SUSTA s.f.

0.1 sosta, suste.

0.2 Da suscitare.

0.3 Boccaccio, Decameron, c. 1370: 1.

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Decameron, c. 1370.

0.6 N Per sosta del Boccaccio, 1 [1], i mss. hanno sosta e festa, quest'ultima forse per sista, semanticamente affine (cfr. Olivieri, Sosta, p. 86). Prob. la voce, att. tuttora in napol. e altri dialetti merid., è stata presa da Boccaccio dall'uso napol. (cfr. Acarisio e Alunno in Olivieri, cit.), ed è entrata in Toscana per suo tramite.

0.7 1 Sensazione di inquietudine, affanno o smania.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 23.10.2012.

1 Sensazione di inquietudine, affanno o smania.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 5, pag. 609.30: e in brieve in tanta sosta entrò dello spesso veder costei, che egli non lavorava punto...

[2] Laudario Magliabech., XIV sm. (fior.), 83.32, pag. 379: Però com meco con devoto core / laudate quella vergine beata / ch'è Margarita decta per colore / e da verginitate simigliata, / et per humiltade fue sì disposta / che già per sosta non fallìo neente...

[3] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 135.50: Muovante, donna, e' mie crudi sospiri, / le suste e li martir' che m'ài donato!

[u.r. 16.10.2013]