MANGIATOIA s.f.

0.1 magnatora, mangiadoia, mangiatoi', mangiatoia, mangiatoie, mangiatoje, mangnadura, mangnatora, mangniadura, mangyatura, maniadora, maniatura, manyatore; a: mangiatoja, mangiatoje; a: mançadora; x: magnaora.

0.2 Da mangiato e -oia (cfr. Rohlfs § 1075).

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 1.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Libro Gallerani di Londra, 1305-1308 (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: x Gramm. lat.-it., XIII ex. (ver.); a Vang. venez., XIV pm.

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Senisio, Declarus, 1348 (sic.).

0.7 1 Recipiente in cui si dispone il cibo per gli animali. 1.1 Estens. Il luogo in cui è contenuto tale recipiente e dimorano gli animali. 1.2 Estens. Tavola su cui si mangia.

0.8 Luca Morlino 11.11.2013.

1 Recipiente in cui si dispone il cibo per gli animali.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 1, pag. 4.10: E altra guisa sarea per rascione quasi come lo brutto animale stando a la mangiadoia.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 17, pag. 319.15: gli animali d' ogne generazione, che sofferano le lusinghe d' uomini, e cogli uomini sono usate di vivere, lasciate le mangiatoie e le stalle, con belamenti e terribili mugghi a' monti e alle selve fuggiero.

[3] Libro Gallerani di Londra, 1305-1308 (sen.), pag. 79.12: Ciò ffù per fare mangiatoie da cavalli e cierti muri e chiudende per la casa e imbianchatura e per altre spese che vi fecie fare a nostra richiesta.

[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 58.1: Le frettolose iddie fanno i comandamenti, e menano i cavalli che vomicano fuoco, satolli nell'alte mangiatoie dell'erba ambrosia, e mettono loro i risonanti freni.

[5] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. VI [Phars., VI, 69-105], pag. 100.16: Lo destrieri da combattere, faticato ne' tonduti campi, abbiendo le mangiatoie piene di strame, pascente le nuove erbe cade morto, e rompe gli meçi giri col tremante ginocchio.

[6] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 14, pag. 147.31: et a li cavalli fecero ordenare le stalle e lle manyatore convenibile commo meglyore a lloro parea.

[7] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 4, pag. 43.21: E quando si doma, si leghi alla mangiatoja con due redini di forte e morbido cuojo...

[8] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 2, pag. 40.28: E si deono pascere ne' prati con erba, e nelle stalle alle mangiatoje di secco fieno.

[9] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 23, pag. 151.1: Poi f(ac)ta la domantione, lu cavallo se custoda i(n) quisto modo: imponaglese uno capiççolo f(ac)to de corio forte et humile, et con dui capistri convenevelem(en)te se lege alla mangnadura così como è decto.

- [Con rif. al giaciglio in cui fu deposto Gesù Bambino nella grotta di Betlemme:] presepio.

[10] Itinerario luoghi santi, XIII u.q. (fior.>lucch.), pag. 168.16: Quine si è la mangiatoia, là ove il Nostro Singniore fue messo tra 'l bue e l' asino quand' elli fue nato.

[11] Glx Gramm. lat.-it., XIII ex. (ver.), pag. 514: Hoc presepe, huius presepis, la magnaora.

[12] Gl a Vang. venez., XIV pm., Luc., cap. 2, pag. 196.10: et ella [[Maria]] lo involupà en un drapo et lo meté in la grepia (ço è in la mançadora de li boi)...

[13] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 219v, pag. 86.12: Presepium pii... idem quod dicitur mangyatura.

1.1 Estens. Il luogo in cui è contenuto tale recipiente e dimorano gli animali.

[1] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 61, pag. 303.13: Elo se trova scripto in la santa Scriptura che al bo' fo dato a cognoscere lo so possessore et a l'asino la mangnatora del so segnore.

[2] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 8, vol. 2, pag. 199.4: E come dice Dio per Isaia: Lo bove conosce il possessore suo, e l' asino la mangiatoia del signore, e lo popolo suo non lo conosce, nè intende.

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 9, vol. 2, pag. 194.5: Io viddi li cavalli di Diomede, grassi del sangue degli uomeni, e le mangiatoie piene di corpi straziati; e veduti ch'io gli ebbi, gli gittai di sotto, e uccisi lo signore e' cavalli.

1.2 Estens. Tavola su cui si mangia.

[1] F Boccaccio, Lett. Priore di S. Apostolo, 1363: Di quinci io con pochi entrava alla prima tavola, come più onorato nella Sentina; ma nel cospetto mio sozza ed incomposta turba ruinava, senza comandamento aspettare, dove la fortuna gli concedeva. Ciascuno alla mangiatoia s'acconciava, desideroso del cibo. || Moutier, Boccaccio. Lettere, p. 44.

[2] F Cassiano volg., XIV (tosc.): nè crederebbe che ci fosse altro che armarj e letti e scranne e mangiatoje e cotali cose che occorrono... || Bini, Cassiano, p. 289.