MANGERÌA s.f.

0.1 a: mançarie, mangeria, mangerie.

0.2 Da mangiare 1. || Cfr. lat. mediev. mangiaria 'banchetto' (Sella, Gloss. lat. it. s.v.), manzaria 'pranzo, mangiata' (Sella, Gloss. lat. emil. s.v.).

0.3 a Legg. ss. Piero e Polo, c. 1370 (venez.): 1.

0.4 Non att. nel corpus.

0.7 1 Grande e abbondante mangiata. 2 Fig. Imposta particolarmente esosa, tangente.

0.8 Luca Morlino 11.11.2013.

1 Grande e abbondante mangiata.

[1] a Legg. ss. Piero e Polo, c. 1370 (venez.), 69, pag. 74.30: e la veritade romagniva e le faville e lo fumo deli templi, le ebrietade, le mançarie, li adoltierij e tute le altre brute cose manchà e consumase, e le cose clare resorçeva...

2 Fig. Imposta particolarmente esosa, tangente.

[1] Gl a Giorgio Gucci, Viaggio, a. 1393 (fior.), cap. 27, pag. 307.27: Qui apresso scriverrò tutte spese che facemo d'Alesandra in Domasco, le quali spese, secondo il volgare di là, si chiamano mangerie, cioè ruberie; e pure si convengono pagare, posto che sieno come danari tolti.

[2] a Giorgio Gucci, Viaggio, a. 1393 (fior.), cap. 27, pag. 307.34: A l'entrare del Caro per mangeria, per lo luogo dove la nostra roba che uscì di nave si misse in terra: in tutto ducati I 1/3.

[3] a Giorgio Gucci, Viaggio, a. 1393 (fior.), cap. 27, pag. 307.37: Al Caro al grande turcimanno, per la licenza di poterci partire e ire per lo diserto, che anche fu mangeria: in tutto ducati VI.