POPOLAGLIA s.f.

0.1 popolaglia.

0.2 Da popolo 1.

0.3 Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.).

0.6 N Non si separano gli ess. con rif. alla plebe dell'antica Roma da quelli con rif. al popolo medievale perché tale distinzione non sussisteva agli occhi degli scriventi dell'epoca.

Doc. esaustiva.

0.7 1 Collettività corrispondente alle classi sociali medio-basse di una città (con connotazione spregiativa).

0.8 Diego Dotto 02.05.2012.

1 Collettività corrispondente alle classi sociali medio-basse di una città (con connotazione spregiativa).

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 2, pag. 414.12: Ma però che per beneficio della gente Emilia e Cornelia molte paure di Roma e d' Italia erano finite, la popolaglia romana non fu libera alla libertà di Scipione. || Cfr. Val. Max., VI, 2, 3: «plebs Romana».

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 18, terz. 92, vol. 1, pag. 212: Vattene a star con que' da Monte Aperti. / E se la popolaglia fosse giunta, / che da Firenze veniva a stagione, / la gente, che campò, era difunta.

[3] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 67.5: l'ingrata popolaglia calpestare, / con cuor di marmo e piglio di Nerone, / e sempre poi con ferro e con bastone / le gentilezze far tutte tremare...