DIVO (1) agg./s.m.

0.1 dia, dio, diva, dive, divi, divio, divo.

0.2 Lat. tardo divus (DELI 2 s.v. divo 1).

0.3 Miracole de Roma, XIII m. (rom.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

In testi sett.: Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Doc. moden., 1326; Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Dom. Scolari, c. 1360 (perug.); Doc. perug., 1364.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Che appartiene o pertiene a Dio o agli dèi. 1.1 Sost. Lo stesso che dio, o Dio. 1.2 [Attributo di un imperatore romano, in quanto divinizzato]. 1.3 Che possiede proprietà attribuite a Dio o agli dèi; degno di Dio o degli dèi; santo; nobilissimo (anche con semplice valore elativo o encomiastico). 2 [Con possibile incrocio paraetimologico con :] chiaro, splendente.

0.8 Benedetta Faggionato; Pietro G. Beltrami 18.06.2013.

1 Che appartiene o pertiene a Dio o agli dèi.

[1] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 1.60, pag. 39: per ciò che sempre vanno su 'n un plaustro / ragione humana et cardinal virtute, / ma la diva con lor non sta 'n un claustro.

[2] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 47.1, pag. 829: O diva luce che in tre persone / e una essenza il ciel governi e 'l mondo / con giusto amore e etterna ragione...

[3] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 43.54, pag. 187: e quinci appresso / da Carlo pinto gì nello dio regno...

[4] Tommaso di Giunta, Conc. Am., XIV pm. (tosc.), Disperse 1.6, pag. 101: S'i' muovo i piedi, vado a viso basso / come chi cade dalla diva rota... || Dice della ruota della Fortuna, intesa come divinità.

[5] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 11.25, pag. 72: Credete l'uomo a le parole dive / che gli disse Iexù, per che partìsse / et con fretta dissexe l'alte rive.

[6] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 14, 5.3, pag. 177:Dicessett'anni insieme si stero ivi; / doppo dicessett'anni in terra scese / di cielo un angel, da que' luoghi divi...

1.1 Sost. Lo stesso che dio, o Dio.

[1] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 183.33: Questo solo de tuti apresso Roma fo sepelido, e intro li divi fo reputado.

[2] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 14, 94-120, pag. 389.22: e però lo chiamarono [[scil. Saturno]] idio, lo qual vocabolo ancora si dà alli imperadori che si chiamano divi.

[3] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 36.115, pag. 246: Quando il Figliol de Deo viranno quivi / in la sua maestà con le gran posse, / [[...]] Alora diràe giusti: - O summo divo, / quando con fame te vedemo noi, / che alcun te sacïasse, siendo vivo?

[4] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 1, ott. 13.6, pag. 386: presentato mi fu Iesù, mie speme, / nel templo, quel ch'è di tutti ben divo, / sì come un poverel da la suo madre, / quel ch'è dell'universo sir e padre.

[5] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 5, par. 20, comp. 49.7, pag. 136: Però, che questo divo mi conciede / che con l'ovile mio / a mio piacier procieda sua mercede!

1.2 [Attributo di un imperatore romano, in quanto divinizzato].

[1] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 9, pag. 567.19: Et da l'una parte fo lo templo de divo Traiano et da l'altra parte de divo Adriano.

[2] Doc. moden., 1326, pag. 13.17: le sovra scripte et infrascripte chonse tuta fate al benefficio de le nove constituçion alla pistola del divio Adriano et a ugne altro ayturio de leçe de raxonne e de nusança.

[3] Jacopo Alighieri, Io son il capo, 1327 (fior.), 4, pag. 24: Io son il capo mozzo da l' imbusto / del mondo, da la 'nfortunata spada, / poich' e' due occhi mi fur tolti al tutto, / cioè 'l Santo Pastore e 'l Divo Augusto...

[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 30.6: Li toy altari, divu Juliu Cesar, e li toy santissimi templi eu pregu cun grandi reverencia...

[5] Gl Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 203.2: Divo Julio, ch' è onore de li dii, certissima imagine de la vera virtude.

[6] Dom. Scolari, c. 1360 (perug.), 151, pag. 14: O divi agusti o Cesar gloriosi, / o trionphali antichi romani / de l'universo in noi victoriosi...

[7] Doc. perug., 1364, pag. 264.42: e a l'aidorio dela pistola del divo Adriano e ad o(n)ne altro aitorio de legge...

1.3 Che possiede proprietà attribuite a Dio o agli dèi; degno di Dio o degli dèi; santo; nobilissimo (anche con semplice valore elativo o encomiastico).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 14.34, vol. 3, pag. 227: E io udi' ne la luce più dia / del minor cerchio una voce modesta... || Più prob. 'santa', o 'splendente di santità'.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 24.23, vol. 3, pag. 393: e tre fïate intorno di Beatrice / si volse con un canto tanto divo, / che la mia fantasia nol mi ridice.

[3] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 19.3, pag. 91: Ivi più non seguia, perchè finiva / quella facciata con gli antichi autori / che stanno innanzi a quella donna diva.

[4] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 23, par. 12, pag. 392.2: e pruova di filicità e diva memoria il settimo delli Arrighi... || Cfr. Defensor pacis, II, xxiii, 11: «felicis et dive memoriae 7us Henricorum».

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 23.51, pag. 154: E se in quel tempo fossi stato vivo, / Ugo marchese averesti in Fiorenza / veduto, un gran baron possente e divo.

[6] Boccaccio, Argomenti, 1353/72 (?), Par..90, pag. 253: dove un' aquila fanno i santi ardori / di sé mirabile e bella, la quale / gli solve il dubbio d' un che nato sia / su lito, senza udire o bene o male / di Dio, mostrando quel che di lui fia; / quindi Davít e Traiano e Rifeo / gli mostra, ed altri en la sua luce dia.

[7] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 11.10, pag. 31: Ne le scrite sentenze toe [[scil. di Petrarca]]] se vede / la gentileza de l'ingenio divo, / et qual si' stato in catolicha fede.

[8] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 11, 26.5, pag. 143: e udii cantar gli angel tanto divi / ed ebbi tanto diletto, c'un poco / non ne potrebbe cuor d'uomo pensare...

[9] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 13, par. 14, comp. 78.323, pag. 185: «Tu t'inganni, compagno, molto forte, / ché veramente questa francha iesta / non vederà de Verona le porte / né sul paese suo farà movesta, / perché 'l divo segnor che la governa / la diffendrà con la gracia superna».

2 [Con possibile incrocio paretimologico con :] chiaro, splendente. || Solo in commenti danteschi; v. sub 1.3 Par. XIV, 34 commentato in [1] e [3].

[1] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 14, 34-48, pag. 320, col. 1.3: Questa luce si fo la quinta che numerava, che sí com'è ditto, era l'anima de Salamone; e dixe piú dia, çoè piú 'diana' o ver antiga: o ver 'dia', çoè chiara lucida e spiendida. || Cfr. anche diano 1.

[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 24, 19-33, pag. 532, col. 1.3: Divo, çoè chiaro e smerado.

[3] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 14, pag. 332.15: nella luce più dia ec., cioè più divina e più esplendiente, vide una luce mansueta, forse qual fu quella dell' Angelo Gabriello quando anu[n]ziò la vergine Maria, risplendere...

[u.r. 15.12.2017]