FORTUNA s.f.

0.1 forte-fortuna, fortun', fortuna, fortune, fortuni, furtona, furtuna.

0.2 Lat. fortuna (DELI 2 s.v. fortuna).

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 7.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Doc. aret., XIV pm.; Stat. sen., 1356 (2); a Stat. lucch., 1376.

In testi sett.: Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.); Elucidario, XIV in. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Rime Mem. bologn., 1301-24, [1314]; Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.); a Lett. rag., 1327; Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.); Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.); a Lett. zar. 1397.

In testi mediani e merid.: Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.); Stat. perug., 1342; Doc. ancon., 1345; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Per forte-fortuna > forte 4; fortuna acerba > acerbo.

Locuz. e fras. a caso e a fortuna 1.5; a fortuna 1.3; andare alla fortuna 1.8; a rischio e fortuna 6.3; a sorte e a fortuna 1.5; beni della fortuna 5; beni di fortuna 5; casi della fortuna 1; caso della fortuna 1; caso di fortuna 1; cose di fortuna 5; essere in fortuna 6.2; fortuna d'arme 2; fortuna di mare 7; fortuna di tempo 7; fortuna di vento 7; fortune di vento 7; fortuna di venti e di tuoni 7; fortuna femina 1; fortuna maggiore 1.2.2; fortuna primigenia 1; fortuna pubblica 2.1; isole di fortuna 8; lasciare alla fortuna 1.6; mettersi a fortuna 6.4; mettersi alla fortuna 1, 6.4; per fortuna 1.3; provare la fortuna 1.7; provare l'ultima fortuna 1.7.1; rimanere in fortuna 6.2; ruota di fortuna 1; tentare la fortuna 1.8; tentare l'ultima fortuna 1.7.1; vivere al corso di fortuna 1.4.

0.6 N Da una diversa (e scorretta) lettura di Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 5.6, pag. 117: «ch'eo son disceso e non son giunto a porto; / in gran bonaccia greve fortun'agio», Crusca (4) e le precedenti impressioni presentano un'entrata fortunaggio.

0.7 1 Entità dotata di volontà e potere autonomi e non conoscibili che determina il corso degli eventi e delle vicende umane; il corso degli eventi riguardante qno o qsa, in quanto determinato da tale entità. Anche come personificazione. 1.1 [Nella Commedia dantesca:] spirito angelico incaricato da Dio di distribuire tra gli uomini i beni terreni. 1.2 Influsso o disposizione dei corpi celesti che determina la sorte degli uomini. 1.3 Locuz. avv. A, per fortuna: senza una ragione precisa (di qsa che accade); per caso. 1.4 Fras. Vivere al corso di fortuna: senza avere un obiettivo da perseguire, a caso. 1.5 Fras. A caso, sorte e a fortuna: per mezzo del sorteggio. 1.6 Fras. Lasciare alla fortuna: abbandonare al proprio destino. 1.7 Fras. Provare, tentare la fortuna: affrontare un rischio nel tentativo di conseguire un det. risultato. 1.8 Fras. Andare alla fortuna: affrontare un'impresa di cui non si può determinare l'esito. 1.9 [Prov.]. 2 Ciò che succede o può succedere, avvenimento; condizione, situazione. 2.1 [Con particolare rif. alle vicende politiche, alla situazione sociale, economica di una città o una nazione]. 2.2 Vicenda singolare o fortunosa; impresa, avventura. 3 Condizione (sociale, economica) in cui vive una persona; stato sociale. 4 Buona sorte; evento, circostanza, situazione favorevole. 4.1 [Con rif. alla conformazione di un luogo]. 5 Disponibilità di beni materiali; denaro, ricchezze. 6 Cattiva sorte; evento negativo, sventura. 6.1 Rischio, pericolo. 6.2 Essere, rimanere in fortuna: trovarsi in grave difficoltà; essere in una condizione di pericolo o incertezza. 6.3 A rischio e fortuna: a proprio rischio e pericolo, senza garanzia di risarcimento in caso di insuccesso. 6.4 Fras. Mettersi a, alla fortuna: mettersi a rischio; esporsi a un pericolo. 7 Forte perturbazione atmosferica; tempesta, burrasca. 7.1 Fig. 8 Isole di Fortuna: le Canarie.

0.8 Maria Fortunato 18.06.2013.

1 Entità dotata di volontà e potere autonomi e non conoscibili che determina il corso degli eventi e delle vicende umane; il corso degli eventi riguardante qno o qsa, in quanto determinato da tale entità. Anche come personificazione.

[1] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 2.41, pag. 124: Amor m'ha impelagato, / furtuna m'è curuc[c]iata, / da poi che 'n questi tormenti mi misi.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 5, cap. 7, pag. 160.28: Partitevi, e me lassate andare, e me abbandonate a mia fortuna.

[3] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), II, 23.3, pag. 296: Si vedi li rei homini li boni sup(er)care / et grande statu aver(e) no te nde co(r)rozar(e); / fortuna li rey homini fa i(n)n altu susu mo(n)tar(e) / p(er)ché plu da alto i(n) basso li poza scervicar(e).

[4] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 16, pag. 144.17: La fortuna del mondo, quando ela mostra de bela faza a li malvaxii uno tempo e ge dà a loro ... plen de li soy ben, li quay tu ày digio, illora in someianti a li pissi li quay se alegrano quando illi mordeno lo amizolo [e] con questa alegretza ili fin tragi fora de l'aqua e fin morti.

[5] Rime Mem. bologn., 1301-24, [1314] 67.9, pag. 96: Donqua de la fortuna no me doglo / se me se pon contra e me rechede, / po' me demostra la una e l'altra fede, / qual m'è amico de mala merçede / e qua' non se recrede per corduglo: / decerne hon per furtuna gran da luglo.

[6] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 1, pag. 172.4: L. 1.628: La fortuna altresì, poi che m'ebbe gittata per molte fatiche, volle ch'io mi fermasse in questa terra...

[7] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 13.98, vol. 1, pag. 218: Cade in la selva, e non l'è parte scelta; / ma là dove fortuna la balestra, / quivi germoglia come gran di spelta.

[8] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 115.22: Quelo piançando forte se lamenta de so fortuna la qual i aveva fato abandonar vita inanti tenpo e lamentase del forte cuor...

[9] Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.), pag. 390, col. 3.19: Se Deo ce conducerà victoria, per certo farrò mendecta de la forza che qua z'è facta; et s'è nostra fortuna che quy ze convenga morire, tucti in caritate ne andamo, ma non senza grande compangia de' nimici nostrj questo sia.

[10] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 58.26: L'altre cose io accomando alla fortuna; la quale io disidero che t' aiuti, e che ti consigli meglio che non t' hai consigliato tu.

[11] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 16, pag. 375.4: così fa la fortuna della città di Firenze, che ora le dàe grande prosperità e cose mondane, ora gliele toglie, e sempre è in questa mutazione.

[12] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 5, pag. 181.14: Oh Cartagine ignorante della sua fortuna!

[13] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 154.4, pag. 109: De tuti gy dinari ch'è nel mondo, / castella, terre, arnese e cavagli, / tu vòy ch'eo stïa su l'infimo fondo, / cecha Fortuna, sì forte mi asagli...

[14] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 15, pag. 83.8: Ma il misero Lelio, il quale dell' ultimo giorno, a lui ruinosamente apparecchiato dalla fortuna, e a' suoi compagni simigliantemente, non s' accorgeva, anzi con solleciti passi si studiava di pervenire a' dolenti fati...

[15] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 415, pag. 29: Oimè fortuna dolente e traversa, / dis'io alora, dove son io zonta, / che ogni dolor sopra mi se roversa.

[16] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 46.1, pag. 591: Poi che fortuna m' è contraria tanto, / quanto vedete aperto, Amor mio caro, / convèn ch' io mora nel martiro amaro, / ch' essa m' ha apparecchiato en ciascun canto...

[17] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 11, pag. 51.1: Li Normandi, videndu lu Duca, per lu grandi gauyu incominczaru a plangiri, et lu Duca et lu Conti, videndusi, abraczarusi insembuli et, per grandi amuri, plangeru, kì la fortuna aversa era rivoltata in prospera.

[18] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 28, pag. 8: Ancor porrìa essere fortuna overo destino / Che così dovesse andare per nui, né più né mino, / O per li gran peccati fatti nel terrino, / O lo addusse influentia da lo alto Dio divino!

[19] Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.), 90, pag. 574: Ben pôy sperar alquanto / In un rimaso ch' è de la sua prole, / Che traràti de pianto, / Se fortuna non obvia, como sôle.

- Casi, caso di, della fortuna.

[20] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 74, pag. 184.18: E' ci conviene essere armati contr' a' casi della fortuna, ma contr' a lei non può durare neuna forza.

[21] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 3, cap. 21, pag. 436.14: e però l'uomo valoroso rade volte periscie, mettendosi con maturo senno e provedimento a' casi della fortuna.

[22] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 103.7: E soggiugne, che bene che Jacopo (secondo al primogenito) e Federigo fossero erede del detto Piero, quanto alla successione del regno d'Araona e di Sicilia, elli non furono suoi eredi del regno della bontade, e del valore, e della cortesia; il quale è il migliore ereditaggio, e quello che non si toglie allo uomo per alcuno caso di fortuna.

[23] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 12, pag. 581.10: Adunque quello che l' arte adombrare non poteo, il caso de la fortuna seguìo.

[24] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 52, pag. 98.4: «O giovane di grande animo, quanto tu di più feroce valentía passi gli altri uomini, tanto mi pare ch' io sia tenuto di darti più diritto consiglio, e di sponerti tutti li casi della fortuna, che mi fanno temere.

[25] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 76, vol. 1, pag. 585.30: E avendo nel processo del tempo il detto imperadore trovato il Comune di Firenze in molta fede e dirittura delle sue promesse, nonistante che ' Pisani, e ' Sanesi e li altri Toscani l'avessono tradito e messo in grave caso di fortuna...

- [Personificata, rappresentata con la ruota]; Ruota di Fortuna.

[26] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 9.2, pag. 95: Ancor di dire non fino, perché / la rota di Fortuna m'à congiunto / non mai esser digiunto / dal basso stato e perilglioso punto...

[27] Meo Abbracc., Rime (ed. Contini), XIII sm. (pist.>pis.), 3, 2.11, pag. 345: non muta / la rota di Fortuna mio tormento.

[28] Fiore, XIII u.q. (fior.), 38.12, pag. 78: Se Fortuna m'à tolto or mia ventura, / Ella torna la rota tuttavia, / E quell'è quel che molto m'asicura».

[29] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 7, pag. 496.10: Lasso, a cui Fortuna fae oltraggio! ché m'ha messo sotto la rota, che soleva andare al di sopra.

[30] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 14, pag. 262.27: Pensa che la fortuna non terrà sempre ferma la rota...

[31] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 4.1, pag. 152: Dime, Fortuna, tu che regi el mondo / volgendo pur la rota al tuo volere, / onde ti vien tal voglia o tal podere / che tu fai triste l'un, l'altro giocondo?

[32] Poes. an. perug., c. 1350, 367, pag. 25: Mirate la fortuna quanto è abile / chi lei consegue co· sua rota volglie...

[33] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 11, pag. 46.22: «Nun vi allegrati, nun vi livati in altu, chì la mia rota di la fortuna in lu presenti si ha giratu et haiu adversitati...

[34] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [AndFir] Exc. 1.10, pag. 307: La rota di Fortuna mette al fondo / chi è degno nel mondo / di fama...

[35] Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.), 33.1, pag. 23: Quando ti rota prospera fortuna / od inprovisa sanza tuo sudore, / driza la mente e chon sensato core / l'apesa e guarda quant'è bianca o bruna...

- [In raffigurazioni o con rif. al luogo di culto consacrato alla divinità].

[36] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 61, pag. 586.36: Regio undecima: piscina publica, et avea la altare radicaria, et avea la via la quale se dicea nova, et avea la Fortuna gratiosa, la quale era de Yside Apenodaria...

[37] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 2, vol. 1, pag. 18.25: fici livari calamiti di marmuru da lu templu di la dea Juno qui era a Locri in Calavria et pourtauli a Roma per cupriri lu templu de la Fortuna...

[38] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 8, pag. 95.9: Ancora la statua della Fortuna, la cui forma è di femina, ch' è in Via Latina al quarto migliajo...

[39] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 82, pag. 167.7: Feceno eziandio li antichi li templi alle virtuti, sì come alla Concordia alla Pace alla Fortuna.

- Fortuna Femina.

[40] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 40, vol. 1, pag. 185.21: Elli fecero fare un tempio, e dedicârlo a Fortuna Femina, in rimembranza delle femine che la città aveano guarentita e salvata.

- Fortuna Primigenia.

[41] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 9, cap. 36, pag. 440.7: Il consolo nel principio della battaglia votò un tempio alla Fortuna Primigenia: e fu potente di quello voto.

1.1 [Nella Commedia dantesca:] spirito angelico incaricato da Dio di distribuire tra gli uomini i beni terreni.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 7.62, vol. 1, pag. 116: Or puoi, figliuol, veder la corta buffa / d'i ben che son commessi a la fortuna, / per che l'umana gente si rabuffa...

[2] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 7, pag. 114.9: sí come [dal]la divina mente prende ministra e guida nella sua qualità ciascun cielo, sí come da Angeli e d'Arcangeli e da Principati e dagli altri seguenti, cosí alle qualitadi inferiori da lei simigliantemente son date, tra le quali quella d'i beni temporali fortuna si chiama, la qual dà e toglie il suo reggimento a cui le piace...

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 7, 52-66, pag. 213, col. 2.8: i ditti bieni sono subditti a la fortuna, la quale li dispensa commo a lei è ordinado da colui «lo cui saver tuto» ecc., zoè Deo.

[4] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 7, pag. 39.3: Dio padre [[...]] ordinò alchuno ufficiale, el quale trasmutasse e beni temporali d' una persona in un' altra; e questo ufficiale è uno angelo, el quale si chiama Fortuna...

[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 30, 13-21, pag. 764.16: Dice adunque così lo testo: E quando la Fortuna; cioè la ministra di Dio, della quale fu detto di sopra cap. VII...

1.2 Influsso o disposizione dei corpi celesti che determina la sorte degli uomini.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 1.731, pag. 172: Fortuna non è altro che disposto / Del cielo che dispon cosa animata / Qual, disponendo, si trova all'opposto.

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 125.19: della influenzia delle stelle, che noi comunemente chiamiamo fortuna, non si infonde necessità di bene e di male, ma veramente disposizione, qualitade, e abito a bene e a male...

1.2.1 Posizione favorevole degli astri.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 18.3321, pag. 322: Se d'erbe qui non tratto né di piante, / Io prego che chi legge non si sdegne / Ché a medico le lasso che ne cante, / E levi la virtù intellettiva / Veggendo che peonia vien da Luna / E da Saturno vien la sempreviva, / E dodici erbe da cotanti signi. / Ciascuna, quando regna la Fortuna, / Rimuove e stringe tutti umor maligni.

1.2.2 Fortuna Maggiore: figura della geomanzia, costituita da sei punti disposti in modo tale da formare un quadrilatero munito di coda.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 19.4, vol. 2, pag. 313: quando i geomanti lor Maggior Fortuna / veggiono in orïente, innanzi a l'alba, / surger per via che poco le sta bruna...

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 339.29: E dicono, che questa Fortuna maiore è figurata dal Sole, ed è nella fine d'Aquario, e principio di Pisces.

1.2.3 [Con rif. alla luna].

[1] Chiose Sfera, p. 1314 (fior., pis.), App. 4, pag. 156.1: La luna si è noturna feminea fortuna, è però fredda e umida e più bassa dell'altre stelle e più prossimana alla terra...

1.3 Locuz. avv. A, per fortuna: senza una ragione precisa (di qsa che accade); per caso.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 14, pag. 256.11: La quarta cosa, donde l'uomo non si die consigliare si è delle cose ch'avvengono per ventura o per fortuna, siccome di trovare un tesoro, o di simigliante cose ch'avvengono fuore del pensiero delli uomini e fuori della intenzione.

[2] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 21, pag. 149.2: Brunor, aportando per fortuna al porto de' castello de Plor, e, come era quella malvagia usanza, combatette ed ucise el signor de l' Isola...

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 1, pag. 169.19: E in cotale guisa le navi, che a fortuna erano aparecchiate, si caricaron d'oro, e le ricchezze dell' avaro Pigmalione si portano per mare... || Cfr. Aen. I, 362: «navis, que forte paratae, corripiunt onerantque auro».

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 76, pag. 192.4: Non aspettar più, perocché neun uomo diventa savio per fortuna.

[5] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 3, pag. 489.25: Allora Bruto, nè più nè meno che per fortuna caduto, per maestria si gittò in terra e baciò la terra, stimando ch' ella era comune madre di tutti.

1.4 Fras. Vivere al corso di fortuna: senza avere un obiettivo da perseguire, a caso.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 41, vol. 3, pag. 394.18: ed ècci la libertà del libero arbitrio dell'uomo, quando il voglia operare, la qual cosa è in pochi per lo difetto del vizio lascibile e lla poca costanza delle virtù, onde per li più si vive al corso di fortuna.

1.5 Fras. A caso, sorte e a fortuna: per mezzo del sorteggio.

[1] Stat. fior., 1355 (Lancia, Stat. podestà ), L. 1, cap. 1, pag. 355.29: et quelle cedole fare mettere in alcuno saccocciolo, borsa o borsotto o altro luogo et, nella presenza del'oficio de' gonfalonieri delle compagnie del popolo et del'oficio de' dodici buoni huomini, o della magiore parte di ciascuno di quelli collegii, a sorte et a fortuna fare trarre per l'uno de' frati religiosi della camera del'arme del palagio del popolo di Firenze una delle dette cedole della borsa predetta...

[2] Stat. sen., 1356 (2), Rubricario, pag. 7.10: e ine eleggano nove huomini de la detta arte, cioè tre per ciascheuno terzo, di Città, e poi quelli di Sancto Martino e poi quelli di Camollia, si pongano tre brevi, de' quali ne stia l' uno scripto alfa ed o, e' quali sieno pressi [sic] a caso e fortuna...

[3] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 446, pag. 159.9: ed al tempo della tratta, ragunato il consiglio del popolo, venisse la cassa accompagnata dalla famiglia de' Priori nel palagio, ed ivi a sorte ed a fortuna si traessero delle borse...

1.6 Fras. Lasciare alla fortuna: abbandonare al proprio destino.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 61.18: Così ee portato come la nave costretta dal rapido Borea, abbandonata dal suo maestro, e lasciata alli diei e alla fortuna.

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, pag. 114.16: lli cavalieri che mormoravano contro a Cesere, diceano: andiamne, e lasciamo Cesere alla fortuna, il quale dice ch'ella conduce il principe, e il principe l'oste...

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 2, pag. 150.17: E Quinto Fulvio Flacco censore rimosse dal senato suo fratello Fulvio però ch' elli fue ardito di lasciare alla fortuna la coorte della legione...

1.7 Fras. Provare, tentare la fortuna: affrontare un rischio nel tentativo di conseguire un det. risultato.

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 144.37: Catellina [[...]] ordinòe di tentare la fortuna della battaglia...

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 11, cap. 7, vol. 2, pag. 598.8: Non contenti i Fiorentini co' Pisani alla guerra di terra co· lor, vollono tentare la fortuna del mare...

[3] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 6, cap. 12, pag. 113.9: Così a Canne, così a Trasimeno fu la cosa bene adoperata, insieme andando e conferendo il campo col nemico, e la fortunatentando.

[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (i), par. 93, pag. 302.35: si recarono a volere provare la fortuna del mare...

1.7.1 Fras. Provare, tentare l'ultima fortuna.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 29.20: Eciandeu Gn. Pompeyu Jupiter omnipotenti asay lu avia amunistatu que issu non vulissi spruvari la ultima sua fortuna con Cesari.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 101, vol. 1, pag. 454.12: E sopravegnendo messer Frignano, il trovò entrato nella città colla maggiore parte della gente, e avisatolo, che bene il conoscea, nella piazza dentro dalla porta, si dirizzò verso lui colla lancia per fedirlo di posta, e tentare l'ultima fortuna...

1.8 Fras. Andare alla fortuna: affrontare un'impresa di cui non si può determinare l'esito.

[1] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 214, pag. 724.16: Per la qual cosa, cadute le sorte sopra Teseo, figliuolo del duca d' Atene, d' andare alla fortuna di questo animale ne· Laberinto...

1.9 [Prov.].

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 94, pag. 287.31: La fortuna ajuta gli arditi: il pigro contrasta a se medesimo.

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 101, pag. 489.3: Filocolo, così incalciato, e più ognora dubitando, per avventura si ricordò d' un verso già da lui letto in Ovidio, ove i paurosi dispregia dicendo: «La fortuna aiuta gli audaci, e i timidi caccia via»...

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 3, vol. 1, pag. 409.4: uno proverbio, overo sentenzia di filosofo, che dice: «Buono studio rompe rea fortuna».

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 34, vol. 1, pag. 524.8: e però si verifica qui l'antico proverbio contrario alla vile prigrizia, che dice: «il buono studio vince ria fortuna».

2 Ciò che succede o può succedere, avvenimento; condizione, situazione.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 9: et p(er) la p(er)versa fortuna dela gue(r)ra si p(er)deno sì queste cose che p(er) scambio di loro viene ongna male...

[2] Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.), pag. 176.22: se noi con onesta e con pietosa menzogna volessimo aiutare uno misero e uno disaventurato cittadino, non si converrebbe ad omo mortale, in tanto pericolo e in tanto affanno d' uno cittadino, contrastare né argomentare contra la nostra bugia. E se si pur convenisse ad alcuno, certo non a colui che fosse suto in quella medesima causa e fortuna.

[3] Palamedés pis., c. 1300, pt. 1, cap. 4, pag. 7.12: Così vanno le fortune di questo mondo, che là ou Fortuna vuole bene, mistieri est che bene vi vegna, e là u' Fortuna vuole male, bisogno est che male vi sia.

[4] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2, cap. 29, pag. 178.6: Ebbono i Bianchi una altra ria fortuna, per sinplicità d' uno cittadino rubello di Firenze, chiamato Gherardino Diedati...

[5] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 9, pag. 15.17: Se perde una mano, o un occhio, o ambedue per malattia, o per altra fortuna, e' si terrà contento del rimanente...

[6] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 79.21: Ma la fortuna era in dubiu di la baptagla...

[7] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 6, pag. 381.4: Nato costui de li Elii pretori, conciofossecosa che uno picchio si ponesse in sulla sua testa, et uno pigliatore d' augurii gli affermasse, che s' elli conservasse quello uccello, che alla sua casa sarebbe felicissima fortuna et alla republica miserissima...

[8] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 20, par. 5, vol. 1, pag. 89.12: diece borghiere e doie cavalgle, ei quagle stiano e stare deggano a l'evento, fortuna e risco del comuno de Peroscia...

[9] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 27.22, pag. 70: Il terzo ramo suo è concreato / In chi non può avversità alcuna / D' animo sostenere in nïun lato. / E questa così misera fortuna / Si chiama fievolezza propiamente; / Che molta cattivanza in sè raguna.

[10] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 170.6, pag. 226: Fanno poi gli occhi suoi mio penser vano / perch'ogni mia fortuna, ogni mia sorte, / mio ben, mio male, et mia vita, et mia morte, / quei che solo il pò far, l'à posto in mano.

- Fortuna d'arme.

[11] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 9, pag. 286.23: Perciò che l'ottimo dell' armi Enea partendosi aveva comandato così; se mentre che egli non vi fusse occorresse alcuna fortuna d'arme, non ardissero nè schiere ordinare, nè di mettersi in campo a combattere...

2.1 [Con particolare rif. alle vicende politiche, alla situazione sociale, economica di una città o una nazione].

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 325.29: Lo quale Maiento, poco po Constantino, commatteo allato de Ursia, ne le quale vactalge tucte le forçe de li romani fuoro consumate e tucta la fortuna de lo imperio abassata, la quale non fo sì ancora.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 71, vol. 2, pag. 135.12: Convienne ancora lasciare alquanto a raccontare dell'altre novitadi che in questi tempi furono in più parti, perché ancora ne cresce materia dell'averse fortune della nostra città di Firenze.

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 22, vol. 2, pag. 42.6: Avendo racontate l'oltramontane fortune, le italiane co· sollicitudine adomandano il debito alla nostra penna.

- Fortuna pubblica.

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 357.4: Per fortuna publica figura [che] il suo accusatore in nome di pregante convertito quello ajuto così pieno di pianto ginocchione pregasse, ampoi parrebbe elli crudelemente scacciato via...

2.2 Vicenda singolare o fortunosa; impresa, avventura.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 14, vol. 3, pag. 164.20: O piacevolissimo sopra a tutti e compagni, manifesta tu ora a me le tue fortune, e del duca, e della turba la quale entrò teco nel mare.

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 7, pag. 139.11: Se altro a dir ci resta, Antigono, che molte volte da me ha questa mia fortuna udita, il racconti.

3 Condizione (sociale, economica) in cui vive una persona; stato sociale.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 8.139, vol. 3, pag. 135: Sempre natura, se fortuna trova / discorde a sé, com' ogne altra semente / fuor di sua regïon, fa mala prova.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 7, pag. 391.12: Il quale [[...]] poi che vide il suo figliuolo nello corno dello scrivano tenere luogo più basso che la sua fortuna, non sostenne vederlo di sotto a sè sedere, ma incontanente discese della sedia...

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 238.9, pag. 301: L'altre maggior' di tempo o di fortuna / trarsi in disparte comandò con mano, / et caramente accolse a sé quell'una.

4 Buona sorte; evento, circostanza, situazione favorevole.

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1326, pag. 70: Per tre mainere de' guaagnar, / Mai molti li à revelar: / Per li miraculi serà la una, / L'autra serà per grand fortuna, / La terça serà per aver...

[2] Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.), pag. 176.8: Se in cotanta tua vittoria e in cotanta tua fortuna non avessi cotanta pietade, quanta tu hai per te medesimo e per la tua buona natura, in acerbissimo pianto e lutto sarebbe tornata la tua vittoria.

[3] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 69.14, pag. 187: chi altra manèra prende o tène, / se non si cangia di su' oppinïone, / sarà fortuna se ben li n'avvène.

[4] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 27, 139-148, pag. 615, col. 2.26: Che la fortuna, çoè lo vivere alegro che se aspetta cotanto, quando serà a so tempo 'volgerà' sí lo stile del mundo che sí come mo roman in vitii, cussí so viaço serà in perfecto e vertuoso fine... || Interpreta Par. XXVII, 145: «la fortuna che tanto s'aspetta, / le poppe volgerà u' son le prore», cit. in 7.1.

[5] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, 3.22, pag. 54: Se dunque 'l mondo ha sì poca fermezza / Nella sua forma, se 'n tante maniere / Si varia, non servando in sè certezza, / Credi alle fortune, o uom, leggiere, / Che discorrenti son?

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 82, vol. 2, pag. 287.26: Nell'anno MCCCXVII, del mese d'aprile, pace fu fatta dal re Ruberto a' Pisani e Lucchesi, [[...]]; e con tutto che per gli Guelfi malvolentieri si facesse per la sconfitta ricevuta da lloro, e dando biasimo al re Ruberto di viltà, sì 'l fece per gran senno e provedenza, e per pigliare lena e forza per sé e per gli Fiorentini, e non urtare co' nimici a la fortuna de la loro vittoria...

[7] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 13, pag. 25.11: io sono della gente de' Greci, che sono stati ad oste a questa terra, e sono per la mia fortuna Sinone, parente di Palamede...

- Esito positivo, successo (di un'operazione); il guadagno o vantaggio che ne deriva.

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 26.36, vol. 2, pag. 444: così per entro loro schiera bruna / s' ammusa l'una con l'altra formica, / forse a spïar lor via e lor fortuna.

[9] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 26, 25-42, pag. 622.16: Forsi a spiar lor via e lor fortuna; cioè forsi per dimandare l'una l'altra de la via che dè tenere, e se à trovato de la biada pure assai, e come è faticosa o agevile la via o lunga o breve...

4.1 [Con rif. alla conformazione di un luogo].

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 6, cap. 28, vol. 2, pag. 124.1: Per questi folli pensieri i Prenestini avevano fidanza nella fortuna del luogo.

5 Disponibilità di beni materiali; denaro, ricchezze.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 50, pag. 278.2: "Non giace, diceva Cesare, cavallaría niente in fortuna, ma in virtù e in prodezza."

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 12.92, vol. 3, pag. 198: non la fortuna di prima vacante, / non decimas, quae sunt pauperum Dei, / addimandò...

[3] Boccaccio, Epist., 1361, pag. 1126.18: E voi dovete essere contento d'avere piuttosto stretta e scarsa fortuna in allevare i vostri figliuoli, che molto larga...

- Beni, cose di, della fortuna: beni terreni.

[4] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 1, pag. 108.9: Donde dovemo sapere che i diversi tempi et i beni di fortuna fanno grande diversità nei costumi e nella maniera delle genti.

[5] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 3, vol. 3, pag. 218.5: Seneca dice: Tu credi ch'io ti tolla molti diletti perchè io ti biasimo le cose di fortuna...

[6] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), Indice rubr., pag. XLV.2: le cose di fortuna non sono buone, né ree, e però non fanno l'uomo beato, né misero...

[7] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De li bem de la fortuna, vol. 1, pag. 89.2: Lj bem de fortuna sum autem honor, richeze, delecti, delitie, p(ro)speritae, p(er) che l'omo pecca in monte maynere...

[8] Jacopo Passavanti, Tratt. vanagl., c. 1355 (fior.), cap. 5, pag. 275.10: De' beni della fortuna, che sono di fuori dell' uomo, come sono le ricchezze, gli onori, la prosperità mondana, stolta cosa è gloriarsene; con ciò sia cosa che non sieno beni dell' uomo.

[9] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 7, pag. 535.21: Egli non sono ancora molti anni passati che in Firenze fu una giovane del corpo bella e d'animo altiera e di legnaggio assai gentile, de' beni della fortuna convenevolmente abondante, e nominata Elena.

[10] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 28, pag. 414.10: E dice fortunata terra De Puglia, però che Puglia è abundante de beni de fortuna, como son richeze de ben tereni, como pare.

[11] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 9, 106-123, pag. 268.18: li beni della fortuna sono di fuori, che sono in podestà d'essere tolti; cioè ricchezza, diletti, dignitadi, signoria, gloria, o vero grazia umana...

6 Cattiva sorte; evento negativo, sventura.

[1] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 25.24, pag. 518: Da che 'n sì reo stato, / tapino me, son giunto, / poi n'ò dritto, è ragione / di mostrar pianti ed affanni con doglia, / d'alto in basso smontato / per fortuna in un punto, / senza nulla cagione, / solamente per un'astiosa voglia.

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 3, pag. 224.14: O iddii, vietate queste minaccie; iddii, guardateci da cotale fortuna, e voi benigni guardate noi pietosi.

[3] a Lett. rag., 1327, pag. 99.24: E qua(n)do me aitarà Deo de quiste fortune mie...

[4] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 3, pag. 51.17: O figla Cassandra, tu sula mi annunciavi kisti kutal fortuni et spissu chamavi et nominavi Italia et li soi regni!

[5] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 83, pag. 185.22: Mala ventura, che così nuova fortuna non m' avvenne mai più, e credo che da ieri in qua sia dì giudiaco per me.

[6] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 34, vol. 6, pag. 303.6: Iddio sì è [[..]] adiutorio contro alle fortune...

- Esito sfavorevole (di un'azione).

[7] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 97, pag. 314.33: L'uno s'allegra dell'avolterio, al quale egli è con gran pena, e pericolo venuto a effetto; l'altro s'allegra d'avere ingannato il vicino d'alcuna froda, ch'egli gli avrà fatto, e non è alcuno, al quale spiaccia il peccato innanzi alla fortuna del peccato.

6.1 Rischio, pericolo.

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 17, pag. 59.17: sanctu Paulu, venendu de Ierusalem et andandu ad Ruma, cursi fortuna, lu lignu periu, ma Deu salvau li pirsunj, pir orationj de sanctu Paulu.

[2] a Stat. lucch., 1376, L. I, cap. 2, pag. 12.5: et di prima al principio del dicto suo officio ad ogni suo et delle suoi cose et arnesi et famiglia pericolo rissico et fortuna et spese così in del venire alla dicta città di Lucha come in del partire et stare a tutte suoi spese et gosto et in quello officio stare continuamente con li dicti fanti fine al termine del dicto suo officio...

6.2 Essere, rimanere in fortuna: trovarsi in grave difficoltà; essere in una condizione di pericolo o incertezza.

[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1, cap. 16, pag. 144.19: Il podestà e la sua famiglia fu in gran fortuna, il quale avea menata seco la donna, la quale era in Lonbardia assai pregiata e di grande belleza; la quale col suo marito, sentendo le grida del popolo, chiamavano la morte fuggendo per le case vicine, ove trovarono soccorso, essendo nascosi e celati.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 18, vol. 1, pag. 37.15: Li altri se ne dolfono assai, e parve loro che i· Regno rimanesse in fortuna e i· male stato...

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 75, vol. 1, pag. 143.3: e però sentendo i· rre Luigi e la reina Giovanna, ereda del duca di Calavra, tornati di nuovo ne· Regno, e ch' erano in fortuna e grande bisogno, e governavansi per consiglio di messer Niccola Acciaiuoli nostro cittadino, feciono trattare segretamente di comperare la giurizione ch'avieno in Prato.

6.3 A rischio e fortuna: a proprio rischio e pericolo, senza garanzia di risarcimento in caso di insuccesso.

[1] Doc. ven., 1347, pag. 273.25: Et se in Sicillia fosse persona che volesse condure in Ragus(a) formento a suo risego et fortuna, possèli promettere uno grosso per staro, et possalo vendere in Ragus(a) a sua voluntade.

[2] Doc. aret., XIV pm., pag. 210.28: Confessate ch'avete avuto e recevuto da Martino ch'è q(ui) a vitura uno ronçino de co[ta]le peilo cu(n) cotali se(n)gni, cu(n) sella e freno, a o(n)gni vostro risigo (e) fo(r)tuna (et)c., en x dì p(er) xx s., e se più sta a q(ue)lla rasgio(n)e.

6.4 Fras. Mettersi a, alla fortuna: mettersi a rischio; esporsi a un pericolo.

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 3, pag. 109.16: e messo in sul navilio tutte quelle cose che bisogniano al navicare, molti nobili di Cicilia di molta prodezza rilucenti, col detto messer Gianni si mettono alla fortuna del mare, e per conduciersi alla simile avventura del secolo.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 84, vol. 1, pag. 541.3: I Pisani colla loro armata di LXXV galee uscirono di Porto per combattere co' Genovesi, i quali veggendo ch'erano più di loro, e la loro armata era il più de' Lombardi e Piemontani a soldo, non si vollono mettere alla fortuna della battaglia, ma si tornarono a Genova.

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 26, vol. 2, pag. 319.8: E certo fu mirabile cosa che 'l nostro Comune si volesse mettere a partito e a fortuna co· gente con cui no· potea guadagnare altro che fama e onore...

7 Forte perturbazione atmosferica; tempesta, burrasca.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 1.52, pag. 14: Lo vostr'amor che m'ave / in mare tempestoso, / è sì como la nave / c'a la fortuna getta ogni pesanti, / e campan per lo getto / di loco periglioso...

[2] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1717, pag. 81: Mai là serà sì grand fortuna, / Torbar se n'à 'l sol e la luna, / Le stele e 'l ciel e l'element / E l'aer tuto e 'l fermament.

[3] a Compasso da navegare (ed. Debanne), 1296 (it.sett./mediano), pag. 49.21: En lo capo de la Lechia podete sorgere se venite co(n) fortuna de sirocco e d'ostria.

[4] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 178, pag. 280.3: Vero è che lle navi di Ma[n]gi non temono tanto per le buone ancore de· legno, ch'a tutte le fortune tengono bene loro navi.

[5] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 91.5: lo chorallo rosso sì à questa vertude: [[...]] che lo fòllgaro de lo tron e da li nenbi e da li sioni e da lle fortune e sì li deschaça de li legni e dale nave o' che lo chorallo sé.

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 5.16: E parlando Enea queste cose vanamente, una fortuna contraria stridendo da la parte d'aquilone li percuote le vele, e lieva l'onde in alto alle stelle.

[7] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 4, vol. 1, pag. 15.8: e la notte il mare fece grandissima e pericolosa fortuna, tanto che in questa notte sì perirono nove navili nel golfo del mare di Vinegia, tanto fu grande la fortuna!

[8] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 54, vol. 1, pag. 99.22: e il detto Balase essendo in mare, una fortuna il percosse e tutte e sei le sue galee ruppe, e tutti li uomini perirono...

[9] a Lett. zar. 1397, pag. 82.12: Item anchora facuve asaviri ch'eu nu iaiu sichirisi per fortuna in Anchona.

- Fortuna di mare.

[10] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 33.18: e dice «tempestanza» per similitudine, che sì come la nave dimora in fortuna di mare e talvolta crescono in tanto che perisce, così dimora la cittade per le discordie, et alla fiata montano sicché periscono in sé medesime e patono distruzione.

[11] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 11, pag. 228.4: E Caio Giunio, compagno di Claudio, per grande fortunadi mare, tutto il navilio perdeo.

[12] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 1, pag. 18.25: sikì per forza di li venti et per fortuna di mari fommu gictati in kisti parti, et simu izà provocati a bactagla, però ki ni esti vitata la ripa a non chi putiri arribari.

[13] Doc. ancon., 1345, pag. 235.27: Et similemente promisseno ac furono contenti che li predicti venenti con loro altre merce ac cose ciascheune sì per fortuna de mare sì etiamdio per bono tempo siano liberi ac exempti da ogne datio ac duana...

[14] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 8, pag. 110.10: E cossì tutte le altre nave, assay tempestate e desfacte per quella gran fortuna de lo mare, perero et annegaro in diviersi luochy de lo mare.

- Fortuna di tempo.

[15] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 109.15: Mercatanti fiorentini passavano in nave per andare oltramare. Sorvenne loro crudel fortuna di tempo che lli mise in pericolosa paura...

[16] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 28, pag. 476.29: e quivi da ciascuna parte a campo s'aparechiòe due volte la battaglia, e due volte fu impedita da fortuna di tempo...

[17] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 40, pag. 141.24: Manifesto vi sia che 'l giovane ingraziato cavaliere messer Tristano di Cornovaglia, per fortuna di tempo e per tempesta di venti arrivòe nella isola degli Giganti...

- Fortuna, fortune di vento.

[18] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 12.11, pag. 745: Ni renovar ò visto luna, / zà è passao pu de trei meixi, / se no con bruda e con fortuna / de vento pobjo e bacane[i]xi, / con troin e lampi e gran zelor, / gragnora e jazo e gran nevere, / chi n' àn guerrezai tutor / en monto guise e mainere.

[19] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 179, vol. 2, pag. 370.18: Nel detto anno MCCCXXII, dì XXVI d'ottobre, fu delle maggiori fortune di vento a greco e tramontana con neve che si ricordasse per niuno che allora vivesse...

[20] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 35, pag. 127.4: e arrivò egli in quella isola per fortuna di vento, e combattè a messer Mago conte...

[21] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 80.36: E nel detto anno si levò una grande fortuna di vento nel mese predetto di sopra, e molte chase di Siena ne ricevetero grande danno...

- Fortuna di venti e di tuoni.

[22] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 42, vol. 1, pag. 375.22: una disusata fortuna di venti e di troni turbò l'aria..

7.1 Fig.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 2.1, pag. 80: Dev'omo a la fortuna con coragio / istar più forte quando incontra gli ène, / e quanto più gli cresce e fa damagio, / alora più conforta la sua ispene.

[2] Detto d'Amore, XIII u.q. (fior.), 114, pag. 493: Lo dio dov'ài credenza / Non ti farà credenza / Se non come Fortuna. / Tu sse' in gran fortuna, / Se non prendi buon porto...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 92.60, pag. 394: Staendo en questa altura de lo mare, / io grido fortemente: / «Succurre, Dio, ch' io sto su l'annegare! / e per fortuna scampai malamente!».

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 115.4: Adunque conviene a noi porre mente saviamente in mentre che siamo in questa fortuna, cioè questo mondo, che noi possiamo pervenire a porto buono, e sicuro, cioè vita eterna.

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 45.6, pag. 263: Em veritae me som acorto / che tuto lo mundo è torto / e de li bon mortar guerré, / pim de corssai e berrué / ché, senza offenssion alcuna, / m' à comuvuo gran fortuna, / d'arcun onor chi m' era dao / de ch'e' pareiva consolao, / penssandome de gorvenar / como fan i atri segorar.

- [Per indicare uno stato di turbamento interiore, di sofferenza].

[6] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 1.24, pag. 38: E lo mio cor tempesta ongne stagione, / in sì fera fortuna è äportato!

[7] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 303.8, pag. 377: fior', frondi, herbe, ombre, antri, onde, aure soavi, / valli chiuse, alti colli et piagge apriche, / porto de l'amorose mie fatiche, / de le fortune mie tante, et sì gravi...

- [Per indicare uno sconvolgimento sociale, politico].

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 27.145, vol. 3, pag. 458: Ma prima che gennaio tutto si sverni / per la centesma ch'è là giù negletta, / raggeran sì questi cerchi superni, / che la fortuna che tanto s'aspetta, / le poppe volgerà u' son le prore, / sì che la classe correrà diretta; / e vero frutto verrà dopo 'l fiore».

8 Isole di Fortuna: le Canarie.

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 135.77, pag. 189: Fuor tutti nostri lidi, / ne l'isole famose di Fortuna, / due fonti à...

[u.r. 14.12.2017]