ÙPUPA s.f.

0.1 lupica, luppica, ùpega, upica, upupa, upuppa, upuppe.

0.2 Lat. upupa (DELI 2 s.v. upupa).

0.3 Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.): 1.

0.4 In testi tosc.: Tesoro volg., XIII ex. (fior.); Bestiario Tesoro volg., XIII ex. (pis.); Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.).

In testi sett.: Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.).

0.5 Nota le varianti con doppia dissimilazione ‑upup‑ > ‑upic‑ e/o con concrezione dell'articolo.

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Zool.] Uccello della famiglia degli Upupidi, con becco lungo e sottile, piumaggio variopinto e ciuffo di penne erette sul capo.

0.8 Maria Fortunato 13.09.2021.

1 [Zool.] Uccello della famiglia degli Upupidi, con becco lungo e sottile, piumaggio variopinto e ciuffo di penne erette sul capo.

[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 48.1, pag. 836: La luppica bellissima è di fore, / con belle penne sì fa portamento; / de sterco è nata, ein esso vive e more, / de quello cibo piglia nutrimento.

[2] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 28, pag. 124.11: Upupa è uno uccello con una cresta in capo, e vivono di cose putride e laide, e però è il loro fiato puzzolente molto.

[3] Bestiario Tesoro volg., XIII ex. (pis.), cap. 164, pag. 120.13: [1] Luppica est uno ucello cigulo che àe una gresta sopra lo capo; e mangia sugo e cose putente, e perciò est la sua lena malvagia e putrita.

[4] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Rubriche, pag. 42.22: Capitol de la upupa.

[5] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 8.2353, pag. 270: Dello sangue dell'upupa chi s'ogne, / Da' spiriti, dormendo, vederassi / Essere preso, che non par che sogne.

[6] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 62, pag. 165.5: E trova-sse in lo nido delli galli de paradisso. E vieno dito a questo usello «ùpega».

[7] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 53, pag. 309.10: Et nota che se ala luna nuova, quando si leva lo sole, dicollerai upuppa, et lo suo cuore cincischierai et inghiotterai, sì poterai sapere tutte le cose che si fanno, et le mente deli omini.

[8] Diretano bando, XIV sm. (tosc.), cap. 47, pag. 35.18: Ché tanto quanto la cicongna pena a nutricare li suoi filliuoli, tanto nutrican poi la loro madre quand'elli sono cresciuti. Altresì fanno filliuoli della luppica: ché quando ella è inpaurata giamai non si muterà per sé, altresì come fanno li altri ucelli, anzi vengon li suoi filliuoli e lli strappono alle sue penne vecchie col beccho, e poi la covano e nutricano tanto ch'ella è mudata.

[9] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Dt 14, vol. 2, pag. 275.21: la upupa, la quale è uno uccello di diversi colori...

- [In contesto mitologico].

[10] <Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.)>, c. 9, pag. 132.23: e che Tereo sia mutato in upica, però ch' ella è uccello fastidioso [a] u[di]re, lo corrompimento della sua cognata sì significa.

[11] f Bonsignori, Metam. Ovid., 1375-77 (castell./tosc.), Tavola delle rubriche, pag. 77.26: Come lo re Tereo se convertì in upupa ed Iris in fagiano. || DiVo; non att. nel corpus da altre ed.

[12] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 17, 13-24, pag. 396.18: ella fu mutata in rusignuolo, e Progne in rondina, e Tereo in upupa.

[u.r. 13.09.2021]