PENSIERO s.m.

0.1 pemsero, pemsiere, pemsiero, pençer, pençiero, pensé, pensé', penseiri, penser, penser', pensèr, pensere, penseri, pensèri, penserj, pensero, pensèro, penseru, pensery, pensïer, pensier, pensier', pensiere, pensieri, pensierj, pensiero, pensir, pensire, pensser, penssier, penssieri, pentieri, penzer, penzer', penzero, penzier, penzieri, penziero, pinseri, pinsiere, pinsieri, pinsiero, pinzero, pinzier.

0.2 Prov. pensier (DELI 2 s.v. pensare).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Ruggieri d'Amici (ed. Vitale), XIII pm. (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Albertano volg., 1275 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Giovanni, 1286 (prat.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Lett. sen., XIII; Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Lucidario lucch., XIII/XIV; Lett. pist., 1320-22.

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Serventese romagnolo, XIII tu.d.; Caducità , XIII (ver.); Poes. an. padov., XIII sm.; Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. avere il pensiero 4.1; avere in pensiero 4; avere pensiero 1.3, 3, 4, 5, 5.2; cadere in pensiero 5.2; camera dei pensieri 1.3; dare il pensiero 5; dare pensiero 5; darsi al pensiero 5; darsi pensiero 5.2; di gran pensiero 1; entrare in pensiero 1.3; essere in pensiero 1.3, 4, 5.2; fare pensiero 1.1, 1.3, 4, 5; gettare il pensiero 1; in pensiero 1; malo pensiero 1.3; mettere il pensiero 4.1; mettere in pensiero 1, 5.2; mettere pensiero 5; nel pensiero 1; oltre pensiero 1.1; pensiero d'amore 2; per pensiero 1; portare il pensiero 5; reo pensiero 1.3; senza pensiero 1, 5.2; stare in pensiero 1.3, 4, 5.2, 5.3; starsi in pensiero 5.2; uscire di pensiero 4; venire in pensiero 1.

0.6 N Voce redatta per il progetto «L'affettività lirica romanza» (Prin 2008, LirIO).

0.7 1 [Anche plur.] Insieme delle facoltà mentali umane, attraverso le quali è possibile concepire idee e comprendere il mondo sensibile, intelletto, mente, razionalità. 1.1 Facoltà immaginativa, fantasia, creatività. 1.2 [Identificato con l'anima]. 1.3 Specifico contenuto mentale, idea o gruppo organizzato di idee, ragionamento. 1.4 Immagine mentale di persone o fatti conosciuti, memoria, ricordo. 2 [Anche plur.:] atteggiamento dell'anima, spirito, propensione. 3 Insieme di giudizi ponderati intorno a un problema o a un argomento, opinione, congettura. 4 Intenzione deliberata rivolta al raggiungimento di uno scopo o alla soluzione di un problema, progetto. 4.1 Tensione della mente verso il possesso di un bene, il conseguimento di una condizione, o il compimento di un'azione, desiderio, speranza, brama. 5 Attenzione nella soluzione di un problema o nella considerazione dei bisogni di una persona, cura, sollecitudine. 5.1 Incombenza, compito, occupazione. 5.2 Stato di attenzione inquieta e insistita verso un problema o la sorte di una persona, preoccupazione, angoscia, tristezza. 5.3 Oggetto di preoccupazione e di sollecitudine, problema o situazione che suscita affaticamento e inquietudine; dubbio. 5.4 Turbamento. 6 Meraviglia, stupore.

0.8 Marco Paciucci 20.02.2012.

1 [Anche plur.] Insieme delle facoltà mentali umane, attraverso le quali è possibile concepire idee e comprendere il mondo sensibile, intelletto, mente, razionalità.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 178, pag. 606: Quelui qe ela çonçe molt à grand smarrimento, / qé lo cor li tramudha e 'l pensier e 'l talento.

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 38.12, pag. 371: be· lli falla pensieri in veritate, / chi crede fare d'altrui borsa spese, / c'omo vivente sofrir no ·l poria.

[3] Contempl. morte, 1265 (crem.>sen.), 621, pag. 92: Mai<o> credo s'el pensier<o> li mente / El gran peccato li riprende.

[4] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 181.1: Né le mie vele no pò cernir porto en neguna parte, né le me' ancore no pò sentire né aver terra en negun logo, né lo nostro pensero no pò savere lao' elo dibia trovare la sua sanitade...

[5] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 155.7: Di grande ingegno e di sottil senno è l'uomo che col pensiero prende le cose che sono a venire per innanzi e fa reparata a quello che puote avenire.

[6] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 2, pag. 163.5: E trovamo adoparate dal cielo colla sua vertude e colla sua intelligenzia tanta operazione e·lle minere ' e·lle plante ' e·lli animali, e tante miraculose cose, che li pensieri verreano meno de poterli pensare.

[7] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 35: quelli facti li quali la n(ost)ra pietà, (et) lo n(ost)ro pensieri, la n(ost)ra revere(n)tia laidisceno, [...] no(n)n è da cred(er)e che si possano fare.

[8] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 26, pag. 270.35: E quando ei re o i signori fuorvíano della legge naturale, la quale Dio à data nei nostri cuori e ne' nostri pensieri, allora non si può dire signoria d'uomo, ma di bestia.

[9] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 13, pag. 175.23: 'l pensiero umano non può istare ozioso, donde, quando l'uomo non si giuoca né non si sbatte, elli à molte volte pensieri villani e disonesti.

[10] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 82, pag. 101.15: Dei saper che sono due le memorie, cioè naturale e artificiale. La naturale è quella che coll'animo è congiunta, e insieme col pensier nata.

[11] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 33, pag. 99.3: tuto meo pensero e tuta mia fede è stato in dicere et in fare tuto quello ke sia grandeça, honori, bon stato e bon reposo de questo communo.

[12] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 89.133, pag. 365: En ell'arbor de contemplare / chi vol salir, non dé' pusare, / penser, parole e fatti fare / ed ita sempre essercetato.

[13] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), II, 3.3, pag. 248: Dapoy che p(er) lo certo om(n)e homo deve morir(e), / lo temore de la mo(r)te, p(re)gote, lassalo gir(e), / cha tuo pe(n)seri no vale chi la poci fugir(e).

[14] Amore di Gesù, XIV in. (ver.), 100, pag. 49: k' el non è mal de sì forte natura / ke no para a l' om pur lato e mel, / se sovra questa gemma è lo so penser.

[15] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 16.3004, pag. 306: L'uman pensiero spesse volte falle.

[16] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 72, pag. 379: Poscia descrive una bella forteçça / di poetria, come un' aquila vène / nel pensier suo da la divina alteçça.

[17] G. N. da Polenta, Rime, a. 1330 (ravenn.>ven.), 3.16, pag. 215: Così mor' per tresteza, / né trovo cosa che da lei m'aite, / s'al tempo no redete / de quil voler che più 'l penser m'encende.

[18] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, cap. 4, pag. 31.3: tu distillavi agli orecchi miei e a' pensieri continuamente quello pittagorico detto: Servi a uno Dio, e non a Dii.

[19] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 38.1, pag. 129: Quando 'l pensiero l'animo conduce / Non per dritta vertute intelletiva, / Ma come in semiviva, / M'aparve a la foresta veder luce...

[20] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 38, pag. 165.32: so alcuni persuni li quali [...] si non pir opira, ad minu peccanu pir cunsintimentu e dilictamentu de penseri e de disiu.

[21] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 20, pag. 95.21: Et mostrò Yesu Cristo ch'el era De' vraxo in çò ch'el veçeva hi cor e hi pensser de l'omo in lo maior profondo.

[22] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 1.76, pag. 148: Tanto vien dolce ne li miei pensieri / talor, ch'io sento amor in ogni vena / e nel cor mi balena / spirito grazioso e somma pace.

[23] Lett. bologn., XIV pm., pag. 55.18: Ancora questo nostro corpo non pensa che may debia morire, mo pensa pure de longa vita. De, como l' è bene inganato del so pensero.

[24] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 14.11, pag. 559: Onde così come giamai nel core / prese vostra beltà signoril loco, / ora per lo pensèr sel tène Amore.

[25] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 741, pag. 169: Io diceva fra me stisso: cha vi inganna lo pensero!

[26] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 29, pag. 429.29: Qui V. conforta D. dicendo che già per questo non si rompa el suo pensiere.

[27] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 3, pag. 221.35: Unde tute volte che tu ài corupcion, veiando, per caxon che tu ge dii, come è per penseri, per vedere, per tocare, per tropo mandegare e per ogne altra caxone, sì pecchi in luxuria, e maximamente quando tu çaxi cum altri cha cum toa moiere.

- Locuz. agg. Di gran pensiero: [anche plur.] che è caratterizzato da grandi doti intellettuali, intelligente, sensibile, acuto.

[28] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 104, pag. 169.11: nostro conseglio die essere, e nostra uopara, di molto gran senno e di molto gran pensiero, perciò che molto saremo disonorati, se noi facessimo cosa che non fusse fatta per senno e per misura e per ragione.

[29] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 447, pag. 451.21: E sarà di grandi pensieri, e piccolo mangiatore e leggiere; e non amerà nimica troppo lo servigio del suo Dio.

- Gettare il pensiero: applicare la mente a un argomento, prestare attenzione, pensare.

[30] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 41, pag. 137.25: Unde dicie 'l Profeta: gitta 'l pensier tuo in Domenedio, et egli ti nutricherà, e non darà neun' ira ma' al giusto.

[31] Albertano volg., 1275 (fior.), L. I, cap. 5, pag. 62.6: Getta lo pensiero tuo in Dio et elli ti nutricherà.

[32] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 39: Dice lo p(ro)feta: gicta lo pe(n)sieri tuo in Dio, (et) Elli ti notricherà.

- In, nel, per pensiero: con la sola applicazione del ragionamento silenzioso, mentalmente.

[33] Novellino, XIII u.v. (fior.), 33, pag. 205.7: «Messere G. ha uno molto bello palafreno. S' io lile cheggio, darebbelm'egli?» E, così pensando, facea il partito nel pensiero dicendo: «Sì darebbe».

[34] Poes. an. pis., XIII ex. (3), 93, pag. 1350: quando fun giunti a casa, con gran festa / la donna sua la vide volentieri, / et disse in suo pensieri: / «Questa donna mi par tanto dabbene, / a me ssarea gran bene / s'ella vorà [i]stare in casa mia».

[35] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 31.106, vol. 3, pag. 520: Qual è colui che forse di Croazia / viene a veder la Veronica nostra, / che per l'antica fame non sen sazia, / ma dice nel pensier, fin che si mostra: / 'Segnor mio Iesù Cristo, Dio verace, / or fu sì fatta la sembianza vostra?'

[36] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 72, pag. 85.22: apprendi a moriri et separa la tua anima da lu corpu per penseri, manda lu tuo cori in l'altru seculu, ço est in paradiso et in infernu oi in purgatoriu: illà vidirai ki est beni et ki est mali.

- Fras. Mettere in pensiero: generare in qno una convinzione, persuadere, convincere.

[37] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 1, pag. 39.30: Et mettratti in pensieri che non potresti di quelli peccati fare penitentia, tanta che vastasse, o per alcuno altro modo, unde elli ti possa inducere in disperatione.

- Fras. Mettere in pensiero: suscitare una riflessione dubbiosa e insistente, rendere perplesso e pensieroso.

[38] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 7.21, vol. 3, pag. 103: Secondo mio infallibile avviso, / come giusta vendetta giustamente / punita fosse, t'ha in pensier miso; / ma io ti solverò tosto la mente.

- Locuz. avv. Per pensiero: con assennatezza, a ragion veduta, sensatamente.

[39] Bonodico da Lucca, XIII sm. (lucch.), XI.2.1, pag. 279: Non so rasion, ma dico per pensero: / però lo ferro s'istrima / che sua vertute per artificero / per più durezza, di quel ch'è, dirima.

- Locuz. agg. Senza pensiero: che agisce senza riflettere e ponderare le proprie decisioni, scriteriato, avventato.

[40] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 10, pag. 94.27: Andare presto e guizzante dimostra uomo di molta levità e di poca fermezza e senza pensiere.

- Venire in pensiero: considerare con la mente una possibilità, un evento o un ricordo, pensare, riflettere.

[41] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 15, pag. 52.4: Ell'è vero, segnori, ke 'n penseri m'è venuto, e 'l pensari è ià passato in proponimento, s'el placere' a voi, de prendere ordine de cavalaria.

[42] Novellino, XIII u.v. (fior.), 5, pag. 136.2: Davit re stando per la bontà di Dio, che di pecoraio l'avea fatto signore, li venne un giorno in pensiero di volere al postutto sapere quanti fossero per numero i sudditi suoi.

[43] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 24, 130-141, pag. 631.11: entrarono dentro e venne loro in pensieri subitamente di prendere de' belli fornimenti di quella sacrestia, che n'era molto ben fornita più che tutte l'altre.

1.1 Facoltà immaginativa, fantasia, creatività.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 11-5.1, vol. 1, pag. 281: Naturalmente falla lo pensero / quando contra rason lo corpo opprima, / como fa l'arte, quand'è di mistero.

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 57, pag. 291.3: Onde molti, che sono casti e vergini, non farebbono il peccato per nulla, e sì possono morire quando pigliano e amano quel diletto, cioè soprastando in pensieri a quel diletto, e piacendoli.

[3] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 5.3: la quale [di Dio] biltade è sì grande, che passa pensiere d'uomo e d'angelo.

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 56.65, pag. 332: Lantor fo Pero en gran temanza, / no se pò dir lo penser quanto.

[5] Lett. pist., 1320-22, 13, pag. 54.12: molti ne stanno qua a orecchi levati, e per loro noe si puote sapere ancora da noi ove sie ito se non è per pensieri.

[6] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 5.8, pag. 153: ma 'l cor pur vede col pensier, sovente / col bello imaginar, l'alto valore / dal qual, Amor, già mai non mi rimovo.

[7] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 2, 2, pag. 47, col. 1.5: l'affetto appena si puote spartire dal fantastico pensiero e unirsi in colui in cui ella si muove, la qual cosa interviene per la sua negligenza ovvero per altra cagione siccome poi chiaramente diremo.

[8] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 10, vol. 2, pag. 195.2: kista ecclesia di Cristu, fundata supra tanta bacxicia, supra la cruchi di Cristu, et exaltata supra omni nomu et omni pinseri et ymaginacioni.

[9] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 26, pag. 223.1: Per multi iuorni passati foy Achilles invoglyato de cutale ymaginatione e pinsieri.

- Fras. Fare pensiero: fingere con la mente, immaginare, inventare.

[10] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 5, 1.46, vol. 2, pag. 388: Radimandato / quel ch'ài prestato, / s' el non t' è redduto, / fa pensiero / che sia leggiero / o che ti sia caduto.

[11] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 30, 142-148, pag. 777.31: ora caritativamente l'ammonisce, dicendo che faccia sempre pensiere che Virgilio sia con lui.

- Locuz. avv. Oltre pensiero: in maniera inaspettata e di là da ogni previsione, inimmaginabilmente.

[12] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 27.45, pag. 66: poi voi, tradolze e beata Maria, / non guardando mia grande e vil bassezza, / in vostra altezza altera, oltra penseri, / a vostro cavaleri / mi convitaste, e mi degnaste amare.

[13] Noffo (ed. Gambino), XIII/XIV (fior.), 1.28, pag. 44: E, lei servendo, Amor per sua pietate / lo su' valor mi fe' sì grazïoso, / che d'ogni ben gioioso / oltra pensero fatto m'ha ritegno.

1.2 [Identificato con l'anima].

[1] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 9, pag. 108.10: Poi appresso, ad iscusa di sé dico che si volge tutto lo mio pensiero, cioè l'anima, della quale dico «questa affannata», e parla contra li occhi.

1.3 Specifico contenuto mentale, idea o gruppo organizzato di idee, ragionamento.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 448, pag. 616: Quig qe no cre' morire, sì à molto faladho: / de quel penser q'ig fai, cascun à radegadho, / c'ancoi è l'om alegro, doman è traversadho / de questo mond a l'altro, sì com'è destinadho.

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 62, pag. 525: Sì com' eu repausavame sovra le flor aulente, / uno pensero véneme qe me torbà la mente: / de l' amor de le femene com' este fraudolente, / quand l' om en elle enfìase como 'l mena reamente.

[3] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 5.46, pag. 108: lo disïo c'ho lo cor m'abranca, / crescemi volontate, / mettemi 'n tempestate / ogna penseri che mai non si stanca.

[4] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 106.6: E continuando lo studio, sì s'abacinò delle occhi per avere più sottile ingegno e più forti pensieri.

[5] Albertano volg., 1275 (fior.), rubricario, pag. 37.15: Come la prudentia dispo(n)ga (e) regga tutti li tuoi pe(n)sieri (e) fatti.

[6] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 281, pag. 65: El amoniss lo cor k'el faza bon pensé.

[7] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 3, pag. 166.5: e quando noi trovamo la casa abandonata e venuta a destruzione, è segno che l'edificatore l'abia abandonata en tutto, e no 'nde curi, e per qualche casione sia venuto ad altro pensieri, per fare altra nova operazione.

[8] Giovanni, 1286 (prat.), 18, pag. 22: Dunqua è bisongno ch'io lassi / tutti altri pe(n)sieri, e abassi, / e pleno di gioie a lei passi / p(re)sente.

[9] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 34: Et Cassiodoro dice: allora lo fornime(n)to si fa molto forte, qua(n)do è rafforsato p(er) molti (et) lu(n)ghi pensieri.

[10] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 1, cap. 9, pag. 18.3: Ché Dio conosce e pensieri e i vizi e le vertù delli uomini senza nullo inganno.

[11] Poes. an. urbin., XIII, 29.30, pag. 604: Co le tue mano / non nocere ad altrui, / si' dolçe e pplano / quantunqua poti plui, / penseri vano / da te parti e ddestrui.

[12] Tomaso da Faenza (ed. Zaccagnini), XIII sm. (tosc./faent.), 9.7, pag. 237: Or non trovo pensier che mi conforte / conquiso per soperchio d'umiltade, / ch'io trovo nella più alta belleçça...

[13] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 15, pag. 51.9: Guastase li penseri là o' non è conseglo; là ove multi consegleri ènno, e' confìrmannose.

[14] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 73.31, pag. 306: O Segnor mio senza terra, - casa, letto, massarìa, / lo penser molto m'afferra - che so errato de tua via.

[15] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 454, pag. 341: Lu Dessideriu impusece l'Anima cecthadina / 'nfra l'unu e l'altru arçone, / singnificatïone / de duy penser beati, / çoè de mal passati / e de futur' paventu.

[16] Lucidario lucch., XIII/XIV, L. 1, quaest. 48-50, pag. 44.8: Ma le cogitassioni e lli pensieri delli homini noe sàe alcuno se noe solo Dio u colui a cui elli ne vuole dire.

[17] Amore di Gesù, XIV in. (ver.), 224, pag. 53: Oi bon Jesù, ke per nui morto fusi, / converti a ti li penser nostri tuti.

[18] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 79.245, pag. 396: e 'n contra la concupiscentia / tener streita continencia, / e da ognunca penser van / alô fuzir e stà loitan.

[19] Lett. pist., 1320-22, 13, pag. 54.10: Studiali quanto puoi e falli molto secreti, e specialmente nel vecchio nostro pensieri.

[20] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 7.1154, pag. 197: Or fugga l'alma mia dal pensier vile, / Ché quegli è grande che quello fa degno.

[21] G. N. da Polenta, Rime, a. 1330 (ravenn.>ven.), 4.1, pag. 215: Un penser ne la mente mia se chiude / che de voi, donna, move / parole dolce e lezadrette e nove.

[22] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 9.8, pag. 88: Fuçiti li pensier che non son bonni.

[23] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 8, pag. 623.13: In questi pensieri l'anima diventa timorosa e cauta, e guardasi da far male.

[24] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 5, pag. 18.10: 'Como pò esserj cusì piczulu de corpu, kystu chi esti chusì grandi per fama de sanctitati?'. Et kystu penserj era penserj de pachi.

[25] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 9, pag. 41.21: Ché sovenço incontra che la cera e 'l volto de la meretrixe da soa natura serà bruto e soçço, ma per vende'-se meglio el'-le sarà pençer de giusi e de color biancheti e roseti.

[26] Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.), 89, pag. 117: Se dietro torne, e pense del veleno / di Persia, di Siria, e de la Tana / et de gli altre, ch'al viver non han freno, / melgli'è tacer, che dir ch'en mente sana / gienera el pensier confusione / sì è infinita quilla giente vana.

[27] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 1.36, pag. 146: e poi mi lancia un pensier disiato, / el qual mi tien zelato / tanto che il sangue aghiaccia ne le vene.

[28] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 55.13, pag. 600: Perfetto e puro amor tal voler pose / ne l' alma; e ben che siano ei penser mòbele, / questo sirà col suo podere immòbele.

[29] Bartolomeo di Capua, c. 1360 (napol.>sett.), 6.1, pag. 92: Tucti li altri pensier caldi d'amore / che soglion mio concepto ognor far novo / [...] salsi questa, et Amor dentr'al mio cuore.

- Avere, fare pensiero: applicare intensamente le facoltà intellettive a un oggetto o alla considerazione di una situazione, pensare, riflettere.

[30] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 977, pag. 273: Ma quel avar cativo lo qual fa pur pensé / De mett quilloga insema ni d'oltro havrá cuinté, / Firá cort il deserto com pover presoné.

[31] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. II, cap. 32, pag. 285.1: Chi à pensiero del suo amore meno dorme e mangia meno.

- Fras. Entrare in pensiero

[32] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 3, par. 13, pag. 90.19: Oh quanto m' era cotal ragionare caro, e quanto sopr' esso volontieri mi volgeva, molte volte entrando in pensiero con che atto a lui più grazioso mi dovessi ripresentare!

[33] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 56, vol. 2, pag. 367.4: e cresciutoli animo per lo filice riuscimento della città di Pavia, entrarono in pensiero e in sollicitudine di rivolere o per amore o per forza la città di Bologna.

[34] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 35, pag. 120.16: Della prima cagione s'ella fusse, dico che tristo sarei infino alla morte, e non potrebbe essere sì piccolo raffreddamento, che non portasse troppo, e che ogni cosa non paresse guasta, e so di ciò entrato in tanto pensiero.

[35] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 4, 40-54, pag. 113.32: ma quella che intrasse in pensieri d'avere la vita terreste e la corpulenzia ch'ella vedea quaggiù in terra, stante nella sua altezza solamente per lo carico di quello pensieri, a poco a poco incominciava a descendere e pilliava corpo chiaro, sidereo.

- Camera dei pensieri: sede dell'intelletto, mente, anima.

[36] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 2, pag. 9.2: onde nella camera de' suoi pensieri se medesimo riprendere dee e piangere li suoi difetti, e non palese.

- Essere, stare in pensiero: considerare intimamente un'idea o un ricordo, meditare, rimuginare.

[37] Caccia da Siena, XIII sm. (tosc.), 16, pag. 357: Sembianza ch'a lo cor mi ripresenta, / madonna, il mi' richero, / fra me stando in pensero, / compiuta gioi' mi fa parer ch'io tena.

[38] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 88.101, pag. 354: Puoi che se' stato assai ne lo pensire, / che de lo star con Deo hai costumanza, / lo deletto méttete a vedire.

[39] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 34, vol. 4, pag. 122.1: State dunque in pensiero, che voi farete di vostri nimici, i quali avete presi dentro a queste mura?

[40] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 46.2, pag. 142: L'altrier tu mi guardavi; / Ed io steti in pensiero / Di tuo volto sì fiero.

[41] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 33, pag. 117.25: Standu in kistu penseru, sanctu Gregoriu chamau a killu patre sanctu Eleutheriu, [...] e minaulu a la ecclesia, e prigaulu multu ki illu divissi prigare Deu, ki dessi tanta forza a sanctu Gregoriu ki illu potissi diiunare killu sabbatu sanctu.

[42] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 38, pag. 133.14: E, mentre està en tale pensiere, e Cornaletto tantosto fo arivato a quillo luoco, duve avea lassato lo conte Orlando.

[43] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 10, 61-72, pag. 287.2: se io fui dinanti tardo a risponderli, diteli ch'io il feci perché i' era in pensieri dell'errore che m'avete sciolto.

[44] San Brendano ven., XIV, pag. 198.15: E io, vegando questo, comenziè a pensar ziò ch'elo voleva significar, e stando in questo pensier, lo pesie insì fuora belo e vivo e mésese ad andar su per la riva.

[45] Tristano Veneto, XIV, cap. 296, pag. 265.31: E là o' qu'ella yera in tal pensier, atanto echo vui là dentro vignir uno cavalier.

- [Relig.] Locuz. nom. Malo, reo pensiero: intenzione peccaminosa, idea o desiderio che contravvengono alla legge di Dio, peccato.

[46] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 16, pag. 332.15: Ma, in verità, dal cuore vengono li rei pensieri, secondo che sono omicidii, avolterii, furti, fornicazioni, falsi testimonii, biastemme.

[47] Albertano volg., 1275 (fior.), L. I, cap. 2, pag. 45.8: vi. cose sono le quali D(omi)nedio àe i(n)n odio, et lo septimo disferma (e) vitupera l'anima sua: occhi alti (e) sup(er)bi, lingua bugiarda, cuore ke ordina et dispone rei pensieri...

[48] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 378, pag. 69: Dai rei pensé te guarda, e sí incontinente / E eo e i oltre membre seram obedhïente.

[49] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 2: sei sono le cose che àe in hodio lo Signore: la lingua bugiadra, lo cuore discorevile ali mali pensieri che p(ro)ferisceno bugi[e]...

[50] Poes. an. urbin., XIII, 25.59, pag. 597: AccusomeT', Amore, de tucti i mai penseri, / li quali ò conservati molto travolenteri.

[51] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 3.35, pag. 72: Guàrdate dai mal pensiere, / che la mente fo firire, / la tua alma emmalsanire.

[52] Lett. sen., XIII u.v., pag. 49.18: questo cotale non virtuosamente conbatte ma vilissimamente perde: perde el mondo in ciò che diventa suo s[erv]o, perde l' animo suo in ciò che per mai pensieri el fa tutto diventare vano...

[53] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 51, pag. 291.10: siano li malfactori sì castiga' che la penna de l'uno siano in tanto exemplo a gi altri che li mali no crescanno, me sianno del tuto amorçati, e gi rei penseri stiam constrecti in lo pecto de gi ma' pensosi.

[54] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 534, pag. 36: Quando li Iudei quello intesero, / tucti li rei penseri in core pusero.

[55] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 145.203, pag. 630: Ma sì vor esser ben javao / e da tute parte ben stopao; / javao in croxe con so ser, / cazando for li re' penser.

[56] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 62, pag. 89.16: E pertanto se elle no sa lavorar alguna cosa, en la qual elle possa occupar lo so tempo, li rei penseri è presti dentro dal core.

[57] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 33.16, vol. 1, pag. 563: Che per l'effetto de' suo' mai pensieri, / fidandomi di lui, io fossi preso / e poscia morto, dir non è mestieri.

[58] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 24, 79-96, pag. 583, col. 2.15: mai non se parteno dal mal pensiero e fraudevele e furtivo, e per consequens sempre stanno conziunti cum li serpenti che continuo li punisseno cum gran pena.

[59] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 2, pag. 610.23: Or qui pensiamo bene, e troverremo che continovamente cademo ne' peccati: nel cuore in ogni generazione de' mali pensieri.

[60] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 2, pag. 145.24: e la fa vegnire lu omo bon vegiatore de note, no lassa multiplicare in cuore li rei pensieri e, se egli ge venne, tosto s'en vanno.

[61] Lett. bologn., XIV pm., pag. 54.21: Lo diavolo sì mete li mali penseri nel core, mo in podestate del corpo sì è lo consentire.

[62] Gl a Vang. venez., XIV pm., Matt., cap. 9, pag. 34.4: Perché pensè vui mali pensieri (ço è a dir malvaxie chogitacione) en li vostri cori?

[63] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 9.8, pag. 23: Tucti color di sè humicidiali / la pena lor si fa che son conversi / in tristi sterpi e 'n arbori diversi, / per una selva di tristi animali, / da cagne nere, ucelloni infernali / che fan di pianto dolorosi versi, / di tucte frondi e di fogle dispersi / ad simiglianza di lor pensier mali.

[64] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 26, 34-42, pag. 673.36: Et allegoricamente si truovano queste cose in quelli del mondo, che sempre lo ingegno sta occupato nelli inganni e rei pensieri, e sempre ardono li loro animi di mal desiderio.

1.4 Immagine mentale di persone o fatti conosciuti, memoria, ricordo.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 193.14: Molto m'è dolce e soave il pensiero de li amici passati dal secolo.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 22: nulla cosa ti farà tanto pro' ad aver te(m)peransa in ongna cosa qua(n)to lo spesso pensieri dela brevità di q(ue)sto mo[nd]o.

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 7, pag. 18.17: Con ciò sia cosa che Cristo abbia portata e sofferta molta pena ne la sua carne, e voi v'apparecchiate di simigliante pensiere.

[4] Meo Abbracc. (ed. Ageno), XIII sm. (pist.>pis.), 6b.3, pag. 47: Considerando l'altèra valensa / ove piager mi tene, / 'maginando beltate, e lo pensero, / sovenmi di speransa e di soffrensa, / ne le gravoze pene.

[5] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 4.49, pag. 108: e son di pene d'intorno sì accinto, / c'ogne sustanza di ben m'abandona / a for del tempo, c'un pensier mi dona, / c'a me medesmo dispiaciomi pinto.

[6] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 2.58, pag. 8: Quanno 'l penser me struge, - co fai quanno te suge? / Lo lacremar non fuge, - d'amor, che t'ha legata.

[7] Lett. sen., XIII u.v., pag. 50.14: sempre nel vostro pensiero sia che la morte ne viene di corto e 'l divino Iudicio sença fallo è aparechiato.

[8] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 1373, pag. 85: De soa fatiga e de sudor / Viveva sempre con dollor / Portando in cor lo pensier / Delly fiolly e della muier.

[9] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 4.3765, pag. 348: Di', come prende forma / Dal cuor dolente e ne nasce il sospiro / Quando del suo pensier l'alma s'informa?

[10] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 81.5, pag. 626: ma nel pensèr de te retorno e cado, / qual tien la mente mia tanto destretta, / che morir temo, se conforto in fretta / per te non sento.

2 [Anche plur.:] atteggiamento dell'anima, spirito, propensione.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 721, pag. 553: Tanto per cobiticia à li penseri feli, / a cui ele pò, tole brochete o aneli, / comentre vol sì sia, vilani o meseli, / né s' ii è driti o çoti o se son laidi o beli.

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 18d.13, pag. 259: d'onne parte amoro[so] pensieri / intrat'è in meve com'agua in ispugna.

[3] Jacopo Cavalcanti, a. 1287 (fior.), 3.8, pag. 238: Ma 'l cor mio lasso, che spesso la chiede, / non vede ancor che da speranza fiore / aggia confort' o dilettevole ore, / né che vi veggia lo penser ch'e' crede.

[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 2: Questo ala fine ti do p(er) regla ge(n)nerale: che tucte quelle cose che ladiscieno la pietà, lo buono pensieri (et) la vergongna ti siano in ira.

[5] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 4, pag. 16.9: «La pace mia e' do a voi e la pace mia lasso [a voi» k'el faça sì] ke [lo vostro pensero e la] vostra veduta in tal guisa sia ke nui tuti n'abiammo 'legreça.

[6] Lett. sen., XIII u.v., pag. 49.13: Adlora lo spirito signoreggia, quando el diletto del mondo è infastigg[ito], e 'l pensiero de l' animo è puro, e 'l desiderio a Ddio è infiammato.

[7] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 28.13, pag. 83: Così di lei laudar facendo prova / perd' [e]o, e sòmmi li pensieri affranti, / poi tanto a dire in lei di ben si trova.

[8] IV Catilinaria volg., 1313 (fior.), pag. 53.23: conciosiacosa che sia molto più da temere di parere es(er)e istati più crudeli ne la patria p(er) perdona[n]za di pena, che molto più forte contra i crudelisimi nemici p(er) fermeza di pensiero.

[9] G. N. da Polenta, Rime, a. 1330 (ravenn.>ven.), 2.8, pag. 214: Quest'è la vita e 'l ben per ch'io ve servo / e per che 'l vostro orgoglio amor non parte / del cor, ma pur ennalza 'l suou potere, / che 'l meo servir col bon penser comparte / en vostro onor.

[10] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 13.11, pag. 94: Prelato dee tegnir tal camarero / Mainiero, ched el tema per suo stato / Provato de la vita in buon pensiero.

[11] Bartolomeo di Capua, c. 1360 (napol.>sett.), 7.8, pag. 93: Ma com'io vidi 'l tempo, omai ò preso / um più dolce camin, vago et aprico, / ch'io sento entro nel cuor, ben ch'io nol dico, / um felice pensier ch'è in me desteso.

- Locuz. nom. Pensiero d'amore: condizione psicologica e sentimentale tipica dell'amante, innamoramento.

[12] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 30.1, pag. 532: Era in penser d' amor quand' i' trovai / due foresette nove.

[13] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 7, pag. 193.4: Ché 'l suo parlare, per l'altezza e per la dolcezza sua, genera nella mente di chi l'ode uno pensiero d'amore, lo quale io chiamo spirito celestiale, però che là su è lo suo principio e di là su viene la sua sentenza.

[14] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 113.12: Et standu intrambu in equali pinseri d' amuri, Eneas, havendu di li peni loru gran pietati, plansi amaramenti supra di loru.

3 Insieme di giudizi ponderati intorno a un problema o a un argomento, opinione, congettura.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 323, pag. 537: Deu, quanto son le femene de malveçi scaltride! / Le caus<e> qe vol despresia, li ogli plance e l<o> cor ride, / ni lo ler[o] pensero no s' esclara né aside.

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 18, pag. 127.11: Dela qual cosa nascono peccati sança novero, qua(n)do li uomini e(n)fiati p(er) falso pensiero di sé medesimo soçça me(n)te sono scerniti (et) i(n) gra(n)di errori si ne rivolgono.

[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 9: Molto sii lieto quando tu dispiaci ali riei et li malvagi pensieri che di te àno reputali a tua gloria.

[4] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 10, pag. 68.24: e quando costoro videro che questi pensava cosie, e' quando fuoro a varcare uno fossato, sì finaro il loro pensiero e beffavano intra lloro di ciò che ciascuno aveva tanto pensato, et acordàrsi che ciascuno direbbe lo suo pensiero.

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 59.7, pag. 346: Ma qui da mal aquistao / pensa de esse lemosené, / s'enganerá de so penser / e troveráse condenao.

[6] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 84, pag. 114.23: Ancora vezando Anon ke del so penser era enganado, el pensà con multitudene armada arsair così gran citade.

[7] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 33, 49-66, pag. 775, col. 1.7: Chiaro appare come 'l fe' per ira, e i figliuoli ne trenno altro pensero ...

[8] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 24.9: E Deucalion raumilia Pirra con piacevoli detti, e disse: o vero che noi abbiamo vano pensieri, o vero che le pietose risposte non ci faranno alcuno male.

[9] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 5, pag. 619.17: Ed ora sono alcune e sciocche persone che dubitano nel corpo di Cristo: nella incarnazione chi n'ha uno pensiero e chi un altro.

[10] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 119.5: Certu, figlu, sachi ki ora pinsava supra di ti et lu meu cori mi indivinava ki tu mi divivi viniri a vidiri; et ricurdandumi li tempi, lu pinseri [non] mi falliu.

[11] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 32, pag. 272.6: E tale fo lo modo de lo falso pensery e relaccione che induxe lo re Naulo, patre suo, e Decto, suo frate, a credere cotal morte de Palamides.

[12] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.355, pag. 185: Altro pensero prender ti conviene, / ché veramente suso il mantovano / costor non voltaranno le lor brene.

- Avere pensiero: applicare il giudizio alla considerazione di un fatto o di un'azione, ritenere, valutare.

[13] Ubertino del Bianco d'Arezzo, a. 1269 (tosc.), 5.1, pag. 388: Cierto, mala donna, i' ò penzero / di vostra guerra poco onore avere.

[14] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 52.40, pag. 304: Legno e legname rende assai, / [...] e tamte atre bone cose: / che se de tute dir vorese, / penser ò no ve crescexe.

[15] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 5, vol. 1, pag. 201.14: e acampatosi presso a Pistoia a IIII miglia, per attendere i· rimanente del suo esercito, che ' Fiorentini sapessono alcuna cosa, o cche avuto avessono pensiero che lla forza del tiranno si stendesse sopra loro.

4 Intenzione deliberata rivolta al raggiungimento di uno scopo o alla soluzione di un problema, progetto.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 127, pag. 528: De le fiie de Lot le cause avé entese, / q' en la scritura truovase et en libri se dise, / de lo stranio pensero q' ele en cor se fese / d' enivrïar lo pare, e con si çase<r> l<o> fese.

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 4.30, pag. 908: molto vengono falliti / [...] pensieri; / assai ne sonno periti / pedoni e kavalieri.

[3] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 235, pag. 184: E io, ponendo mente / a l'alto convenente / e a la gran potenza / ch'avea, e la licenza, / uscìo de· rreo pensiero / ch'io avëa primero, / e fe' proponimento / di fare un ardimento / per gire in sua presenza / con degna reverenza.

[4] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 958, pag. 50, col. 1: E 'l nostro segnore Jhesu Christo, / Lo quale era bon magistro, / Sí sape ben lo lor affare, / Li lor penseri e li lor andare, / Vide la lor iniquitáe.

[5] Serventese romagnolo, XIII tu.d., 19, pag. 880: Se venese lu re Callu - o mandase cavaleri, / iurarà de non farlu, - ché 'l ditu è mençuneri; / se nu ofenda Carlu, - de multe penseri / veràn falati.

[6] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 16: imp(er)ò che Salamòn dice in ne' P(ro)verbi: sono distructi (et) disturpati li pensieri quine ù non è co(n)siglio, et quine ù sono pió (con)siglii sono fermati.

[7] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 51, pag. 55.14: Egli, in questo mezo, pieno d'inganni e di sozi pensieri, uscì della chiesa di san Piero.

[8] Caducità , XIII (ver.), 5, pag. 654: [En] un çorno d'avosto dre' maitino, / ço fo en la festa de santo Agustino, / pensando êl cò, êl meço et en la fin[o] / de la fragilità de l'om cativo, / penser me pres de ditar un sermon / de la vita e del sta' del miser om.

[9] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 15, pag. 51.10: lo meo pensero e lo meo proponimento no vogle a complimento mandare, se primamente no lo meto tra voi, e no recevo vostro conseglo.

[10] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaest. 39, pag. 96.20: La excelentia de lui e la soa segnoria ge piaxé molto, pensando ke s'el avese complido lo so pensere illi seraveno metudi segnore e comandaor de li oltri remaninti.

[11] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 37.18, pag. 227: semper ài penser de guerra, / fortuna o re' comovimento.

[12] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 5, pag. 666.30: E li nostri peccati si cominciano in cuore, ovvero per immaginazione e pensieri volontarii.

[13] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 16, pag. 77.25: Anchor se loa Iotho per lo so' nobel pençer.

[14] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1221, pag. 79: vedendome manchar ogni potere, / oimè, dis'io, che ogni pensier me fala.

[15] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 243.29: Io aio acquistato la signoria de Roma, la quale me promette missore Nicola de Rienzi cavalieri, tribuno, visitato da Romani, chiamato dallo puopolo. Credo che lo penzieri non verrao fallato.

- Fras. Avere (in) pensiero: avere intenzione di mettere in pratica un proposito, progettare, pianificare.

[16] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 31, pag. 82.1: E dovemo sapere che l'uomo principalmente può fare male in due cose. La prima si è, quando l'uomo à in pensiero, o in intenzione, di far male.

[17] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 31, pag. 82.12: Donde e' conviene, acciò che l'uomo abbia perfetta virtù, ched elli abbia pensiero ed intenzione d'acquistare buon fine.

[18] Pucciandone Martelli (ed. Contini), XIII sm. (pis.), 5, pag. 336: penser ho di partire / me' cor e mente da tale follia, / ché solo v'ingegnate me schernire.

[19] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 56, pag. 289.3: Questo fu pur uno peccato, come quando altressì de l'omo che non ha in pensiero di fare il peccato carnale né volontà, ma di sùbito, disavedutamente trovandosi con una femina, peccò.

[20] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 78, pag. 654.16: ma e' non sarà così, né mai farò cosa che gli piaccia e cessino gl' iddii che io di farla abbia in pensiero.

[21] Lett. fior., a. 1348, pag. 352.6: considerando il disordinamento che di ciò seguita nella famiglia, e poi el danno che è quando e' frati infermano, avavamo avuto pensiere di volerla mitigare.

[22] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 1, cap. 13, vol. 1, pag. 117.15: Quando il padre della famiglia, avrà in pensiero di comperar podere, dee secondo che scrive Catone, aver nell'animo suo di non comperare per cupidigia.

- Fras. Essere, stare in pensiero.

[23] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 85.10, pag. 70: Dunqua, segondo quel che mi raxoni, / gy amici seranno en penseri / di levarmi lo male che mi doni.

[24] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 66, pag. 640.11: voi state in pensiero di vendicare la morte di Lelio, la quale non vendicata vergogna vi riputate.

[25] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 103, vol. 2, pag. 268.11: e certo questo nonn è stato in pensiere a cquelli che hanno fatto procaccio delle prefende e d'altre cose che dicemmo di sopra.

[26] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 8, pag. 153.9: disse il conte a Perotto, che già era in pensiero di palesarsi: «Perotto, Giachetto, che è qui, ha tua sorella per mogliere né mai n'ebbe alcuna dota».

- Fras. Fare pensiero.

[27] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 27, pag. 15.16: Attila [...] fece pensiero di rimuovere la fede cristiana ed abbassarla e disfare Roma e recare lo Imperio sotto sè e farsi signore del mondo.

[28] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.237, pag. 183: Questa compagna no può far pensero / de remaner in le aretine seze, / perché la vitualia gli vien meno, / spelta non ànno, né paglia, né feno.

- Fras. Essere in pensiero: aspettarsi il verificarsi di un evento o delle sue conseguenze, prevedere.

[29] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 22.66, pag. 142: O pessima avarizia, sete enduplicata, / bever tanta pecunia, non esser sazïata! / Non ce pensave, misero, a cui l' hai congregata? / ché tal la t' ha robbata che non eri en pensieri!

- Fras. Uscire di pensiero: abbandonare un proposito o una riflessione insistia; dimenticare.

[30] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 76, pag. 567.29: Dicesi che a Baia avea bagni, che quando omo v'intrava uscia di ranguli, unde v'andò uno amadore e no iscì di pensier de l'amor e però disse che non era vero quello che ssi dicea di quei bagni.

[31] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 19, pag. 115.3: aggiote pregato che quanto aggio poduto che tu esche de tale pensiere.

4.1 Tensione della mente verso il possesso di un bene, il conseguimento di una condizione, o il compimento di un'azione, desiderio, speranza, brama.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 195.11: Tragono li uomini da diritta via le ricchezze, li onori, le potenzie e tutte simigliante cose che per nostro pensiero son care e son vili per loro pregio.

[2] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 10, pag. 87.10: Ongne acto et opera del'amante si t(er)mina (e) si riduce nel pensiero di quella cosa ke cu(m) lui s'innama.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De vanitatibus, 101, pag. 190: Lo can fo gord e mato, lo so pensé fo van: / El voss haver la carne k'aveva l'oltro can.

[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 3: ongna acto et opra del'amante si termina (et) si riduce in del pensieri di quella cosa che co· lui s'ama.

[5] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 305, pag. 650: Tanto fo 'l [to] penser e tanta la toa briga, / bel dolço fiiol, ke Deo te maleìga, / ke del povro de Deo çà no me 'n sovegniva, / ke de famo e de seo for per le strae moriva.

[6] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 20.33, pag. 134: si la peco arvol la lana / e lo fiore arvol la grana, / lo tuo pensieri è cosa vana, / onne soperbia vol' menare.

[7] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 15, pag. 135.6: Cavalcando el Saladino per uno paese ch' ad uno suo cavaliere donato avea, e vedendo esso paese più bello ch' alcuno altro ch' êllo regno suo fosse, pensò de volere per lui esso ed a lo cavaliere un altro dare. E sì tosto co' ciò avve pensato, fo pentuto e conobbe el pensieri tale vitioso.

[8] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 54.127, pag. 323: Lì se pagam li desleai / deleti com' penser carnai, / en li quai l'omo è stravoto / chi in tanti mai è vôto.

[9] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), tenz. 16, 1.14, pag. 805: E ciò dimando non sol per la mia / volontà acquietar, ma per que' c' hanno / simel pensèr nei cori e quete stanno.

[10] Bartolomeo di Capua, c. 1360 (napol.>sett.), 2.3, pag. 90: Con riverenza volontier saprei / donna, da voi, di mia domanda il vero: / qual fu più, vostra grazia o 'l mio pensero / d'amar vostri occhi e poi piacer a' mei?

- Fras. Mettere, avere il pensiero: [nei rapporti amorosi] provare sentimenti d'amore e d'affetto per qno, innamorarsi.

[11] Legg. S. Margherita, XIII ex. (piac.>ver.), 919, pag. 52: Respond lo re cum gran dolçeça: / 'Or, Margarita, quest' è mateça, / K' en ti ò mes lo me' penser / E sì te voio per muier; / Tràme fora de questa pena, / Che te voio fare raina...

[12] Tristano Veneto, XIV, cap. 344, pag. 309.19: E però, per Dio, di'-me qual hè quela ala qual vui havé tanto penssier, perché io sè ben che questo pensier sè per dama over per damisela.

5 Attenzione nella soluzione di un problema o nella considerazione dei bisogni di una persona, cura, sollecitudine.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 11, pag. 66.26: Et se per ventura si conviene, che lo studio tuo e la sollicitudine tua sia sopra alcuna scienzia di lettere, de' aiutare l'animo e lo 'ngegno e la mente e la memoria, in quatro modi; cioè, con forte pensieri sopra quella scienza...

[2] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 171.4: Eu no favelarai longamentre a ti, enperçoqé altro pensero sì me tiene...

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 1, pag. 109.3: Ché ciascuno guarda più quello che elli à acquistato del suo proprio senno e del suo proprio travaglio, che quello che elli à avuto senza fatica e senza pensiero.

[4] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 40 parr. 1-8, pag. 155.24: Questi peregrini mi paiono di lontana parte, e non credo che anche udissero parlare di questa donna, e non ne sanno neente; anzi li loro penseri sono d'altre cose che di queste qui, chè forse pensano de li loro amici lontani.

[5] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 3.6, pag. 31: Vero è che stato son manta stagione / sensa d'amansa alcun far prendimento [...]; / e ò fedel vèr' ciò misa intentione, / saver, penser non lento e provedenza.

[6] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 35, pag. 104.9: Et sì voglo che voi debbiate sapere che tucto mio pensieri et mia sollicitudine et mia vogla serà in fare et dire quello che lo honore in della fine del mio regimento risponda al vostro cominciamento.

[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 145.83, pag. 625: bon è la cura e lo penser / chi fa star segur so ser.

[8] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 32.28: Enea quan intende de questuy le maravelgie et de lo seo grande affare, una alegrecza con uno conforto ge soprevende de sì grande volere de menare ad fine quello che àne comenzato, che altro penzero no lo tene ucupato.

[9] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 3, pag. 42.25: Ka quandu lu omu è distractu per continua sollicitudinj, tantu intendj ipsu supra la cosa in la qualj à misu lu soy jntendimentu, ky de sì pocu quasi pensa, et per lu pocu penserj de sì, quasi è fora de sì.

[10] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 27, vol. 1, pag. 512.5: Per lo cui essempro lo avisato eletto Carlo imperadore abandonato ogni pensiero di sua potenzia, e di quella che promessa li era, fidanza prese nel suo temperato proponimento.

[11] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 251.31: Spesso anco, continuo guardanno e non movenno lo penzieri sio da Pellestrina, vedeva che per la parte de sopra vestiame veniva da pascere e entrava la porta de sopra per abbeverare, puoi tornava alli pascoli.

- Persona cara, oggetto di attenzione e sollecitudine.

[12] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 29.20: Il reale fanciullo Ascanio, il mio sommo pensiero, apparecchia d'andare alla città di Cartagine, che vel chiama el caro padre Enea.

- Fras. Avere, fare, mettere pensiero: applicarsi con attenzione, costanza e sollecitudine a un'attività o alla cura di una persona, impegnarsi, preoccuparsi.

[13] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De vanitatibus, 67, pag. 189: In mantenir tal can no voi far plu pensé: / Tu e' pur degn de morte.

[14] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 4, pag. 286.26: i battaglieri non debbono avere gran cura né gran pensiero di letto, né come ellino debbiano giacere, perciò che molte volte, e di dì e di notte, lor conviene istare armato.

[15] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 85.2, pag. 306: Foll'è chi follemente sì procacc[i]a / e chi pensieromette in suo danag[g]io.

[16] Amore di Gesù, XIV in. (ver.), 259, pag. 54: e po ancor molte tene encarcerae / done e polçelle, veoe e mariae, / a ço k' el' n' aba unc' altro penser / se no de ti, Segnor de l' alto cel.

[17] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 85.13, pag. 408: Penser am[o] inter tante onde / che la nave no prefonde.

[18] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 7.13, pag. 725: E queli chi penser no fan / chi eli sum e chi elo è, / sapi pû che eli se dam / de greve sapa su lo pè.

[19] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 257.30: Granne penzieri aveva de procacciare moneta per sollati. Restretto se era a povera spesa.

- Fras. Dare (il) pensiero.

[20] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De vanitatibus, 26, pag. 188: Mo voi dir un exemplo de quel mat baraté / Lo qual a prend l'ombria ha dao lo so pensé.

[21] Meo dei Tolomei, Caribo, XIII/XIV (sen.>umbro-march.>ven.), 30, pag. 76: Megli'è che me [ne] stia / e più pensèr non me dea / de quel che non varria.

- Fras. Darsi al pensiero.

[22] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 3, cap. 2, par. 5, pag. 71.13: La mattina ti dei tu dare al pensiero delle cose che da fare sono.

- Fras. Portare il pensiero.

[23] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 258.3: Solo esso portava lo penzieri de Romani. Più vedeva esso stanno in Campituoglio che suoi officiali nelle locora puosti.

5.1 Incombenza, compito, occupazione.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 214, pag. 569: Sì con' se volçe l'usso enl pileng o' el sta, / sì fa 'l mat en mateçe, c'altro penser non à.

[2] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 119, pag. 631: Lasù è sempro virdi li broli e li verçer / en li qua<l>i se deporta li sancti cavaler, / li quali no à mai cura né lagno né penser / se no de benedir lo Creator del cel.

[3] Poes. an. padov., XIII sm., 61, pag. 808: Çamai penser no vose avere / se no com' se poés plaxere / et el a lei et ela a lui.

[4] a Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.), 4, pag. 122.44: Uno monaco una nocte p(re)sso al dì istava allato a uno fiume, (et) quine si dilectava molto i(n) paraule vane e osiose. Istando i(n) cutale pensieri, sentitte p(er) lo fiume venire gra(n)de romore di lengni, et pareali che molti navicanti vi fusseno.

[5] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 18, cap. 2, par. 4, pag. 307.1: Sanza amici ogni pensiero sarebbe tedio, e ogni operazione fatica.

[6] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 9, proemio, pag. 124.14: nella quale ora la mente umana [...] meno è occupata da pensieri e solecitudine corporali, e per conseguente è più in sè, e più opera sua virtù.

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 4, pag. 14.32: Lo papa, stando occupato in autri pensieri, concesse che chisto sancto patre vennesse a lluj.

[8] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. III [Phars., III, 46-70], pag. 39.26: Allora si ritrasse da' pensieri dell'armi e intento alla pace faceva ciò ch'egli pensava perch'elgli recasse a sé l'amore vano del popolo.

[9] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 171, pag. 108: Sì che a quelli lasso el pinsiero, / Di che l' arte è loro mistiero.

[10] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 23, pag. 93.26: E però, dilette di Cristo, per lo suo amore partisi il cuore vostro da pensieri secolareschi di parenti o di altre cose, e sieno e vostri pensieri e parlari tutti santi.

[11] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 35, pag. 293.3: E cussy se inebriano de quillo canto li misery che dementicano onne altra cura e pensiero.

5.2 Stato di attenzione inquieta e insistita verso un problema o la sorte di una persona, preoccupazione, angoscia, tristezza.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), D[ubbie] 1.14, pag. 386: Se vai, amore, me lasci in tormento; / io n'averò pensiero e cordoglienza / e disïo so· di venire a tevi.

[2] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 167.5: quela, çoè madona Galathea, sì me pregà k'eu me devesse recordar de lei, la qual madona Galathea né fadiga né pensero né alguna causa dela mea mente porave descaçar.

[3] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 15, pag. 111.4: Amore (e) ira menoma li dì, e lo pensiero i(n)na(n)çi te(n)po co(n)ducie a vechieçça.

[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 8: lo desiderio (et) l'ira grande menima li giorni, (et) li pensieri inamsi tenpo co(n)duce a vecchiessa.

[5] Caducità , XIII (ver.), 59, pag. 656: Mo qual fo el guiërdon k'avo da ti / la mar e 'l par li quali te norì, / se no penser e briga ognunca dì?

[6] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 3.33, pag. 98: Tal è 'l disio c'ho 'nde / che sì spesso mi conde / d'un agghiadato pensier crudo e resto.

[7] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 1, pag. 106.15: E stando Pompeo travalliato del mare e del pensiero, sì li fu aviso in dormendo, che Julia sua prima moglie e filluola di Cesare, uscisse del sepolcro là dove ella era, in una forma molto spaventevole.

[8] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 26.12, pag. 385: Egli ha tanti pensier, che non ha fondo, / del gran legame dov'entrar si sente.

[9] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaest. 27, pag. 192.15: e quando illi in tugi congregadi a lo convivio illi in aligri senza pensere, in-cossì le aneme elle in alegre mo' de la soa salvatione e de la soa gloria, e de la nostra absentia in soliciti e pensuxi.

[10] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.663, pag. 176: L'engordixia e lo penser / fam mar spesor dormir so ser.

[11] Lett. pist., 1320-22, 19, pag. 71.8: Rispondiamoti che a Techito e a noi pare, che nel facto dello amicho nostro tu no' mecti più né pensieri, né faticha, se 'l facto noe fosse aviato di spacciaresi tostanamente.

[12] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 1.2014, pag. 251: Là dov'è amore, sempre è gelosia / Ed è paura e pensiero e sospetto / E l'alma con la spene è tuttavia.

[13] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 3, pag. 42.19: Si sanctu Benedictu avissi volutu mantenirj et regirj kyllj monachi, li qualj aviano cuspiratu a darilj morti, li custumj [...] ca sanctu Benedictu fora statu in tanta sollicitudini et penserj, chi bonamenti li oky de la mente sua non foranu stati tranquillj.

[14] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 5, vol. 1, pag. 34.32: Cassiu parmesanu, [...] se nde fugiu ad Athene uvi una nocti, a lu primu sonnu, standu a lu lectu adurmentatu cun grandi sullicitudini et penseri, parssili que vinnissi ad issu unu homu multu grandi di nigru culuri et la barba non petenata et con capillu remissu.

[15] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 7, cap. 22, vol. 2, pag. 181.17: Quando il popolo fu fuori di pensiero di queste due guerre, e mentre ch'elli aveano alquanto di riposo [...], gli piacque di fare censo.

[16] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 445, pag. 104: Lo martedì sequente ad nui non reapparero; / Nui guardavamo bene, et non sensa pensero.

[17] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 68, pag. 674.11: La presura di Feghine assai diè di pensiero e di maninconia a' governatori del nostro Comune.

[18] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 8, pag. 112.1: Pollidario fo multo gruosso e tanto inflato de grasseze che apena potea andare, fo multo stiso, corayuso e fortemente sopierbo, may non fo viduto stare alliegro, se non sempre in grande pinsiere.

- Fras. Avere pensiero: rivolgere la mente a un oggetto con inquietudine e incertezza, preoccuparsi, angosciarsi, affliggersi.

[19] Ugo di Massa da Siena (ed. Panvini), XIII sm. (tosc.), 3.7, pag. 371: E nullo amante trovo, assai lo chero, / che s'asimigli de la mia natura, / c'Amore è 'n meve tutto, e ò pensero / che s'altri n'à neente, che mi 'l fura.

[20] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.410, pag. 167: Uno omo vi è fermo e forte, / ma si ne l'à portao la morte; / zovem era, senza mojer, / chi d'esto fogo avé penser.

[21] Dante, Rime, a. 1321, 25.13, pag. 80: Eo ho guai e pensero / ché nostra donna mor, dolce fratello.

[22] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 3701, pag. 146: llo diavolo fraudolente / Si ave molto grande dollor / Et invidia e grande yror / [...] Dello asenblamento della muier, / De chi ell'ave tanto pensier, / E delly soy fijolly altrosí.

[23] Lett. pist., 1320-22, 17, pag. 67.15: E però noe ti bisongnia d'avere di loro neuno pensieri; ché noi ci ne portiamo e porteremo sìe, che tu, quando ci serai, ci ne loderai.

[24] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 32, pag. 73.24: Quando vedra' tu l'ora, che tu conoschi, che 'l tempo, ch'è avvenire, di neente ti s'appartiene, e che tu stei in riposo, non avendo pensiero del dì di domane, essendo securo, e pieno di te medesimo?

[25] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 21, pag. 297.30: D'un rei troviamo che non potea avere filioli, e aviane molto grande pensieri in suo cuore.

[26] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 8, pag. 622.23: Anche del iudicio di Dio dovemo avere grandi pensieri, però ch'egli è secondo verità, infallibile...

[27] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 60, pag. 168.16: Carissima isposa mia serva di Cristo Jesù, So certo che ài pensiero assai di me, ma io ti prego che ti conforti in Cristo, che posto che molto sia peccatore e misaro pure io so servo di Cristo.

[28] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.167, pag. 181: siché d'Areçço non ò già pensero / ch'el possa uscir fuor del dritto sentero.

- Fras. Cadere in pensiero.

[29] San Brendano ven., XIV, pag. 188.8: E vegando queste cose, san Brandan comenzà cazé' in pensier et eser molto gramo in cuor so.

- Fras. Darsi pensiero.

[30] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 44.24, pag. 156: di ciò m'inamorai, / ch'u[n] spiro inver' me fero / al cor mi die' pensero, / sì ch'ogne membro presemi e la mente, / e fecemi credente / che nonn è più ch'amare.

[31] Lett. pist., 1320-22, 13, pag. 55.7: Delle altre cose di qua noe ti dare neuno pensieri, ché si farà bene quello che fie da fare, se piace a Dio.

[32] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 528, pag. 120: Ponime lo dì et l'ora, et non te dare pensero.

[33] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 16, pag. 64.20: Avemo compassione a voi, temendo che voi non vi diate più pensiero che non fa bisogno.

- Fras. Essere in pensiero.

[34] Memoriali bologn., 1279-1300, (1289) 36.2, pag. 68: Fort'è la stranïanza / laond'eo sono in gran penseri.

[35] a Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.), 1, pag. 87.24: q(ua)ndo tu serai in Ieruzalem al'entrata dela porta, troverai A(n)na tua mogle dina(n)ti a tei, la q(ua)le si fa grande meravigla p(er)ché tu sè ta(n)to stato et è in grande pensieri di trovarti.

[36] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 366, pag. 385.23: Egli veghiò tutta quella nocte e molto fu suo cuore in gran battaglia e in gran pensiero.

[37] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 22, pag. 48.17: La cagione di questo male si è, che noi siam voti d'ogni bene, e siamo in pensieri, e in angoscia della nostra vita, la quale noi non abbiamo ben usata.

- Fras. Stare, starsi in pensiero.

[38] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.54, pag. 594: arbor qual fai dano sença fruto; / qi per poc me fai star en pensero.

[39] Ruggieri d'Amici (ed. Vitale), XIII pm. (tosc.), 2, pag. 184: Lo mio core, che si stava / in gram pensero finenora / per voi, dolze donna mia, / e giorno e notte penava, / faciendo sì gran dimora, / che disiando peria.

[40] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 11, pag. 506.20: Tutta la notte stette in grande pensiero, e disse: - Lassa, io perdo el mio tempo altresì come fece el mio padre, che tutta la sua giovanezza mise in digiunare e in vegghiare.

[41] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 1403, pag. 86: Ma molto ston in gram pensier / De Teofista mia muier...

[42] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 9, pag. 98.8: Ora dice lo conto che Coragino e sua dama aveno grande gelosia de Vivante e stavano de luie en pensiere.

[43] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 10, cap. 59, vol. 2, pag. 528.25: stando in forte pensieri, mandò per lo vecchio messer Malatesta da Rimino...

- Fras. Mettere in pensiero: indurre in qno uno stato di agitazione, tristezza, o inquietudine, angosciare, affliggere, preoccupare.

[44] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 17.62, pag. 226: in pensiero m'ài / miso e 'n cordoglio - per ti.

[45] Mastro Francesco, XIII sm. (fior.), son. 5.2, pag. 201: Dolze mia donna, 'l vostro partimento / m'ha tolto gioco ed in pensier m'ha miso.

[46] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 7, 16-24, pag. 228.30: questo è lo dubbio ch'à messo in pensieri te Dante: imperò che non pare che possa essere iustizia dall'una parte e dall'altra.

- Locuz. avv. Senza pensiero: con decisione e sicurezza, senza esitazione.

[47] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 46, pag. 848: Miser Alberto de Caçanimigo, / quando fo a raxone, sença pensiero / ave ordenato la tela del batistiero / de vegnire zoxo.

5.3 Oggetto di preoccupazione e di sollecitudine, problema o situazione che suscita affaticamento e inquietudine; dubbio.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2542, pag. 263: Così tutto pensoso / un giorno di nascoso / entrai in Mompuslieri, / e con questi pensieri / me n'andai a li frati, / e tutti mie' peccati / contai di motto in motto.

[2] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 168.1: Eu, solicito en tanti penseri et en tanti periguli, eu fi' demenadho en tanti modhi q'eu no lo sai pensar con la mente...

[3] Albertano volg., 1275 (fior.), L. III, cap. 36, pag. 203.13: Li pensieri dell'uomo affaccendato (e) bo(n)tadoso sempre sono in abo(n)da(n)ça, ma ongne pigro se(m)pre è in povertade.

[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 7: Et Cato disse: mecte ale stagione tra li tuoi pensieri allegressa, acciò che possi patire ongna fatica.

[5] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 225, pag. 570: Le porchiache se mangiano co anite salvaggi, / l'arte nostra comandalo, è buono che l'assaggi; / dicote de basilico, nullo pinsieri d'aggi.

[6] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 34, pag. 101.12: Et eo dico perçò ke multo me lassati cargato de penseri, açò k'eo dibia esser solicito et atento de far quello perk'eo possa aquistare al fine del meo regimento quello grande precio de honore ke voi ne portati.

[7] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 24.149, pag. 89: Stanco lo iorno, gìamene a letto, / pensava l'affetto - nel letto pusare: / ecco i pensieri, là ov'era retto, / aveanme costretto - a non dormetare.

[8] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 11, pag. 507.16: sarò in questo pensiero e in questa pena e in questa morte tanto quanto il potere di Dio durarà.

[9] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), IV, 1.3, pag. 369: chi dà tutta soa i(n)tenza ad far lu altrui siu, / penseri con angustie iamay meno no li veu.

[10] Giudizio universale, XIV in. (ver.), 281, pag. 64: Mo igi no porà ça far nè dir unca altro / so no veer lo mal so en ogna parto, / e ben serà fora d' ogna penser trati, / ke pur mester g' avrà muar li passi.

[11] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 26, pag. 31.14: così dredo multi pensieri e fadige, specialmente dell' anemo, è utel chosa, dise Aristotele, recre[a]r l' anemo cum algun çogo.

[12] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 10.4499, pag. 388: Qui di pensieri ti vo' fare scarco, / Che non ti gravin più sopra la schina.

[13] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 14.16: Poi che lo romore fue racchetato per l'autorità di colui che reggea, Giove con queste parole anche ruppe il tacere: lasciate questo pensieri, che quegli ne sostiene pene.

[14] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 1, pag. 11.10: Et benkì Eneas dichissi cum la bucca zo, tamen multu in so cori era agravatu di smisurati pinseri, et per la chera mustrava haviri grandissima spiranza, ristringendu fortimenti in lu so cori lu infinitu duluri ki in sì purtava.

[15] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 59.30: chusì dal verbo de De' a chi hi çevan adré gh'era dachio prevenda donde hi vivivan sençça alcun penser e sençça lor faìa.

[16] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), Prologo, pag. 141.15: nui vezemo gli grassi e sanguinei, per la magior parte, sì è gratiosi d'onore e de biene, [...] gli mellanconici de multi pensieri e li fleumatici de grande vanitate per pegreza.

[17] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 16.8, pag. 27: Similemente i ladri vanno attenti / ciascun per sè a la casa non desta, / quivi si fige et di furar s' appresta / sempre dubioso et co' pensier mordenti.

[18] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 86, pag. 108.27: quista non est vita, anti est languri ki tuctu iornu vivi in curi et in penseri et in angustii et non est nenti vita di homu, ma vita di bestia.

[19] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 93, pag. 99.33: Uno altro autore dito Co(n)stantino dixe che chi magna fava, incore in paure e in pensieri.

- Fras. Stare in pensiero: essere combattuti tra più possibilità, tentennare, dubitare.

[20] Esopo tosc., p. 1388, cap. 18, pag. 118.11: Il perché el lione pel brulicamento che sentì all'orechie si destò, e postosi la branca all'orecchie prese il topo; e vedendosi sì ingiurato stava in grande pensiero d'ucciderlo o di lasciarlo andare.

[21] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), Proemio, pag. 1.4: Impaurito della altezza della materia e della sottigliezza della forma dell'ultima cantica de la comedia del poeta vulgare Dante Allighieri fiorentino, io Francesco da Buti, alcuno tempo stetti in pensieri di perdonare alla fatica, considerata la debiltà del mio povero ingegno.

5.3.1 Preoccupazione.

[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 8, pag. 108.34: Tu say bene che nuy avimo habundantia de grande richeze et avimo gran potere de gente, et in quisto pinsiere che ne èy soprevenuto per questa nostra venyanza nuy avimo multi amici e parienti, concessa de cosa che a cquesta parte per nuy se mostrerrà la forza e lo imperio de tutta la Grecia.

5.4 Turbamento.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 95.237, pag. 448: Quando la femena lo vi / de gran penser caì zu, / pensando: questo è Bazabú.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 24, pag. 54.20: Ma i' ti ricordo, che tu non sottometti l'animo tuo in questa sollecitudine, e pensiero, e paura, perch'egli ne 'ndebolirebbe, e verrebbe meno di vigore.

6 Meraviglia, stupore.

[1] a Vang. venez., XIV pm., Luc., cap. 5, pag. 216.2: E tuti se meraveiavano, [...]. Et elli fono pleni de grant pensiero digando: «Nui avemo veçudo anchuoi meravegle».

[u.r. 04.07.2022; doc. parzialm. aggiorn.]