POGGIARE (2) v.

0.1 poggi, poggia, poggian, poggiare, poggiato, poggiava, pòggiavi, poggin, poggio, pogia, poia.

0.2 Prov. poiar.

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.).

N L'es. in Francesco da Buti è cit. dantesca.

0.6 N Si considera qui il pogia di Cione Bagl. (ed. D'Ancona-Comp.), XIII/XIV (tosc.), 5.7, pag. 208: «Tira a pegio pogia di male mene mana», ma il passo è di difficile interpretazione.

0.7 1 Dirigersi verso un luogo posto a una certa altezza; levarsi in alto. 1.1 Fig. Salire, innalzarsi (spiritualmente o moralmente); tendere (al conseguimento di un bene). 1.2 Fig. Montare in superbia, esaltarsi. 1.3 Fig. Avere la meglio, prevalere. 2 Aumentare di quantità o intensità, crescere. 3 [Detto del vento:] soffiare.

0.8 Maria Fortunato 11.06.2012.

1 Dirigersi verso un luogo posto a una certa altezza; levarsi in alto.

[1] Meo Abbracc., Rime (ed. Contini), XIII sm. (pist.>pis.), 5, 2.10, pag. 350: Chi sta nel monte reo, vada 'nnel vallo, / e chi nel vallo, simel poggi a monte, / tanto che trovi loco meno reo.

[2] Dante, Rime, a. 1321, 51a.10, pag. 200: Non è colpa del sol se l'orba fronte / nol vede quando scende e quando poia, / ma de la condizion malvagia e croia.

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 23.165, pag. 31: et fui l'uccel che più per l'aere poggia, / alzando lei che ne' miei detti honoro...

1.1 Fig. Salire, innalzarsi (spiritualmente o moralmente); tendere (al conseguimento di un bene).

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 26, pag. 176: il vostro cuor valente / poggia sì altamente / in ogne benananza / che tutta la sembianza / d'Alesandro tenete, / ché per neente avete / terra, oro ed argento...

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 1.83, pag. 5: ché non po l'om capere / sol per servire en la magion de Deo, / sì como sento e veo; / ma bona fede e gran voglia en piò fare / l'aiuta e 'l fa poggiare, / ché voglia e fe tal Di' ha fatto valere.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 6.115, vol. 3, pag. 97: Questa picciola stella si correda / d'i buoni spirti che son stati attivi / perché onore e fama li succeda: / e quando li disiri poggian quivi, / sì disvïando, pur convien che i raggi / del vero amore in sù poggin men vivi.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 25.14, pag. 33: Et se tornando a l'amorosa vita, / per farvi al bel desio volger le spalle, / trovaste per la via fossati o poggi, / fu per mostrar quanto è spinoso calle, / et quanto alpestra et dura la salita, / onde al vero valor conven ch'uom poggi.

[5] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 6, 112-126, pag. 214.15: E quando li disiri; cioè gli desidèri e gli appetiti, o vero voluntadi d'acquistare fama et onore, poggianquivi; cioè nell'acquistare fama...

1.2 Fig. Montare in superbia, esaltarsi.

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), D. 122.2, pag. 244: Un marcennaio intende a grandeggiare / e pòggiavi sì smisuratamente, / che sofferire già nol può la gente, / veggendol così forte vaneare.

1.3 Fig. Avere la meglio, prevalere.

[1] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 29.8, pag. 487: Morrò da che vi piace pur ch'i' moia, / ché la speranza per cui mi notrico / mi torna in disperanza oltra ch'i' dico, / così spietà contro pietanza poia!

2 Aumentare di quantità o intensità, crescere.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 24.50, pag. 55: e visto aggi' om di core / irato e consiroso / venir gaio, e gioioso / in gioi poggiare e 'n tutta beninanza.

[2] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 1.6, pag. 25: celar non posso più la greve noia, / tanto contra me poia / pena mortale e rea disaventura...

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 48.3, pag. 65: Se mai foco per foco non si spense, / né fiume fu già mai secco per pioggia, / ma sempre l'un per l'altro simil poggia...

3 [Detto del vento:] soffiare.

[1] Dante, Rime, a. 1321, 43.24, pag. 153: e Amor, che sue ragne / ritira in alto pel vento che poggia / non m'abbandona, sí è bella donna / questa crudel che m'è data per donna.

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 1, pag. 338.19: il vento potentissimo poggiava in contrario, in tanto che, non che essi del picciol seno uscir potessero, ma, o volessero o no, gli sospinse alla terra.