PÒRFIRA s.f.

0.1 porfira, porfire.

0.2 Lat. porphyra.

0.3 Serapiom volg., p. 1390 (padov.): 1.

0.4 Att. solo in Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

0.7 1 [Zool.] Varietà di mollusco gasteropode marino diffuso nel Mediterraneo (in partic. Murex brandaris), da cui si ricava un pigmento, utilizzato fin dall'antichità per la tintura dei tessuti. Dalla sua conchiglia si ricavava una polvere medicinale.

0.8 Zeno Verlato 03.05.2012.

1 [Zool.] Varietà di mollusco gasteropode marino diffuso nel Mediterraneo (in partic. Murex brandaris), da cui si ricava un pigmento, utilizzato fin dall'antichità per la tintura dei tessuti. Dalla sua conchiglia si ricavava una polvere medicinale.

[1] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 18, pag. 421.35: Queste mieseme vertù se truova in tuti i corpi che ha covertura dura, como è [[...]] le cape [[..]], quando el se brusa le suò coverture. Ma la covertura de le ostrege è più vertuosa cha tute le altre. Drio queste è una spetia, la qualle se chiama cobroc, drio a queste un'altra, dita porfira - altri la chiama purpura -.

[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 18, pag. 422.22: Dyascorides scrive d(e) una spetia de ostrege, le qualle se chiama porfire, de collore purpureo, digando che la vertù de queste è exiccativa.