0.1 patir, patire, patita, patito; f: patisce, patischa.
0.2 Da paidire. || Adattamento paretimologico.
0.3 Dante, Convivio, 1304-7: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7.
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.8 Mariafrancesca Giuliani 11.11.2013.
1 Lo stesso che digerire. Ben patire, patire bene, male.
[1] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 1, pag. 6.2: e quelli e questi prendano la mia vivanda col pane che la farà loro e gustare e patire.
[2] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. III, cap. 33, pag. 309.31: Anche l'amore toglie lo sonno e ogne altro riposo, ma per perdere il sonno, sì sse ne seguita di non poter ben patire lo cibo e indeboliscie molto il corpo...
[3] Gl F Libro della cura delle malattie, XIV pi.di. (fior.), cap. V: Questa malattia è vocata indigestione, cioè quando non si patisce, che 'l cibo non si muta nello stomaco, né in licore, né in colore, né in calore, né in olore... || Manuzzi, Cura malattie, p. 32.
[4] Gl F Libro della cura delle febbri, XIV pi.di. (fior.): Dieta sia fredda e umida, cioè porcellana, lattuga, e zucca, e cibo che sia agevole a patire, cioè a smaltire... || Manuzzi, Cura febbri, p. 10.
[5] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 12, pag. 96.26: la terra, fredda e secca, fa la retenitiva, che ritiene la vivanda; l'aria, ch'è calda e umida, fa la digestiva, però che fa cuocere e patire le vivande...
[6] <f Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV pm. (fior.)>, L. 5, cap. 10, vol. 2, pag. 140.28: Ma se troverà lo stomaco mondificato e voto d'umori, si patisce bene e genera laudabil sangue, e purga e mondifica il corpo e le reni e il polmone e la vescica da' grossi umori. || Corpus OVI.
[7] f Maestro Bartolomeo, Chirurgia di Ruggero da Parma volg., XIV (tosc.), [L. 1, cap. 12], pag. 241.3: se no(n) bene appetisce, et patischa male, et dormi male o poco o nulla mai, vomiti, vada a sella et urini, et si arà caldo di febbre, allora è certissimo che -l craneo sia rotto. || Corpus OVI.
[8] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 77, pag. 170.17: E io risposi: - Se mi avesse data la lepre, io l' arei mangiata e patita; ma la vergogna non si sarebbe mai patita.
[1] Bernardo medico, 1386/a. 1397 (fior.), [a. 1397] 275a.10, pag. 327: Però che 'l cibo buon, che con diletto / oltra la forza del patir si prende, / è sempre mai cagion di gran difetto...
[u.r. 18.09.2021]