RUBINO s.m.

0.1 robbino, robin, robini, robinni, robino, rubbin, rubbini, rubbino, rubin, rubin', rubini, rubino.

0.2 Lat. mediev. rubinus (DELI 2 s.v. rubino).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Legg. S. Caterina ver., XIV in.; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.).

In testi mediani e merid.: Gillio Lelli, Rime (ed. Mancini), XIV pm. (perug.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.).

0.7 1 [Min.] Varietà di corindone, di intensa luminescenza di colore rosso, usata come pietra preziosa particolarmente pregiata (spesso in similitudini con rif. a qualità della donna amata). 1.1 Sinedd. Anello impreziosito da tale gemma. 1.2 Fig. [Rif. alla donna amata].

0.8 Sara Ravani 02.01.2014.

1 [Min.] Varietà di corindone, di intensa luminescenza di colore rosso, usata come pietra preziosa particolarmente pregiata (spesso in similitudini con rif. a qualità della donna amata).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 677, pag. 623: Corona avrà né d'or né de laton: / de fin smeraldi, robin e de carbon; / de clare mergarete serà soa ornason.

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 35.3, pag. 356: Diamante, né smiraldo, né zafino, / né vernul'altra gema prezïosa, / topazo, né giaquinto, né rubino [[...]] non àno tante belezze in domino / quant'à in sé la mia donna amorosa.

[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 30.11: e tali so' chiare e nobili, come smeraldi e safiri e diamanti e rubini e molte altre...

[4] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 41.13, pag. 147: al mio parer passate, / come robino passa di valore / ogn'altra pietra, e voi l'altre d'amore...

[5] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 31, pag. 240.4: aveva ancora un'armatura d'un maraviglioso sciamíto foderato d'un bianco armellino: lo fibiaglio era d'oro fine, nel quale erano fissi due rubini chiarissimi di due gran cittadi.

[6] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 13.1, pag. 7: Sì come lo rubino e lo cristallo / così nel viso assisi ha li colori; / e come l'auro passa ogne metallo / e lo raggio del sol tutti splendori, / e come giovanezza ogn' altro stallo, / e come rosa passa igli altri fiori, / così passa mia donna ogne bieltate...

[7] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 189, pag. 263: farógi un gran presente de lo meo tesoro, / de l' ariento ge donaroe e dii denari de l' oro, / prede preciose, safir, smaraldi e rubin...

[8] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 144.174, pag. 616: Queli que son lear trovai / in manezar li atrui dinai, / ben li pòi tener per santi / o per robin o diamanti...

[9] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 38.12: Sanguitini rubini grande braçe XXXIIIJ.

[10] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 457, pag. 462.3: Rubino è vermiglio, e vince tutte le cose vermiglie. Lo gentile rubino fine e netto è lo signore delle pietre.

[11] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 75, pag. 90.1: ço sunu li petri di vitru luchenti li quali li musardi compranu per rubini et per çaphiri et per smeraudi...

[12] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 36.4: Puoi fece fare una corona [...] tutta adornata de perne, zaffini, balasci, robini e smaralli, valore de fiorini XX milia.

- [Nel Paradiso e nei commenti, in similitudine, con rif. al caldo splendore della gemma].

[13] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 30.66, vol. 3, pag. 500: Di tal fiumana uscian faville vive, / e d'ogne parte si mettien ne' fiori, / quasi rubin che oro circunscrive...

[14] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 19, 1-12, pag. 423, col. 1.3: Qui exemplifica sí come lo raço del sole fer sovra uno rubino, che li raggi refrangeno a l'inspectare...

[15] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 430.16: Qui introduce, per [a]somigliare, una comparazione così fatta: che ciascuna di quelle anime li parea tale, quale uno rubino, nel quale il raggio del Sole fiere, e pare che ne accenda uno fuoco...

[16] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 30, 55-69, pag. 791.15: Quasi rubbin; ecco che fa similitudine: rubbino è pietra preziosa di colore di fuoco, che oro circunscrive; cioè che è intorneato dall'oro.

- [Come appellativo, in bisticcio di dubbia interpretazione]. || Mancini: «poiché ogni sparviero che zoppichi è reputato un 'Rubino-in-can-da-guardia' (cioè, viene deprezzato come una gemma nel collare di un cane da guardia)».

[17] Gillio Lelli, Rime (ed. Mancini), XIV pm. (perug.), App. II, 4.16, vol. 1, pag. 215: Però ti prego che piú non c'introppeche, / ch'ave nome 'Rubino- / in-can-de-guarda' ogni sparvier che zoppeche.

- Lo stesso che carbuncolo. || Solo Giordano da Pisa identifica esplicitamente la pietra con il carbuncolo, in ragione della luminescenza rossa.

[18] Gl Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 73, pag. 356.24: De le pietre preziose si dice che sono maschie e femine: il rubino, ch'è detto carbunculo, è il maschio; il balasso è la femina, imperò che il rubino le si trova in corpo dentro.

- Lo stesso che carbone. || Per Tomasoni, Lapidario estense, p. 224, le caratteristiche descritte nel testo per il rubino, tra cui l'aspetto non bello e la lucentezza notturna, sono attribuite anche al carbone, «nome che anticamente veniva applicato ad ogni pietra rossa, brillante e trasparente».

[19] Gl Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 64, pag. 165.12: Robin sè una petra rosa, no molto bella in vista. Et ha nome carbon e luce al scuro et è-nne XIJ.

1.1 Sinedd. Anello impreziosito da tale gemma.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 5, pag. 105.36: Era quel dì sepellito uno arcivescovo di Napoli, chiamato messer Filippo Minutolo, e era stato sepellito con ricchissimi ornamenti e con un rubino in dito il quale valeva oltre a cinquecento fiorin d'oro...

1.2 Fig. [Rif. alla donna amata].

[1] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 6.8, pag. 21: Quando lo sguardo, fammi star pensoso, / tant' è gioioso, fresco ed avenente: / volere e core meo, sie coraggioso, / perch' ami lo rubino sprendïente.