0.1 paralasia, paralisia, paralixia, parlasia, parlasìa, parlaxia, parllaxia, pparalisia.
0.2 Fr. paralysie.
0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.
0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Tesoro volg., XIII ex. (fior.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.).
In testi sett.: Poes. an. bologn., a. 1301; Stat. trent., c. 1340; a Vang. venez., XIV pm.; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.).
0.7 1 [Med.] Patologia caratterizzata da mancanza di mobilità di una o più parti del corpo o da altri disturbi motori (specialmente tremore delle membra). Estens. Perdita di una funzione non motoria (con particolare rif. a facoltà sensoriali). 1.1 Fig. [Per indicare la confusione mentale e l'impossibilità di articolare i movimenti che caratterizzano lo stato di ebbrezza]. 1.2 Fig. [Per indicare una infermità spirituale].
0.8 Maria Fortunato 11.11.2013.
1 [Med.] Patologia caratterizzata da mancanza di mobilità di una o più parti del corpo o da altri disturbi motori (specialmente tremore delle membra). Estens. Perdita di una funzione non motoria (con particolare rif. a facoltà sensoriali).
[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 32, pag. 83.18: E dice il filosafo che questi somigliano quellino che ànno una malattia che si chiama paralisia che quand'elli vuole menare alcuno membro in alcuno modo sì il mena al contrario...
[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 21.18, pag. 135: Aia 'l fecato rescaldato, / la milza grossa, el ventre enfiato, / lo polmone sia piagato / con gran tossa e parlasia.
[3] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 82, pag. 34.2: Vale propiamente ala parlasia degl'occhi e dela bocca e dela lingua e del gusto e dele mani e di piedi...
[4] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 3, pag. 143.14: coloro ch'ànno il corpo di natura umida e ànnolo pieno di mali omori, sì sse ne debono guardare, perciò ch'ella crescie li mali omori, e fae venire ghotte nelli piedi e nel'anche, e parllaxia, e altre malatie assai.
[5] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 20.16, vol. 1, pag. 331: Forse per forza già di parlasia / si travolse così alcun del tutto...
[6] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 20, pag. 363.10: Qui essemplificando pone una infermitade detta parlasìa, la quale molte volte fa storcere a l'uomo la faccia, e volgere infino dallato, ma non del tutto di drieto.
[7] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 9, pag. 238.20: volendo Dio la predetta Romola far migliore e più perfetta, sì la percosse di paralisia, sì che molti anni giacque attratta e paralitica e destituta di ogni uffizio delle sue membra.
[8] a Vang. venez., XIV pm., Luc., cap. 5, pag. 215.19: el è II mainiere de paralitici: una che ten in la mitade dreto per meço de tuto lo corpo, e questa sì è apelada propriamentre parlaxia...
[9] a Libro Drittafede, 1337-61 (fior.), pag. 191.29: A chie sentise di parlasia, overo di triemito di mani.
[10] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 86, pag. 91.2: E dixe alguni che quando la se beve cum vin stiptico negro, çoa a la paralixia.
[11] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 15, pag. 237.29: voglando De' la dita Romula far meglor e pu perfecta, sì la percuse de parlaxia, sì che monti agni iaxé atraita, aparaletica e abandonâ da ogni oficio de le sue menbre.
- [Con rif. ad animali].
[12] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 22, pag. 115.8: quello solo è quello animale il quale cade in paralasia, e cade sì come fa l'uomo paralitico.
- [In espressioni ingiuriose].
[13] Poes. an. bologn., a. 1301, 18, pag. 32, col. 2: E lo çeloso è pien de çelosia: / sença chason bate la dona mia! / Che 'lo possa prender la parlasia / tal che lui faça tristo e mi çuioso!
[14] Stat. trent., c. 1340, cap. 20, pag. 24.17: çaschauno de la fradaya nostra, sì deba guardarse de çurar, e [[...]] nomenar el vermochan, e la parlasia, e nesun altro bruto nomo...
1.1 Fig. [Per indicare la confusione mentale e l'impossibilità di articolare i movimenti che caratterizzano lo stato di ebbrezza].
[1] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 37.7, pag. 61: Perché non bere a modo e temperarsi / l'aqua cum vin, che più san li saria? / Noi vedén tuti quasi in parlasia / incorer questi o gli ochi sgargagliarsi...
1.2 Fig. [Per indicare una infermità sprituale].
[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 43, pag. 222.11: A questo modo il peccato, però che toglie la sanità de l'anima e ogne infertà d'anima è peccato, sì ha molti nomi ne la Scrittura; e quando è chiamato parlasìa, e quando malsanìa, e quando febre, e quando molte altre, e potrebbe avere tanti nomi quante sono le 'nfermitadi, e tutto è verissimo.