PENSATA s.f.

0.1 pensata, penzata.

0.2 V. pensare 1.

0.3 Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.); Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Poes. an. pis., XIV in.

In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

0.6 N Voce redatta per il progetto «L'affettività lirica romanza» (Prin 2008, LirIO).

0.7 1 Lo stesso che pensiero. 1.1 Insieme di pensieri volti al raggiungimento di uno scopo, progetto, proposito.

0.8 Marco Paciucci 09.11.2012.

1 Lo stesso che pensiero.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 140.8,: Colui cu' vo' m'avete acomandato, / I' metterò in servirlo mia pensata.

[2] Poes. an. pis., XIV in. (?) (2), 78,: Ma se no fusse l'amor ch'i' ti porto, / tu no faresti magior[e] pensata.

[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 755, pag. 173: Donne io prego Christo et la Vergene beata, / Se io al mio signore non so liale stata / Et che della soa morte facesse mai penzata, / Che io sia arsa in foco et l'anima sia dannata!

1.1 Insieme di pensieri volti al raggiungimento di uno scopo, progetto, proposito.

[1] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 53.38: Ben ci è fallita la pensata nostra, da che perduto il nostro capo, non è ogimai a dire del nostro fatto più, nè d' andarne più innanzi.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 58.12: e discendea, membiando la pensata / ch'io avea fatta di gire a tal porto, / che venia in fallo e rimanea in tormento.