SQUARCIARE v.

0.1 iscuarciare, isquarcerà , isquarci, isquarcia, isquarciai, isquarciamo, isquarciando, isquarciano, isquarciare, isquarciaro, isquarciaronli, isquarciarono, isquarciasti, isquarciata, isquarciate, isquarciato, isquarciatolo, isquarcierae, isquarciò, isquarcioe, isquarcióno, scarciaro, scarscava, scarsciare, scharzà , scuarçà , scuarcerò, sguarciando, squarça, squarçada, squarçarà , squarçare, squarçareve, squarçaste, squarçati, squarçe, squarçerà , squarcerai, squarcerei, squarcharumi, squarchata, squarchavanu, squarchi, squarci, squarcia, squarciai, squarciala, squarciando, squarciandole, squarciano, squarciansi, squarciar, squarciarà , squarciare, squarciarlo, squarciarono, squarciasse, squarciasseno, squarciata, squarciate, squarciati, squarciato, squarciava, squarcio, squarciò, squarcionno, squarciorono, squarciossi, squarçò, squarsci, squarsciano, squarsciare, squarsciense, squarscierà , squarsiare, squarsiarla, squarza, squarzà , squarzade, squarzado, squarzai, squarzao, squarzaoli, squarzar, squarzava, squarzavan, squarze, squarzemo, squarzen, squarzò.

0.2 Lat. volg. exquartiare (DELI 2 s.v. squarciare).

0.3 Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.): 2.1.

0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Doc. sen., 1277-82; Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Ingiurie lucch., 1330-84, [1358].

In testi sett.: Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Stat. perug., 1342.

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.6 N In composti antroponimici (Squarcialupi, Squarciasacki, ecc.) il verbo è att. fin dalla metà del sec. XII in doc. lat. tosc.: cfr. GDT pp. 631-32.

0.7 1 [Rif. a un corpo umano o animale:] fare a pezzi, smembrare; aprire profonde ferite (con un'arma; con graffi o morsi) (anche fig. e in contesto fig.) (anche pron.). 1.1 [Rif. al supplizio attuato per smembramento]. 1.2 Pron. Graffiarsi il viso o altre parti del corpo in segno di disperazione o di lutto. 1.3 [Rif. ad animali (anche favolosi):] dilaniare, fare a brani una preda. 2 [Con oggetto inanimato o astratto:] fare a pezzi, distruggere; ridurre a malpartito (anche in contesto fig.). 2.1 [Rif. a un indumento, a un tessuto, a un drappo:] strappare (in opp. a scucire) (anche in contesto fig.). 2.2 [Rif. a un foglio di pergamena o di carta, a un documento, a un libro:] lacerare, distruggere (in partic. per rendere illeggibile il testo che vi è scritto). 2.3 [Rif. a un arco:] piegare con forza, aprire. 2.4 [Rif. alla superficie terrestre:] fendere, spaccare. 2.5 [Rif. alle nubi, alla nebbia, all'aria]. 2.6 [Rif. a un capitale, un bene posseduto:] dissipare, sperperare; mandare in rovina. 2.7 [Rif. all'anima, alla mente, al cuore:] porre in grave turbamento e confusione (anche in contesto fig.). 3 [Per prob. errore di trad. o fraintendimento dell'originale].

0.8 Zeno Verlato 30.12.2013.

1 [Rif. a un corpo umano o animale:] fare a pezzi, smembrare; aprire profonde ferite (con un'arma; con graffi o morsi) (anche fig. e in contesto fig.) (anche pron.).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 33, pag. 490.3: colui, che, rotta la pace e l' unità della cristiana fede, i cristiani contra i cristiani armò, e quasi con battaglia cittadina le membra della Chiesa isquarcioe...

[2] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 643, pag. 179, col. 1: Fortinel lo pià fort, / per l'ara lo gettà stravolt. / Bonapresa lo scuarçà fort, / tanto li tirà sì ch'el è mort.

[3] Novellino, XIII u.v. (fior.), 70, pag. 289.4: trovava orsi e leoni et assai fiere pessime: tutte le squarciava et uccidea con la sua forza...

[4] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 44, vol. 1, pag. 119.3: [[Golia]] uccideva e vinceva li leoni e gli orsi senza alcuna arme, che egli squarciava le mascelle con le mani molto leggermente...

[5] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), App. 2, pag. 187.19: Unde convenne che quelli chiovi, che non aveano punta, fusseno messi per grande forsa e che li squarciasseno la carne e l'ossa e i nervi.

[6] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 21, pag. 171.37: considera li martiri, li appostoli, che funno vituperati et squarciati nel mondo et hora sono in tanto bene, perch'elli sostennero le pene temporali...

[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.419, pag. 141: Quello, aceiso de gran furor, / despojar la fé lantor, / con peteni ferrai tirando, / squarzar la carne sanguenando.

[8] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 512.24: li loro mano sono ardilglie sì pungente, come toccano squarsciano.

[9] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 32, 124-132, pag. 765, col. 1.13: infin doppo alcuna bataglia sí taiò la testa e tosella in mano e furiosamente la rosegava, squarzava le tempie, lo viso e le gote.

[10] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1323, pag. 391, col. 1: Poy che ll'ày sententiata / che sia ad morte data, / le rote fecisti fare / per farela scarsciare...

[11] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 337.25: Poi introduce nella detta visione una donna onesta e virtuosa, la quale si mischia e combatte con la predetta, ed infine tutta la squarcia...

[12] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 21, pag. 154.11: se io la trovassi, con le propie mani tutta la squarcerei, né nel suo viso lascerei parte che graffiata non fosse dalle mie unghie...

[13] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 81, par. 1, vol. 2, pag. 137.30: Se alcuno percoterà alcuno con la mano [[...]], overo a luie la faccia squarscierà , e sangue oscierà, sia punito...

[14] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 21, par. 5, vol. 2, pag. 76.24: lu textu dichi: «Cruchificaru, squarcharumi li manu et li pedi, cuntarumi tucti li ossa mei...

[15] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 56, S. Giorgio, vol. 2, pag. 513.13: il preside [[...]] comandò che fosse messo a la colla e da membro a membro isquarciare il suo corpo con unghiali di ferro...

- [Rif. a una pianta].

[16] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 86.35, pag. 417: Ma dir se sor per antigeza / che de tanto gran drueza / se soren li arbori squarzar / e le messe acolegar.

[17] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 2, cap. 22, vol. 1, pag. 197.31: si tagli con taglienti ferri e non con la tagliatura ritonda ma lunga per raverso, ovvero schiantato o squarciato dall'arbore, si pianti...

- [Rif. al terreno solcato dall'aratro].

[18] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. III [Phars., III, 169-279], pag. 43.18: coloro per la fatica de' quali lo vomere di Tessalia squarcia Iolcon d'Emonia.

1.1 [Rif. al supplizio attuato per smembramento].

[1] Ingiurie lucch., 1330-84, 168 [1358], pag. 52.3: Tagliati siate voi a peççi e squarciati e inpiccati p(er) la gola, soççi traditori ch(e) voi sete...

1.2 Pron. Graffiarsi il viso o altre parti del corpo in segno di disperazione o di lutto.

[1] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 9.24, pag. 82: lassate le mie braccia, / ch'io pur un pocho mi possa squarciare, / che 'l cor mi sento battare e angosciare...

[2] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1297, pag. 84: Io me squarzava, io me zitava a doso / a questa a quela per qualche chonforto, / dizendo: oimè, quanto el chuor m'è perchoso!

1.3 [Rif. ad animali:] dilaniare, fare a brani una preda.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 33.12: E trovamo li ucelli tale avere lo becco e l'onghie retorte, e aconcio per tenere e per squarsciare la carne e per fare male a li altri...

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 34, pag. 491.9: [[Giuliano l'Apostata]] comandò che ad Jerusalem una grande chiusa si facesse, nella quale [[...]] tutti i santi cristiani di quello luogo, a fiere bestie farebbe mangiare, ed egli medesimo vi starebbe a vederli isquarciare.

[3] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 44, pag. 45.12: «Questi spesse volte va per mezo 'l mercato ricciuto com'un drago [[...]] guardandosi intorno se vedesse nessuno cui potesse [[...]] colla bocca mordere, o co' denti squarciare».

[4] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 229.32: Adoncha desmontando ello in terra, dali sorze tuto fo squarzado e manzado.

[5] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 157.9: O qualunque leoni abitate in questo scoglio, squarciate il mio corpo, e consomate le scelerate budelle con crudele morso.

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 44.18: In prima l'uno e l'altro serpente legano abbracciando piccoli corpi di due figliuoli di Laocon, e con morso rodono squarciando le misere membra...

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 7, pag. 617.1: Talano d'Imole sogna che un lupo squarcia tutta la gola e 'l viso alla moglie...

[8] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VI (ii), par. 44, pag. 376.3: Cerbero [[...]] graffia e squarcia e morde i miseri dannati...

1.4 [Rif. ai capelli, al pelo degli animali:] strappare.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 12, cap. 14, pag. 284.5: I pantani sono nocivi; e le selve dannose, che squarciano la lana.

[2] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. II, pag. 516.15: Io sia quello del qual quella furiosa squarça li cavelli, io sia quello al qual ella squarçe le tenere galte cum l'onghia...

2 [Con oggetto inanimato o astratto:] fare a pezzi, distruggere; ridurre a malpartito (anche fig. e in contesto fig.).

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 91.33, pag. 427: ma par a mi che 'li [[scil.: Guelfi e Ghibellini]] son connii / chi àn squarzao tuto lo mondo / e derivao en gran prefondo...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 3, cap. 8, vol. 1, pag. 113.10: dicono i Saracini che 'l primo miracolo che Iddio mostrò per lui fu che crebbe una porta della chiesa, ond'egli entrò maravigliosamente; e se vero fu, sì fu segno manifesto che dovea isquarciare e aprire la porta della santa Chiesa di Roma.

[3] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 372.9: O Vergilio, le lingue sacrileghe isquarciaro li tuoi versi...

[4] Rim. Am. Ovid. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), pag. 451.15: La invidia sì infama lo 'ngengo del grande Omero e tu, chiunque se' di que' cotali, sì hai nome Zoile, e lle tue scritture squarcionno le sagrate cose per legge di lingua...

[5] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 1, pag. 57, col. 2.44: Ma la mente nostra [[...]] ne' suoi movimenti rimuove e taglia e squarcia li offizii d'ogni ragione d'intelligenza insino alle radici...

2.1 [Rif. a un indumento, a un tessuto, a un drappo:] strappare (in opp. a scucire) (anche in contesto fig.).

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 148.4: Cato disse: «L'amistade ch'è cuscita disavedutamente col folle è da druscire anzi che da squarciare.

[2] Doc. sen., 1277-82, pag. 430.8: Ancho VII sol. [[...]] a Iachomo Buiamonti i quali sono per perfacimento d' uno panno che noi i vendemo el quale fue isquarciato.

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 22, pag. 313.5: i marinari o quellino che sono nella battaglia del mare debbono avere molte larghe saette per isquarciare le vele dei suoi nemici...

[4] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 545, pag. 175, col. 1: «Mare, intendìme, / da che meo frer vol lo piliçon, / sego no voio far tençon; / ma in tanti logi lo scuarcerò / e sì l'ai romper e forer, / che non purà nui' bein aveir».

[5] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 279, vol. 2, pag. 351.10: et se squarciarà a llei li panni [[...]], sia punita in C soldi di denari...

[6] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 86.64, pag. 418: A la maire tanto bona / àm misso man in la persona / per gamaitar e per firir, / e àn squarzaoli lo vestir.

[7] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 269.20: E non mi ricordo e non mi senti' ch'io le squarciasse la gonnella; ma ella disse ch'io gliele aveva squarciata...

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 32.71, vol. 2, pag. 558: Però trascorro a quando mi svegliai, / e dico ch'un splendor mi squarciò 'l velo / del sonno...

[9] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 386, pag. 87: Delle plu lorde cose che in Aquila facte sone, / Fo quando Piczulani quella casa pillione, / Et venne con multe genti armate a ppennone; / All'onta dello re scarciaro lo confalone.

[10] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 32, pag. 418.30: e 'l velo del tempio avete isquarciato da capo infino al piede...

[11] Diatessaron veneto, XIV (tosc.-ven.), pag. 169.39: Montà Simon Piero en la nave e portò de grandi pessi ke aveano prendudo, .cliij. per nomoro, e ssiando cotanti li pessi, ampò no se squarzò nè se fesse le rede.

- Fig. Squarciare il velame, il velo: rendere chiaro, palesare il vero all'intelletto.

[12] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 33.27, vol. 1, pag. 564: quand' io feci 'l mal sonno / che del futuro mi squarciò 'l velame.

[13] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 33, pag. 476.19: esso vide un sogno malvaso, el qual li squarciòel vellame del futuro, idest li mostrò chiaro senza velame quel che dovea essere di lui e di soi figlioli.

[14] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 28.62, pag. 38: Dunque ora è 'l tempo da ritrare il collo / dal giogo antico, et da squarciare il velo / ch'è stato avolto intorno agli occhi nostri...

2.1.1 [Rif. a sé, come manifestazione di gravi turbamenti dell'animo; rif. ad altra persona, in segno di disprezzo e per mortificazione (anche pron.)].

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 5, pag. 75.9: Li antichi uomini d'Arimino s'avevano tutti squarciati i panni.

[2] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 187.26: E questo don fina a tanto che, siando preso, el vegnisse a tormentare dinanzi del prefecto, siandogli squarzade le veste...

[3] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 343.1: Poi ch'ella fue ritornata in sé, ella isquarcioe le sottili vestimenta dal petto e coll'unghie si fesse le non degne gote.

[4] Fatti dei Romani, 1313 (fior.), pag. 209.22: Ciesare s'avea isquarciate sue robe insino ai piedi, per insengnia di suo crucio...

[5] Simintendi, a. 1333 (tosc.), Suppl. L. 9, vol. 4, pag. 10.24: la trista di Biblis [[...]] si squarciò il vestire dal petto; e, furibonda, percosse le sue braccia.

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 418.16: sì come ismarrita e fuori di sè, squarcia colle mani le sue vestimenta della porpora come disperata...

[7] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 55, pag. 128.14: squarciato che s'ebbeno li panni, tutto lo capo si polverarono secondo la consuetudine, che tenivano li antichi nelle grandi tristizie.

[8] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 3, cap. 4, pag. 63.3: Partissi il diavolo, e con molta ira isquarciando il guazzerone, non ci tornò mai più.

[9] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 166, pag. 349.7: Allora il prencipe de' sacerdoti isquarciò le vestimenta sue, e disse: Egli à bestemiato.

2.2 [Rif. a un foglio di pergamena o di carta, a un documento, a un libro:] lacerare, distruggere.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 208, vol. 1, pag. 479.30: Anco, con ciò sia cosa che le 'mbreviature de li notari e' quali muoiono [[...]] si vendano spessamente per l'erede a li spetiali et a' pizicaiuoli, et squarciansi et perdonsi...

[2] Libro giallo, 1321-23 (fior.), pag. 52.3: La detta polizza isquarciò il detto Benintendi in presenzia di Piero Velluti.

[3] Stat. pis., 1330 (2), cap. 145, pag. 611.5: tutte le púlisse che in delle dicte tasche saranno rimase non cavate, incontenente siano squarciate et gittate via, et di nullo valore siano.

[4] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 103, par. 2, vol. 1, pag. 337.32: le cedole predicte, le quagle se retrovassero êllo ceppo, non se possano squarsciare overo dissipare...

[5] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. IV, cap. 13, pag. 634.4: per lo mutare di notari [[...]] e per altre varie cagione i processi se perdono, fino squarçati o altramente fino guasti, sì chi non se possenno avere, nì fire trovati, nì fire lecti...

[6] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis II.117, pag. 201: Da indi in qua cotante carte aspergo / Di penseri, e di lagrime, e di 'nchiostro, / Tante ne squarcio, e n' apparecchio, e vergo.

[7] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 17, pag. 65.23: tegness' eio tuti i toi libri, ch' e' gi squarçareve!»...

2.3 [Rif. a un arco:] piegare con forza, aprire.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 15, pag. 22.9: Ed a questa cosa eleggere si debbono ammaestrati dottori, che ammaestrino con ogni studio che saviamente tenga l' arco, e fortemente lo squarci, e che la mano manca stea ferma... || Cfr. Veg., Mil., 1, 15 : «Et doctores ad hanc rem artifices eligendi et maior adhibenda sollertia ut arcum scienter teneant, ut fortiter impleant, ut sinistra fixa sit».

[2] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 143, pag. 199.9: cusì comu lu archeri comu squarça et apri et atassa plui lu so arcu tantu plui feri fortimenti...

2.4 [Rif. alla superficie terrestre:] fendere, spaccare.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 6, pag. 171.35: E per la quale casione del terremoto pò profondare la cità, e cadere le mura, e le torri e le case; e per stasione fa squarsiare e cadere lo monte...

2.4.1 [Rif. a un edificio].

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 2, pag. 181.9: E già vedemmo percòtare la torre e druvenarene le petre, e squarsiarla...

2.5 [Rif. alle nubi, alla nebbia, all'aria].

[1] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 168.21: quand el furor del grandixem vent [[...]] col so sforzoso impet squarza e fend le nuvolie, e in cotal adovrament fa quel terribel son chi ven a le orecle nostre.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 23.99, vol. 3, pag. 385: Qualunque melodia più dolce suona / qua giù e più a sé l'anima tira, / parrebbe nube che squarciata tona, / comparata al sonar di quella lira...

[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 60.5: poi che Tetis [[...]] levoe via [[...]], presoro la via, e mossi i piedi per l'aria, squarciano le contraposte nebbie...

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 5, pag. 161.8: E la saetta veloce del giovano d'Irtaco prima per lo cielo, stridendo l'arco, squarcia e passa l'aere...

[5] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 79.13, pag. 94: E, ben che spesso semplice paura / solare eclisse o squarciar nuvolette / faccia, chi 'l sente poco se ne cura.

2.5.1 [Rif. alla superficie del mare].

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Leandro, pag. 173.35: Spesse volte si stancano le mie braccia per lo continuo notare: appena posso tirare l' affaticate membra per la squarciata acqua.

2.6 [Rif. a un capitale, un bene posseduto:] dissipare, sperperare; mandare in rovina.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 4, pag. 507.15: Ora facendo incontro altrui quello ch' elli sostenea, infino che maggiormente squarcia le altrui ricchezze che le sue difenda...

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 420.3: E acciò che non vedesse squarciare le case nostre, solo questo è mancato alle cose, che io morrò, e non riprenderò co la destra i detti di Drance?

2.7 [Rif. all'anima, alla mente, al cuore:] porre in grave turbamento e confusione (anche in contesto fig.).

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 16, cap. 5, par. 7, pag. 287.28: Squarcia l' animo e molto prieme lo spesso ricordare i beneficj che l' uomo ha dati.

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 23, cap. 1, par. 5, pag. 365.18: Niuna cosa è così occupata e di tanti mutamenti e da così isvariati disiderj tagliata e isquarciata, come la mala mente...

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 16.254, pag. 190: Unca no è sì dur cor / chi squarzà no se devesse, / vegando che tar segnor mor, / senza colpa che 'l avese...

[4] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 6, par. 14, pag. 189.6: se a colui avoltoi pizzicano il fegato, a me continuo squarciano il cuore cento milia sollecitudini più forti che alcuno rostro d' uccello.

2.7.1 Offendere l'altrui suscettibilità; provocare a ira.

[1] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 2, pag. 227.19: Tu, il quale la fama tace e la infamia non ti conosce, isquarci ontosamente con vituperii la mia ira, e con nuove minacce.

[2] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 2, pag. 232.6: Il vipristello fa beffe la notte col suo canto degli altri uccelli: ora non isquarciano il dì lui tutti gli altri uccelli?

[u.r. 28.05.2018]