PRIVIGNO s.m.

0.1 privigno.

0.2 Lat. privignus (DEI s.v. privigno).

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Figlio di un precedente matrimonio, lo stesso che figliastro.

0.8 Rossella Mosti 11.11.2013.

1 Figlio di un precedente matrimonio, lo stesso che figliastro.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 20, pag. 418.15: Dipo' le dette cose Claudio Drusio, privigno di Cesare, abbiendo per sorte avuta Gallia e Rezia, le grandi e le forti genti di Germania con arme vinse.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 20, pag. 420.10: Quelli di Pannonia, nuovamente rubellandosi, Tiberio privigno di Cesare con crudele battaglie gli recò a neente.

[3] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 5.7, pag. 100: Morto Ottavian, che fu tanto verace / e grazioso a governar lo 'mperio, / che quanto più ne parlo e più mi piace, / il gener suo e privigno Tiberio, / del qual parlar di sopra m'hai udito, / eletto fu a tanto magisterio.