PORO s.m.

0.1 poli, polo, pori, poro; a: porri.

0.2 Lat. tardo porus (DELI 2 s.v. poro).

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 2.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.); f Giordano da Pisa, Prediche (ms. Salviati), a. 1311; a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.); Metaura volg., XIV m. (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. pori uritides 1.

0.7 1 [Anat.] Piccolissima apertura sulla superficie di un organo che rende possibile la comunicazione con l'ambiente esterno. 2 Spazio vuoto entro un materiale solido; apertura, foro. 3 [Bot.] Piccolissima apertura presente sul tessuto di un organismo vegetale.

0.8 Maria Fortunato 11.06.2012.

1 [Anat.] Piccolissima apertura sulla superficie di un organo che rende possibile la comunicazione con l'ambiente esterno.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 4, cap. 9, pag. 131.6: la femena, secondo k'è decto de sopra, ène frigida (et) humida (et) per la frigideçça àe li pori chiusi (et) strecti, (et) questa è la casgione perké conporta el verno a lavare ei panni sença offensione nell'acqua fredda...

[2] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 61, pag. 27.11: Vale propiamente accide ruttiliantibus e fa finemente la digistione e lla opilatione de' porri...

[3] f Giordano da Pisa, Prediche (ms. Salviati), a. 1311: Imperocchè sciampia le vene, e i pori. || Crusca (1) s.v. poro.

[4] Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.), ch. 29, pag. 848.4: È dunque l'anno diviso in quattro diversi tempi: nel verno, il quale mortifica le cose generate e verdi e ·lle vestigie della passata state disfae, [[...]], i pori del corpo chiude e il naturale calore discendere dentro costrigne, onde l'acque de' pozzi, de le fonti di verno sono calde...

[5] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 23, par. 3, pag. 382.4: E faevale usare lo pettine dell' avorio risegato largo, che tenea netta la testa, sicché i poli stavano stretti, e tenevano i cavelli.

[6] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. IV [Phars., IV, 609-660], pag. 71.18: La secca terra prese il sudore, le vene fuôro ripiene del caldo sangue, gli pori si riempiêro; elgli induroe per tutt'i membri e affaticoe i nodi d'Erchole col nuovo corpo. || Ma cfr. Luc., Phars., IV, 631 «intumuere tori».

[7] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 44.8: Onde quando uscite del bangno, non istate in luogo freddo et non bevete cosa gelata, però c'allora i pori sono aperti, per li quali il freddo passa tosto a' membri principali, et corrompe le loro vertudi.

[8] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 12, pag. 235.22: Stando così, lo veneno comenzò entrare per li p[ori], e così Ercule morì.

[9] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 39, pag. 54.17: E fa nascere li cavili caçù perché el remuove le humidità rie che è in la raìxe e aduna e strençe per la soa [stipticitè] i pori, per li quale esse fuora li cavili.

[10] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 3, 130-136, pag. 106.26: alcuna volta è la paura sì grande, che li membri abbandonati dal sangue mettono fuori per li pori alcuno licore gelato, che pare sudore...

- Pori uritides.

[11] F Guglielmo da Piacenza volg. (ms. Landiano) XIV pm. (it. sett.): doi canali che va al pano de fuora dela vesiga e vien ditto dali medexi pori uritides. || Altieri Biagi, p. 112.

- [Di animali].

[12] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 79, pag. 337.20: Et s'ella fusse chiara trapassarebbe per li pori delo stomaco, lo quale li cavalli ànno molto debile, et così di soperchio quella acqua li rifrigerebbe molto lo stomaco.

[13] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 6, pag. 580.35: Aveni ancora [duluri] dintru da lu corpu di lu cavallu pir vintusitati, la quali intra pir li pori di lu corpu in ventri di lu cavallu, et, a la staxuni chi intra lu ventu pir li pori di lu corpu sudatu e tropu riscaldatu, porta grandi inflatura di corpu e di flanki...

[14] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 140, pag. 275.1: Et abegli q(ue)sta enfe(r)mità q(u)an lu c. s(er)rà sup(er)fluam(en)te fundito voi scallato et potiese i(n) loco fredo vo' ventoso et ca lu ve(n)to entra p(er) li pori ap(er)ti...

- [In espressione iperbolica].

[15] Dante, Rime, a. 1321, 51a.5, pag. 200: Io, che trafitto sono in ogni poro / del prun che con sospir' si medicina, / pur trovo la minera in cui s'affina / quella virtù per cui mi discoloro.

2 Spazio vuoto entro un materiale solido; apertura, foro.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 7, pag. 173.7: unde, venendo lo freddo per lo cessamento del sole, constregne e tura li pori de la superficie de la terra, sì che li vapori caldi, che so' dentro per lo corpo de la terra, non pono essalare e uscire bene fore de la terra.

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 8, pag. 96.18: ongne corpo metallico ène alcuno modo poroso, per li quali pori la sottile parte de l'aere puote passare...

[3] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 9, ch., pag. 239.17: il caldo ch'è dintorno caccia il freddo nella nuvola, e la nuvola hae in sé il caldo col quale si levò, il quale, quando giugne il freddo, si racollie nel mezzo de la nuvola, e quindi evapora e apre i pori de la nuvola onde non subitamente n'esce...

[4] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 28, pag. 285.23: E prova di ciò si è chi tollesse della cera e facessene uno vasello, e turasselo bene e ponesselo nell'acqua salsa, e lasciasselo stare per alcuna ora e poi lo traesse e aprisselo, troverebbe dentro acqua la quale sarebbe entrata per li pori della cera, e troverebbe quell'acqua dolce e lieve.

[5] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XIII (i), par. 28, pag. 609.19: Ma dell'umido e dell'aere non avvien così, per ciò che, essendo l' umido, sì come da suo contrario, cacciato dal fuoco, ricorre a quella parte donde noi il veggiamo uscire e per li pori del legno ne geme fuori.

3 [Bot.] Piccolissima apertura presente sul tessuto di un organismo vegetale.

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 11, cap. 14, vol. 3, pag. 269.29: Le piante, succiando, per li pori hanno il nutrimento, e di quello che dalla parte di fuori si lieva in gemme, formano ciò che generano.