0.1 pareggio, paregio.
0.2 Da pareggiare.
0.3 Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342: 1.
0.4 In testi tosc.: F Cassiano volg., XIV (tosc.).
In testi sett.: Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.
In testi mediani e merid.: Gillio Lelli, Rime (ed. Mancini), XIV pm. (perug.).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Situazione o cosa che, nell'ambito di un confronto a due termini, eguaglia (per caratteristiche e valore) il proprio termine di riferimento. 2 Condizione di uguaglianza che coinvolge più enti.
0.8 Mariafrancesca Giuliani 11.11.2013.
1 Situazione o cosa che, nell'ambito di un confronto a due termini, eguaglia (per caratteristiche e valore) il proprio termine di riferimento.
[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 20, pag. 94.20: Un'altra fiaa sexe olle pinne d'aqua che çaschauna tegneva ben una portaura o una soma d'asin, el le convertì in bon vin vermeglio como sangue de drago, e sençça dir parolle la volontae soa fè un tal cambio che mae no fo bevuo lo so' paregio.
[2] Gillio Lelli, Rime (ed. Mancini), XIV pm. (perug.), 38d.6, vol. 1, pag. 208: Non farà mai longo servir canudo / nel giardin del signor, senza pareggio, / colui che serve sol nel suo corteggio, / per istar come rana nel palludo.
2 Condizione di uguaglianza che coinvolge più enti.
[1] F Cassiano volg., XIV (tosc.), Coll. I, cap. 10: ma nell'altro secolo, quando regnerà il pareggio, si verrà meno, ciò dico, quando non sarà più isguaglianza... || Bini, Cassiano, p. 8.