ORGOGLIANZA s.f.

0.1 argoglança, argogliança, argogliansa, argoglianza, argollianza, orgogliansa, orgoglianza.

0.2 Da orgoglio.

0.3 Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.); Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. umbr., XIII/XIV.

0.5 Locuz. e fras. fare orgoglianza 1; salire in orgoglianza 1.

0.6 N Voce redatta per il progetto «L'affettività lirica romanza» (Prin 2008, LirIO).

0.7 1 Superbia, alterigia, atteggiamento distaccato e freddo derivante dalla fiducia nell'alta qualità delle proprie doti. 1.1 Crudeltà, atteggiamento feroce e malvagio.

0.8 Marco Paciucci 28.08.2012.

1 Superbia, alterigia, atteggiamento distaccato e freddo derivante dalla fiducia nell'alta qualità delle proprie doti.

[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 5.21, pag. 466: com'om che pinge bene / colora viso tale / che li conven ma[l], tale / è soffrire orgoglianza.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 7.5, pag. 31: mille mercé a l'amoroso bene / che dispietò ver' me con orgoglianza, / poi d'umilianza / m'ha rico[r] donato.

[3] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 7.52, pag. 54: crudeltà mi mostra in sua senbiansa / e con fèr' orgogliansa, / servendo lei, disdegna il meo servire.

[4] Poes. an. umbr., XIII/XIV, 44, pag. 101, col. 22: dunqua dimembra tuo core d'argoglança!

- Locuz. verb. Fare orgoglianza: comportarsi con crudeltà, superbia e distacco nei confronti di qno, umiliare.

[5] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 5.17, pag. 465: Finare mi convene, / ch'e' mi son miso a tale / che non dice mai tale, / mai mi fa orgoglianza.

- Locuz. verb. Salire in orgoglianza: insuperbire, assumere un atteggiamento altezzoso e di ostentata superiorità.

[6] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 117, pag. 459.20: e l'uno di loro salì in argoglianza e montò in superbia, dicendo: - Io non voglio Giuseppo per mio maestro.

1.1 Crudeltà, atteggiamento feroce e malvagio.

[1] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 7 (Ars).10, pag. 58: Li felli Giuderi sì mi rubbaro / del mio figliuolo, c'avea sì caro; / di nocte tempo sì llo piglaro, / strecto ·l legaro - con argogliansa.