DIVA s.f.

0.1 diva, dive.

0.2 V. divo 1.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

0.7 Divinità femminile, lo stesso che dea (anche fig. in espressioni di lode).

0.8 Pietro G. Beltrami 18.06.2013.

1 Divinità femminile, lo stesso che dea (anche fig. in espressioni di lode).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 18.82, vol. 3, pag. 301: O diva Pegasëa che li 'ngegni / fai glorïosi e rendili longevi, / ed essi teco le cittadi e ' regni, / illustrami di te...

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 15, pag. 288.16: 55. Ed elli a me ec. In questa parola commenda Ser Brunetto l'Autore dicendo: se tu segui tua stella, cioè la ragione, della quale tu t'hai fatto tuo diva...

[3] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 11.1, pag. 704: Nasce del buon voler di questa diva, / ne' sacrifici della qual cantiamo / divoti quanto può la voce attiva, / tutto quel ben che noi con noi tegnamo...

[4] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), I, ott. 17.2, pag. 7: Il ciel legato con caten d' argento / condusse al mondo questa bella diva, / per consumar durezza e greve stento / e per far cosa morta venir viva...

[5] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Mortis a.19, pag. 301: «Come non conosco io l' alma mia diva?».

[6] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 18, 82-93, pag. 525.33: Questa iddia invoca ora l'autore, cioè la iddia della sapienzia, e chiamala Pegasea da Pegaso [[...]] imperò che la fama de li signori è materia a li Poeti di scrivere, e però l'autore la chiama diva Pegasea; cioè diva che dà fama a li omini, che questa iddia seguitano,

[7] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 15.37, pag. 101: Finito questa che parea una diva, / per gran piacere Herode gli promesse / de quel che più gli piaçe non se schiva / de dimandargli...

[8] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 3, par. 14, comp. 43.91, pag. 125: La prima diva, con sua compagnia / che verso me venia, / per farmi acorto dela essença sua, / era la Fede nitida polita...