0.1 tomido, tumida, tumidi, tumido.
0.2 DELI 2 s.v. tumido (lat. tumidus).
0.3 Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.): 1.
0.4 In testi tosc.: Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>.
In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
In testi mediani e merid.: Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Che presenta un gonfiore abnorme; ingrossato e dilatato (anche fig.). 1.1 Gonfio di cibo 1.2 [Descrivendo l'atteggiamento dell'avido:] pieno di sé ed egoista.
0.8 Mariafrancesca Giuliani 11.11.2013.
1 Che presenta un gonfiore abnorme; ingrossato e dilatato (anche fig.).
[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 5, pag. 174.16: E susseggono l'onde, e il mare tumido e gonfiato per l'acque sotto 'l cielo tonante...
[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 10, pag. 335.3: e fecelo cadere incauto mentre che era pieno di furore per la crudele morte dell'amico, e scondeli la spada nel pulmone tumido.
[3] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 4, pag. 35.25: dice s. Agostino: Medicina del nostro tumore è l' umiltà di Cristo. Il qual tumore (onde sono detti tumidi i superbi, e gli altieri) non è altro, che un certo tumore, ed enfiamento della mente verso le persone, e mal pensar d'altrui.
[4] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 30, pag. 449.13: E il testo che è chiaro non dichiararò. epa si è il ventre. croia, idest tumida.
[5] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 326, pag. 364.21: per[ché] el volto so deventa molto rosso e tumido, çoè infiò.
[6] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 110, pag. 234.22: façase sup(ra) lu loco tumido lige(re) cocture ad modu d(e) candele, ch(e) li ne(r)vi più ce n(on) deve si (con)traganu...
[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 56.1: quale il serpente a rimpetto alla luce del sole, poi che à pasciute l'erbe venenose, il quale tumido copriva il verno sotto la terra frigida...
1.2 [Descrivendo l'atteggiamento dell'avido:] pieno di sé ed egoista.
[1] F S. Greg. Magno volg., XIV (tosc.), Omelia XXI, 3: Questo fu ancora quello che il mise in inferno, perché fu tumido nella sua felicità, perché convertì in uso d'arroganza i doni ricevuti, perché non ebbe l'affetto della misericordia... || Barchi, Omelie di s. Greg., vol. III, p. 24. Il volg. diverge dal testo lat. che ha «in sua felicitate timidus non fuit» (ib., p. 25), cfr. l'annotazione n. 14, p. 443.