DASSEZZO agg./s.m./avv.

0.1 da seçço, da sseçço, da setho, da-sezzo, da sezzo, dassezzo, da ssezzo, da xxezzo.

0.2 Da sezzo.

0.3 Doc. pist., 1240-50: 2.

0.4 In testi tosc.: Doc. pist., 1240-50; Albertanovolg., 1275 (fior.).

In testi sett.: Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

N Le att. in Francesco da Buti sono cit. dantesche.

0.5 Locuz. e fras. al dassezzo 2.1; dassezzo a 2.2.1; dassezzo che 2.2.2; dinanzi e dassezzo 3.

0.7 1 Ultimo di una serie o di una sequenza ordinata. 1.1 Sost. [Rif. ad una fase temporale]. 2 Avv. [Rif ad una progressione temporale:] in ultimo, alla fine. 2.1 Locuz. avv. Al dassezzo. 2.2 Estens. Nel seguito, successivamente. 3 Avv. [Rif ad un ordine spaziale:] nella parte posteriore. Dinanzi e dassezzo: da ogni parte.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 18.06.2013.

1 Ultimo di una serie o di una sequenza ordinata.

[1] Albertano volg., 1275 (fior.), L. II, cap. 23, pag. 152.25: «Lo spirito manifestam(en)te dice ke neli te(n)pi da seçço, ciò è p(re)sso ala fine del mo(n)do, si partira(n)no aliqua(n)ti dala fede…

[2] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 30, pag. 151.13: e 'l ministro ti metta in carcere, ché non ne uscirai quindi insino che no rendi ragione infino al quad[r]an[t]e dassez[z]o».

[3] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 25, 133-139, pag. 611.37: convien Che la piaga da sezzo; cioè lo peccato de la lussuria, che è l'ultimo de' sette peccati mortali, che piaga l'anima come lo coltello il corpo, si ricucia

[4] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 1, cap. 12, vol. 1, pag. 116.23: Appresso procacci, ch'egli sia il primo che si lievi da dormire, e che dassezzo vi vada.

[5] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 220.119, pag. 264: Aceso è questo foco in ogni parte / e per setta e per parte. / E mille essempli son<o>; ma un da sezzo / non ci rimove, che dimostra Arezzo...

- [Contrapponendo gli elementi finali di una serie a quelli iniziali, spesso menzionati nello stesso contesto].

[6] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 66.11: De' quali, tra il primaio e quello da sezzo, cioè tra quello di Bambillonia e Romano, quasi tra padre vecchio e figliuolo piccolo, l' Africano e quello di Macedonia piccoli in mezzo, quasi tutori e curatori, vennero ricevuti per podestà di tempo, non per ragione di reditade.

[7] Libro giallo, 1321-23 (fior.), pag. 2.6: Abiamo pagata la sensa ogni anno sì come si chonviene insino a quella di Sa· Michele 320, e questa sensa da sezzo pagamo a Guillielmo Ramondi sopradetto...

[8] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 173, pag. 359.9: Egli è risuscitato da morte; e così sarebbe l'errore da sezzo peggiore che quello di prima.

1.1 Sost. [Rif. ad una fase temporale].

[1] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 19, par. 11, pag. 122.5: De' quali stramanifestamente al dassezzo del tenpo di mantenente...

2 Avv. [Rif ad una progressione temporale:] in ultimo, alla fine.

[1] Doc. pist., 1240-50, framm. 6, pag. 65.9: Tedaldo da Prato de avere lib. xx e s. xiij p(er) xiiij ce(n)t(inaia) e l. l di guado a rasione di s. xxviij e dr. vj lo ce[n]tinaio. [[…]] Ebi anche da Tedaldo ce(n)tinaia vii e lib. lxxv di guado da setho a quela medesmo rasione…

[2] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 52, pag. 59.13: E perché le cose che si dicono da sezzo e più di presso si tengono meglio a memoria...

[3] IV Catilinaria volg., 1313 (fior.), pag. 48.26: dinazi da me neuno chonsolo tali onori avea avuti; da sezzo, l'altro dìe, grandissimi guiderdoni a' leghati francieschi e a Tito Vulturzio desti.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 25.139, vol. 2, pag. 440: E questo modo credo che lor basti / per tutto il tempo che 'l foco li abbruscia: / con tal cura conviene e con tai pasti / che la piaga da sezzo si ricuscia. || I commentatori antichi (cfr. qui 1 [3]) intendono da sezzo come locuz. agg. dipendente da piaga; qui si intende come locuz. avv. dipendente da si ricuscia.

[5] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 24, pag. 55.16: La morte non viene da sezzo, ma quello, che conchiude la fine, si chiama la morte.

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 9, pag. 426.5: Sentendo la reina che Emilia della sua novella s'era diliberata e che a altro non restava dir che a lei, se non a colui che per privilegio aveva il dir da sezzo, così a dir cominciò...

[7] Paolo dell'Abbaco, Trattato, a. 1374 (fior.), 71, pag. 65.31: Uno escie per 3 portj, a ongnj porta lascia 1/3 e 6 più e da ssezzo si truova 24 d.

[8] Contr. madre e figlia, XIV (fior.), 20, pag. 16: poi quando la cos'è fatta / da ssezzo non val pentere...

2.1 Locuz. avv. Al dassezzo.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 40, pag. 72.4: Ma al dassezzo vinse la Fede Cristiana per molti miracoli che fece Dio per lei in presenzia delle genti...

[2] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 29.12, pag. 79: inanzi il proveranno ver' di mezzo, / que' ch'ha la schiena bianca e 'l co vermiglio; / e poi, quando verrà colà 'l da sezzo, / darannovi con ambo man di piglio...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 7.130, vol. 1, pag. 125: Così girammo de la lorda pozza / grand' arco, tra la ripa secca e 'l mézzo, / con li occhi vòlti a chi del fango ingozza. / Venimmo al piè d'una torre al da sezzo.

[5] Comm. Arte Am. (B, Laur. XLI 36), XIV td. (fior.), ch. 25, pag. 818.31: anni CCCCXXX prima che Roma si facesse) discese il rapimento d' Elena, il saramento d'i Greci, il corso delle navi e poi l' assedio di X anni, al da sezzo la famosa vittoria...

[6] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 9, par. 1, pag. 206.7: E vuole cierto di sua pietà il nostro singnore Giesù Cristo fino al dassezzo per gioia di chatuno ottriare le meru e di cose conmesse contra ssua leggie potere ripentersi...

[7] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 72, terz. 8, vol. 3, pag. 299: Ma se il Fiorentin prima foss'ito / a Pisa, siccom' egli andò al dassezzo, / forse, ch' avrebbe suo voler fornito...

[8] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 7, 127-130, pag. 220.11: Virgilio et io Dante, al dassezzo...

[9] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 321, pag. 186.4: allora conosci ciò ch'ella è e ciò che ti fa; che se tu la fai, ti toglie al da sezzo in questo mondo l'onore e la buona fama, e ne l'altro l'anima...

2.2 Estens. Nel seguito, successivamente.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 74, pag. 358.22: e questo si mostra per quattro grandi cose che fuoro in lei (de le quali non udii, ché mmi parti' qui, se non un poco da sezzo, ché rigiunsi tardi).

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 26, vol. 1, pag. 510.13: e vedendo il popolo più acerbo e più infocato contro a ssé da sezzo che da prima, e che soccorso da niuna parte aspettava...

2.2.1 Locuz. prep. Dassezzo a qno: di seguito a.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 104, pag. 345.21: e riarse dal gran caldo, essendo caricato della sua arme, e sempre bevea da sezzo agli altri...

2.2.2 Locuz. cong. Dassezzo che: dopo che.

[1] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 302.9: I detti Sei per raconsolare costoro che non aveano avuto del grano, da sezzo che fue sconbrata la piazza, sì ne feciono dare a ogni persona che desse i danari uno staio per uno.

3 Avv. [Rif ad un ordine spaziale:] nella parte posteriore. Dinanzi e dassezzo: da ogni parte.

[1] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.210, pag. 182: Troppo magiore serà la potença / di Galli che la possa de Toscana, / sì che per força la rocha d'Areçço / chavar faranno denançi e da seçço»

[u.r. 29.11.2019]