PIZZICORE s.m.

0.1 piççicore, piçicore, pizichore, pizicore, pizzichore, pizzicor, pizzicore; a: pezzicore, piççicori.

0.2 Da pizzicare.

0.3 Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sic.: a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. pizzicore di carne 1.2.

0.7 1 Fastidiosa sensazione cutanea che induce un essere vivente a grattarsi. 1.1 Estens. Stato infiammatorio di un organo di un essere vivente. 1.2 Estens. Fig. Intenso desiderio che spinge verso qno o a fare qsa (con connotazione neg.); impulso.

0.8 Diego Dotto 11.11.2013.

1 Fastidiosa sensazione cutanea che induce un essere vivente a grattarsi.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 29.81, vol. 1, pag. 498: come ciascun menava spesso il morso / de l'unghie sopra sé per la gran rabbia / del pizzicor, che non ha più soccorso...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 72, pag. 176.12: E 'n questo modo ti dich'io, che alcune cose sono contradie solamente di fuori, siccome avviene alcuna volta in un corpo forte, nascendogli bolle, o pizzicore sanz' andare dentro.

[3] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 29, 85-90, pag. 749.1: piace al lebroso di grattarsi per lo pizzicore, benché poi li torni in amaro per lo cocimento che ne sente per aversi grattato...

[4] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 35, vol. 3, pag. 79.9: E nota, che in ogni cottura debbe il cavallo diligentissimamente esser guardato, acciocchè non possa mordere la cottura, nè fregare ad alcuna cosa, imperocchè per lo troppo pizzicore morderebbe il luogo infino a' nervi e all'osso.

1.1 Estens. Stato infiammatorio di un organo di un essere vivente.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 6, pag. 167.25: Il sugho della radicie del finochio in vasello di rame [sia] posto al sole per xv die, e a modo di collirio sia messo nelli ochi; sì è valevole contra panno d'ochi e contro a pizicore.

[2] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 22, col. 2.5: e sse con questo fusse piççicore, R(ecipe) aloe patico e istenpera con acqua rosata e fine vino biancho an. ed inde adopera come l'altro colorio.

[3] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 6, cap. 47, vol. 2, pag. 279.4: Contro al panno degli occhi e pezzicore, si ponga il sugo delle sue radici in vasel di rame per quindici dì al Sole...

1.2 Estens. Fig. Intenso desiderio che spinge verso qno o a fare qsa (con connotazione neg.); impulso.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 31, pag. 55.10: - Lussuria è una mala volontà del corpo non rinfrenata che nasce del pizzicore della libidine -.

[2] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 284.14: ma cercherà la gente maestri e predicatori secondo l' appetito loro, e che grattin loro il pizzicore degli orecchi, cioè che dicano loro cose che disiderano d' udire a diletto, none ad utilità...

[3] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 1, cap. 1, pag. 231.24: La quale sanza troppa dificultà apparisce essere uno appetito bestiale di sfrenata volontà, il quale in furioso incendio e in disordinato pizzicore commuove la nostra carne offuscando la ragione, quella sottomettendosi e contaminando i nostri sensi tirandoli nel suo piacere...

[4] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 55, pag. 56.17: Lu sextu cappu di la bestia est luxuria, la quali est una voluntati di corpu non rifrenata, ki nasci da piççicori di la libidini, la quali est amori autragiusu et disordinatu in dilectu di rini.

- Pizzicore di carne: lussuria.

[5] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 3, pag. 125.16: La settima, che muove l' animo e no· llascia rifrenare col freno della ragione la mala volontà che nasce al corpo del pizzicore della carne...

[6] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 13, pag. 96.34: Nasce la creatura nel peccato originale, però che si cria in pizicore di carne e in lordura e in incendio di lussuria...

[7] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 1, pag. 82.6: l' uomo [[...]] è stato concetto in pizzicore di carne, in calore di libidine, in puzzo di lussuria e in macchia di peccato, che è il peggio...