RIGIDEZZA s.f.

0.1 reggidezza, rigideça, rigidecza, rigideza, rigidezza, rigidezze.

0.2 Da rigido.

0.3 Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

0.6 N Voce redatta nell'ambito del progetto DiVo.

0.7 1 Qualità di ciò che non si può piegare né flettere; l'essere o il permanere stabile, fermo e immoto. 1.1 [Di un corpo o un arto:] l'essere intorpidito o contratto (per l'effetto di un veleno). 2 Fig. Qualità di ciò o di chi permane stabile e fermo nel tenere un det. comportamento, atteggiamento, disposizione. [Con sfumatura neg.:] durezza o inflessibilità (eccessiva).

0.8 Elisa Guadagnini 30.12.2013.

1 Qualità di ciò che non si può piegare né flettere; l'essere o il permanere stabile, fermo e immoto.

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 28, 103-120, pag. 601, col. 2.2: L'aura impregna. Çoè che ha tanto de rigideça che impregna lo contado e circustante aiere.

1.1 [Di un corpo o un arto:] l'essere intorpidito o contratto (per l'effetto di un veleno).

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 144.17: sorsoe il mortale beveragio [[...]] una rigideza avea per quella cagione soprapreso alcune parti del suo corpo...

2 Fig. Qualità di ciò o di chi permane stabile e fermo nel tenere un det. comportamento, atteggiamento, disposizione. [Con sfumatura neg.:] durezza o inflessibilità (eccessiva).

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 8, 19-30, pag. 134, col. 1.6: Verdi. Qui denota la rigideça et eternitade della preditta grazia, che ma' no se secca né vien meno.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 1, pag. 15.16: quelli che hae a fare tale viaggio, conviene essere asciolto da ogni rigidezza e temporalità, la quale abbia sua radice in concupiscivo appetito.

[3] Gl Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 8 rubr., pag. 392.5: Della severitade, cioè rigidezza, de' padri verso li figliuoli. || Cfr. Val. Max., V, 8, 1: «Comicae lenitatis hi patres, tragicae asperitatis illi».

[4] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 29, pag. 762.14: O Acrimonia, più dura che alcuno scoglio e meno pieghevole che le querce d' Ida, quale rigidezza ritiene il tuo ferrigno animo a non piegarsi ad alcuni amori?

[5] Doc. fior., 1311-50, 20 [1343], pag. 638.10: non ci pare che 'l Comune di Firenze abbia aoperato per li Guelfi d'Areczo quello perché debbiano mostrare tanta rigidecza verso lui, quanta voi ne scrivete.

[u.r. 08.10.2014]