altro (et) così molti se ne generano secondo la percussione grande (et) picciola...

[2] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 2, vol. 1, pag. 104.29: Tu sai comu si generanu li cometi et in quali locu sunu?

[3] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 21, 34-54, pag. 503.5: Diviene alcuna volta che 'l Sole muove li vapori secchi dentro dal seno de la terra, li quali trovando luogo aperto, convertiti in vento esceno fuora; e se non trovano luogo aperto, vanno per le caverne de la terra e sospendella e fannola tremare, e quinde si genera lo tremuoto...

3.2 Originare, causare un fenomeno atmosferico (anche fig.).

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 286.3: come molte volte si vede in una nuvola sottile trasparente archi pararelli, cioè archi igualmente lungi l'uno dall'altro, li quali genera il raggio del Sole...

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 32, vol. 1, pag. 307.1: E però anco è figurata per quella nube lieve, sopra la quale vide un profeta, che il Signore venia, perocchè come nube ci dà refrigerio contra l' ardore delle tentazioni, e generaci pioggia di grazie, e di devozione.

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 3, pag. 20.18: quello che viene da mezzogiorno è chiamato Scilocco e genera molti nuvoli e tempesta...

- Sost.

[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 21, pag. 388.26: e però più nella primavera e la state, che 'l verno sono le grandini. Il grande calore pertanto impedisce il generare d' essa, e lo grande freddo lo impedisce...

3.2.1 Pron. Originarsi, formarsi.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 2, cap. 3d, pag. 66.7: R(esponde) maiestro Alardo e dice ke ène aere percosso e per la percossione aceso, o per percussione di ventora o per inpetuosa fractione de ghiaccio congelato innell'aire, inella quale fractione se genera foco come serà manifesto innella sequente parte.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 32, 109-123, pag. 705, col. 1.30: sí cum disse lo philosopho nella sua Metaura, el se genera in le nuvole spesse una saetta della spesseça delle nuvole...

[3] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 23, pag. 273.24: Alquanti altri dissero che la terra nel principio fu umida e il sole risolvette l'umiditade e convertìla in aiere, e di quella aiere si generò vento.

[4] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 27, 67-78, pag. 718.30: ecco che dichiara di che si genera la nieve, cioè di vapori umidi e freddi che si levano dalla terra...

3.3 Dare origine a un ambiente fisico (di terra o di acqua); [rif. a un corso d'acqua:] fare scaturire, sgorgare.

[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 26, vol. 1, pag. 219.20: Anco la Trinità si dimostra nell' acqua per alcun modo; chè, come veggiamo, che la fonte genera il rivo: e la fonte, e lo rivo insieme fanno lago, e stagno...

[2] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 11, pag. 88.17: In questa seconda parte discrive l'altore tutto l'inferno, cioè dentro a Dite, e fanne tre circhuli e ciaschuno di questi cierchi gienera per sé cierchi assai.

[3] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 32, 25-39, pag. 809.37: Tanai è uno fiume che esce de' monti Rifei et entra in mare Mediterraneo, e genera la palude Meotide e divide l'Asia dall'Europa...

3.3.1 Pron. Nascere, scaturire.

[1] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 14, pag. 265.10: E così da li omini del mondo, per le iniquitate, se generano questi fiumi.

[2] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 3, 82-99, pag. 99.28: Acheron nasce nel fondo dell'inferno, e del suo ribocco si genera Stige, palude infernale, della quale nasce Cocito.

3.4 Formare, produrre una sostanza organica o inorganica, o un liquido naturale.

[1] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 321, pag. 572: De aucelli domestichi gallina è la migllore; / temperata le judica nostro summo doctore; / humore bonu genera...

[2] Storie Exultet barb., XIII ex. (abruzz.), 9, pag. 124.4: per sou pasciementu arrecha tal vianda che genera la cera, dela quale pura substantia se fa et sanctifica la columpna de deu, zo è lu ciriu.

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 16, pag. 372.1: che sì come molti cibi mangiati per alcuno, però che sono varii in digestione, sì generano diversi umori, e di quelli diverse malizie...

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 5, cap. 1, pag. 178.1: Ella ha questa natura, che enfia, e genera sangue molto.

[5] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 335, pag. 370.27: In uno so libro el dixe che el fongo bon no fa gram nocumento, ma chi lo uxase, el genera mali humori.

3.4.1 Pron. Formarsi, originarsi.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 17d, pag. 109.7: quelli vapori ke stano sotto terra rescaldano le fonti de verno, sono principio de terremoti (et) d'essi se generano le corpora mineria, cioè quelle cose ke se cavano, come solfo, ke scaldano le bagnora, pietre (et) argento vivo, (et) tutti li altri metalli, le plante, l'erbe (et) molte altre cose.

[2] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 597, pag. 580: Securo se voi essere e de la epilensia, / de turtura e paralise e de onne malatia, / che de flemma se genera, bene a core te sia, / se lo ventre costipate e no vai chella dia...

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 84, pag. 231.29: e dicono, che 'l mele si truova nell'India nelle foglie de' Rosai, il quale si genera ivi, o per la rugiada di quell'aere, o per lo dolce, e grasso omore de' Rosai...

[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 9, proemio, pag. 123.32: però che nell' aurora la rugiada si genera, la quale cade sopra la terra...

[5] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 14, par. 7, vol. 2, pag. 355.9: E nullo macellatore [[...]] tenga alcuna sucçura overo putredine overo cosa alcuna de la quale se podesse generare putredene overo cosa apta a putredene fare en lo Campo de la Bataglia...

[6] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 29, ch., pag. 288.21: ma in quelle acque dove percuote continuamente il sole: qui s'arde il terrestre e generasi il sale.

3.5 Estens. Fare crescere, fare sviluppare o favorire lo sviluppo.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 25.119, vol. 1, pag. 430: Mentre che 'l fummo l'uno e l'altro vela / di color novo, e genera 'l pel suso / per l'una parte e da l'altra il dipela, / l'un si levò e l'altro cadde giuso, / non torcendo però le lucerne empie, / sotto le quai ciascun cambiava muso.

[2] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 40, pag. 300.22: [13] Ancora le ape che sono arse in olio, quello olio ad ungere lo capo lavato, genera molti capelli.

[3] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 48, col. 1.8: e sì ssi dée guardare da quelle cose che ànno a generare pidocchi, sì come fichi, castangnie, pane açimo, frutte crude, cascio...

[4] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 324, pag. 361.18: Dyascorides dixe: Questa pianta è [freda. E] ha parte astersiva e molta humiditè cum alguna stipticitè, per la qualle ella no laga generare né excrescere le apostematiom.

[5] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 70, vol. 3, pag. 117.18: imperocchè la pecora in tal maniera curata, per tutto l'anno si dice, che non diventa rognosa, e dicesi, che genera morbida e lunga lana.

3.5.1 Pron. Svilupparsi, crescere.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 27, pag. 33.1: Se elle beccano lupini, sì si generano loro sopra l'occhio certe granella, le quali se si pungano coll'ago, ed aprasi la pellicola, guariscono.

[2] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 73, pag. 329.31: adunqua delo fummo sottile che procede dalo stomaco si generano li peli, delo grosso le corna, delo meççano li denti.

3.6 Provocare, produrre o solo favorire l'insorgere di una sensazione fisica pos. o neg., di uno stato fisiologico o di una malattia (anche fig.).

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 11: [13] p(er)ò che agravano lo stomaco, torbano lo se(n)no, tolleno lo intellecto, (con)muoveno lo ve(n)tre, ge(n)nerano le gocte... || Cfr. Albertano, De amore, IV, 11: «guttas inducunt».

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 4, pag. 138.13: ma levossi uno vento delle terre di Calavria, che, corrompendo le corpora, febbri agute generava non solamente alle femmine, ma a' maschi...

[3] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 118, pag. 566: Arido e sicco si judica lu airo autunnale, / lo giorno spisso mutase, non è fermo, liale; / modo lu trove frido, incontenente cale, / perçò malicia genera o longa o mortale...

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 4, pag. 241.15: ebbi io continua usanza con la piacevole Biancifiore, nata nella paternale casa meco in un medesimo giorno, la cui bellezza, i nobili costumi e l' adorno parlare generarono un piacere, il quale sì forte comprese il mio giovinetto cuore, che io niuna cosa vedea che tanto mi piacesse.

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 7, pag. 32.25: e un morbo meesmo in diverse persone çenera e fa nasse' diversi langor.

[6] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 4, pag. 8.19: E l'acqua freddissima è percossiva e nociva al petto, a' nervi, ed allo stomaco, ed all' interiora; e genera dolore di ventre, e strettura nel petto...

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 2, pag. 410.25: Messer Geri, al quale o la qualità o affanno più che l'usato avuto o forse il saporito bere, che a Cisti vedeva fare, sete avea generata...

- [Prov.].

[8] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 68, pag. 29: [XVII] 'Ntra sé diverse tempora volu diversitate: / Altru lu vernu rècipo, altru volio la state; / Questo, k'e· ttempu frigidu prendo pro sanetate, / Ne lu tempu contrariu genera enfermetate.

3.6.1 Pron. Prodursi, formarsi, avere origine.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 23, pag. 120.21: però che la 'nfertà si genera d'omori corrotti, e l'omore si fa de' cibi che mangi...

[2] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 27.8: et farà discendere omori crudi a' piedi, de quali si generrà grandemente gotte.

[3] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 82, col. 2.11: però ch' ella [[scil. urina nera]] adiviene nella fine delle infermitadi che ssi generano da collera nera.

[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VI (ii), par. 59, pag. 379.13: Appresso, dove l'autor dice questo dimonio non tener fermo alcun membro, vuol che s'intenda la infermità paralitica, la quale ne' gulosi si genera per li non bene digesti cibi nello stomaco...

[5] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 72, pag. 190.24: se lla d(ic)ta i(n)fe(r)mitate se g(e)n(er)a p(er) macreçça...

4 Fig. Suscitare, provocare, causare un sentimento, uno stato o una disposizione d'animo, un pensiero o un'idea in qno.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 17 (66), pag. 242.25: la quale cosa è signo d(e) divisio(n)e e genera scandalo, e pot(r)ave turbare lo n(ost)ro amo(r)e.

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 19c.3, pag. 275: Amor è un[o] desio che ven da core / per abondanza di gran piacimento; / e li occhi in prima genera[n] l'amore / e lo core li dà nutricamento.

[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 32: Lo fornime(n)to d(e)le torre (et) deli altri dificii molto a sup(er)bia p(er)tiene et paura (et) odio ge(n)nera, sì che li vicini (et) li amici p(er) paura si fa(n)no nimici...

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 71.3, pag. 299: La longa materia sòl generar fastidia; / lo longo abbriviare sòle l'om delettare.

[5] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 5, pag. 322: Quistu ène lu anticu hodiu, lu qual fe' generare / Lucifer de ria parte...

[6] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 5, cap. 1, par. 16, pag. 123.27: Conversazione partorisce dispregio, e radezza genera maravigliamento.

[7] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), I, 36.3, pag. 220: cha l'ira genera odio e corrucza la mente, / la co(n)cordia nutrica lo amor(e) i(n)tra la gente.

[8] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 9, pag. 118.29: E dobbiamo sapere che non è molto difficile a discernere e a conoscere li buoni spiriti dai rei, che i buoni apparendo vengono con tranquillitade e dolcezza, e generano nella mente gaudio, sicurtà e letizia...

[9] Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.), 89, pag. 117: melgli'è tacer, che dir ch'en mente sana / gienera el pensier confusione / sì è infinita quilla giente vana.

[10] Stat. prat., 1319-50, cap. 14, pag. 21.26: Onde, guardi Idio, se avenisse che veruno fosse trovato in difetto che generasse scandalo e male assemplo...

[11] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 122.19: E in questo modo fu arso Bocino Baroci de' Nove, per chominc[i]are a ghastighare e a punire tutti gli erori, e' quali erano gienerati in Siena...

[12] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 16, 64-75, pag. 435.6: Orgoglio; cioè superbia e presunzione, e dismisura; cioè prodigalità, àn generata, Fiorenza, in te. E debbasi intendere che la novità de' cittadini è stata cagione della presunzione...

[13] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 78, comp. 13.3, pag. 81: Fede - sincera gienera leticia.

4.1 Pron. Fig. Nascere, insorgere, manifestarsi.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 11, cap. 8, par. 6, pag. 229.17: Niuno dubita che gli uomini per soave varietà si riconfortano, perocché nel continovare delle cose si genera fastidio.

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 5, 121-138, pag. 170, col. 1.3: a ricordarsi del tempo bene avventurado e gaudioxo in lo tempo della tristeza e de la mixeria, si genera grandissimo dolore...

[3] Esp. Pseudo-Egidio, XIV pi.di. (tosc.), pag. 196.16: Nella prima dimostra lo suggetto ove l'amore si genera; ne la seconda pone il modo come si genera.

[4] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 5, S. Tommaso ap., vol. 1, pag. 72.2: De la lussuria s'ingenera corruzione, de la corruzione nasce sozzamento, del sozzamento nasce peccato, del peccato si genera vergognamento".

4.2 Fig. Originare, determinare una qualità o un valore morale.

[1] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 26, pag. 102.3: Ma come suole in alquanti la nobiltade della carne generare ignobiltade di mente...

4.2.1 Pron. Nascere, originarsi.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 15, pag. 355.13: Se nobilitade non si genera di nuovo, sì come più volte è detto che la loro oppinione vuole (non generandosi di vile uomo in lui medesimo, né di vile padre in figlio), sempre è l'uomo tale quale nasce...

4.3 Fig. Formare, costituire un sapere, una conoscenza.

[1] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 5, 34-42, pag. 139.6: imperò che, non fa scienza; cioè non genera scienzia nella mente che apprende, l'aver inteso; cioè appreso per lo intelletto, Senza lo ritener; cioè quello che s'intende...

5 Fig. Produrre, causare un det. effetto o favorire il suo verificarsi; avere come conseguenza qsa.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 17, pag. 80.25: La terza ragione perchè tu de' schifare la molta delettanza e la cupidità ne' consigli e nell'altre cose [è]; perciò che ella genera peccato e morte.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 25: molto è da pensare che examini ciasscuna paraula del (con)siglio se ella ge(n)nera alcuna cosa di verità uvero di visio, uvero che meriti alcuna cosa da schifare, uvero che utulità u che bene quinde si possa traggiere.

[3] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 12, pag. 15.20: Perché colui è di grande animo che non à per nimici coloro che sono vinti, ma per uomini, acciò che la sua nobiltà possa menimare battaglia, e la sua umiltà generare pace.

[4] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 10, pag. 35.2: e descaça da sì contrastança, la quale genera inimistate, e la inimistate genera batagle, le quale disoglano lege et abassa et guasta la terra.

[5] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 10, pag. 99.1: Unde l'amore divino è fonte che genera tutte le buone operazioni e oro e gemme, però che le buone operazioni sono migliori che oro e che gemme, però che edificano e colluogano l'anima in vita eterna.

[6] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 78, vol. 1, pag. 589.4: E però venendo l'imperadori dalla Magna col supremo titolo, e volendo col senno e colla forza dalla Magna reggere li Italiani, non lo sanno, e nollo possono fare; e per questo, essendo co· pace ricevuti nelle città d'Italia, generano tumulti e commozioni di popoli...

[7] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 22, pag. 135.27: Questo è l'osio pessimo, lo quale spesse volte li conventi de' santi ha distrutti, parturiendo in loro lussuria, notricando la gola, seminando zinzania, gennerando micidio e tutte l'altre opere della carne.

5.1 Pron. Avere origine, derivare da qsa.

[1] Formula di confessione umbra, 1065 (norc.), pag. 95.12: Acc(usome) de .VIII. pri[n]cipali vitia (et) de .VII. c(r)iminali peccata, hec ke d' esse se g(e)n(er)a...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 34: s(e)c(on)do che sia co(n)sentaneo a questa cosa, cioè ala ve(n)decta; terso che se ne siguisca; quarto, che si ge(n)neri di questa ve(n)decta...

[3] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 30, pag. 269.22: e perçòe che per lo dire se generanno etiamdeo e perpetra·se molti mali et scorpi de le vixende...

[4] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 133, vol. 1, pag. 125.34: Imperciò che per lo defetto de li statuti, e' quali s'alienano, le liti et li screzi si generano, nè chiaramente vedere si possono et seguitare quelle cose, le quali in essi capitoli del constoduto si contengono.

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 141.11: così il peccato si genera delle più grosse materie terrene...

5.2 [Dir.] Fras. Generare pregiudizio: recare danno.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 22, vol. 2, pag. 243.25: per lo quale si possa a le predette cose o vero ad alcuna d'esse, in alcuna cosa pregiudicio generare.

[2] Stat. pis., 1330 (2), cap. 74, pag. 509.22: Et che li Ansiani, per suo facto proprio, andare non possano u debbiano ad alcuna corte, nè essere tracti durante l' officio dell' ansianato: et in quel mezzo nullo preiudicio si generi ad alcuna delle parte in della ragione sua, nè alcuni tempi decorrano.

[3] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 87, par. 11, vol. 1, pag. 307.11: E niuno ofitio dure oltra seie mese, sciactate gl'ofitiagle sopradicte, dei quagle êllo presente capitolo se fa mentione, ai quagle quisto capitolo non possa pregiuditio generare.

[4] Stat. fior., 1355 (Lancia, Stat. podestà ), L. 2, cap. 8, pag. 359.17: Alla ragione inpertanto del debito nullo pregiudicio si possa generare per cotale pronuntiatione...

[5] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. VI, cap. 6, pag. 700.7: E per questa constitutione, quanto al principio o al tempo de dire nulla o de demandare restitucione d' integrità o de reductione ad arbitrio de bono hom, vogliemo fire generato preiudicio, nì alcuna cosa fire innovata.

5.3 Estens. Formare, costituire (da un assemblaggio).

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 1, pag. 102.19: Ma gli marinai affaticandosi, e valentemente, i loro legni campano dalla fortuna, e di loro avventura la bonaccia racqueta il mare, e li venti si chetano, e congiunte insieme le cinque barche gienerano tantosto una grande nave, e quelle spariro.

5.3.1 [Al pass.:] formarsi, aggregarsi (detto di fazioni politiche).

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 16, pag. 302.16: che già erano generate due parti per la discordia, e disaguaglianza delli onori, e delli offizii publichi, per li quali era divisa la cittade...