MATTÌA s.f.

0.1 mactìa, mattia, mattìa.

0.2 Da matto.

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Stat. fior., a. 1284; Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Mancanza (permanente o temporanea) di raziocinio; azione o comportamento che è o appare irragionevole, contrario al buon senso.

0.8 Elisa Guadagnini 18.06.2013.

1 Mancanza (permanente o temporanea) di raziocinio; azione o comportamento che è o appare irragionevole, contrario al buon senso.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 30, pag. 360.11: quand' elli [[scil. il dolore]] invecchia altre lo schernisce; e nonn è contra ragione, però che o egli è fatto per infignimento, o egli è fatto per mattia.

[2] Stat. fior., a. 1284, II, par. 3, pag. 46.10: Et chi venisse in tanta mattia, che battesse alcuno di questa Compagnia irato animo, siano tenuti i capitani, col consiglio e col frate, di cacciarlo dela Compagnia.

[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 2: [39] et Senaca dice: [da]le sosse paraule v'astenete, p(er)ché la loro lice(n)tia notrica mactìa.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 20.95, vol. 1, pag. 340: Già fuor le genti sue dentro più spesse, / prima che la mattia da Casalodi / da Pinamonte inganno ricevesse.

[5] Stat. pis., 1330 (2), cap. 170, pag. 637.25: Con quanta audacia e con quanta mattìa quelli che ignobili u vero populari in della nostra cità s' appellano, dai nobili et più potenti sono gravati...

[6] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 5, cap. 12, vol. 1, pag. 622.24: Il nuovo castellano [[...]] non v'era voluto andare, ma per mattia v'avea mandato il figliuolo...

[7] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 6, 46.3, pag. 83: E quando quel villan, di mattia reda, / bene ebbe udito ciò che detto t'hoe, / piacqueli [[...]] Ode quanta ebbe questi di pazzia!

[u.r. 08.10.2014]