RÀNGOLA s.f.

0.1 ragnole, ranghole, rangola, rangole.

0.2 Da rangolare.

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Stat. sen., c. 1318.

0.5 Locuz. e fras. avere rangola 2; senza rangola 2.1; 3.

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Impegno, dedizione e abilità richiesti per affrontare lo studio o occupazioni specifiche. Estens. L'occupazione e il compito stesso. 2 Attenzione, cura e solerzia che si pone al servizio di qsa o qno, per protezione e difesa; l'occasione stessa che richiede l'utilizzo di tali qualità. Locuz. verb. Avere rangola di qno o di qsa: preoccuparsene. 2.1 Locuz. agg. Senza rangola: incapace di attenzioni, noncurante. 3 Sensazione di ansia, preoccupazione o paura derivante da una carenza o da un rischio; pensiero opprimente e ossessivo.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 24.02.2012.

1 Impegno, dedizione e abilità richiesti per affrontare lo studio o occupazioni specifiche. Estens. L'occupazione e il compito stesso.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 11, pag. 66.10: La terza cosa che si conviene a lo studio è adiutar l'uso per exercizio, cioè con affatigamento di mani, e aiutar lo 'nggenio con rangola e sollicitudine.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 1, pag. 178.2: Et altro' disse: non cessare d'imparare, chè la scienzia crescie per rangola; picciolo savere è dato en gran uso di tempo.

[3] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 43, pag. 186.20: La rangola de' nocchieri, e del governatore della nave dee essere di conoscere la natura de' luoghi...

[4] F Trattati di Albertano volg., c. 1300 (fior.), Libro dell'Amore, cap. 34:Lavorar dunque dèi con gran rangola, e con diligente opera, fuggendo pigrizia, cacciando via lo sonno, e 'l riposo... || Albertano (Giunti 1610), p. 76.

[5] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 363.17: E gli animi si dilettano ne' campi o nello studio del lavorio de la terra; ciascuna sollicitudine puote dare luogo a questa rangola.

[6] Stat. sen., c. 1318, Tavola delle rubriche. Incipit, pag. 7.35: De la conservazione de le chiavi de l'uscia del cellieri et de l'altre uscia che rispondono verso Vallepiatta, e de la loro rangola. lxxxiv.

2Attenzione, cura e solerzia che si pone al servizio di qsa o qno, per protezione e difesa; l'occasione stessa che richiede l'utilizzo di tali qualità. Locuz. verb. Avere rangola di qno o di qsa: preoccuparsene.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 16, pag. 33.23: Ed ella disse: - Tu sai, cara figliuola, ch'a me conviene avere rangola dell'umana generazione, e spezialmente di coloro che vogliono intendere al servigio di Dio...

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 18, pag. 247.14: Grandissima fue la paura, e da non potere credere, ch'ebbero allotta i senatori, e tutto il popolo di Roma, e di molte rangole fuoro solliciti... || Cfr. Orosio, Hist., 4, 17, 3 «Cum senatu populoque diversis curis trepido».

[3] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 66, pag. 71.15: mostra quanta cura e rangola àe avuto Iddio di quella cosa, overo i nostri maggiori, overo il nostro comune, overo i savi uomini per li tempi passati, che in quella cosa non si pecchi...

[4] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 9, pag. 505.35: e, se quella rangola fosse continuamente sotto entrata al vincitore di rompere le chiusure con mano e di mettere i compagni dentro alle porte, quel dì sarebbe stato ultimo alla gente e alla battaglia... || Cfr. Aen. IX, 757: «et si continuo victorem ea cura subisset, rumpere claustra manu...».

[5] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), II, cap. 1, pag. 15.11: Onde perché l'uono tra gli altri animali ha grandissima rangola de' figliuoli nutricare, e lasciarli reda, e d'ornarli...

[6] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 83, S. Leone, vol. 2, pag. 714.22: "Ciò ch'io avesse fallato in questa Pistola come uomo, tu, Piero, al quale fu commesso la rangola de la Chiesa, sì la togli e mendala".

2.1 Locuz. agg. Senza rangola: incapace di attenzioni, noncurante.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 38, pag. 180.19: La tempesta de' venti e secondochè il mare è acerbo, come coloro che sono accorti difende, così uccide i negligenti, e che senza rangola sono.

3 Sensazione di ansia, preoccupazione o paura derivante da una carenza o da un rischio; pensiero opprimente e ossessivo.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 11, pag. 67.8: che 'l buon lettore de' essere humilo e mansueto, rimosso da tutte rangole, e che impari voluntieri da ogne huomo, e non impari mai da rio maiestro...

[2] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 217.10: «Che è ricchezza?» «Ricchezza è peso d'oro e d'argento, ministro di rangole, diletto sanza allegrezza, invidia da non saziare, desiderio da non compiere, bocca grandissima, concupiscenzia invisibile».

[3] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 5.8, pag. 31: Oi lasso me, com'ell'è gita via! / Per Dio, pensate come sia guerita, / ché, non ch'a voi, a me ne 'ncresceria: / più rangola dovreste avere di Mita.

[4] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 4, cap. 2, par. 6, pag. 107.12: Seneca de tranquillitate animi. Non ci diamo troppo ne' nostri intendimenti e rangole; trapassiamo in quelle cose, in che gli accidenti ci menano.

[5] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), IV, cap. 7, pag. 136.19: Sicché Apolline lodò più la piccola capanna di Galaio Soffidio con sicurtà, che la casa di Gige ricchissimo, trista per rangole e per sollicitudine.

[6] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 34, pag. 237.24: Povertà è bene odiato, madre della santade, rimovimento di rangole, ritrovatrice del savere, mercatanzia senza danno, possedimento senza calunnia e prosperità senza solecitudine.

[7] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 13, pag. 363.20: Il primo si è che lla invidia intenebra il chuore de l'uomo per ischurità d'odio e di rancore e ranghole...

[8] F Cassiano volg., XIV (tosc.), coll. 23, cap. 15: Ma però che si sentiva imprigionato per la condizione dell'umana fragilità, cioè menato alle sollecitudini e alle rangole della carne... || Bini, Cassiano, p. 295.

[9] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 152, Ognissanti, vol. 3, pag. 1371.7: Dice Gilberto: "La verginità è silenzio de le ragnole, pace de la carne, ricomperamento de' peccati, principato de le virtudi".

- Senza rangola: senza difficoltà.

[10] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 159.91, pag. 153: Deh, come 'l capo ti muffa / sanza rangola! / E que' pur ciangola / ed abbaia, / ed ha la zinghinaia / a l'aia / che la ricca pettina / con pettina di stoppa.