PENSATO agg./s.m.

0.1 pemsato, pensata, pensate, pensati, pensatissima, pensato, pensatu, pinsata.

0.2 V. pensare 1.

0.3 Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.): 1.2.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.); Albertano volg., 1275 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Inghilfredi, XIII sm. (lucch.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. di non pensato 1.1.4; non pensato 1, 1.1.3, 2; per non pensato 1.1.4.

0.6 N Voce redatta per il progetto «L'affettività lirica romanza» (Prin 2008, LirIO).

0.7 1 Che è oggetto della facoltà del pensiero, meditato, analizzato. 1.1 Che risulta da consapevole pianificazione, progettato, previsto. 1.2 Che si dedica con insistenza a un pensiero o a una riflessione, pensoso. 2 Che è frutto di riflessione accurata e ponderata, avveduto, prudente. 2.1 Che agisce o parla con avvedutezza, saggio, accorto.

0.8 Marco Paciucci 20.02.2012.

1 Che è oggetto della facoltà del pensiero, meditato, analizzato.

[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. IV, cap. 59, pag. 293.1: Et riguarda lo comi(n)ciame(n)to (e) la fine dela parola, acciò ke posse mellio parlare le cose pensate.

[2] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 41, pag. 35.31: La ira sia da lu[n]gi da nui, kì cum issa non po essiri cosa ben facta nì ben pensata.

- Locuz. agg. Non pensato: straordinario, che si stenta a immaginare o a concepire con il pensiero.

[3] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 7, pag. 130.6: O figlu meu, quandu ti sirrai iunctu in la ripa, in la quali cunsumiriti li vidandi et una non pinsata fami vi constringirà di maniari li tagleri, kistu ti sia a menti ki in killu locu hedifikirai li mura.

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 6, pag. 367.8: Grandissime forze, piacevoli donne, son quelle d'amore, e a gran fatiche e a istrabocchevoli e non pensati pericoli gli amanti dispongono.

[5] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 1, cap. 9, pag. 70.17: Considera, Signore, quanto è breve la letisia del mondo, con quanta amaritudine mescolata: vegnano dolori non pensati, apressasi l'utimo dì terribile, non credendo.

- Sost. Insieme delle facoltà intellettive e riflessive, capacità del pensiero, intelletto; pensiero, idea.

[6] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 51.12, pag. 153: Ma, poi vi sete data en dispiacere / con dir noioso e con villan pensato, / eo vi dispregio e metto a non-calere.

[7] Guittone, Manuale (ed. Avalle), a. 1294 (tosc.), 15 [V 420].4, pag. 178: Similemente vole c'omo si 'mfingia / di non vedere, e vegia ongni su' stato, / e vole che sia sagio, per che provegia / e senta suo volere e suo pemsato.

[8] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 11.13, pag. 229: ond'io son ric[c]o in sì dolze pensato, / che passo gli altri c'han d'amor neente.

[9] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 4.16, pag. 107: per che 'l meo cor sovente de' penare, / poi mala provedenza / vole giachir naturale pensato.

[10] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 34.49, pag. 122: fo breve lo pensato - e longa operazione.

[11] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 213.10, pag. 139: El tuo pensato / come nol mostri, ché seresti enteso?

1.1 Che risulta da consapevole pianificazione, progettato, previsto.

[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. III, cap. 39, pag. 227.10: «Tutte le cose pe(n)sate sono forti». [6] (Et) no(n) solam(en)te nela battallia ma i(n) tutte l'altre cose lo buono apparecchiame(n)to è da fare.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 34: La matera dele bactaglie bene è disposta quando in pace si tracta, et lo fornime(n)to è da tractare (et) da procurare in del riposo, imp(er)ò che allora male si doma(n)da qua(n)do elli est necessario; [13] unde tucte le cose deliberate (et) pensate sono forte.

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 45.37: se saranno trovati disviare da la fede cattolica almeno in uno articulo, et [...] non vorranno conoscere lo Dio della luce, ma perseverino ne la pensata instantia de l'errore; comandiamo li pattarini et altri eretici, per qualunque nome si chiamino, dannati per comandamento de la nostra lege presente, patire morte la quale desiderano.

[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 21, par. 5, vol. 2, pag. 76.27: «Cruchificaru, squarcharumi li manu et li pedi, cuntarumi tucti li ossa mei, guardarumi et disprizarumi, parterusi li robbi mei, et supra la mia vesta misiru xorti», di zo ki nenti ndi fu si non pensatu.

1.1.1 Sost. Proposito, progetto, intenzione.

[1] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 54.31, pag. 581: e poi lo suo pensato / non à compita la sua disïanza, / e per pietanza - trova pur orgoglio.

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 199.10, pag. 132: Misero, come è folle el tuo pensato! / che s'ella alcuna volta t'è cortesse, / a te né a me però no l'à çurato, / ançi lo fa per soa libera vogla.

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 47, terz. 72, vol. 3, pag. 30: Sentendo i Fiorentin del suo trattato, / che s' appressava per dar loro affanno, / forniro ben Volterra, e Sanminiato, / e tutte l' altre Terre de' paesi, / per riparare ad ogni mal pensato.

1.1.2 Sost. Previsione, congettura.

[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 154.8: L'anno secondo el cor se li besbiglia, / tal che trovar non sa la via del porto; / poi l'anno terzo, sbigottito e morto, / transcorre dal pensato a mille miglia.

1.1.3 Locuz. agg. Non pensato: che tradisce le aspettative e i progetti, inatteso, imprevisto.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 1, pag. 352.10: nel quale luogo, errando per certo temporale, camparo de' non pensati pericoli, e nascostamente nell' oste del re vennero.

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 12.2682, pag. 289: Segue il volere pur con l'ira forte, / Onde procede non pensata morte.

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 23.8, pag. 36: Peccato fäy che l'ày abasata, / avegna che per poco tu tegnimi, / e faççi come gli grandi a' menimi / che trovano casone no pensata.

[4] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 32, 49-60, pag. 839.23: et è caso evenimento non pensato per insieme scorrenti cagioni in quelle cose, che si fanno per alcuna altra cagione.

1.1.4 Locuz. avv. Di non pensato, per non pensato: contrariamente alle previsioni, inaspettatamente.

[1] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 530.4: Spesse fiade le batalglie vanno per non pensato; e perciò seguita le vestisge de' tui antichi, li quali già pace mai non refiutarono potendola avere co lloro honore.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 100, vol. 1, pag. 451.8: e così per lo non pensato perdé quello ch'avea lungamente proveduto.

[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 224, pag. 582.2: E 'l conte Joanni mise i buoi e l' altro acquisto che qui fece, appiè di quello inganno che prima avea fatto del marchese Azzo, però che la cosa gli andò tutta per lo contrario; e quelli della bastìa, di non pensato, si guadagnorono quattro paia di buoi, e scamporono d' un grande pericolo.

1.2 Che si dedica con insistenza a un pensiero o a una riflessione, pensoso.

[1] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 9.31, pag. 116: ma 'l tempo mi 'namura / e fami star pensata / d'aver mercè ormai / d'un fante che m'adura.

2 Che è frutto di riflessione accurata e ponderata, avveduto, prudente.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 50, vol. 4, pag. 166.11: La cagion ch'è pensata, si è quando l'uomo fa una cosa pensatamente, e con consiglio.

- Locuz. agg. Non pensato: imprudente, avventato, che scaturisce dall'istinto e da un momentaneo impulso.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 50, vol. 4, pag. 166.13: La cagion non pensata, si è quando alcun si muove a fare alcuna cosa per alcun sùbito movimento, e senza consiglio.

2.1 Che agisce o parla con avvedutezza, saggio, accorto.

[1] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 27.16, pag. 663: Oimè, caro diporto e bel contegno, / oimè, dolce accoglienza / ed accorto intelletto e cor pensato.

[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 37, pag. 264.1: e quando vanno ala corte debbono andare pensati e innanzi a' rettori parlare arditamente, né mai debono difendere il torto.

[u.r. 21.11.2019]