POLTRONE s.m./agg.

0.1 poltron, poltrone, poltroni.

0.2 Etimo incerto: da poltro 'letto' (non att. nel corpus) secondo Prati s.v. poltro (in contrario DELI 2 s.v. poltrone), o da paltone, oppure fr. ant. paltonier (cfr. Nocentini s.v. poltrone).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.).

In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.).

0.7 1 Chi vive di elemosina, accattone. 1.1 Chi rifugge dal lavoro e dal dovere e vive ozioso; persona moralmente spregevole. 1.2 Persona che si pone ai margini della legalità, vivendo di espedienti (ad es. esercitando il gioco d'azzardo), o truffando il prossimo. 2 Agg. Che rifugge il proprio dovere e ogni impegno; imbelle.

0.8 Zeno Verlato 03.05.2012.

1 Chi vive di elemosina, accattone.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vita beati Alexii, 73, pag. 292: El è vestio Alexio de vesta da poltron, / In grand despresiamento lo corp met a bandon...

[2] Novellino, XIII u.v. (fior.), 21, pag. 179.2: Andando lo 'mperadore Federigo a una caccia con veste verdi, sì com'era usato, trovò un poltrone in sembianti a piè d'una fontana...

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 41, vol. 2, pag. 570.23: Cristo venne in terra accordandosi il volere di Dio co la necessità del corso di storlomia, e dovea per la sua natività essere e vivere co' suoi discepoli come poltrone, e morire de la morte ch'egli morìo...

[4] Esopo tosc., p. 1388, cap. 23, pag. 136.10: quando m'elegiesti in questa signoria, dovevi considerare il modo e il mio vivere, e dovevi pensare ch'io non ero usato di mangiare in terra sanza tovaglia a modo di poltrone, né vivere di cibi di spilonche.

1.1 Chi rifugge dal lavoro e dal dovere e vive ozioso; persona moralmente spregevole.

[1] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 37, pag. 268.9: e da costui dirivò il nome de' buffoni, e puossi dire che la maggior parte di quelli che sono oggi sieno veramente discesi di costui, però che sono poltroni e bugiardi e maldicenti de' gentili uomini...

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, 6, pag. 54.21: lo 'nquisitore sentendo trafiggere la lor brodaiuola ipocrisia tutto si turbò; e [[...]] un altro processo gli avrebbe addosso fatto per ciò che con ridevol motto lui e gli altri poltroni aveva morsi.

[3] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 213.37, pag. 270: Lascia spezzar le lancie, / E lascia enfiar le pancie de' poltroni.

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 121, pag. 270.9: e voi vi fate l' oficio vostro, e state bene ad agio, che per lo suo amore fuggite tutti il disagio, e vivete come poltroni.

[5] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 344, pag. 220.11: Molto sta male a l'uomo e a la femina essere goloso e ghiotto, e per la gola s'induce l'uomo a essere ladro e codardo e poltrone...

1.1.1 Chi è incapace, per apatia, di compiere qualsiasi attività.

[1] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 3, pag. 136.17: Sì che sta como poltrone el qual non si mova e genera vermi per la putredine.

1.2 Persona che si pone ai margini della legalità, vivendo di espedienti (ad es. esercitando il gioco d'azzardo), o truffando il prossimo.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 27, vol. 2, pag. 245.10: Et neuno poltrone o vero ribaldo o vero biscaziere, o vero altro di mala fama, possa o vero debia giocare ad alcuno giuoco di dadi et di biscazaria presso ad alcuna chiesa de la città a LX braccia...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 51, pag. 111.18: non credere, che Catone avesse sofferto d'abitare in parte, onde potesse vedere i ribaldi, e' poltroni trapassanti [[...]]? || Cfr. Sen., Ep., [V], [LI], [12]: «Habitaturum tu putas umquam fuisse illic M. Catonem, ut praenavigantes adulteras dinumeraret [...]?». Nel contesto volgare, è probabile che si debba considerare non credere come un imperativo negativo, e il periodo seguente come un'oggettiva e non un'interrogativa.

[3] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 11, pag. 568.23: dove dicie nel testo per soffismi dé' intendere per quella giente che reggie al mondo con inghanni e con frode. E questi tali son questi ghaglioffi e poltroni, la qual giente è più in dispiaciere che gnuna, mostrandosi in vocie d'agnoli e dentro sono lupi rapaci.

- [Prov.].

[4] a Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 126.7: Tanto giuocano e poltroni k'e' si dano de' bastoni.

- Imbroglione, infingardo.

[5] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 511.2: Ancho qui sono li falsi poltrone tra questi, li quali fecero e disfecero e refecero leggi e ordinamenti e li statuti contra li loro vicine per farsi grandi e de possa magiure.

2 Agg. Che rifugge il proprio dovere e ogni impegno; imbelle.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 181.5, pag. 238: O poltron vizio vil, miser, noioso, / e fastidioso a bon tutti tuttore, / tu ne lo stato d'ogn'on se' odioso, / peccato e danni porgi e disinore...