GÈNERE s.m.

0.1 gener, genera, genere, generi, genero, gennere, gienere, gieneri, gienero.

0.2 Lat. genus (DELI 2 s.v. genere).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1. || Ma cfr. 0.6 N.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); F Soffredi del Grazia, 1275 (pist.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi).

0.5 Anche plur. neutro in -a (genera), att. unica in Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.).

S.f. solo in Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.).

Nota genero (att. prevalentemente fior.) e genera (dubbio); «per ciascun genera» in Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.). || Uso e forma indotti dalla rima; improbabile che ciascun sia plur. e quindi che genera sia da riportare a un plur. neutro; poco probabile che la forma sia da ricondurre a generare.

Locuz. e fras. genere umano 6; in genere 1.1, 1.2, 1.5.1, 1.7.1, 1.7.1.1, 4.1; nel genere 1.1; parlando in genere 1.7.1.1.

0.6 N Non si considera, sebbene il caso resti ambiguo, l'es. in Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 104, pag. 21: «feceli fermare uxore / ket de genere era 'mperatore» perché, come segnala il corsivo nell'ed., la forma sembra corrispondere all'inserzione di un sintagma lat. (l'interpretazione di Contini è accolta anche in CLPIO A1 RiAl.104 e in Formentin, Poesia italiana, p. 125, che cita i seguenti passi paralleli: «ex genere imperiali» nella versione lat. della Vita e «de sangue imperiali» nella redazione B2).

0.7 1 Categoria sovraordinata sotto la quale si classificano entità che condividono det. caratteristiche, costituenti la loro essenza comune. 1.1 Locuz. avv. In / nel genere: in modo da considerare e inglobare tutte le entità che formano un insieme sulla base della loro essenza comune (in opp. alle determinazioni individuali o particolari). 1.2 Locuz. avv. In genere: in modo da avvenire sempre, in tutti i casi e in tutte le situazioni. 1.3 [Ret.] Una delle tre unità di classificazione sotto le quali rientrano i diversi tipi di discorso secondo la retorica classica; genus dicendi. 1.4 [Come prodotto di un'astrazione, in opp. alle entità concrete e particolari:] concetto. 1.5 Principio unico cui sono ricondotte entità diverse. 1.6 Ciò che è definito in maniera essenziale e generica (così da non essere facilmente individuabile). 2 Estens. Tipo, specie. 2.1 Tipo particolare (di virtù, in partic. quella si pone nel mezzo tra due estremi). 3 Estens. Tipo, qualità. 3.1 Estens. Essenza, natura. 4 La maggior parte; maggioranza. 4.1 Locuz. avv. In genere: in modo da riguardare la parte preminente in numero di un insieme di persone. 5 Stirpe, discendenza. 6 Genere umano: insieme, totalità degli esseri umani; umanità. 7 Plur. Alimento, cibo. [In partic.:] vettovaglie.

0.8 Diego Dotto 26.01.2012.

1 Categoria sovraordinata sotto la quale si classificano entità che condividono det. caratteristiche, costituenti la loro essenza comune.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 39.5: Ma anzi che noi diciamo ciò che ssi comanda in rettorica, pare che sia a trattare del genere d' essa arte e del suo officio e della fine e della materia e delle sue parti...

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 242, vol. 2, pag. 334.24: Et se alcuno senese, assiduo abitatore, altro senese, assiduo abitatore, incalciarà o vero perseguitarà con ferro o vero alcuno lanciotto o vero genere d'arme...

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 14, pag. 276.29: sì come sono a tre generi ridotti tutti li peccati, cioè a [in]continenzia, malizia, e bestialitade...

[4] Reg. milizie, 1337 (fior.>lucch.), pag. 512.27: Et etiam sia punito per catuno genere d' arme le quali non avesse in delle andate o cavalcate; cioè per coraze et corsecto, o ver panziera con soprasberga, o ver lamiere con corsecto, in soldi quaranta piccioli; et per catuna altra generatione d' arme...

[5] Stat. fior., XIV pm. (2), 3, pag. 43.5: Et se percotesse alcuno con alcuno bastone o genero di ferramento...

[6] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. IV, cap. 26, pag. 659.1: statuire o vetare che no s'appellasse in qualunque genere de questione o recorrano, specialmente quando a questo paresse contra le dicte corte et in fraude della iurisdictione de quelle...

- [Con opp. all'unità di classificazione subordinata].

[7] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 19, pag. 192.10: però che ongni cosa ch'apartiene al genere è alla spezie in quanto non discrepa da essa.

[8] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 53, vol. 3, pag. 167.11: Quelle dilettazioni sono diverse in genere, le quali sono nelle operazioni diverse in genere, sì come la dilettazione intellettuale e sensibile; e quelle dilettazioni sono di diverse specie, le quali sono nelle operazioni di diverse specie, sì come quelle del viso e del tatto.

[9] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 8, par. 2, pag. 41.14: E di queste due gienere l'uno e ll'altro è divisato in IIJ spezie... || Cfr. Defensor pacis, I, 8, 2: «Horum rursum generum utrumque dividitur in tres species».

[10] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XVII, par. 4, pag. 708.29: Pon qui la spezie per lo genere, cioè «marmi» per «pietre»: è il marmo, come noi veggiamo, una spezie di pietra bianchissima e forte...

1.1 Locuz. avv. In / nel genere: in modo da considerare e inglobare tutte le entità che formano un insieme sulla base della loro essenza comune (in opp. alle determinazioni individuali o particolari).

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 2, pag. 143.2: Decto in ke modo vene (et) nasce el peccato (et) como se pecca (et) quanti sono li peccati in genere, seguita de dire de la superbia, k'è principio d'ongne peccato.

[2] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 8, 5.22, vol. 3, pag. 272: Così di gratie tutte e d'ogni dono / in genere ti pono / che sia saggio et accorto / d' esser humile, e non ti vinca torto; / ché, come è graça possider alteça, / così graveça / è d'alchun non usarla / con' vuol ragion et Amor che sa darla.

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 4, pag. 37.9: Discrive la forma delle pene nel Limbo, e le genti in genero; e però tratta universalmente della condizione di quelli...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 3, cap. 8, vol. 1, pag. 119.22: I Saracini del levante ritennono la propia legge di Maomet, e feciono loro calif dimorante alla nobile e grande città di Baldacca, e quegli d'Egitto e d'Africa ne feciono un altro i· lloro paese; e tra lloro fu errore con diverse maniere di legge erroniche l'una dall'altra. Ma nel genero la legge dell'uno calif e dell'altro si concordavano insieme nella larghezza de' diletti carnali e d'altri vizii lascivi...

[5] Jacopo Passavanti, Tratt. vanagl., c. 1355 (fior.), cap. 5, pag. 273.5: La quinta cosa che séguita ora di dire della vanagloria, si è come delle cose sopraddette, le quali sono cagione e inducono a vanagloria, altri non si dee gloriare: e questo mostrerremo prima in genere di tutte; e poi, di molte di quelle, spezialmente di ciascuna.

1.2 Locuz. avv. In genere: in modo da avvenire sempre, in tutti i casi e in tutte le situazioni.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 61, pag. 302.28: Sono cose che ssi conservano usando, sì come lo strumento, l'arco, l'armi e cotali cose: e non usandole si guastano, usandole si conservano. Questo non è in genero in tutte le cose, ma questo è veramente ne la parola di Dio: non usandola, sta morta, e guastasi, usandola si conserva bene e megliora.

1.3 [Ret.] Una delle tre unità di classificazione sotto le quali rientrano i diversi tipi di discorso secondo la retorica classica; genus dicendi.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 80.6: Adunque si dee considerare più intentivamente chente in tutti generi delle cause debbia essere inventio, la quale è principessa di tutte le parti.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 99.11: Et certo deliberamento e dimostramento sono genera delle cause.

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 4, pag. 64.4: Li generi sopra li quali questa arte si fonda sono tre: iudiciale, dimostrativo, deliberativo...

1.4 [Come prodotto di un'astrazione, in opp. alle entità concrete e particolari:] concetto.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 58, pag. 126.15: perocch'ella ha l'essere generale, siccome l'uomo non si può vedere in genere, ma puossi vedere in ispezie, siccome vedere Piero, o Martino...

1.4.1 Locuz. avv. In genere: in astratto.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 3, pag. 10.4: Dicono i savi che questo senno e questo conoscimento è in due modi: uno in genero e uno in particulare. Di questi allitterati e degli altri molti, ben sono savi, e se ttu dicessi e dimandassigli: 'È bene a fare il peccato?' direbbe ch'è pessimo. Se domandassi in genero: 'È buono a fare il micidio, l'adulterio?' diceratti ch'è pessimo.

1.5 Principio unico cui sono ricondotte entità diverse.

[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 7, pag. 81.20: La seconda cosa, che mena questo albore di vita, si sono fiori e li fiori di questo albore si sono l'opere di Dio, le quali sono infinite, sì che troppe sarebbono a contarle. E però riducialle pur in genere, cioè le virtù di Dio che sono fiori, li quali ciascuno dée avere indell'albore dell'anima sua, per ciò che sono di vita e sono vita...

1.6 Ciò che è definito in maniera essenziale e generica (così da non essere facilmente individuabile).

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 8, pag. 206.31: Quelli, sotto genere celando il luogo dove doveva ire, prese moneta dal re di Francia...

1.6.1 Locuz. avv. In genere: in modo da conoscere o trattare un argomento limitandosi agli aspetti essenziali, senza considerare i dettagli o le circostanze particolari.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 36, pag. 120.10: Ma, imperciò che [iv' e' ] nonn- è detto se no in genere, disciendiamo spezialmente ad examinar sopra detto...

[2] F Soffredi del Grazia, 1275 (pist.): ma perciò che iv'e non è dicto se no in genere, dicendiamo A specie, e vediamo... || Ciampi, Soffredi, p. 51.

[3] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 20, pag. 103.28: ma non ne siamo però tenuti se non in questo modo, cioè di dirli [[scil. i peccati mortali]] in grosso, in genero, non particulari.

[4] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 6, pag. 25.8: Quelli che conosce alcuna cosa in genere, non conosce quella perfettamente: sì come, se conosce da lungi uno animale, non conosce quello perfettamente, perché non sa se s'è cane o lupo o becco.

[5] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 11, pag. 90.14: La seconda circustanzia si è Quid, cioè che quegli, che si confessa chiaramente dee specificare il peccato, e non dirlo pure in genere; sicchè non basta a dire «Abbo peccato in gola, o in lussuria, e abbo tolto l' altrui» ma dee specificare in che spezie di gola, o di lussuria, o d' altro vizio, è caduto.

[6] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 4, pag. 117.13: Sono malagevoli casi quegli del matrimonio [[...]], e di molte altre cose che non che insegnarle qui, ma non si potrebbono pur bene contare; ma toccansi in genere, per ammaestrare e' confessori che sieno cauti...

1.6.1.1 Locuz. avv. In genere: in somma, in sintesi.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 6, pag. 24.14: E perché queste variazioni sono nelli uomini non intendo al presente mostrare, ché troppo multiplicherebbe la digressione; se non in tanto, che dico in genere che [questi] cotali sono quasi bestie, alli quali la ragione fa poco prode.

[2] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. III, cap. 33, pag. 327.34: Per la qual cosa il savissimo Salamone, cognosciendo tutte le malitie e le retà della femmina, sì parlò in genere di lor vitii e delle loro retadi, e disse: «Femmina niuna buona».

[3] Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.), Inf. c. 2, pag. 437.17: E qui brevemente dicendo in genero delle Muse, però che in più luoghi disse, se offera spetial tractato e dello ingegno e della memoria.

- Parlando in genere.

[4] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 7, 3.17, vol. 3, pag. 56: A la prima ritorno, / de la gente datorno / in genere parlando, / ché le due disegnando / verranno poi disotto / in spetie d'ogni motto.

- [Nelle rubriche].

[5] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 25 rubr.: Di examinare lo co(n)siglio in ge(n)nere.

[6] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 1 rubr., pag. 5.1: Degli ammaestramenti in genero del lavorío della terra, e come non con troppa sottilitade di parole si dee informare il lavoratore.

[7] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), IV, cap. 1 rubr., pag. 118.14: Dello Scacchiere in genero.

2 Estens. Tipo, specie.

[1] ? Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 7.59, pag. 357: Per gli alti gioghi, lungo la Carena, / è vera fama che per ciascun genera / è di fieri animai la terra piena. /Poi mi contò sì come l'orsa ingenera... || Cfr. 0.5.

[2] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 6, par. 10, pag. 37.6: E dovemo sapere e intendere tanto per ciò questo chapitolo qui tanto per l'altro seguente continualmente altro come chauses essere delli offici della città chatuna secondo sua gienere spezia, in tanto che sono oficio della città... || Cfr. Defensor pacis, I, 6, 10: «iuxta quodlibet ipsarum genus, secundum quod officia sunt civitatis».

[3] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 8, par. 2, pag. 41.10: E di questa parte o uficio di principans sono due spezie e gieneri, l'uno bene attenperato e ll'altro vizioso. || Cfr. Defensor pacis, I, 8, 2: «Sunt autem principative partis seu principatuum genera duo, unum quidem bene temperatum, reliquum vero viciatum».

2.1 Tipo particolare (di virtù, in partic. quella si pone nel mezzo tra due estremi).

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, canz. 3.111, pag. 258: Dunque verrà, come dal nero il perso, / ciascheduna vertute da costei, / o vero il gener lor, ch'io misi avanti.

[2] Gl Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 20, pag. 385.1: dunque ogni vertude, «o vero il gener lor», cioè l'abito elettivo consistente nel mezzo, verrà da questa, cioè nobilitade.

3 Estens. Tipo, qualità.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 81.16: Ogne cosa la quale àe alcuna controversia in diceria o in questione contiene in sé questione di fatto o di nome o di genere o d' azione...

[2] Gl Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 85.2: Od è questione del genere, cioè della qualitade d' alcuno fatto, in ciò che ll' una parte appone a quel fatto una qualitade e l' altra un' altra. Verbigrazia: Dice l' uno: «Questi uccise la madre iustamente perciò ch' ella avea morto il suo padre». Dice l' altro: «Non è vero, ma iniustamente l' à fatto»; e di ciò nasce cotal questione di questa qualitade: se l' à fatto iustamente o iniustamente, e perciò è appellata questione di genere, cioè della qualità d' un fatto e di che maniera sia.

[3] Stat. fior., a. 1364, cap. 3, pag. 63.12: imposte di qualunque genere e quantità nella detta arte e in tra gli uomini e persone d'essa, fare e distribuire...

3.1 Estens. Essenza, natura.

[1] Microzibaldone pis., XIII/XIV, 1, pag. 196.15: Propiamente li sentimenti del toccare sono questi, [[...]], et videtur certo che questo eie generalissimo senso di tutto; all'anima veramente serve et de' servire per virtude di spirituale sentimento. Di questo senso, cioè del toccamento, che dicto avemo di sopra, in loro genere passa e avansa noi tutti homini, et etiamdio [tuti li altri animali sensibili] per virtude di sua natura et propietà.

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 187.30: e sì come le cose incorporali e le corporali sono diverse in genere, così sono distinte in cognizione.

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 11, pag. 55.13: E avendo dio facta natura, e tu usuriere fai contra a natura, l' offendi come decto è, e convienti da pprincipio di natura e di suo genere, conviene a nnoi, humana generatione, prendare e nostra vita avançare.

4 La maggior parte; maggioranza.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 108, vol. 2, pag. 657.30: De la morte di questo signore i cittadini di Firenze ch'amavano parte guelfa ne furono crucciosi, quanto per parte; ma il genero de' cittadini ne furono contenti per la gravezza della spesa e moneta che traeva de' cittadini, e per rimanere liberi e franchi...

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 32, vol. 2, pag. 177.16: Ma vedendo il genero de' cittadini essere caduti sprovedutamente sotto il giogo della malvagia legge...

4.1 Locuz. avv. In genere: in modo da riguardare la parte preminente in numero di un insieme di persone.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 2, vol. 2, pag. 138.16: cominciò a detestare i vizii, e massimamente l'usura, e l'endiche, e lle disoneste portature delle donne, e apresso cominciò a ddire molto contro la disordinata signoria di tiranni; e in poco tempo ridusse in genero le donne a onesto portamento e abito, e li uomini a rimanersi delle usure e delle endiche.

5 Stirpe, discendenza.

[1] Gl Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 40.20: A questa somiglianza, per dire più in volgare, si puote intendere genere cioè la schiatta; ché chi dice «i Tosinghi» comprende tutti coloro di quella schiatta, ma chi dice «Davizzo» non comprende se no una parte, cioè un uomo di quella schiatta.

[2] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 3, pag. 241.3: perocchè egli era grande; il quale ora le forti e repugnanti ròcche avea spezzate; a cui il genere e li tributi davano dure fortezze.

6 Genere umano: insieme, totalità degli esseri umani; umanità.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 26.19, pag. 62: Ohi, lasso! Già vegg'io genereomano, / che segnoril naturalmente è tanto, / che 'l minor om talenta emperiare...

[2] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 193, pag. 718.12: Quella giacque che dovea congiugnere con ferma catena dell' umano genero, alla quale Venus medesima impuose i suo' modi.

7 Plur. Alimento, cibo. [In partic.:] vettovaglie.

[1] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 984, pag. 436.39: e cacciarono e presero l'arnese del campo e foraggio che v'era ed i generi che bisognarono, e fornirono il castello di Nocera: l'avanzo arsero.