0.1 popolesca, popolescha, popolesche, popoleschi, popolesco; a: popolescho.
0.2 Da popolo 1.
0.3 Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.): 3.
0.4 In testi tosc.: Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.).
0.6 N Non si separano gli ess. con rif. alla plebe dell'antica Roma da quelli con rif. al popolo medievale perché tale distinzione non sussisteva agli occhi degli scriventi dell'epoca.
0.7 1 Che appartiene o si riferisce al ceto medio di una città (con opp. alla nobiltà). 1.1 Che desta il favore e l'interesse del popolo. 2 Della gran massa delle persone, della gente comune (con connotazione neg.). 2.1 D'uso normale; ordinario. 2.2 Di poco o scarso valore. 2.3 Disponibile a tutti. 2.4 [Detto di luogo, con rif. ai costumi:] di livello infimo; volgare. 3 Sost. Colui che appartiene ai ceti medio-bassi (con opp. alla nobiltà).
0.8 Diego Dotto 02.05.2012.
1 Che appartiene o si riferisce al ceto medio di una città (con opp. alla nobiltà).
[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 16, pag. 377.4: [Di] questi ancora sono alcuni, ma in istato assai popolesco. - quel dell' Arca. Questi [furono] nobili e arroganti, e fecero di famose opere; de' quali è oggi piccola fama...
[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 7, pag. 80.20: Conciofosse cosa che nelli giuochi popoleschi uno padre di famiglia, uno suo servo condannato a battere, menato avesse per lo Circo Flaminio sotto la forca a tormentare... || Cfr. Val. Max., I, 7, 4: «plebeis [...] ludis».
[3] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 26, pag. 744.7: Cipri, di molte città ricchissima, tenne il padre mio, non di sangue né d' animo popolesco, ma di mestiere.
1.1 Che desta il favore e l'interesse del popolo.
[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 8, pag. 392.18: Cassio avendo invidia di questo fatto, il suo figliuolo, il quale essendo tribuno del popolo avea fatto di prima la legge agraria, e per molte altre cose popolesche tenea legati per amore di sè li animi delli uomini... || Cfr. Val. Max., V, 8, 2: «multisque aliis rebus populariter actis animos hominum amore sui devinctos tenebat».
[2] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. VII [Phars., VII, 677-711], pag. 136.21: Già non sarà nome di Pompeio, né popolescho studio di battallia per lo mondo, ma la Libertà e Cesare saranno il paio che noi habbiamo sempre... || Cfr. Luc., Phars., VII, 694-695: «non iam Pompei nomen populare per orbem / nec studium belli».
2 Della gran massa delle persone, della gente comune (con connotazione neg.).
[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), Prologo, pag. 4.4: Cotale uomo non dae la popolesca greggia, che bruta pasce solo cibo terreno...
[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4 ott. 165.6, pag. 155: ma gli atti tuoi altieri e signorili, / il valore e 'l parlar cavalleresco, / i tuoi costumi più ch'altra gentili, / ed il vezzoso tuo sdegno donnesco, / per lo quale apparien d'esserti vili / ogni appetito ed oprar popolesco...
[4] Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.), Inf. c. 2, pag. 453.20: L' altro modo è che per studiare in theologia, elli uscìe della schiera volgare, cioè popolescha, e diedesi tutto a quello studio di theologia...
[5] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 32.20: Niuna cosa ci ha meno stabilità che la popolesca grazia...
[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 441.19: Questo dice in infamia e vituperio delle dette donne; dicendo, che il primo atto e il più popolesco e volgare della onestade della femina, è il tenere coperte quelle membra, che la natura richiede che sieno chiuse...
[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 16, pag. 603.4: E l' onore di Ferenice non è popolesco nè basso: alla quale, sola di tutte le femine, fu permesso d' essere a la veduta del giuoco ginico... || Cfr. Val. Max., VIII, 15, ext. 4: «Berenices quoque non vulgaris honos, cui soli omnium feminarum...».
[2] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. V [Phars., V, 762-815], pag. 96.6: La morte nonn àe rotto gli nostri amori, né l'ultima fiaccola del crudele fuocho; ma per ispessa sorte e troppo popolescha, io abbandonata sono sança lo mio marito... || Cfr. Luc., Phars., V, 764-765: «sorte frequenti / plebeiaque».
[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 3, pag. 429.4: Nè altrimenti sentio Quinto Antistio Vecchio, rinunciando la moglie, però che in luogo publico l' avea veduta parlare secretamente con una serva francata popolesca. || Cfr. Val. Max., VI, 3, 11: «quadam libertina vulgari».
2.4 [Detto di luogo, con rif. ai costumi:] di livello infimo; volgare.
[1] x Ceffi, St. guerra di Troia, 1324 (fior.), L. 8: O quante donne sono state condotte a dishonestade per lo leggiere andare, e tornare a luoghi popoleschi, e festerecci!
3 Sost. Colui che appartiene ai ceti medio-bassi (con opp. alla nobiltà).
[1] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 11, pag. 23.30: «S'i' sono sì gentile, come tu die, e tu sie di popolo, brìgati d'amare una tua pare, e io che sono gentile, amerò uno de' gentili, però che i gentili e popoleschi, ch'abiano diversa natura, non si fanno insieme».