PADRONE (1) s.m.

0.1 padron, padrone, padroni, padrony, paro', paron, paroni, paruni, patron, patrone, patroni, patrono, patrune, patruni, patrunj, patrunu; a: patruno.

0.2 Lat. patronus (DEI s.v. padrone).

0.3 Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.): 3.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.).

In testi sett.: Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.); a Omelia padov., XIII s.q.; a Doc. venez., 1284 (2); a Doc. rag., 1284 (3); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Doc. venez., 1311 (6); a Doc. seb., 1350/51; a Stat. ver., 1381.

In testi mediani e merid.: Doc. ancon., 1345; Doc. castell., 1361-87; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.); Doc. palerm., 1380.

0.5 Locuz. e fras. padrone dell'Arsenà 4.2; padrone posticcio 4.1.

0.6 N Cfr. anche patrono 1. A quest'altezza cronologica i due allotropi non sono associabili con nettezza a signif. distinti: alla luce di alcune tendenze alla distinzione, riconoscibili secondo gradi differenti nelle diverse aree linguistiche, e soprattutto della tradizione lessicografica dell'ital. mod., si separa la doc. secondo i signif. degli allotropi mod., pur con l'inevitabile presenza di aree semantiche di stretta contiguità tra le due voci.

0.7 1 Chi ha alle proprie dipendenze un servo o uno scudiero. 1.1 [Come titolo onorifico]. 2 Colui a cui qsa appartiene. [In partic.:] chi gode del diritto di proprietà su un bene. 2.1 [In partic.:] il proprietario di un possedimento terriero. 2.2 Estens. Uomo potente dotato di ricchezze e possedimenti. 2.3 Chi esercita un dominio su un territorio. 2.4 Proprietario di una bottega (in opp. ai lavoratori salariati). 2.5 Estens. [Rif. all'uomo cui appartiene un animale legato da un rapporto di fedeltà]. 3 Chi è in diritto o è libero di fare qsa. 4 [Mar.] Comandante di un'imbarcazione cui spetta la responsabilità generale della sua conduzione e gestione; armatore. Estens. Proprietario con la funzione di comandante a bordo di un'imbarcazione. 4.1 [Mar.] Padrone posticcio: comandante noleggiatore di un'imbarcazione. 4.2 [Mar.] [Dir.] Estens. Locuz. nom. Padrone dell'Arsenà : ufficiale addetto alla sorveglianza e alla cura del principale cantiere navale del Comune di Venezia. 4.3 Estens. Reggitore (di una città).

0.8 Diego Dotto 12.10.2012.

1 Chi ha alle proprie dipendenze un servo o uno scudiero.

[1] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. 28, pag. 23.26: che del preçço di fanti che stanno con altrui, s' el fanti si ni richiamassi del patrone, che per lo dicto preçço né per niuno aiuto ch' el fanti faessi al suo patrone mentre sta co· llui, el patrone non sia constrecto in persona, ma procedasi contra di lui...

[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 36, pag. 161.6: Acirtificatu kistu garzunj ki Stephanu era mortu, turnausìnde pir dirilu a lu sou patruni...

[3] Senisio, Caternu, 1371-81 (sic.), vol. 1, pag. 186.8: ki si per avintura si putissiru aviri li unc. iiij li quali lassau so patruni a la mugleri, la predicta uncia li sia scuntata intra li quattru...

[4] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 20, pag. 190.29: A questo lo messayo se partio da lluy et andausende a lo patrone e referiole la resposta che l'avea data Breseyda e trovaolo ancora che combatteva.

[5] Tristano Cors., XIV ex. (ven.), pag. 32.37: lo schudero, chi era con luj, li atornò questa cosa a gran fato quanto en suo chuore, e ben dixe dentro da sì ch'ell'è duramentri padron e llo meior ch'elo vedese may.

- [Da errore di trad.]. || Punteggiatura mentale erronea.

[6] a Omelia padov., XIII s.q., pag. 6.18: e quilli ke taia[ua] [li] rami de li arbore et conçauali in la uia significa li [28] sancti confessores li quale quanto illi fè ala nostra doctrina, multe doctrine de antige caosse ali soi padrone quasi rami taiando [de arbore, aprestà a noi] [29] uia al célo... || Traduce: «multas doctrinas de antiquis patribus, quasi ramos cedentes de arboribus...» (Folena).

1.1 [Come titolo onorifico].

[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 49.6: però che ne le mani altra pastura / m'è parsa sì, che, dolce 'l mio patrone, / Minerva lasso e Febus e Iunone, / donandomi del gioco a la ventura. || Il referente è Gidino da Sommacampagna.

2 Colui a cui qsa appartiene. [In partic.:] chi gode del diritto di proprietà su un bene.

[1] a Doc. rag., XIII u.q. (3), pag. 80.26: Et altra masaria sì come abole (e) calete (e) gastare (e) scutele (e) orçoli (e) asai altre cause cu(m) omo chi est patron de casa <abui> abui multe cause de masaria.

[2] Stat. pis., 1330 (2), cap. 92, pag. 534.12: Io Capitano del populo sia tenuto, infra uno mese di po' la 'ntrata del mio reggimento, di raiunare tutti li padroni et consorti del ponte Nuovo...

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 3, vol. 2, pag. 115.15: 2. Alegru lu patrunu di la vacca di zò, menata c'appi la vacca a Ruma in grandi spressa...

[4] a Stat. pis./sard., 1355 (?), cap. 75, pag. 229.32: et quello modo che in quella corona si piglierà di quello furto, sì debbia fare et osservare infine che verrà lo padrone del furto, a pena di libre x.

[5] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 15, pag. 71.13: Et li patruni di killi casi su experti, li prendinu et trovanusi li carti scripti ligati...

[6] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 45, pag. 44.4: La sicunda branca di l'avaricia est furtu et latrociniu, zo est prindiri la cosa di altrui a tortu sença voluntati di lu patruni di cui est...

[7] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 14, 103-114, pag. 334.32: aveano fatto fare una colonna in su la piassa con tanti anelli intorno, quanti erano quelli de la casa, segnati ciascuno al suo padrone...

2.1 [In partic.:] il proprietario di un possedimento terriero.

[1] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 70, pag. 76.37: et ciascheduno sia tenuto di mendare lo dapno che facto avesse al padrone de la possessione, a stimo de li suprascripti jurati...

[2] a Lett. ven., 1371 (4), pag. 336.27: se lame(n)tò dana(n)ti da nuy ca tu li festi vidignar da Bogavçe di Tholoe chi fo tuo p(ro)curador una sua vigna in Isola di Meço (et) fayte paron dela ditta vigna...

[3] Doc. castell., 1361-87, pag. 206.10: àvero da noi ma(r)ches(i) da Civit(ella), Bartolo, Angnilo (e) Ce(n)ne el podere da Capanieri a lavo(r)io, tene(n)do e re(n)dendo a meità e tereno, po(r)ci (e) altro bestiame menuti (e) grossi, co(m)me se usa p(er) gli altri buo(n)i padroni (e) lavoratori...

[4] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 21.164, pag. 149: Il patron se ne gio lìe de la vigna, / per ricoglier gli fichi...

2.1.1 Estens. Possedimento terriero di proprietà.

[1] <Doc. venez., 1367>, pag. 345.8: Lo XXIIII deseno è tute le tere che so' in tuto Çoncheto, començando da l'aqua dela Vrela fin a l'aqua de Bulento, e deli patronati in ver monte, fin a su mediante intra li paroni e le tere, spaçio de paso I.

2.2 Estens. Uomo potente dotato di ricchezze e possedimenti.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 43.184, pag. 261: Ni tar convi' in atra parte / ò visto far a omi d'arte, / se no a coniti o a baron / o gram prelati o gran patron...

[2] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1363/68?] 23, pag. 338.8: «Beati i povari per spirito, imperò che è loro il regno del cielo». [21] Chiamovi povareli, e sancto Gregorio nelle quaranta omelie vi chiama padroni e dice: «Non si debbono chiamare povari ma padroni, per le cui mani sono portate le nostre limosine dinanci da Dio, e per l'orazioni de' quali noi riceviamo misericordia»...

[3] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 9, pag. 49.28: Lo patrone a cavallo in soa iumenta bene li visitava onne dìe e sì lli salutava.

2.3 Chi esercita un dominio su un territorio.

[1] Lambertuccio Fresc., XIII sm. (fior.), 99a.3, pag. 256: Con vana er[r]anza fate voi riparo / infra lgli er[r]anti marinari a paro, / dicendo Carlo sia del mondo paro' / e tramontana senza alcun riparo!

[2] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 17, pag. 79.2: Et, quandu chistu è mortu, in Sichilia non rimasi nullu so simili chi ni pocza dari briga. Ora turnirà Sichilia a li soy primi patruni».

[3] a Stat. bellun., 1386 (2), pag. 54.23: così se useta in tute le tere del nostro signor e padron de Trevixio.

2.4 Proprietario di una bottega (in opp. ai lavoratori salariati).

[1] Stat. venez., 1338, cap. 37, pag. 446.17: che algun de l' Arte no debia lavorare ad alguno a die nì sovra si se in prima no farà pato con lo paron çò ch' elo diè avere a lo die o çò ch' elo dè avere de lo lavorero ch' elo averà tolto sovra si a lavorare...

[2] a Stat. ver., 1381, pag. 413.33: sotto pena e band(o) de C.o lbr. d(e) dr. al patro(n) osia cavo della dita tentoria over a q(ue)lui a chi posta e nomo la fiesso fata e reta e tenti i diti pagni...

2.5 Estens. [Rif. all'uomo cui appartiene un animale legato da un rapporto di fedeltà].

[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 9, pag. 57.2: «L'omo, che vole essere libero naturalmente, non sao mantenere fidelitate. Lo cane, lo quale non conosce libertate, è fidele a sio patrone».

[2] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 20, pag. 191.15: Per la quale caduta Dyomede se sentio gravemente derrupto, e levandose lo cavallo da terra nante de lo patrone Pollidama velocemente sì lo piglyao per le retene e presentaolo a Troylo chi stava ancora a ppede.

3 Chi è in diritto o è libero di fare qsa.

[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.78, pag. 595: Plui de noia non è 'sto sermon: / qi noia vol lassar, è paron.

[2] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 131.6: e questo fece chome per altulità data a lui del deto palazo, e farne vero padrone, e fu concesso che si chiamasse el palazzo del potestà.

4 [Mar.] Comandante di un'imbarcazione cui spetta la responsabilità generale della sua conduzione e gestione; armatore. Estens. Proprietario con la funzione di comandante a bordo di un'imbarcazione. || I due signif. non sono sempre distinguibili (cfr. 4.1 [1]); per la distinzione, non sempre pacifica, dal nocchiere e dal comito, cfr. 4 [7] e [10], [11], [14], [15], [16].

[1] a Doc. venez., 1284 (2), pag. 17.21: ser M. de Viierico de Raguxi e ser N. Falet(r)o e ser Iacomo Babillonio de Venecia, mercadhanti noliçadhi cu(m) ser Blasio de Todhoro de Çara, paron dela nave k'à nome "San Nicolao"...

[2] a Doc. rag., 1284 (3), pag. 77.22: (e) ave prestato lu patruno dila nave a Pasca grossi VIJ di sup(ra) la paga soa.

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 1, pag. 194.12: e i padroni delle navi, e coloro che per arme ierano utili, morti...

[4] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 71, pag. 84.17: Lo padrone della nave non lassò, per tema della sua fereçça, sì che 'l leone stava pur a la marina guardando e mirando quella nave...

[5] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 8, pag. 81.11: Sì come li marinari e li padroni per tema de la gran tempesta, saltano de la nave in mare...

[6] Doc. venez., 1311 (6), pag. 71.27: Et eo Galerani sì sum tegnudo ali sovrascriti paroni de darli per so nolo a questa galia libr. X de gss. per mesi IJ, sianto sta galia cossì fornida co' è dito de sovra et metanto li paroni a soa posta Thomado Çopola per paron suso...

[7] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 877, pag. 72: Mo adesso el fe domandaxon, / Qual iera el noclero e 'l paron. || La richiesta è fatta a una sola persona.

[8] Lett. pis., 1323, pag. 309.27: (e) che se mancha nulla a· legnio che voi lo diciate al padrone, sì che siate bene forniti (e) bene choredati...

[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 64.6: et non avendu focu a lu lontri, cannussiu per lu patrunu di la barca que non troppu arassu da locu paria fumu...

[10] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 32, pag. 181.12: Ma il Centurione credette più al padrone e al nocchiere della nave che volevano pure andare...

[11] Doc. ancon., 1345, pag. 235.17: per sacramento del padrone ac nauchiero de le nave overo ligno, ac dove non fosse nochiero dechiaresse per sacramento del patrone et per uno di marinari...

[12] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 5, vol. 1, pag. 21.13: Quando fummo presso, el padrone disse a quegli che teneva il timone della nave...

[13] a Doc. seb., 1350/51, pag. 254.9: io Pasque d(e) <c> Cuno d(e) Ragusa, patruno d(e) una cundura d(e) IJ arbori clamada «San Nicolò (e) San Çuliano», la qual è mo allo pressente in porto d(e) Duraco...

[14] Lett. venez., 1355 (2), 1, pag. 33.14: de le qual lo comito e paron debia haver parte IIIJ per zascadun e li oltri tuti hebia una parte per zascadun.

[15] a Simone Sigoli, Viaggio, 1390 (fior.), pag. 241.37: e non v'avea niuno, né il padrone né il nocchiere né altri marinai, che sapessono in che luogo noi ci fossimo.

[16] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 16, pag. 140.3: Lo patrone, li comiti e lli marinari erano d'Ischia.

- [In contesto fig. o in comparazioni].

[17] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 108, pag. 216.5: La madre adunque di Meleagro allora uccise lo figliuolo, quando la cura sollicita, che avea sempre portata di lui, di bene conservarlo, in tutto abbandonò; come perisce la nave, quando lo patrone abbandona lo timone.

[18] Giannozzo Sacchetti (ed. Corsi), a. 1379 (fior.), V.10, pag. 387: narrando l' aspra guerra / ch' a la mia barca Fortuna fa anco, / sí ch' ogni giorno, lasso!, vegno manco / come padron ch' ogni averso gl' intoppa...

[19] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 83.5: e come il patron vechio gode in poppe / con vento buono e con giusta savorna, / po', stando un poco, un altro vento torna / che -l fa star gramo e par che d'ira schioppe, / così li spirti mei, da te guidati, / tutti per allegreza canta e grida, / po' subito rimangon sconsolati...

- Fig.

[20] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 56, pag. 287.6: così in noi sono due principii: l'uno si è la volontà, l'altro si è l'appetito naturale. Questi sono i due nighei, i due padroni de la nave, per li quali si regge tutta.

[21] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 7, 9.36, vol. 3, pag. 123: Aggia in nave con teco / padron destro e non bieco, / che compri e satisfaccia / quanto bisogno faccia, / che mistier non ti sia / se non di compagnia / di questa donna ch'ài, / chui spesso confortrai.

[22] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), Prologo, pag. 2.31: ma per lo merito di quello padrone che la fabbricò, e per sua presenzia e grazia la conduce e guida, sanza alcuno impedimento e' pervengono al porto sicuro e eterno, cioè quello della città superna.

[23] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 158, pag. 372.30: El padrone di questa navicella è lo Spirito santo, che in sé non manca mai per difetto di veruno subdito religioso che trapassasse l' ordine suo...

4.1 [Mar.] Padrone posticcio: comandante noleggiatore di un'imbarcazione.

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 324.2: e inanzi che si presti denari al padrone della nave o legno sì si vuole sapere se la nave è di colui che la mena il padrone o s'elli v'è suso padrone posticcio, e se la nave non è sua ed èvi suso per padrone posticcio sì si vuole sapere e vedere s'egli à carta di proccuragione da colui o vero da coloro di cui è la nave di potere obrigare la nave e il nolo e le persone di cui è...

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 324.12: però che chi presta a padroni posticci sanza vedere della sua proccuragione molti mercatanti se ne sono già trovati impacciati...

4.2 [Mar.] [Dir.] Estens. Locuz. nom. Padrone dell'Arsenà : ufficiale addetto alla sorveglianza e alla cura del principale cantiere navale del Comune di Venezia.

[1] Stat. venez., c. 1330, cap. 33, pag. 42.27: Quatro Procuratori, Paroni de l'Arsenà , Ambaxador a cavo coronado...

[2] f Capitolare dei Patroni e Provveditori all'Arsenal, a. 1372 (venez.): che per li Paronide l'Arssenà li sia dado in consignacium le arnixe del nostro Comun... || Tomasin, Schede, p. 16.

4.3 Estens. Reggitore (di una città).

[1] Sacchetti, Lettere, XIV sm. (fior.), X, pag. 97.35: Raguardo li Comuni, li quali meglio vedete di me che sono guidati da sì gioveni padroni che altro non paiono li loro adunati consigli che scuole di scolari.

[u.r. 29.03.2016]