0.1 gracta, gractare, gractat, gractato, gractese, grata, gratando, gratandu, gratar, gratare, gratari, gratarse, gratate, gratta, grattagli, grattai, grattando, grattandolo, grattandosi, grattano, grattar, grattár, grattare, grattarla, grattarmi, grattarsi, grattato, grattava, grattavano, grattese, gratti, grattin, grattisi, gratto.
0.2 Germ. *kratton («forse attraverso il prov. gratar», DELI 2 s.v. grattare).
0.3 Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.): 2 [6].
0.4 In testi tosc.: Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.); Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.); Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.); Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.); Gloss. lat.-aret., XIV m.
In testi sett.: Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.); Bosone da Gubbio, Sp. S. di vera, XIV m. (eugub.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
In testi sic.: Senisio, Declarus, 1348 (sic.).
0.5 Locuz. e fras. grattare la tigna 3; grattare rogna 3.1; grattarsi senza tigna 1.2; grattarsi senza rogna 1.2.
0.6 N Il verbo è già presente in formazioni antroponimiche in doc. lat. della Toscana, a partire da un Grattapelle (Firenze 1095): cfr. GDT p. 317.
0.7 1 Solcare la pelle con le dita o con le unghie (leggermente o con forza, per levare il prurito - anche asportando parte della superficie della pelle offesa da rogna ecc. - o come gesto simbolico, o come gesto di relazione con un altro). Anche fig., anche pron. 1.1 [Da parte di animali:] compiere un'azione analoga (su un altro). 1.2 Fras. Grattarsi senza tigna, senza rogna: avere di che dolersi. 1.3 Toccare qsa alla cui altezza si arriva (anche fig.). 1.4 Suonare uno strumento a corde. 2 Agire con le unghie (o con altro) su una superficie (o su altro) per scalfire, scavare, trarre via qsa. 3 Fare oggetto di violenza, percuotere. Grattare la tigna a qno. 3.1 Fig. [e in contesti fig.:] cercare o suscitare contesa, offendere. Grattare rogna.
0.8 Elisabetta Tonello; Pietro G. Beltrami 23.10.2012.
1 Solcare la pelle con le dita o con le unghie (leggermente o con forza, per levare il prurito - anche asportando parte della superficie della pelle offesa da rogna ecc. - o come gesto simbolico, o come gesto di relazione con un altro). Anche fig., anche pron.
[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 61.14, pag. 179: Or va, sonetto, a la mia donna, e dille / che s' i' potesse retornar en ieri, / io la farei grattar con diece dita.
[2] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 20.19: il pastore sciese su uno ramo basso dell' albero, e tenevasi con una mano, e l' altra mano misse sul dosso del cinghiale, e lo cominciò a grattare.
[3] Guido Orlandi, 1290/1304 (fior.), 13.13, pag. 165: Sì fece come quei che rogna gratta, / che sente 'l mal quand'elli è scorticato.
[4] Immanuel Romano, XIII/XIV (tosc.), 5.98, pag. 327: Qui sono le simie - con molte alchìmie: / grattarsi le timie - e voler digrignare.
[5] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 13, cap. 1.81, pag. 308: Non legar troppo stretto, acciò che poi / Non pianga troppo, o altro mal non aggia; / Né ancor lento, sicché poi traesse / Di fuor le braccia a grattarsi gli occhi.
[6] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 17.129, vol. 3, pag. 291: Ma nondimen, rimossa ogne menzogna, / tutta tua visïon fa manifesta; / e lascia pur grattar dov' è la rogna.
[7] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 20, proemio, pag. 359.24: le gatte quando sentono inumidire l'aere, si grattano la cotenna...
[9] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4, ott. 85.5, pag. 132: parole assai dicean da consolarla / per la partenza la qual far dovea / da lor, né erano altro che grattarla / nelle calcagne, ove il capo prudea...
[9] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 261v, pag. 69.23: Scalpo pis... gractare, proprie est cum digitis caput gractare.
[10] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 12.11, pag. 432: la lepre, che vi fa grattar le tempie.
[11] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 61, pag. 143.6: Europia, preso ch'avè più sicurtà, ora gli grattava la fronte ora lo pigliava per le corna...
[12] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 11, pag. 277.12: Ora aviene che uno ucello lo quale àne nome strufilone vuole avere carogna per mangiare; inmantenente si gitta nela boccha di questo corcorello et sì llo gratta tutto soavemente...
[13] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 305.20: scalpo, pis, psi, psum, per grattare.
[14] Bosone da Gubbio, Sp. S. di vera, XIV m. (eugub.), 6, pag. 176: benché conget[t]urando se porria / cognoscer che 'l grat[t]ar suol fare scabbia...
[15] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 284.14: ma cercherà la gente maestri e predicatori secondo l' appetito loro, e che grattin loro il pizzicore degli orecchi, cioè che dicano loro cose che disiderano d' udire a diletto, none ad utilità...
[16] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 831, pag. 188: Chi plangea la matre, chi patre et chi sorella, / Chi se grattava lo petto, et chi la mascella...
[17] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 25, pag. 592.4: e lu locu di kista maniaxuni ungi dui fiati lu iornu di kistu unguentu, e grata in prima lu locu di kista rogna...
[18] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 212.172, pag. 268: Chi troppo gratta rogna, / S'insanguina la carne.
[19] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 124.3, pag. 147: e quantunque a grattar della mia rogna / io abbia assai nel mio misero stato...
[20] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 29, pag. 239.17: Ancora dicie che quanto più si grattano, più crescie loro il pizichore...
[21] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 33.81, pag. 64: «Ov'ài le braçe cum tanta forteça, / menaçando a la çente, façando prodeça? / Gratate dal capo, e se n'ài aseveleça, / piga questa dansa a fa' la saltatura».
[22] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 219, pag. 231.27: E remuove le viriditè che ven per quelle e la excoriatiom che ven in la cóega per tropo gratarse.
[23] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1374?] 2, pag. 256.13: però che 'l mondo fa a nnoi come l'uomo al porco, che volendolo uccidere il gratta perché sa n'ha diletto, e poi gli dà del coltello al cuore.
[24] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 72, pag. 191.25: et fase [[scil. la scabbia]] di compangnia de c. scabiuso [[...]] voi se gracta insemi i(n) quilgio loco; et alcuna fiata se mang(n)a da q(ui)llo ch(e) è tuccato...
[25] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 209.9, pag. 248: Io mi grattai, ed io me n'ho la pena...
- Fig.
[26] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 92, pag. 137.1: e non gratti più la gelosia, che chi più la gratta, più la prende e più arde.
[27] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 9, terz. 24, vol. 1, pag. 101: La Cronica di più patti non tratta; / ma pur veggendo questi a poco stallo / i Pisani a consiglio, ognun si gratta.
- [Prov.]
[28] a Proverbi e modi prov., XIII/XIV (sen.), pag. 109.14: Chi si gratta rongna agatta.
[29] Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.), 175, pag. 106: tanto se grata l' omo che aquista rogna / a la fiata.
- Sost.
[30] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.62, pag. 78: or vidisse sonare, - che fa nel suo grattare / lo vecchio delombato...
[31] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 17, 121-132, pag. 400, col. 1.4: çoè 'le toe parole puro pareranno brusche a qualche persona, ma in loro è la rogna, çoè 'l defetto, e in loro sia lo grattare, çoè lo contristarsene...
1.1 [Da parte di animali:] compiere un'azione analoga (su un altro).
[1] Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.), 178, pag. 493: e non mi siate sì com' lo scarpione, / che prima gratta e poi fèr de la coda malamente.
[2] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 4, cap. 2, pag. 60.2: Or avviene che quando uno uccello chiamato strofilos vuole carogna, va a questo animale, e ponesi alla bocca, e grattagli la gola sì dolcemente ch'egli apre la bocca.
1.2 Fras. Grattarsi senza tigna, senza rogna: avere di che dolersi.
[1] A. Pucci, Due rime, p. 1343 (fior.), 1.139, pag. 56: Da' Fiorentin mi parti' con vergogna: / Sì che grattarmi convien senza rogna / Di legiero!
[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 63, terz. 33, vol. 3, pag. 202: ed assediò appresso Monte Murlo / con battifolli sì, che sanza tigna / grattar potiensi que' dentro di quello...
1.3 Toccare qsa alla cui altezza si arriva (anche fig.).
[1] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 115, pag. 327: l'arrogante Superbia, ke li nuveli gracta / e la mente sollama...
[2] Boccaccio, Epist., 1361, pag. 1119.11: E oltre a ciò vi veggiamo [[...]] disonesti uomini assai; i quali, quale con contenenze gravissime, quale con non dire mai parola e chi con l'andare grattando i piedi alle dipinture [[...]] essendo buoni uomini riputati dagl'ignoranti, al timone di sì gran legno, in tanta tempesta faticato, sono posti.
1.4 Suonare uno strumento a corde.
[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 148.9: ch'assai da men che matto - io son tenuto, / con tutto - 'l mio liuto - over chiatarra / che per tenda o per sbarra - e' vo grattando, / e vo cantando - fole / su per le tole - altrui / con questo e con colui / per un bechier de vino.
2 Agire con le unghie (o con altro) su una superficie (o su altro) per scalfire, scavare, trarre via qsa.
[1] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 20.11: Il cinghiale [[...]] acominciò a mordere e a perquotere l' albero, e co' piedi dinanzi cominciò a grattare la terra...
[2] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 14.34, pag. 70: Oltre grattando il monte dimorava / con aguta unghia un, ch'al mio parere / in molte volte poco ne levava.
[3] Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 255r, pag. 69.26: ut ruspari dicitur, quod nos dicimus raspari vel gractare, nam qui raspat vel gractat, inquirit pediculos cavando.
[4] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 81, pag. 339.25: Et quando elli [[scil. il ricco]] entra in alcuna vigna per mangiare del'uve elli ne mangia tante quanto ne vuole mangiare, poi si gratta l'uva coli piedi di dietro...
[5] Tristano Veneto, XIV, cap. 5, pag. 60.33: Et quando ello [[scil. il levriero]] l'ave tiradho [[scil. il suo padrone]] qualcossa fuora dela riva, ello conmençà gratar con le ongle et a far una gran fossa et profonda.
- [Prov.]
[6] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 265, pag. 305: 125. Marmo, chi 'l gratta, / poco v' acatta.
[7] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 9, pag. 52.1: Tanto gratta la capra, che male giace...
3 Fare oggetto di violenza, percuotere. Grattare la tigna a qno.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 22.93, vol. 1, pag. 373: Omè, vedete l'altro che digrigna; / i' direi anche, ma i' temo ch'ello / non s'apparecchi a grattarmi la tigna».
[2] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), tenz. 8, 1.4, pag. 780: S' io potesse saper chi fu 'l villano, / che prese tanto ardir, per quel ch' i' oda, / ch' a monna Raggia mia trasse la coda, / farìel grattar con ambedue le mano...
3.1 Fig. [e in contesti fig.:] cercare o suscitare contesa, offendere. Grattare rogna.
[1] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 389, pag. 862: che va gratando rogna, / asai n'achata più che no i bexogna.
[u.r. 15.07.2019]