PENSAMENTO s.m.

0.1 non-pensamento, pansamento, pemsamento, pensament, pensamente, pensamenti, pensamento, pensamentu, pensamienti, pensamiento, pensaminti, pensaminto, pensement, penzamenti, penzamento, pinsamenti, pinsamentu.

0.2 Da pensare 1.

0.3 Tomaso di Sasso (ed. Contini), XIII pm. (tosc.): 2.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Tomaso di Sasso (ed. Contini), XIII pm. (tosc.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Betto Mettefuoco (ed. Berisso), XIII sm. (pis.); Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.).

In testi sett.: Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Elucidario, XIV in. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Rime Mem. bologn., 1301-24, [1311]; Enrico Dandolo, Cron. Venexia, 1360-62 (venez.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. non-pensamento 2.3.

0.6 N Voce redatta per il progetto «L'affettività lirica romanza» (Prin 2008, LirIO).

0.7 1 Capacità di pensare, di formare nella mente concetti e immagini e di collegarli vicendevolmente in sistemi complessi. 1.1 Insieme organico di idee che induce ad assumere un atteggiamento costante nei confronti del medesimo soggetto o problema, mentalità, impostazione mentale. 2 Prodotto dell'attività razionale, pensiero, idea; oggetto dell'attenzione della mente e delle sue capacità riflessive. 2.1 Opinione, giudizio razionale esercitato su un problema. 2.2 Intensa volontà rivolta verso il conseguimento di un oggetto o di una condizione, desiderio. 2.3 Atteggiamento di attenzione e di cura nello svoglimento di un'operazione, accuratezza. 2.4 Pensiero negativo e opprimente che genera incertezza e ansia, preoccupazione, timore.

0.8 Marco Paciucci 03.03.2012.

1 Capacità di pensare, di formare nella mente concetti e immagini e di collegarli vicendevolmente in sistemi complessi.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 74.13: Consideri ancora che 'l buono difficiatore e maestro poi che propone di fare una casa, primieramente et anzi che metta le mani a farla, sì pensa nella sua mente il modo della casa e truova nel suo extimare come la casa sia migliore; e poi ch' elli àe tutto questo trovato per lo suo pensamento, sì comincia lo suo lavorio.

[2] Betto Mettefuoco, XIII sm. (pis.), 41, pag. 294: Né lo meo pensamento / non può 'scir di tormento, / pensando a farv' onore, / donna di gran valore, - pienamente.

[3] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 10, pag. 48.10: 'l numero non è naturale ne le cose, e non è nulla, ma viene da mio pensamento, però non è di virtù nulla.

[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 50, pag. 177.34: Alcuni autri fiati li sonni sì apparinu pir pensamentu e pir revelacioni insemblamente.

1.1 Insieme organico di idee che induce ad assumere un atteggiamento costante nei confronti del medesimo soggetto o problema, mentalità, impostazione mentale.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 9.16: Et poi che Tulio nel suo cuminciamento ebbe detto come molte fiate e lungo tempo avea pensato del bene e del male che fosse advenuto, immantenente dice del male per accordarsi a' pensamenti delli uomini che ssi ricordano più d' uno nuovo male che di molti beni antichi.

[2] Tristano Veneto, XIV, cap. 455, pag. 414.15: «Hosto, se vui fese a nui honor, et vui dapuò volevis far a nui onta. Et sì cognossiti ben lo vostro pensamento, sì che io non me puoso megio vendegar de vui cha de meter-ve intro le man deli vostri inimisi».

2 Prodotto dell'attività razionale, pensiero, idea; oggetto dell'attenzione della mente e delle sue capacità riflessive.

[1] Tomaso di Sasso (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), canz.. 11, pag. 91: uscito m'è di mente / già lungiamente - ogn'altro penzamento.

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 2143, pag. 68, col. 1: Zascaun devria pur pensare / Et in ben dire et in ben fare, / E sovra li quatro pensament / Ond'omo vene a salvament: / Lo prumer si è de strapasare, / Lo segondo de resuscitare, / Lo terço si è del paradiso, / Lo quarto è l'inferno, ço m'è viso.

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 3.25, pag. 10: «Si da li sensi tollime li mei delettamente, / siraio enfiato e tristo, pieno de 'ncrescemente; / terrotte la letizia ne li tuoi pensamente.

[4] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 3, pag. 490.18: E questa vedendo che non poteva fare lo suo rio pensamento, ma anco lo volse piue provare, e incominciò a piangere forte.

[5] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 13, pag. 91.10: E denanze k'El crease lo mondo Elo ave cognoscanza e scientia de le nome, de li costumi, de le volontae, de li digi, de li fagi, de li pensaminti de tugi li homini e de tugi li angeli in tale maynera com illi foseno tugi presinti.

[6] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.179, pag. 312: penssa goer, / dormi e roposa a to voler». / O tristi queli omi doreti / chi mennam tai pensamenti!

[7] Rime Mem. bologn., 1301-24, [1311] 65.7, pag. 94: Asai contento 'l dixire / sol d'un gintil pensamento, / quando del vostro talento / vo a quel don sì altero / come 'l sol don ched e' chero.

[8] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 19, pag. 104.28: lu demoniu, nostru antiquu adversariu, sempri se sforza de chircare comu ni pocza accusare avanti lu iudiciu de Deu, oy de pensamentu malvasu, oy de parole ociuse, oy de malvasi opiracioni.

[9] Enrico Dandolo, Cron. Venexia, 1360-62 (venez.), pag. 262.17: che alcuna division o rio pensamento nel cuor dei çidadini di quella non posano gienerar, non façando contra quelli quelo che [non] deno far, ma tractando loro segondo lo suo stado equalmente.

[10] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 176.8: Ora vole Aristotile che non solamente li effetti delle cose mutino l'airo, ma anco se muta l'airo per lo volere, li penzamenti dello omo.

[11] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 3, pag. 61.3: stando sola Medea inde la camera soa, revoltavasse a soa memoria quelle parole le quale avea dicte insembla con Iasone, e reparlando e recordandosse de cutale parole allegravasse fortemente quando pensava cha devevano essere insembla. Sì che stando in tale pensamenti ansiosamente aspecta la hora debita de la nocte, a la quale potesse fare clamare Iasone.

2.1 Opinione, giudizio razionale esercitato su un problema.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 11.13: Et qui si parte il conto da quella prima parte del prologo nella quale Tulio àe detto il suo pensamento et àe detto li mali avenuti.

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 5, pag. 14.16: Se' tu forse di sì vano pensamento che credi che l'uomo possa avere i beni di questo mondo e dell'altro?

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 140.140, pag. 578: el'è usanza de fole, / ni per ognunca lenger vento / no canbjar to pensamento.

2.2 Intensa volontà rivolta verso il conseguimento di un oggetto o di una condizione, desiderio.

[1] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 22.34, pag. 513: Umilmente, Lamento, / va e sali a castello, / ove son le belleze: / dille c'ò pensamento / potere essere augello / per veder suoe alteze.

2.3 Atteggiamento di attenzione e di cura nello svoglimento di un'operazione, accuratezza.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 24, pag. 68.9: Ammaestrato cavaliere rende l' armadura che ne' dì delle feste si dà, e però non tanto l' armadure che ne' campi a bellezza si fanno, ma tutti i compagni igualmente con continuo pensamento apparavano.

- Locuz. nom. Non-pensamento: sentimento di indifferenza e di distacco.

[2] Pacino Angiulieri (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), 111a.10, pag. 347: Tutto che siate di sag[g]ia natura, / errar vi face lo non-pensamento / che Dio verace ha sua propia statura / ed è di ciascun bene il compimento.

2.4 Pensiero negativo e opprimente che genera incertezza e ansia, preoccupazione, timore.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 598, pag. 196: Apresso imprimamente / in guisa di serpente / ingannò collo ramo / Eva, e poi Adamo; / e chi chi neghi o dica, / tutta la gran fatica, / la doglia e 'l marrimento, / lo danno e 'l pensamento / e l'angoscia e le pene / che la gente sostene / lo giorno e 'l mese e l'anno, / venne da quello inganno.

[2] Pallamidesse Bellindote (ed. Monaci), a. 1280 (fior.), 37, pag. 293: Già non ài pemsamento / di potere fallire, / pur compi tu tua volglia.

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 57.10, pag. 341: Ni me maravejo miga / se voi vivì in pensamento, / che monto gram mexamento / pò szhoir zo che bordiga.

[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 50, pag. 177.28: dichi la Scriptura: 'duvi su multi pensamenti e multi curi, illocu secutirannu multi sonni'.

[5] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 115, pag. 23: «Gran male me è comenente! / Dove recuperare porraio io dolente?» / Jà era borbottato che Aquila se tenea, / Dico, per Corradino et per la gente sea, / Sì che alcuno dubio re Carlo ne aveva, / Ma non che certo fossene et adpena lo credeva. / Con quisto pensaminto la sera calvacao / Con quattro homini soli, ché più non ne menao.