GRAMMÀTICA s.f.

0.1 gramadega, gramadia, gramaia, gramatica, gramaticha, gramayga, grammadega, grammatia, grammatica, grammaticha.

0.2 Lat. grammatica (DELI 2 s.v. grammatica).

0.3 Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.): 1.

0.4 In testi tosc.: Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Libro mem. Donato, 1279-1302 (lucch.); Doc. pist., c. 1360.

In testi sett.: Gramm. lat.-ven., XIII ex. (padov.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Doc. moden., 1347.

In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Poes. an. perug., 1351-52; Stat. cass., XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.7 1 Scienza e disciplina che descrive una lingua e ne fissa le norme per il corretto uso (in partic. per leggere e scrivere in latino). Nella prassi didattica del medioevo è la prima e più elementare delle sette arti liberali, di cui, con la retorica e la dialettica, forma il Trivio. 1.1 Lingua rispondente a norme linguistiche, retoriche e stilistiche precise e prevedibili, propria partic. dell'uso scritto. Rif. in partic. al latino, in quanto per eccellenza lingua regolata e stabile (in contrapposizione al volgare). 1.2 [Rif. a un testo scritto (prob. in latino), in opp. a un testo professionale]. 2 Estens. Comportamento di chi tratta il prossimo con superiorità, con alterigia.

0.8 Zeno Verlato 11.11.2013.

1 Scienza e disciplina che descrive una lingua e ne fissa le norme per il corretto uso (in partic. per leggere e scrivere in latino). Nella prassi didattica del medioevo è la prima e più elementare delle sette arti liberali, di cui, con la retorica e la dialettica, forma il Trivio.

[1] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.119, pag. 896: Gëometria et arismetrica, / rethorica saccio e non m'impedica, / gramatica e musica no m'aretica; / ben faria sermone e predica / in ogni parte.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 49.8: Adonque le tre scienze sono bisogno a parlare et al dittare [[...]], acciò che 'l buono dicitore e dittatore de' sì dire e scrivere a diritto e per sì propie parole che sia inteso, e questo fae gramatica...

[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 6, pag. 202.33: E anco saràno sette arti liberali e non più, sì che ciascheduno planeto avarà la sua: la più vile, come la gramatica, sarà de rascione del più vile planeto, com'è la luna...

[4] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 16, pag. 181.6: E con tutto che dai sette anni fino ai quattordici, l'uomo debbia principalmente intendere acciò ch'ei garzoni abbiano buona volontà [[...]], tuttavia l'uomo lor può fare imprèndare Grammatica e Logica, le quali sono vie all'altre scienze...

[5] Doc. fior., 1286-90, [1288], pag. 180.22: It. tracti, dì xxviij di febraio, per lo maestro Bartolo, che segna gramaticha a' frati, lb. vj.

[6] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.110, pag. 387: Se buon pregio vole aver Notaro, / In leal fama procacci sè vivere, / Ed in chiaro rogare e 'n bello scrivere, / E d'inbreviar sue scritte non si' avaro: / In gramatica pugni assai, sia conto...

[7] Cronica fior., XIII ex., pag. 141.19: In questo tenpo, nel Garbo, in una schuola di gramatica, si trovò morto uno garzone giovane di XV anni...

[8] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), Prologo, pag. 18.34: le Scripture e magisteri sì c'insegnano a sapere che cosa è gramatica e che cosa è dyaletica e arismetrica e geometria e musica e astrologia...

[9] Gl Gramm. lat.-ven., XIII ex. (padov.), pag. 697.29: Pero fi amaistrà gramadega dal so maistro, dicemus: Petrus docetur gramaticam a suo magistro...

[10] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 194.20: Donado, de l'arte dela gramatica scritor e precetor de Jeronimo, sommo fo abiù...

[11] Libro mem. Donato, 1279-1302 (lucch.), pag. 133.13: Fue questa biada di maestro Govanino di gramaticha.

[12] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 11, cap. 5, par. 3, pag. 219.10: Sono alquanti che [[...]] in grammatica disputano ragione di loica: in dialettica cercano di declinare per grammatica...

[13] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 4, cap. 14, vol. 2, pag. 158.12: lo maestro Bandino, maestro di gramatica, molto utile et sufficiente ad insegnare gramatica ne la città di Siena, abia [[...]] ogne anno [[...]] XII libre et X soldi di denari per pigione del suo albergo...

[14] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 61, pag. 87.19: Et en questo tempo se li de' ensengnar gramadega, la qual amaistra a parlar dretamente per lectera...

[15] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 15, 100-120, pag. 413, col. 2.3: Fo [[scil. Prisciano]] quel che compilò dui volumi in grammadega: l'uno è ditto «Prissiano mazore», nel qual se contene le parti de l'orazione distinte; l'altro ... «Priscian menore», nel qual se contene l'arte d'aplicare inseme le dette parti azò che fazano congrua e ordinata sentenzia in l'orazione.

[16] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 170, pag. 377, col. 1: Infine de tucte arti / sapire volse per carti; / l'arte de gramatica / troppo bene sapia...

[17] Colori rettorici (ed. Scolari), 1329/45 (fior.), pag. 245.2: Ciascuna delle dette quatro parti dé essere adorna di diritto parlare e cciò propiamente dimostra la gramatica, della quale apo li Greci fue sovrano insegnatore Aristarco e apo' Latini fue Prisciano.

[18] Poes. an. perug., 1351-52, 9.2, pag. 51: Nono tra voie sirò, e più sapesmo / in grammatia che non seppe Ericón / e rettorica più che Cicerón, / e più che Giulio gente conducesmo...

[19] a Doc. fior., 1359-63, pag. 211.26: la sera per iiij.o uova pel maestro Antonio dela gramaticha s. j d. ij...

[20] Doc. pist., c. 1360, pag. 8.13: Maestro Piero da Ovile da Siena, poeta e doctorato in tre scientie, gramatica filosofia e rectorica, con quale parlai, è di età di LX anni, molto prosperoso e fatigante...

[21] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 186.1: La gramatica insegna alli fanciulli, la loica disputa, la rettorica adorna...

[22] Stat. cass., XIV, pag. 33.22: S(et) quillo tempo lu quale r(e)mane poy de la matutina sia misso i(n) s(er)vicio de li frati li quali aven besunge de studiare lu salterio voy gramatica voy altre cose...

[23] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 204.22: In questa età fo Donato, lo quale fo della gramatica nostra primo inventore et maistro de sancto Geronimo egregio doctore.

[24] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 2, 11.7, pag. 22: el mastro suo maravigliar faceva / perché 'mparato avie tanta gramatica / c'a creder gli pareva cosa erratica...

1.1 Lingua rispondente a norme linguistiche, retoriche e stilistiche precise e prevedibili, propria partic. dell'uso scritto. Rif. in partic. al latino, in quanto per eccellenza lingua regolata e stabile (in contrapposizione al volgare).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, incipit, pag. 1.3: Incominciasi lo libro primo di Paulo Orosio, raccontatore di Storie, translatato della grammatica in volgare per Bono Giamboni...

[2] Stat. sen., 1280-97, par. 148, pag. 43.18: e quelli capitoli che a loro parràe, sieno tenuti di fare scrívare in carte di bambagia, o vero di carte di pecora, tucti gli ordini che per li detti tre omini fussero fermati, di buona léttara di testo, e non in grammatica.

[3] Stat. sen., 1305, cap. 61 rubr., pag. 85.2: De scrívare le dette Constituzioni per gramatica e per volgare; e come siano suggellati li libri li quali se faranno di chelle.

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 82.35: [[Dio]] non ha cura di tale linguaggio che priega Dio sanza divozione di cuore, che elli parla a Dio patrolianto metà in francesco, e metà in gramatica.

[5] Stat. fior., 1310/13, cap. 83, pag. 55.32: Anch'è statuto e ordinato che ' rettori di questa arte siano tenuti e debiano fare asemplare questo statuto in volgare, sì che quelli che ignorano e non sanno gramatica possino tutti capitoli di questo constituto leggere e [int]endere per volgare.

[6] Stat. pis., 1330 (2), Esordio, pag. 443.3: Questo Breve del populo et delle Compagne del Comuno di Pisa fue translatato et assemprato di gramatica in volgaro del Breve del populo...

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 62, pag. 187.7: E cumplutu esti lu libru de sanctu Gregoriu [[...]], lu quali si esti traslatatu da gra[m]at[ica] in vulgaru...

[8] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 34, pag. 170.3: Et fo fachio 'sto libro, çoè 'l latin per letra e fioria gramaia dal gracioxo doctor san Zuan Grisostomo...

[9] Comm. Rim. Am. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), ch. 247, pag. 985.4: Quegli la ingannò in questo modo: che fece uno pomo d'oro e scrissevi su queste parole in gramatica: Iuro tibi sane...

[10] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), Chi fe' questo libro, vol. 1, pag. 219.3: Questo libro si fe' um frae pricaor a la req(ue)sta de lo rey de Fra(n)za; e sì lo tra(n)slatae de gramayga in francescho, e poa si è sta' tra(n)slatao in questo vulgare p(er) un atro frae.

[11] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), Prologo, pag. 3.6: mi misi in cori incominczari la 'Conquesta di Sichilia fatta per li Normandi', la quali era in gramatica obscura et grossa et mali si potia intendiri.

[12] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), Prologo, pag. 6.8: E poi venne la chiericeria in Tolletta, e trovò questo libro, e sì lo traslataro di grecesco in gramatica.

[13] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 139, pag. 309.4: E Massaleo [[...]] cominciò ad allegare con una gramatica grossa: - Domine judex, reputate non esse malitiam, sed errorem.

- [Rif. al greco].

[14] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 11, pag. 48.7: Contra questi cotali grida Tulio nel principio d'un suo libro che si chiama Libro di Fine de' Beni, però che al suo tempo biasimavano lo latino romano e commendavano la gramatica greca...

[15] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 252, pag. 233.11: io vidi, o tutti o la maggior parte [[scil. dei libri di Platone]], scritti in lettera e gramaticagreca in un grandissimo volume...

[16] a Lionardo Frescobaldi, Viaggio, p. 1385 (fior.), pag. 196.19: noi non potevamo intendere cosa che dicessono se non Kirie eleyson per la loro grammatica greca.

[17] Destr. de Troya, XIV (napol.), Prologo, pag. 47.25: Et azò che la mayure verdate de chesta ystoria se declare, maximamente a chille de la parte de Occidente chi gramatica legeno, che sazano despartire lo vero dallo falzo de quello che de chesta ystoria se trova scripto inde li libre gramaticali...

1.1.1 La capacità di leggere e comprendere un testo scritto in latino.

[1] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), Prologo, pag. 3.15: E perchè questa opera ho preso di fare solamente per alquanti secolari non letterati e semplici, li quali non hanno grammatica, in sua utilitade procedo semplicemente, curandomi più di dire utile che di dire bello.

1.2 [Rif. a un testo scritto (prob. in latino), in opp. a un testo professionale].

[1] Doc. moden., 1347, par. 48, pag. 159.12: Anchora anno certi libri de gramaticha e de nodaria e alitri libri li qua' enno comuni e spetano a le dete parte.

2 Estens. Comportamento di chi tratta il prossimo con superiorità, con alterigia.

[1] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 13, pag. 105.20: ed è superbia per tre modi: l'uno è l'altezza del volere signoreggiare gl'altri; secondo è superbia di gramatica, ciò è non fare onore a niuno e dispregiare ciascuno.

[u.r. 04.02.2022]