LIBÌDINE s.f.

0.1 libbidini, libiden, libidine, libidini.

0.2 Lat. libido, libidinem (DELI 2 s.v. libidine).

0.3 St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.).

In testi sett.: Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).

In testi sic.: Formula di confessione sic., XIII; Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Forte tendenza o inclinazione al piacere fisico e sensuale (con connotazione neg. nel discorso morale). 1.1 Estens. Desiderio non controllato.

0.8 Sara Ravani 19.02.2013.

1 Forte tendenza o inclinazione al piacere fisico e sensuale (con connotazione neg. nel discorso morale).

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 307.30: E poi deventao buono e de libidine pieno e a nullo homo fedele, maiuremente a cquelli ke voleavo sallire ad honore.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 17, pag. 79.14: nonn è neuna più capital pestilenzia che la delettanza del corpo, la quale l'uomo à da natura, de la qual nascie la disiderosa luxuria, e malvagia e sfacciata libidine...

[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 12: se la libidine dela mala dilectassione mactame(n)te et effrenatame(n)te è incitata, qui(n)de p(er)ve(n)gnano li tradime(n)ti dele padrie...

[4] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 31, pag. 55.10: Dimmi, che è Lussuria? - Ed ella disse: - Lussuria è una mala volontà del corpo non rinfrenata che nasce del pizzicore della libidine -.

[5] Formula di confessione sic., XIII, pag. 301.9: innanti pensu a li kosi disunesti e mundanii, e di tzokka modu nchi fussa affisu in villu ed in ssonnu, fant(a)sii, libbidini ed impullitzioni, e d' onni modu chi mi ncch' agiu datu akkasioni diku mia kulpa, mia gravi kulpa.

[6] Gl Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 178.6: Tuto 'l mondo el redusse in una monarchia, zoè in uno volere, né homo de tanto prexio fo senza vicii, che 'l serviva ala libidine, zoè ala volontà carnal, e intra XII camare e altre tante donzelle ello soleva zasere...

[7] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 30, 31-45, pag. 711, col. 1.28: Di Mirra scellerata. De Mirra se conta che fo figliola de Cinirro re de Cipri, la quale inamorosi del padre, che non possea scampare a la soa libidine e lussuria.

[8] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 2, pag. 610.2: Oh, quanta è la viltà, e quanto è grande, se volemo considerare bene e pensare, in quanto difetto di libidine siamo conceputi, e in che modo, e di che nel ventre materno siamo mutati...

[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 1, vol. 2, pag. 195.4: 8. Ma lu iudiciu di Publiu Elodiu di quanta luxuria et libidini habu[n]dau issu!

[10] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 13, vol. 2, pag. 252.29: Non faccia immondizia, per la quale s' intende ogni corruzione, e toccamento di proprio corpo senza accostamento di seconda persona, nè abbia libidine, cioè occulto piacimento nelle carnali cogitazioni...

[11] a Libro Drittafede, 1337-61 (fior.), pag. 183.22: E ite l'erba colonbina, portandola adosso, ispiengne la libidine...

[12] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 293, pag. 319.21: E chi ne beve drame do cum vino, la provocha li menstrui e urina, e sì extingue la libidine e fa dolore de cavo.

[13] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 3, pag. 83.30: chi dice l' uso carnale, ancora matrimoniale, non si commettere al tutto senza pizzicore di carne, senza calore di libidine, senza puzzo di lussuria?

[14] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), Gdt 10, vol. 4, pag. 584.3: e però che tutto questo ornamento non procedea da libidine, ma da virtù, e però il Signore moltiplicò in lei questa bellezza, acciò che negli occhii di tutti apparisse tale, quale simile in bellezza non si potesse trovare.

1.1 Estens. Desiderio non controllato.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, cap. 2, pag. 142.17: E quella sentenza di Plato esser vera è manifesto: - solamente i savi potere fare quello che desiderano; ma gl' improbi e rei esercitare quel ch' a libidine piaccia, ma quel che desiderano compier non potere. || Cfr. Boezio, Consol. Phil., IV, 2: «improbos vero exercere quidem, quod libeat, quod vero desiderent, explere non posse».

[2] F S. Agostino volg., XIV (tosc.), L. 14, cap. 15: Però che li antichi diffinirono, che l'ira non è altro se non libidine di vendicarsi... || Gigli, Della città di Dio, vol. V, p. 228.

[u.r. 12.12.2017]