POSTILLA (2) s.f.

0.1 postilla, postille.

0.2 Etimo incerto: dal lat. mediev. postilla (come postilla 1) oppure diminutivo di posta 'impronta, traccia'?

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Nel Paradiso e nei commenti]: immagine riflessa o orma?

0.8 Sara Ravani 29.08.2012.

1 [Nel Paradiso e nei commenti]: immagine riflessa o orma? || Il primo signif. proposto si ricava dall'es. dantesco e dall'interpretazione unanime dei commentatori antichi; secondo Cesari, Bellezze, p. 1158, potrebbe trattarsi di un diminutivo di posta nell'accezione di 'orma' (per cui cfr. Inf., XXIII, 148) e quindi valere «le vestigia e le note, o marche del volto».

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 3.13, vol. 3, pag. 38: Quali per vetri trasparenti e tersi, / o ver per acque nitide e tranquille, / non sì profonde che i fondi sien persi, / tornan d'i nostri visi le postille / debili sì, che perla in bianca fronte / non vien men forte a le nostre pupille...

[2] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 3, pag. 54.14: Postilla è quella imagine nostra, che ci si rapresenta in acqua o in ispecchio, o altro corpo trapassante, o vuoli l'imagine della cosa specchiata della materia.

[3] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 12.7, pag. 14: non posson le pupille / soffrir talor per l'acute postille / ch'accese vengon più del suo valore.

[4] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 3, 1-18, pag. 79.13: cioè per sì fatto modo mancante dei loro colori tornano le postille, cioè le figure e le rappresentazioni dei nostri visi per li vetri e per l'acqua detta di sopra...