0.1 marsigliesi, marsilies', marsiliese, marsiliesi, marsilisi, marsilliesi, marssilisi, massiliesi.
0.2 Da Marsiglia topon.
0.3 Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.): 1.
0.4 In testi tosc.: Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); f Fatti de' Romani (H+R), 1313 (fior.); Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).
In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.).
In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).
0.5 La forma massiliesi, att. solamente in Boccaccio, Epist., 1361, pag. 1115.9, è dovuta all'influsso del topon. lat. Massilia.
0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.
0.7 1 Originario o proprio della città di Marsiglia, nella Francia meridionale. 1.1 Sost. Abitante o originario di Marsiglia.
0.8 Giulio Vaccaro 17.04.2012.
1 Originario o proprio della città di Marsiglia, nella Francia meridionale.
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 14, pag. 125.19: Li Romani schieraro loro navi a guisa d'uno arco, ovvero a modo di luna scema per atorneare se alcuna nave marsiliese si ferisse intra loro.
[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 36, pag. 255.17: Primieramente gli ambasciadori Marsigliesi avevano detto, lui essere in Gallia trapassato...
1.1 Sost. Abitante o originario di Marsiglia.
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 11 rubr., pag. 120.17: Come Cesare, partito l'oro de la tesoria di Roma, andò verso Marsiglia per passare in Ispagna; e come i Marsiliesi mandarono ambasciatori a Cesare, i quali gli dissero molte savie parole.
[2] f Fatti de' Romani (H+R), 1313 (fior.), [Luc. III] (R) 30, pag. 343.23: Quando le navi si trafedivano insieme i Romani e ' Marsiliesi, l'uno s'aprendeva e ateneva alli avironi delle navi e a' governali per di verso il capo che giacevano nel'acqua per ritenere le navi quando elle corevano... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[3] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 537.6: Quivi li marsigliesi con rev[er]ença facino li sacrifitij a quelgli dei.
[4] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 67, pag. 40.31: quindi dagl'Ateniesi li Marsiliesi, i quali sono raguardevoli al popolo romano, ancora usano degl'antichi costumi infino a questo tempo con gravitade di disciplina e con karitade oservativa.
[5] f Valerio Massimo (red. Va), a. 1336 (tosc.), L. II, cap. 1, pag. 28v.23: [II.6.8] La quale usanza di Marsigliesi io stimo ch'e[lla] non sia nata di Gallia, ma trasportata di Grecia... || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.
[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 72.12: 46. Issendu eu di la citati di li Marsilisi, occurrimi quilla custumi di li Franciski, di li quali si ricunta per grand'aricordu que issi impruntavanu munita qui lur fussi arinduta quandu seriannu a lu infernu, però que issi cridiannu que li animi di li homini fussiru immortali.
[7] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. III [Phars., III, 307-357], pag. 47.5: Li giovani ambasciadori de' Marsiliesi così finîro lo loro dire.
[8] Boccaccio, Epist., 1361, pag. 1115.9: i Massiliesi, lasciata la loro nobile città in Grecia, ne vennero tra le alpestre montagne di Gallia e tra' fieri popoli a dimorare...
[9] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 18, 97-105, pag. 430.12: in quil mezzo Bruto combattette coi Marsilliesi.
[u.r. 08.10.2014]